Adunata Torino (Giugno 2011)
Data:
Argomento: ANA


Adunata Torino

 

Quando cala il sipario sull’adunata delle Penne nere, le 21 sono passate da un po’ e noi percorriamo in auto le strade che fino a qualche istante prima erano calpestate da ondate di persone, alpini, alpini in congedo ma soprattutto dalle persone che si sono fatte contagiare dai loro festeggiamenti. Mentre percorriamo quelle strade, quasi deserte, dove gli ambulanti sbaraccano le ultime cose, riusciamo a vedere nei nostri occhi la sfilata appena terminata dove hanno marciato dalle prime ore del mattino tutte le sezioni. Quasi al termine della sfilata, mentre avanzavano inquadrati gli ultimi gruppi, arrivava anche un po’ di pioggia a stemperare il clima di una giornata quasi estiva.



I reparti vanno avanti, come se niente fosse, esprimendo tutta la fierezza del corpo che rappresentano e nemmeno quelle poche gocce possono rovinare la festa; niente che possa turbare l’84ª adunata dell’ANA che ha portato in strada più di 600 mila persone, concentrate lungo tutto il tragitto, ad applaudire gli uomini con il cappello verdone arrivati da ogni parte d’Italia ed Europa. Almeno 300 mila sono gli ex soldati (alpini in congedo), allineati in fila. Parlando con alcuni di loro si scopre che ci sono reduci di Russia, l’alpino più anziano Cristiano Dal Pozzo, anche lui reduce ma d’Africa, classe 1913 Campagna d’Abissinia, su queste strade oggi applaudito come una celebrità, è la storia vivente che rappresenta questo corpo. Per la città di Torino è stato un fine settimana che resterà per sempre nei nostri ricordi. Applausi alle Penne nere dalla gente che se ne sta seduta sui cordoli dei marciapiedi, sulle transenne, con le scarpe appoggiate lì accanto, con le bottiglie d’acqua e di vino come ci si addice agli alpini, che con la collaborazione del comune hanno lasciato la città ancor più immacolata di come l'hanno trovata al loro arrivo, senza lasciare nessuna cicatrice dopo il loro passaggio. Durante la sfilata, si è notato che Torino ha una percezione strana dei festeggiamenti per i 150 anni di Unità d’Italia, tante bandiere alle finestre si trovano soltanto qui. “L’adunata è stata il vero momento di celebrazione del 150°” dicono i torinesi che s’incontrano dopo di essa. Come dargli torto? Ogni sezione aveva uno striscione che richiama l’Unità d’Italia; «Stesso vessillo», «Tricolore che unisce», «La nostra patria»; poi ce n’è uno, amarissimo: «Piangi che ne hai motivo, Italia mia». Arriva dal Veneto, lo tengono alpini con la barba bianca e la camicia a scacchi. A chi gli domanda cosa intendono dire replicano senza pensarci due volte: «Perché, secondo lei navighiamo in buone acque?». Queste parole, che lasciano pensare, non hanno calato l'entusiasmo delle migliaia di persone che avevano, cominciano i festeggiamenti dal venerdì, toccando il suo apice nella notte bianca di sabato, notte, dove gli alpini di ogni dove ed età si mischiavano alla gente comune nelle vie del centro. Riecheggiavano per Torino canti, balli e brindisi interminabili, festeggiamenti durati sino all'alba. Il giorno della sfilata non ha risentito della gioia della sera prima, come ci si addice alle nostre amate penne nere, dove quest’occasione è servita, per conoscere gente nuova e rincontrare vecchi amici che non si vedevano persino da 40 anni. Ci prendiamo la libertà di salutare tutti gli alpini che hanno partecipato all’84ª adunata dell'Ana e in particolare il gruppo Alpini di San Vittore Olona sezione di Milano che ci hanno fatto sentire parte della loro famiglia, ai quali diciamo loro “è stato bello condividere con voi questo splendido momento che porteremo sempre con noi”. Ricorderemo sempre con simpatia la ricompensa del cibo, l'autista del gruppo (capogruppo Angelo) e il tramite che ci ha fatto conoscere queste persone (Fabrice), i cuochi, l'allegria a tavola di Cinzio e ovviamente tutto il restante gruppo, un saluto dagli amici degli Alpini di Torino.

 

                                                                                                                                                              Rocco, Stefano e Giuliana







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