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Associazione Nazionale Alpini - Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI) tel: 3333450040 - sanvittoreolona.milano@ana.it
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Relazione Morale 2010 (Gennaio 2011)
Postato il di morang

Gruppo

RELAZIONE MORALE 2010

 

Come sempre apriamo questa nostra Assemblea dedicando un minuto di silenzio e raccoglimento in omaggio alla Bandiera e alla memoria dei militari italiani che hanno perso la vita nel corso delle missioni internazionali, nonché ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine che quotidianamente operano e vigilano sulla nostra sicurezza. A questo  proposito, sono certo di interpretare il pensiero di tutti noi, rivolgendo un augurio particolare al nostro Socio Davide Olgiati, Tenente della Julia, che in questo momento si trova ad operare in Afghanistan e che, venendoci a trovare in Sede prima della partenza, ci ha esortato a diffondere (e difendere) l’operato delle nostre Truppe in terre martoriate dalla guerra. Al ricordo di chi è “andato avanti” vorrei accostare quello di due figure che erano punti di riferimento per il nostro Gruppo e per la Sezione: il nostro Vecio Giovanni Nicoletti, memoria storica ed esempio di disponibilità, ed il mitico Segretario sezionale Giuseppe Borella vera anima organizzatrice di ogni manifestazione alpina.  



Questa Relazione Morale sarà per forza leggermente diversa dalle altre in quanto presenterà non solo quanto fatto nel corso dell’anno, ma un resoconto dell’attività di un quarto di secolo di vita associativa. Ad oggi la situazione numerica del Gruppo registra una forza di 42 alpini ai quali vanno aggiunti 8 Soci Aggregati con l’aggiunta di quelle figure istituzionali che abbiamo voluto avere nelle nostre fila; il numero rimane quindi costante in quanto la scomparsa di Giovanni ha coinciso con il ritorno nei ranghi di Paolo Manganini. L’accenno di prima riguardo a Davide, mi offre lo spunto per una riflessione su quello che ritengo essere uno degli impegni principali futuri per l’Associazione e di conseguenza per ognuno di noi e cioè quello di essere ambasciatori nella società dell’importanza del lavoro svolto dai nostri ragazzi e ragazze in armi colmando quella lacuna che da troppo tempo, col termine del servizio di leva, ha contrapposto “loro” al resto della gente e far capire quali sono gli impegni che i nostri soldati si sono assunti, quale è la strategia (giudicata vincente anche a livello internazionale) dell’aiuto alle popolazioni locali, e le profonde motivazioni che animano chi sceglie la non sempre facile strada con le stellette. E’ nostro compito, ed è un compito alla portata di ognuno di noi, far sapere, divulgare le notizie che abbiamo modo di apprendere grazie alla nostra posizione privilegiata dai rapporti sempre più cordiali con il Comando TT.AA. e gli organismi militari, oppure attraverso la nostra stampa alpina, tutto questo affinché i nostri bocia si sentano le spalle coperte almeno in casa. E d’altronde questo non è che rispettare quanto stabilito dal nostro Statuto quando dice che è nostro dovere tramandare le tradizioni e le gesta alpine; io ritengo che non ci si debba fermare al quelle dello scorso secolo ma che ogni impegno dei nostri soldati sia degno di rispetto, sostegno e di una sana propaganda che possa portare una informazione corretta e veritiera sulle attività che l’esercito è in grado di proporre ai nostri giovani che, malgrado se ne dica, sono alla ricerca di quegli stimoli e valori che da sempre consideriamo nostro patrimonio. Ed in questo contesto si colloca la vincente iniziativa, viste le adesioni ed i risultati ottenuti, del progetto “Pianeta Difesa” che ha visto centinaia di giovani di entrambi i sessi, compreso il mio bocia, avvicinarsi alla vita militare per vivere direttamente, seppur per un breve periodo, un’esperienza da tutti giudicata positiva. Va quindi dato atto all’Associazione ed al Ministero della Difesa di aver attuato una scelta vincente che solo il tempo giudicherà per quello che è, per ora abbiamo