USCITA S.I.A.
Sabato 13 e domenica 14 luglio la squadra SIA della nostra P.C. Sezionale ha effettuato l’uscita mensile con destinazione Adamello in sostituzione della prevista nella zona del Tonale in quanto doveva essere testata sul campo la possibilità di accompagnare in quota una classe di studenti del Liceo N. Macchiavelli di Pioltello nel prossimo settembre. Effettivamente al termine della due giorni, e tenendo buon conto dei suggerimenti del gestore del Rifugio, si è giunti alla conclusione di modificare la prevista esperienza con una soluzione altrettanto soddisfacente ma che richiede un minore impegno sia fisico che psicologico. Comunque alla partenza del posteggio di Pian della Sega in Val di Borzago in Trentino (per intenderci sulla direttiva per Madonna di Campiglio) ci siamo ritrovati con gli amici del Gruppo di Melzo, in tutto una decina di alpini accompagnati dalla Prof.ssa Guidotti che doveva appunto valutare la fattibilità del progetto e, caricati gli zaini, ci siamo messi in cammino con destinazione il Rifugio Carè Alto, posto a quota 2.459 mt. e sede, nel corso del primo conflitto mondiale, di una base logistica austriaca che costituita da una trentina di costruzioni tra cui una centrale elettrica e una telefonica. Attualmente il Rifugio è dedicato a Dante Ongari, studioso e frequentatore di queste montagne.
E’ stata effettivamente una bella “sgamellata” che ha messo a dura prova le gambe di tutti e che ha fatto una selezione sul percorso vedendo comunque tutti arrivare a metà pomeriggio alla mèta scoprendo con stupore che il Rifugio era praticamente strapieno tanto da costringere il gestore, alla sera, a fare due turni per cenare. E qui si apre una parentesi “storica” per noi della SIA in quanto prima di entrare al rifugio abbiamo fatto una doverosa sosta davanti alla Cappelletta che sorge qualche metro più sotto e che al tempo del conflitto era stata costruita dai prigionieri russi che erano stati lassù impiegati dagli austriaci come mano d’opera gratuita e che non avrebbero comunque potuto fuggire visto l’ambiente ostile che li circondava; ebbene nel 2010 in occasione del Pellegrinaggio annuale in Adamello la nostra squadra era stata destinata a dormire in una tenda che avrebbe dovuto essere montata all’esterno del rifugio in quanto pieno (anche quella volta) ma che a causa del maltempo, semplicemente….non c’era! Ebbene, allora con un abile stratagemma ero riuscito a farmi consegnare la chiave della Cappelletta dal figlio del gestore con la scusa di volerla visitare ed avendola ricevuta, ci siamo semplicemente accampati all’interno trascorrendo una notte passata alla storia tra le più infami ma che, a distanza di tanti anni, è rimasta nei bei ricordi per la compagnia e la goliardia dell’evento. Comunque alla fine abbiamo preso possesso dei nostri posti branda in una camerata sottotetto piena all’inverosimile in attesa dell’ora di cena al termine della quale abbiamo improvvisato un coro che ha riscosso anche un certo successo tra i presenti. Alle 22,00 come da regolamento dei rifugi, tutti a nanna ed il mattino seguente con la camerata ridotta a metà poiché molti erano partito di notte, e terminata la colazione, ci siamo rimessi in cammino e, risalendo la cresta est del Monte Carè Alto abbiamo raggiunto la Bocchetta del Cannone a quota 3.000 (quasi) dove sono ancora posizionati due grossi cannoni austriaci posti a difesa del fronte e lì, schierati abbiamo ascoltato la Preghiera dell’Alpino e intonato il Signore delle Cime in ricordo ed omaggio di tutti i Caduti su entrambi i fronti oltre un secolo fa. Rientrati al Rifugio, abbiamo rimesso in spalla gli zaini e ripreso la via del ritorno facendo a mezzogiorno (da buoni magutt) una pausa rancio e raggiungendo nel pomeriggio il posteggio dove ci siamo salutati prima della partenza prima di rientrare a baita con un arrivederci alla prossima uscita e un personale ringraziamento a tutti i partecipanti. Per aspera ad astra.
Franco Maggioni