LEZIONE DI STORIA
Mercoledì 30 aprile ho partecipato a una giornata particolare in uno scenario fra i più belli delle nostre vallate, e precisamente a Gressoney Saint Jean per una giornata culturale Walser organizzata dagli alpini del locale Gruppo ed organizzata per gli studenti del Liceo Machiavelli di Pioltello. Unendo l’utile al dilettevole ho raggiunto in moto, vista anche la bella giornata, la località prescelta dove, presso Villa Deslex sede del Kultural Zentrum Walser, gli studenti accompagnati dagli insegnanti Prof.ssa Paola Guidotti e Prof. Claudio Barone avevano già preso posto accolti dagli alpini locali capitanati dal vulcanico Franco Benzi. E’ stata una mattinata veramente interessante nel corso della quale i relatori Dott. Nicola Viquery e le signore Luciana Favre e Valeria Cyprian hanno illustrato la storia e le tradizioni del popolo Walser (contrazione del tedesco Walliser, cioè vallesano), abitanti del Canton Vallese e sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. Il popolo Walser definisce la propria lingua come Titsch, Töitschu o Titzschu, termini imparentati con il tedesco standard Deutsch. La storia del popolo Walser inizia verso la metà del XIII secolo, quando alcuni piccoli gruppi di coloni, per migrazioni progressive, giungono nelle vallate a sud del Monte Rosa, sviluppando poi nel corso del tempo gli insediamenti stanziali che oggi conosciamo.
Oltre alle spiegazioni storiche dei relatori, particolare emozione fra i ragazzi (e non solo) ha suscitato la testimonianza del capogruppo alpino di Gressoney che ha raccontato l’esperienza vissuta in prima persona quando all’età di soli 8 anni dovette partire per gli alpeggi per badare al bestiame a lui affidato e che ancora oggi ricorda il dolore provato nel lasciare la famiglia. Terminata la “lezione” ci siamo trasferiti presso il vicino lago Gover dove abbiamo consumato il pranzo al sacco e i ragazzi hanno improvvisato una partita a calcio con un pallone confezionato sul posto con stracci e fogli di alluminio e soprattutto SENZA guardare i cellulari, miracolo della montagna ! Al termine del lauto pasto, abbiamo raggiunto con una breve camminata il vicino castello Savoia fatto costruire al cospetto del Monte Rosa, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento dalla Regina Margherita, prima Regina d’Italia, che elesse questa località a dimora per le sue vacanze estive in quanto innamorata della Valle e del suo paesaggio. La palazzina fu uno degli ultimi doni che Re Umberto I° fece alla sua consorte perché poco dopo morì nell’attentato di Monza. Anche qui, grazie all’interessamento dell’instancabile “Zio” Franco l’ingresso e relativa visita guidata è stato offerto gratuitamente a tutti gli studenti ed insegnanti ai quali mi sono immeritatamente aggregato. Anche questa visita è stata interessantissima grazie soprattutto alla preparazione e competenza della nostra guida che ci ha condotti e fatto conoscere non solo uno stupendo manufatto architettonico, ma anche un pezzo della storia del nostro Paese. Ma come tutte le cose belle, anche questo giunse alla fine e mentre i ragazzi tornavano verso il pullman, io risalivo in sella alla moto non prima di essermi adeguatamente coperto perché … vuoi che un piccolo saluto da Giove Pluvio me lo faccio mancare? Comunque poco male, questo piccolo imprevisto non ha potuto guastare una bella giornata da ricordare.
F.M.