Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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A distanza di un mese e mezzo dal terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo il sottoscritto, Pio ed altri nove volontari della Protezione Civile dellaSezione di Milano ci siamo recati a dare il nostro aiuto a quelle popolazione così duramente colpite da quella immane tragedia. Dopo aver viaggiato tutta la notte prima delle 7 di sabato mattina siamo giunti al Campo Globo, gestito dall’Associazione Nazionale Alpini e abitato da più di mille persone distribuite in 140 tende.
Appena giunti il responsabile del campo, alpino della Sezione di Como, ci ha assegnato i vari incarichi: qualcuno in magazzino a distribuire generi di prima necessità come sapone, dentifricio, lenzuola, coperte e così via; altri avevano il compito di pulire le docce ed i lavatoi di tutto il campo almeno due volte al giorno; un altro, idraulico di professione, doveva occuparsi dell’allacciamento di nuovi moduli docce e bagni appena arrivati; altri si sono occupati del censimento delle famiglie presenti e della distribuzione di condizionatori nelle varie tende ( durante il giorno la temperatura all’interno delle tende era veramente insopportabile, sembrava di stare all’interno di un forno). Dopo aver assegnato a ciascuno il proprio incarico abbiamo preso possesso della tenda che ci avrebbe fatto da “casa” per quella settimana di presenza. Abbiamo cominciato a conoscere ed ascoltare i racconti della gente del posto riguardo quella tremenda notte e vedere ancora sui loro volti la paura ed il timore che la cosa possa nuovamente accadere; c’era addirittura qualcuno che, pur avendo la propria casa agibile, tornava alla sera per trascorrere la notte sotto la tenda ritenendo di essere più al sicuro che non all’interno della propria abitazione. Fra le tante persone che abbiamo conosciuto vi era anche Mauro, un giovane vigile del fuoco che ha avuto la casa distrutta dal sisma e che ci ha raccontato i primi concitati minuti subito dopo la forte scossa; Dopo essere riuscito ad uscire dalla sua casa e aver messo al in salvo i suoi genitori è subito corso nella sua caserma per organizzare i primi soccorsi, dato che il centralino era subissato di richieste d’aiuto e l’intera città era rimasta completamente al buio. Proprio questo ragazzo ci ha accompagnato nel centro della città, la parte più colpita e fortemente danneggiata; il centro è accessibile solamente ai vigili del fuoco, dato il pericolo di crolli e la caduta di tegole, camini e cornicioni. Noi armati solamente di caschetti e macchine fotografiche e camminando al centro della strada abbiamo cominciato la nostra visita ad una città fantasma; si sentivano solamente i miagolii dei gatti e man mano che ci si addentrava nel cuore della città ci rendevamo conto dei gravi danni che il terremoto aveva causato. Abitazioni completamente distrutte, case a cui era sprofondato un piano, vecchie abitazioni a cui stava crollando un pilastro portante ed era stato “legato” con cavi d’acciaio per tenerlo ancorato alla struttura, facciate di palazzi d’epoca completamente inscatolati per non farli crollare, e, giunti in piazza Duomo abbiamo visto i vigili del fuoco che, con l’aiuto di potenti autogru stavano cercando di salvare quel che restava della cupola del Duomo. Siamo riusciti a vedere anche quel che restava della purtroppo famosa Casa dello Studente: solamente un enorme cumulo di macerie.Tornando a quella che era la vita del campo il nostro gruppo era quello che cercava, nel limite del possibile, di rendere meno tristi le serate con canti alpini che coinvolgevano non solo i volontari delle altre sezioni ma anche gli abitanti del posto che trascorrevano qualche momento di allegria e spensieratezza. Il sabato mattina prima della partenzamolte persone sono venute a salutarci e ringraziarci per quello che avevamo fatto e questo ha riempito i nostri cuori di tanta felicità. Questa esperienza è stata per tutti noi che abbiamo partecipato una cosa indimenticabile e resterà indelebile nei nostri ricordi.