dato a questi giovani una lezione di quella che ai tempi nostri era chiamata “Educazione Civica”, e scusate se è poco. La nostra Associazione è chiamata ad affrontare anche problematiche riguardanti il nostro futuro associativo ed in questo campo alcune scelte possono essere o meno condivise, penso comunque che la condizione indispensabile sia quella di non accettare compromessi troppo onerosi e che non debbano mai essere persi di vista i nostri valori fondamentali che da sempre sono alla base di una delle poche Associazioni d’Arma che ha sempre potuto camminare a testa alta guadagnandosi il rispetto della gente. Numerosi anche quest’anno le manifestazioni che hanno visto la presenza del nostro Gagliardetto e gli impegni che hanno richiesto la presenza dei Soci, alcuni in ambito locale ed altri a livello Sezionale e Nazionale.  Come sempre siamo stati presenti con il Gonfalone del Comune alla Messa in Duomo, all’Assemblea Sezionale e a tutte le riunioni dei capigruppo che da quest’anno a cadenza bimestrale vengono effettuate per raggruppamento nelle sedi dei Gruppi limitrofi, al raduno di Ponte Selva, alle feste sezionali di primavera e di settembre, al 10° anniversario del gruppo di Arese, a San Colombano per Don Gnocchi, all’inaugurazione della nuova e ricostruita sede di Magenta e al monumento all’alpino di Cinisello. Il nostro gagliardetto era presente anche all’Ortigara, al pellegrinaggio in Adamello, al raduno del 2° raggruppamento a Darfo Boario Terme e, naturalmente, all’Adunata Nazionale di Bergamo dove abbiamo potuto toccare con mano la disponibilità della gente nei nostri confronti. Localmente abbiamo presenziato alle feste dell’Arma Aeronautica e della Croce Azzurra, a Cerro Maggiore alla Messa in ricordo dei Caduti nelle missioni di pace, organizzato la distribuzione di vin brulé la notte di Natale, il tradizionale falò di S. Antonio e il sempre apprezzato coro alla casa di riposo grazie alla disponibilità degli amici di Magenta, dato un aiuto alla Parrocchia in occasione delle processioni e al carnevale dell’oratorio, alle fiere di San Vittore e Rescaldina mentre, dopo un’esperienza durata circa una ventina d’anni, è giunta alla conclusione l’esperienza della Fiera di Canegrate. Sempre nella nostra zona abbiamo onorato l’impegno preso  con la Fondazione Banco Alimentare gestendo il punto di raccolta assegnatoci e raccogliendo un buon quantitativo di derrate alimentari, ricordato i nostri Soci “andati avanti” e che riposano nei vari cimiteri e festeggiato la ricorrenza del 4 novembre con il tradizionale incontro che dal lontano 1992 ci vede ritrovarci con gli alunni delle scuole sanvittoresi, partecipando alla cerimonia del Comune la domenica mattina nonché alla manifestazione in ricordo dei caduti di Nassiriya che dovrebbe, a mio parere puntare su una maggiore partecipazione popolare. Riguardo alcuni ultimi appuntamenti, vorrei sottolineare come una maggiore presenza dei Soci non costerebbe più di tanto agli interessati: per quanto riguarda i cimiteri si tratta di un giorno festivo e se teniamo presente che alcuni Soci hanno addirittura parenti tra quanti visitiamo si fatica a capirne l’assenza, mentre il giorno 4 certamente molti che non hanno più problemi lavorativi potrebbero dare un contributo di presenza e tra l’altro vivere una significativa esperienza con i ragazzi delle scuole. Un’altra esperienza vissuta da alcuni di noi è stata a settembre la partecipazione al campo di Protezione Civile allestito per i ragazzi disabili, dove i nostri specialisti cucinieri hanno dato un contributo indispensabile alla buona riuscita della manifestazione che ha saputo comunque regalarci momenti di grande commozione vivendo in simbiosi con questi nostri nuovi piccoli amici. Tra le pareti della nostra sede abbiamo poi vissuto dei momenti di aggregazione come la tombolata di Natale, la Festa del Gruppo preceduta dalla S. Messa in ricordo dei nostri Soci “andati avanti”, la cena con le Forze dell’Ordine, i vari disnarelli mensili, la serata dedicata al video delle attività del Gruppo e la prova generale della Compagnia