ESSERCI E MOSTRARSI

Tanti e tanti anni fa (mamma mia come passa il tempo) il buon Vitaliano Peduzzi, allora Direttore di Veci e Bocia, ebbe la bontà di pubblicare un mio articolo che ritengo ancora attuale e che parlava della visibilità che, a mio parere, ci era dovuta malgrado il motto della nostra Associazione fosse: “Fare senza apparire”.  Lo spunto me lo ha dato episodio accaduto durante la raccolta del Banco Alimentare lo scorso 30 novembre quando un signore, nell’attesa delle compere effettuate dalla moglie, si è soffermato con noi e ci ha raccontato di come lui, paracadutista per forza ai tempi della naia, malgrado le tradizioni famigliari alpine, una sera a casa di amici ha intavolato una “animata” discussione che rischiava di sfociare in lite con un rappresentante di un’altra meritevole Arma con la differenza di avere tante piume invece di una sola penna… al quale aveva fatto notare come, in occasione di calamità, emergenze e mobilitazioni varie, gli alpini fossero sempre in prima fila e soprattutto tra i primi ad “armarsi e partire” e gli ultimi a rientrare, tutto per il bene degli altri, nonché essere sempre in prima linea quando c’è da promuovere qualche iniziativa o a rimboccarsi le maniche: insomma a fare senza troppo parlare.

Confesso che tutto questo mi ha dato da pensare, infatti a parte la nostra stampa associativa da L’ALPINO al giornalino di Gruppo che riportano sempre fedelmente quanto facciamo, e purtroppo il più delle volte minimizzando l’impegno profuso, nessun altro organo di stampa ci degna mai di un cenno.  Quanti tra i nostri conoscenti sanno che l’ANA ha costruito dopo il terremoto dell’Abruzzo il villaggio a Fossa comprendente ben 35 tra abitazioni e Chiesa, che nella città dell’Adunata vengono sempre destinate cifre importanti per Associazioni benefiche e di volontariato, che in tempi non sospetti (per propaganda) a Brescia è stata costruita una scuola per disabili, un asilo in Russia dove sorgeva il Comando delle TT.AA. e tutta l’altra miriade di iniziative a belle cose che noi diamo oramai per scontate?  Penso che il far sapere quello che facciamo sia importante vuoi per quanti si fidano di noi e credono nella nostra onestà, vuoi per noi stessi perché mi sembra giusto che in questa nostra povera Italia dove amministratori pubblici da noi strapagati osano mettere in nota spese persino i 50 cent. per la toilette o per le caramelle, si sappia che esistono cittadini ( e non siamo certamente solo noi) che impegnano quotidianamente tempo e denaro per aiutare il prossimo.  Perché non dobbiamo dare la possibilità a chi ci ha affidato tre anni fa in occasione del terremoto in Abruzzo i suoi quattrini, magari limati dalla cifra destinata alla spesa quotidiana e certamente alle proprie necessità, di poter dire ad amici e conoscenti forse “scottati” dalle organizzazioni – truffa che speculano sul dolore della povera gente, che i loro soldi sono andati a buon fine potendo illustrare con cognizione dove gli stessi sono stati impegnati e dove sono stati spesi?  Potrebbe anche essere da stimolo per i nostri stessi soci, quegli alpini “dormienti” o restii ad indossare il Cappello alpino, che venendo additati quale esempio potrebbero ritrovare la strada della Sede e contribuire al bene dell’Associazione.  Si, credo proprio che potrebbe essere una buona strada quella di pubblicizzarci, senza intenti di protagonismo, ma con la fierezza di poter andare a testa alta assolvendo anche al dovere di far sapere a chi si fida e crede in noi che lo potranno fare anche nel futuro e un metodo che non ci costa nulla è quello, dopo averli letti, di “far girare” i nostri giornali sia all’interno delle nostre famiglie che passandoli ad amici: è una propaganda economica che comunque può dare buoni frutti.

Franco