Arrivederci Franco (Novembre 2008)
Data:
Argomento: Squadra Intervento Alpino


Arrivederci Franco

La notizia arrivata il 30 settembre è di quelle che non si vorrebbero mai sentire: Franco Mazzucchi è “andato avanti”.
Confesso che il compito di scrivere di Lui e assai arduo, ma penso sia doveroso almeno nei confronti dei bocia che non hanno avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo.
Classe 1919 Franco era un alpino a 360 gradi, uno che aveva fatto la guerra e che per il resto della sua vita ha continuato a combattere contro la malasorte e comunque finalizzando ogni sua azione al bene comune.




Noi abbiamo avuto la fortuna di averlo a San Vittore Olona alcuni anni fa, oltre che come Consigliere Sezionale, come testimonianza vivente per i bambini delle scuole ai quali raccontava le tragiche esperienze di guerra, dell’internamento nei lager e della rocambolesca fuga attraverso mezza Europa per tornare a baita.
Al ritorno la soddisfacente vita professionale (era ingegnere) fino a quel tragico giorno dell’aprile 1982 quando in un canalone della amata Grignetta perdeva la vita, a soli 26 anni, suo figlio Giorgio.
Da allora la vita di Franco Mazzucchi cambiò e, nel nome e in memoria del suo Giorgio, si dedicò alla prevenzione ed al soccorso in montagna divenendo un sostenitore attivo e generoso della delegazione lariana del Soccorso Alpino, promuovendo la prevenzione degli incidenti in montagna e costruendo un bivacco nella zona dello Spluga.
Nel 1988 fu il fondatore della S.I.A. la squadra di intervento alpino alla quale aderimmo da subito in un buon numero di alpini dei vari gruppi alcuni dei quali ancora oggi proseguono nel solco da lui tracciato con l’aggiunta dell’ausilio agli operatori di P.C. in interventi in zone esposte.
E comunque Franco non era solo l’ideatore delle cose, ma le viveva partecipando attivamente alle esercitazioni, organizzando le uscite ed essendo sul posto all’alba per assicurarsi che tutto filasse a meraviglia.
Fu particolarmente attivo anche nella protezione civile e nel corso del tragico terremoto in Armenia giudicato troppo avanti con gli anni per essere operativo, si ingegnò gestendo la farmacia nell’ospedale da campo italiano.
Particolare che da l’idea del tipo di uomo: a settant’anni diventò volontario della Croce Rosa Celeste di Milano e, come ha ricordato il Presidente del sodalizio, non come “sedentario” ma come barelliere facendosi tutti i turni, notti comprese.
Ultimamente la salute gli poneva dei paletti, ma continuava imperterrito ad assistere alle nostre assemblee e si recava, utilizzando i mezzi pubblici, in Sede Nazionale dove collaborava al centro studi.
Ora ci ha lasciati ed il rammarico è quello di non averlo fatto conoscere di più ai nostri bocia che si  sarebbero arricchiti in modo straordinario, anche se come ha detto il nostro Frattini durante il funerale ora sarà sulle montagne del cielo con il suo Giorgio e i tanti amici che ha conosciuto a cominciare da quel Daniele Chiappa, responsabile del Soccorso Alpino di Lecco che partecipò al recupero in Grigna nel lontano ’82, e che lo ha preceduto un mese fa nel paradiso di Cantore.
Non addio quindi Franco, ma arrivederci, perché tu sei già “sul posto”  per assicurarti che tutto fili liscio.


Franco







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