Filodrammatica. Ritengo a questo punto doveroso esternarvi quello che è il mio stato d’animo riguardo i ritrovi conviviali in Sede, nati quando ancora ci si trovava presso il Circolo e destinati ai Soci con lo scopo di riunirci in maniera informale, scoprendo il piacere di stare insieme ed in quelle occasioni si programmava anche la vita associativa. Ora, sono il primo ad ammettere che non è neppure lontanamente paragonabile la mole di impegni odierna a quella di allora, resta il fatto che quelle erano occasioni per trovarsi tra alpini e parlare di cose di alpini che costituivano la base per ogni impegno che veniva successivamente preso e già in quelle occasioni si poteva tastare il polso ai Soci e sapere chi c’era e chi no ed organizzarsi di conseguenza. Tutti noi abbiamo i nostri impegni, ma non credo sia impossibile trovare una sera al mese per venire in Sede, oppure non poter aver voglia di rivedere gli altri approfittando dell’opportunità di usufruire di quello che, con enormi sacrifici, abbiamo realizzato e che nei miei progetti doveva essere la nostra casa, casa nella quale oggi, per coprire i costi di gestione, dobbiamo ospitare anche chi viene da noi così come andrebbe da qualsiasi altra parte. E il fatto che quanto succede da noi sia più roseo e lontano da situazioni a volte paradossali che purtroppo vivono altri Gruppi serve solo ad addolcire la pillola. Confesso che non era questa la mia visione della Sede e l’augurio che faccio al nuovo Capogruppo è di riuscire a far tornare i Soci in Sede, riappropriandosi dei nostri spazi, vivendo la nostra casa e, perché no, dando una mano a quanti si prodigano per mantenerla ricordandoci tutti che iscrivendoci all’Associazione abbiamo assunto anche degli impegni, almeno morali, ed ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo.  Tutto questo tenendo presente che chi si dedica materialmente alla realizzazione degli incontri conviviali lo fa anche per quella che è la manutenzione della Sede e sono gli stessi che si sono prestati per il taglio dell’erba e la conservazione dell’area verde, nonché la verniciatura di tutta la copertura del tetto sia della struttura principale che della baracca di servizio impegnando diverse giornate lavorative ed una capacità che ci permette di poter affrontare in sicurezza i prossimi inverni; a tutti loro vada la riconoscenza di tutti i Soci che, anche in questo caso, con un minimo aiuto potrebbero sgravare gli altri dalla gran mole di lavoro. Ho tenuto volutamente per ultimo il capitolo riguardante la festa della Cappelletta in quanto, pur dovendo come sempre constatare la buona riuscita della manifestazione sia in termini di presenze che di contributo finanziario per le casse del Gruppo, e questo sempre grazie alla disponibilità della famiglia Colombo che dal 1987 ci ospita, il Consiglio ha ritenuto giunta l’ora di un cambiamento radicale e di conseguenza quella del 2010 è da considerarsi l’ultima edizione della festa così come l’abbiamo sempre intesa che dal prossimo anno si terrà qui in Sede come Festa d’estate. Mi rendo conto che la notizia potrà lasciare perplessi molti, ma abbiamo semplicemente raccolto l’invito della stessa famiglia Colombo a ripensare le modalità di svolgimento che ogni anno impegnano sempre più la stessa, non disgiunte dalle questioni legali ed assicurative legate all’allestimento di una manifestazione che coinvolge oltre un centinaio di persone in un luogo privo di permessi per accoglierla. Queste necessità si sono sommate al bisogno, che di anno in anno diventa sempre più evidente anche a causa dell’inesorabile trascorrere del tempo, di ottimizzare le risorse a nostra disposizione che rendono alquanto laborioso spostare tutta l’attrezzatura necessaria, che normalmente è stoccata in Sede, presso la fattoria per riportarla nei giorni successivi con dispendio di energie e continua ricerca dei volontari. Non dimentichiamo che quando abbiamo dato via alla 1° festa il motivo era l’inaugurazione della Cappelletta e che la nostra Sede consisteva nel localino sopra il Circolo, mentre oggi abbiamo la possibilità di usufruire di