Ortigara 2010 (Settembre 2010)
Data:
Argomento: ANA


ORTIGARA 2010

 

Anche questa’anno il nostro gruppo era presente sul Pasubio e poi in Ortigara. Il viaggio inizia con una sosta al santuario di Monte Berico (Vicenza), poi si prosegue per le valli del Pasubio sino a raggiungere la località di Omo per poi arrivare sul piazzale antistante l’ingresso delle 52 gallerie; qui abbiamo lasciato le macchine e preso lo zaino leggero e le torce elettriche abbiamo cominciato la salita. Ogni galleria è dedicata ad una personalità od a una regione, la galleria più lunga che abbiamo incontrato non finiva mai (386 m.)  e  saliva a spirale. Da qui nasce la mia prima considerazione: quanta fatica, quanti morti e quanti patimenti per riuscire a espugnare gli austriaci da quelle vette.



Gallerie scavate per far giungere viveri, armi, munizioni e sempre nuove truppe. Giunti alla 44° galleria abbiamo trovato un ordinanza del sindaco su cui era scritto che le restanti gallerie erano chiuse a causa di una frana e bisognava proseguire per un sentiero alternativo che conduceva anch’esso in cima al rifugio Papa, luogo in cui abbiamo passato la notte. Il mattino seguente, dopo aver fatto colazione, ci siamo rimessi in marcia scendendo dal sentiero degli Scarubi (11 Km) ed abbiamo notato una miriade di rododendri, ciclamini ed altri fiori coloratissimi. Arrivati al piazzale dove avevamo lasciato l’auto, dopo aver tolto gli scarponi ed indossato scarpe più leggere, siamo partiti alla volta di Asiago per poi proseguire per il Lozze e l’Ortigara. Appena arrivati abbiamo immediatamente cercato un posto per piazzare la tenda e, come tradizione, la sera un bell’acquazzone. La domenica mattina sveglia alle 6 e alle 6,30 partenza per la cima del monte Ortigara. Quest’anno siamo saliti da un sentiero più pianeggiante rispetto al solito e abbiamo raggiunto la vetta alle spalle della Colonna Mozza; alle 8 è iniziata la S. Messa celebrata da Don Mauro (Cappellano alpino), al termine deposizione della corona alla Colonna Mozza ed al Cippo austriaco. Terminata la funzione siamo scesi alla chiesetta del Lozze dove si è svolta, a mio parere, la cerimonia più toccante a ricordo di quei 25500 morti per dare all’Italia quel tricolore che mancava. Quanta soddisfazione cantare l’Inno Nazionale, questo nostro bel inno che qualche politico e ministro vogliono sostituire: non sia mai! Ho passato tre giorni di dure ed intense camminate ma che sarei pronto a rifare domani stesso.

Doriano







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