Pellegrinaggio in Adamello (Ottobre 2013)
Data:
Argomento: ANA


PELLEGRINAGGIO IN ADAMELLO

 
Anche quest’anno, come consuetudine, il Pellegrinaggio in Adamello ha visto confluire, dal 25 al 28 luglio, centinaia di alpini che, dai versanti trentino e camuno, hanno inteso onorare la memoria di quanti un secolo fa hanno combattuto la Guerra Bianca in un ambiente le cui altezze ed avversità non sono state più eguagliate. Questo è stato il 50° anniversario della manifestazione e il Pellegrinaggio era dedicato alla memoria di Gianni De Giuli, per oltre un trentennio alla guida della Sezione Vallecamonica ed artefice anni fa del rilancio a livello nazionale del Pellegrinaggio stesso.



Purtroppo un incidente occorso al sottoscritto non mi ha permesso di vivere completamente la manifestazione, ma andiamo per ordine; venerdì 26, complice il bel tempo, ho raggiunto in moto gli altri componenti della S.I.A. che in pulmino mi avevano preceduto a Temù in alta Valcamonica ed in loro compagnia ho atteso il primo pomeriggio quando un mezzo dell’organizzazione ci ha riportati verso Edolo per raggiungere poi la località Ponte dei Guatt da dove abbiamo iniziato la salita (erano le 15,30 !!) verso il Rifugio Baitone posto a quota 2.280 mt. e che raggiunto circa due ore dopo.  Sistemati tutti in un grande camerone nel sottotetto abbiamo familiarizzato con gli altri alpini presenti in attesa della cena dopo la quale abbiamo atteso il tramonto per prepararci ad una nottata in bianco grazie anche alla maleducazione di pochi che hanno fatto di tutto, riuscendoci, per dimostrare l’umana stupidità. Ore 3,30 sveglia, colazione e tutti pronti per la partenza verso il Rifugio Tonolini posto a circa un’ora da noi dove avevano pernottato altri pellegrini e, seguendo la loro traccia, abbiamo raggiunto il passo Premassone a 2.923 mt. da dove era già possibile vedere in lontananza la vallata del Rifugio Garibaldi dove si sarebbe tenuta la cerimonia religiosa prevista per le ore 11.   Iniziava quindi la discesa verso la diga di Pantano che prevedeva un dislivello in discesa di circa 600 mt. ed è stato appunto su quel percorso che ho purtroppo avuto l’incidente causato dal ritrovarmi con il piede bloccato tra due sassi mentre il corpo girava in senso contrario: risultato un male bestia ad ogni passo e la caviglia che sentivo gonfiarsi sempre più. Purtroppo per me prima di arrivare al Rifugio Garibaldi abbiamo dovuto camminare altre due ore salendo al Passo del Lunedì superando un ulteriore dislivello di 300 mt. e riscendendo nella conca del Venerocolo dove è posto il Rifugio Garibaldi, e fortunatamente siamo giunti alla metà poco prima delle 11, orario previsto per l’inizio della funzione. E qui oltre alla caviglia che mi faceva un gran male ho (abbiamo) dovuto sopportare lungaggini che hanno portato l’inizio della celebrazione liturgica alle 12,20; ora caro Presidente della Sezione Valcamonica e gli altri organizzatori e oratori, se mi posso permettere non mi sembra corretto ne’ giusto nei confronti di chi era in giro per montagne da 8 ore e più   lanciarsi in discorsi di quasi mezz’ora e posticipare di un’ora e mezza la cerimonia per la quale eravamo venuti fin li, tenendo presente che gli stessi discorsi sarebbero stati riproposti integralmente il giorno successivo!  Risultato, io e diversi altri siamo tornati agli zaini ed abbiamo pranzato e per la prima volta non ho assistito integralmente alla cerimonia, terminata la quale abbiamo imboccato il sentiero di ritorno che prevedeva una discesa di oltre 3 ore al termine delle quali il programma prevedeva un servizio di bus navetta che ci avrebbe riportati a Temù.  Immaginate la nostra delusione quando arrivati dove avrebbero dovuto esserci tali mezzi ci siamo trovati un banchino allestito da gente del luogo che effettuava quel servizio si, ma a pagamento in quanto la strada a valle era stata abilmente chiusa e se volevamo usufruire del servizio navetta ci dovevamo sorbire nuovamente altri 3 Km. Cosa che abbiamo fatto giusto per non dare loro la soddisfazione di guadagnare alla spalle del Pellegrinaggio.  Infine grazie al cielo siamo tornati al pulmino e con quello ci siamo spostati a Ponte di Legno dove erano stati allestiti gli alloggi collettivi nella palestra delle scuole e finalmente ho potuto togliere lo scarpone che, malgrado tutto,  mi aveva tenuto fermo il piede e ho purtroppo constatato che il danno era alquanto rilevante tanto da convincermi, anche su consiglio della Dottoressa che mi ha visto, a valutare la mia partecipazione l’indomani alla sfilata prevista per le vie del paese. Tornati la sera a Temù per la cena e rientrati a base ci siamo concessi una notte di riposo al termine della quale ho dovuto a malincuore decidere di rientrare senza poter sfilare, ma tant’è avevo ancora davanti tutto il viaggio di ritorno in moto ed ho preferito non rischiare. Ho saputo comunque dagli altri che tutto si è svolto nel migliore dei modi e che la partecipazione è stata numerosa, ma questo già lo sapevo perché purtroppo ho visto col magone mentre scendevo a valle una infinità di veci e bocia che salivano a testimoniare la riconoscenza ai nostri fratelli che, quasi un secolo fa, su quello montagne hanno sofferto per lunghissimi mesi arrivando a dare il bene più prezioso.

 Franco







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