uno spazio nostro, che rispetta le norme di sicurezza ed è pure preposto a questo tipo di manifestazioni, senza contare che, avendo tutto a disposizione, potremo assicurare un miglior servizio e una minore mole di lavoro. Naturalmente, oltre che ad essere eternamente grati alla famiglia Colombo, non dimenticheremo certa la nostra Cappelletta, ma cercheremo di valorizzarla per quello che è stata la sua origine, magari coinvolgendo la Parrocchia e la popolazione per iniziative Mariane nel periodo precedente la festa stessa. Un’altra decisione presa dal Consiglio è stata quella di invertire la cadenza mensile del disnarello e della riunione consigliare che vengono quindi posti rispettivamente al primo e secondo venerdì del mese per dare modo di rendere partecipi i Consiglieri e i Soci delle informazioni ricevute nella riunione dei Capigruppo che si tiene normalmente il 2° lunedì del mese. Naturalmente questo presuppone la presenza dei Consiglieri che, ricordo, sono tenuti a presenziare o in caso contrario perlomeno avvisare dell’assenza, alle riunioni di Consiglio per condividere le decisioni che almeno mensilmente vengono prese nell’interesse del Gruppo. Il nostro notiziario PENNA NERA giunto a sua volta al 25° compleanno continua a dare le giuste soddisfazioni e questo grazie all’interessamento e all’impegno di chi si occupa dell’impaginazione, delle foto, della stampa e distribuzione e raggiungendo i Soci e le varie sedi sanvittoresi e non, grazie anche al nostro sito sempre aggiornato e che viene amorevolmente curato da chi si è preso questa responsabilità e che gradirebbe certamente anche poter condividere con altri un compito che non può gravare sulle spalle di una sola persona. Devo dire che mi ha fatto piacere recentemente, entrando in un’aula scolastica, vedere sulla scrivania della maestra la copia del giornalino che  era a disposizione degli alunni, mentre per quanto mi riguarda ho preso l’abitudine di inviarne mensilmente via mail una copia ai miei conoscenti ricevendone sempre commenti positivi. Sul versante della Protezione Civile, oltre alla riunione tenutasi per tutti i Volontari e i lavori eseguiti al 3P di Cesano Maderno, sede operativa del nucleo della Sezione di Milano e alla sede legnanese della C.R.I., siamo stati presenti alla esercitazione del 2° Raggruppamento di Vetto D’Enza, alla bella iniziativa riguardante l’utilizzo delle radio a Bresso, ai lavori di manutenzione della casa di Don Gnocchi a Pessano, all’allestimento dell’ospedale da Campo dell’A.N.A. a S. Siro e alla giornata della P.C. a Milano con la Messa in onore di S. Pio. All’interno della P.C. come Squadra di Intervento Alpino (S.I.A.) ho partecipato  alle esercitazioni programmate al Rif. Piazza, ai Piani di Artavaggio, al corso di orientamento a Lodi, alle giornate dedicate alle tecniche di assicurazione al 3P, al Parco del Valentino e alla falesia in Val Brembana, nonché alle targhe Figel e Mazzucchi per terminare con la visita al vecio Cantoni. Purtroppo all’inizio di questo paragrafo dedicato alla S.I.A. ho usato il termine personale in quanto sono praticamente rimasto il solo del nostro Gruppo a far parte della Squadra e, se penso che fino a pochi anni fa il 60% della forza della stessa era composto da Soci di San Vittore Olona, la cosa non può che provocarmi una profonda amarezza in quanto, rimango fermamente convinto, la partecipazione a queste attività costituisce una naturale continuazione delle attività addestrative peculiari delle nostre Truppe Alpine nonché un’osservanza di quanto stabilito dal nostro Statuto associativo. Permettetemi ora di fare un bilancio di questa mia esperienza di 25 anni passati alla guida del nostro Gruppo. Ho assunto questo incarico a 27 anni, allora il più giovane Capogruppo e ho collaborato con 6 Presidenti sezionali (tra i quali il più giovane Giuliano Perini) e grazie al mio incarico ho avuto la fortuna e la possibilità di conoscere persone veramente straordinarie, come ad esempio Vitaliano Peduzzi, che hanno fatto la storia dell’A.N.A., personalità politiche, religiose, rappresentanti delle Istituzioni, dello