La S.I.A. al Magnodeno (Dicembre 2014)
Data:
Argomento: Squadra Intervento Alpino


LA S.I.A. AL MAGNODENO

 

Questo novembre sarà ricordato come uno dei più piovosi e purtroppo le catastrofi che hanno colpito diverse Regioni italiane a cominciare dalla Liguria saranno un monito perenne alla stupidità ed ingordigia umana che ha sacrificato al profitto la sicurezza di molte aree che porteranno per sempre i segni della furia della natura che a tutto ciò ha aggiunto una violenza e una quantità di precipitazioni fuori da ogni regola. In questo scenario domenica 9 novembre una decina di temerari della S.I.A., non ancora allertati per gli interventi di P.C., hanno tenuto fede al programma addestrativo che prevedeva per quel giorno l’ascensione al bivacco degli Alpini posto sul Monte Magnodeno la montagna posta esattamente tra il lago di Lecco e il Resegone, tanto da confondersi con le cime frastagliate di quest’ultimo se la si guarda dall’abitato di Lecco.



Il ritrovo era fissato alla fine dell’abitato di Erve, paesino situato a 595 mt. a monte del capoluogo lariano, e naturalmente il sottoscritto ha sbagliato posto aspettando invano gli altri in un altro punto prima di accorgersi dell’errore e raggiungere precipitosamente il posteggio giusto dove, dopo i saluti di rito e la gioia di ritrovare gli amici di sempre, inforcava gli scarponi e, zaino in spalla, si univa alla comitiva in partenza. Sin da subito abbiamo avuto conferma che sarebbe stata una giornata molto umida (per usare un eufemismo), infatti dopo solo una decina di minuti il cielo ha iniziato a scaricarci addosso una ininterrotta ed insistente pioggia che ci ha tenuto compagnia per quasi tutta la giornata al punto che nemmeno le mantelle e protezioni varie hanno potuto evitare di ritrovarsi completamente….a mollo.  Ma tant’è che fedeli alla consegna abbiamo rispettato il programma seppur tra moccoli ed imprecazioni dirette soprattutto a chi apriva la fila e spronava gli altri a proseguire, a volte nascondendo i cartelli che indicavano in maniera spietata il tempo mancante al raggiungere la mèta.        A onor del vero chi smoccolava proprio tutti i torti non li aveva, infatti in almeno 4 o 5 occasioni ci siamo ritrovati a dover guadare il torrente Galaveso che si intersecava spesso al sentiero costringendoci ad arditi passaggi dove qualcuno si è pure trovato con l’acqua che saliva…da sotto, come se non bastasse quella che cadeva dall’alto.  Siamo comunque arrivati, sempre sotto l’acqua, al bivio posto a ridosso alla capanna Alpinisti Monzesi a mt. 1.173 dove avremmo dovuto fare una sosta per rifocillarci ma, bagnati per bagnati, decidevamo di proseguire a sinistra sul sentiero che si dirigeva verso le pendici meridionali del Resegone da dove avremmo poi proseguito verso il Magnodeno.      Nella tarda mattinata, quando oramai il morale della truppa iniziava a calare ed il malumore serpeggiava negli animi degli oramai inzuppati escursionisti, l’ultimo strappo coadiuvato da una catena fissa posta per sicurezza nella salita, ci faceva “emergere” letteralmente tra le nuvole sul piazzale antistante il tanto agognato bivacco a 1.241 mt. che per nostra fortuna, e vista la giornata non poteva essere altrimenti, era deserto e quindi a nostra completa disposizione. Entrati, mentre il buon Giovanni cercava inutilmente di recuperare un po’ di legna per accendere il camino e poter togliere un po’ di umidità ai vestiti, si dava l’assalto alle provviste portate da casa e ci gustavamo il semplice ed impagabile piacere di essere al coperto mentre fuori si scatenava l’inferno (a proposito non dovrebbe essere un posto caldo, asciutto e ad alta temperatura?). Anche in questa occasione abbiamo comunque goduto della bella compagnia e tra una battuta e l’altra, è arrivato il momento di decidere la strada del ritorno e, scartato il sentiero “PRA DEI RATT” al grido di “se deve essere avventura, che avventura sia”, io e Giovanni che avevamo già fatto lo scorso anno quell’escursione (con un tempo decisamente più bello) convincevamo tutti gli altri a seguirci su un sentiero che ci era stato allora segnalato da due giovani bracconieri alquanto brilli, sentiero che in cambio di un dimezzamento del tempo richiesto per il rientro al paese, offriva l’emozione  di una discesa mozzafiato tra roccoli e casotti di appostamento su tracce appena visibili e con una pendenza che portava il piede di chi scendeva all’altezza della testa di chi lo precedeva. Comunque alla fine ed in anticipo, visto il sentiero, sulla tabella di marcia abbiamo raggiunto le auto e dopo un breve saluto siamo discesi a valle ancora un po’ umidi ma felici della giornata trascorsa senza incidenti e in buona compagnia e con la soddisfazione di aver portato a termine quanto ci eravamo prefissati anche perché, come ha fatto notare il caposquadra, qualche tempo fa se il tempo era inclemente il programma veniva cambiato per adattarlo alle nostre esigenze mentre, come squadra di Protezione Civile, abbiamo il dovere di prepararci ad operare anche in situazioni di disagio perché il tempo non aspetta certo i nostri comodi. Un arrivederci a tutti ed appuntamento a domenica 21 dicembre al Rifugio Piazza su Monte S. Martino dove, oltre a farci gli auguri, stenderemo il programma per il prossimo anno.

Franco







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