USCITA S.I.A. GENNAIO (Febbraio 2011)
Data:
Argomento: Squadra Intervento Alpino


USCITA S.I.A. GENNAIO

 

Domenica 16 gennaio è stata effettuata la prima uscita del 2011 della Squadra di Intervento Alpino con una variante rispetto al programma addestrativo: invece che la salita al Monte Tremezzo in Val D’Intelvi l’esercitazione si è svolta ai Piani di Bobbio in Valsassina in occasione della 9° giornata nazionale della prevenzione degli incidenti in montagna. Questa giornata di studi e prove pratiche è stata organizzata dal Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) del Club Alpino Italiano e dal Servizio Valanghe Italiano, sempre del CAI con lo scopo di offrire una giornata di formazione su argomenti di sicurezza e soccorso in montagna agli utenti della montagna. Il ritrovo per noi “milanesi” era fissato  al’alba nel piazzale della seggiovia a Valtorta in Val Brembana (BG) da dove ci siamo incolonnati ai lati delle piste da sci diretti ai Piani di Bobbio dove era prevista l’esercitazione, mentre gli istruttori e gli organizzatori hanno raggiunto il posto salendo da Barzio in Valsassina.



Arrivati al punto di ritrovo abbiamo trovato montate le tende che fungevano da punto di coordinamento e siamo subito stati aggregati ad una squadra composta da una quindicina di persone che, affidate ai due istruttori a noi destinati, ha raggiunto una zona dove è iniziata la lezione. Dal momento che, in caso di valanga, i primi 15 minuti sono quelli che fanno la differenza tra l’estrarre una persona viva piuttosto che un cadavere, è importantissimo sfruttare questo lasso di tempo per raggiungere l’obiettivo e per far ciò è indispensabile sapere come comportarsi e ripetere continuamente le procedure per farsi trovare pronti in caso di bisogno. Gli strumenti che sono indispensabili a chi pratica lo sci alpinismo, le ciaspole, o il fuori pista sono la sonda, la pala e l’A.R.T.VA. che consentono, in attesa dell’intervento dei soccorsi, l’intervento immediato degli stessi componenti della comitiva scampati alla valanga. In effetti il ragionamento di un istruttore non è campato per aria quando faceva notare che il prezzo di questa attrezzatura che potrebbe salvare molte vite equivale al costo di un nuovo telefonino che la maggior parte della gente cambia una volta all’anno, ma che consentirebbe di salvare molte vite abbattendo il tempo prezioso per l’individuazione del sepolto. L’ARTVA è indubbiamente lo strumento più importante e consiste in un apparecchio radio che trasmette su una frequenza codificata unica per tutte le apparecchiature anche di diverse marche e che può essere commutato da trasmittente a ricevente e consente ai soccorritori di individuare il punto dove è sepolta la vittima. Di questo apparecchio ne esistono diverse versioni sia analogiche che digitali  e nel corso della lezione abbiamo imparato l’esatto utilizzo ed effettuato prove di ricerca di un apparecchio nascosto e sepolto sotto la neve ed in questo caso le spiegazioni ed i consigli degli istruttori sono stati di fondamentale importanza. Successivamente abbiamo visto una dimostrazione dell’utilizzo del sistema Recco un apparato di ricerca sofisticato a disposizione degli operatori del Soccorso Alpino che consente di rilevare non solo il segnale dell’ARTVA ma anche quello di un qualsiasi apparato elettronico (cellulare, cinepresa ecc.) in possesso dell’infortunato. Purtroppo a causa della nebbia a fondo valle non è stato possibile l’intervento dell’elicottero che avrebbe dovuto fare una dimostrazione di carico feriti e quindi la nostra giornata si è conclusa con una ricerca di finte vittime (manichini) che erano state occultate sotto una valanga e che andavano ritrovate, dissepolte e trasportate a valle mettendo in pratica quanto appreso nel corso dell’esercitazione, questa volta con la guida di un esperto del servizio valanghe. Terminata la prova e visto l’orario (eravamo gli ultimi) abbiamo inforcato le ciaspole ed abbiamo preso la via del ritorno per giungere infine a Valtorta da dove eravamo partiti al mattino. Che dire se non che è stata un’esperienza veramente interessante ed istruttiva per la quale ringraziamo gli istruttori del CAI che con la loro professionalità (che poi è tutto un volontariato) e disponibilità ci hanno arricchito sul fattore sicurezza che è l’elemento fondamentale ed indispensabile per chi ama e frequenta la montagna che comunque richiede sempre rispetto ed attenzione. Purtroppo la sera al rientro alla TV hanno riportato la notizia di una nuova vittima sulle montagne vicine alla nostra zona di esercitazione.

 

F.M.







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