Stato e dell’Esercito, nonché tanta, tanta gente comune ed è negli occhi soprattutto di queste ultime che ho sempre trovato l’orgoglio e la soddisfazione di dirmi alpino, perché quando mi vedevano magari per sentirsi chiedere favori o collaborazione per il Gruppo, tutte le porte si aprivano e come per magia gli ostacoli venivano superati. E’ indubbio che tutti noi siamo avvantaggiati perché è un po’ come vivere di “rendita” di una immagine costruita da chi ci ha preceduto e si è guadagnato, tramandandocela, la fiducia della gente e come ho sempre detto è nostro dovere mantenere ed incrementare questa disponibilità nei nostri confronti. Personalmente provo una certa soddisfazione quando per strada o nei negozi vengo salutato con un “ciao alpino” oppure “senza cappello non ti riconoscevo”, segno della riuscita immedesimazione in uno stile di vita e comportamento. In questi 33 anni ho visto e vissuto cambiamenti epocali sia per quanto riguarda la nostra vita associativa che il nostro ruolo nella società, comunque con un punto fermo in ogni situazione: la simpatia, la credibilità e la fiducia che da sempre ci circonda e che ci permette di affrontare situazioni a prima vista difficili se non impossibili se affrontate da singolo uomo e cittadino. Nella mia posizione ho potuto prefiggermi e raggiungere risultati impensabili a una normale persona vuoi per le difficoltà che avrebbero fatto tremare le gambe a chiunque con buon senso, basti pensare alla realizzazione della Sede, vuoi per il volerci mettere la faccia a chiedere aiuto alla gente, cosa che con il Cappello in testa e sapendo che lo si faceva per poter aiutare gli altri, riusciva quasi spontaneo. Io di questo stato di cose ne ho sempre goduto in quanto nel corso di tutti questi anni ho ricevuto attestazioni di stima e riconoscimenti che ho “incassato” a nome vostro, perché tutto quello che facevamo lo facevamo insieme e questa sera voglio ringraziarvi per tutte le volte che ho preso meriti e ringraziamenti a vostro nome. Il compito che il buon Vecio Brunello mi aveva affidato era quello di “traghettare” il Gruppo dai Reduci e figli del dopoguerra a quel tipo di Associazione che allora sembrava futuristica e che ora guardiamo quasi come preistoria, una preistoria comunque dove era forse più sentito, vuoi forse anche per carenza di possibilità di aggregazione e spostamento, il piacere di stare insieme. E questo riguardava anche noi giovani che, seppur una volta al mese, avevamo piacere di trovarci con loro. Quando da Bocia sono entrato nell’associazione tramite il nostro Gruppo, allora “VALLE OLONA”, la situazione era ben diversa da quella che abbiamo oggi: era una Associazione d’Arma nel vero senso della parola in quanto la quasi totalità dei Soci aveva avuto la sfortuna di partecipare direttamente o indirettamente all’ultimo conflitto mondiale e, complice la comune provenienza geografica, c’era anche la voglia di parlare, di ritrovarsi, di fare la gita e il pranzo sociale con le famiglie dopo aver partecipato alla Messa per i Soci “andati avanti”. E tutto questo lo si faceva approfittando anche delle occasioni offerte dagli appuntamenti associativi. Ora purtroppo la possibilità di mobilità e l’indipendenza riguardo ai trasporti dovrebbe favorire la partecipazione agli appuntamenti associativi invece, come ho denunciato in diverse occasioni, negli ultimi anni le cose sono peggiorate e non ci sono scuse che tengano: anche se gli impegni sono aumentati, è impossibile che non si riesca a trovare neppure una domenica ogni due, tre mesi da dedicare al Cappello. E purtroppo questa situazione non riguarda solo il nostro Gruppo, infatti alle nostre manifestazioni di una Sezione che conta 2.400 iscritti il fatto di conoscere praticamente tutti i presenti significa che i partecipanti sono sempre quelli che si impegnano ed ingegnano per non mancare agli appuntamenti. E se, come ho detto in precedenza, potrei ritenermi soddisfatto per i traguardi raggiunti, è altrettanto giusto che mi assuma la responsabilità del fallimento per quanto riguarda la partecipazione dei giovani alla vita del Gruppo. Infatti pur essendo il nostro uno dei Gruppi con il maggior numero di iscritti giovani (oltre la metà dei Soci ha meno di 40 anni o giù di lì) ed averli visti gettarsi a capofitto nelle iniziative proposte dalla Protezione Civile, alla S.I.A., alla redazione del Notiziario, alle serate culturali, alla possibilità di ri-organizzare il Gruppo a piacimento, dopo poco o tanto tempo sono di colpo spariti, senza motivazioni, spiegazioni o magari rimproveri che sarebbero comunque bene accetti perché servirebbero a non ripetere gli stessi errori. Ed il fatto che in alcuni casi chi si eclissa non lo fa per lazzaroneria in quanto magari poi si butta in un’altra forma di volontariato mi lascia perplesso e vi assicuro che, benché mi sia arrovellato la testa per scoprire cosa non va, non si riesca a proporre o magari lo si fa in maniera sbagliata, non ne sono venuto a capo. Quasi quasi spero veramente che ciò sia dovuto ad antipatia nei miei confronti, ad un modo sbagliato di affrontare il problema o all’incapacità di parlare la loro lingua con il risultato che la frequentazione della Sede è un obbligo da rispettare solo nella ricorrenza del ritiro del bollino e di conseguenza mi auguro che con il cambio alla guida del Gruppo possa esserci un ritorno di quanti prima partecipavano e la partecipazione di chi non ha mai effettivamente frequentato. Ragazzi, è l’ultima volta che me lo sentite dire, ma avete la responsabilità morale e non solo, di decidere il futuro del Gruppo e, alla lunga, quello dell’Associazione perché senza la vostra partecipazione tutto è destinato a spegnersi lentamente ma inesorabilmente anche per l’inevitabile trascorrere del tempo che toglie energie e voglia di fare ai Veci e non per scarsa volontà ma per mancanza di prospettive future e soprattutto per l’impressione di non avere nessuno alle spalle per i quali lavorare  giustificando così l’impegno costante. Mai come oggi è vero e sacrosanta la convinzione che tocca a voi, è arrivato il vostro turno di dare qualcosa all’Associazione e non come un tributo da pagare ma come qualcosa da cui attingere e che non può che arricchire ognuno, se per me e tanti altri è stato così, perché non può essere lo stesso anche per qualcuno di voi? Questo lo dovete ora al Gruppo e soprattutto al nuovo Capogruppo che ha bisogno di sentire attorno a se il consenso dei soci. Ci sono innumerevoli modi di rendersi utili all’associazione e al Gruppo, dall’aiuto in segreteria, alla realizzazione del giornale, al sito, alla P.C., alla partecipazione alle manifestazioni o anche solo alle idee che possono portare qualcosa di nuovo utile per tutti ed allora vi esorto nuovamente a farvi vedere: la Sede è nostra e non di chi viene a cena, deve vivere per noi e le nostre famiglie come quando si andava di casa in casa per mettere insieme il notiziario e si passava la serata con figli e mogli dei Soci e, parafrasando un mio detto: “si entrava dicendosi buonasera e si usciva dicendosi ciao”. Lo scorso sabato, durante la colletta alimentare, alcuni Soci del Gruppo hanno avuto la possibilità di conoscersi tra di loro e la cosa mi ha lasciato stupito in quanto gli stessi erano iscritti da almeno un anno ma non si erano mai visti. Ecco, se devo fare un augurio al mio successore è proprio quello di riuscire e far tornare i Soci in sede dove avranno la possibilità di conoscersi ed apprezzarsi, godendo della possibilità di stare insieme a bella gente, onesta, che è disposta a dare del proprio per gli altri e a continuare quella tradizione di vita che i nostri Veci ci hanno affidato. Termino ringraziando ancora tutti i Consiglieri che in questo, e negli anni precedenti, si sono sempre resi indispensabili alla vita del Gruppo, a quanti si dedicano alla manutenzione della Sede e all’organizzazione della vita del Gruppo. A loro e a voi tutti il mio più sentito ringraziamento e come sempre Viva l’Italia e Viva gli Alpini.

 

 

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Re: Relazione Morale 2010 (Gennaio 2011) (Voto: 1)
di yangping55 il
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