I nostri Caporali ci scrivono (Marzo 2007)
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Argomento: Gruppo


I nostri Caporali ci scrivono

 
Domenica 18 marzo 2007, una giornata alpina: di festa, di ricordi e di solidarietà. Ricordi che segnano momenti di vita vissuta, piena di volti noti e non, parole dette o ascoltate e tanta partecipazione per i meno fortunati, nostalgia sia della giovinezza passata per alcuni, sia della voglia di vivere intensamente per altri, dei momenti conviviali sia con i colleghi in grigio verde che con i veci alpini. Bisognosi di non cedere ai ricordi, sentiamo la necessità di confrontarci, in particolare con gli alpini del Gruppo di San Vittore Olona.



Con loro riproponiamo momenti da trascorre assieme, uniti con gioia ma anche confermando valori di solidarietà, coesione ed altruismo, valori autentici in cui crediamo. La giornata è iniziata con l’Alzabandiera presso la sede del Gruppo, alla presenza delle autorità locali, sia civili che militari e con il gagliardetto del gruppo, scortato da tre alpini in armi, fra cui il giovane caporale Rimoldi Mara, prima donna alpina iscritta a questo Gruppo, ci siamo recati presso il Santuario della Madonna del Rosario per la S. Messa, celebrando così anche in spiritualità il momento associativo. Terminata la cerimonia siamo tornati nella sede del gruppo per il pranzo conviviale: circa una cinquantina i commensali. Le ore trascorse insieme non sono state sufficienti a colmare le tante curiosità dei veci nei confronti dei giovani sull’attuale condizione di alpino: nelle attività di campagna che nella vita di caserma, tante le conferme anche se in contesti e momenti diversi. Per suggellare questo incontro, il capogruppo ha donato a ciascuno di noi, caporali in armi, il gagliardetto sezionale ed il libro del Gruppo. Merita citazione il gagliardetto offerto all’ultima socia iscritta, la giovane Mara, che domenica 25 lo consegnerà al Presidente del neo gruppo di Monasterolo di Savigliano (CN), che andrà così ad incrementare la presenza degli alpini nella “Provincia Granda”. Come consuetudine, i canti hanno sottolineato il bel momento, risaldando ulteriormente lo spirito alpino e il desiderio di appartenere a un’Italia unita, libera e prosperosa, orgogliosi della propria storia e dei tanti sacrifici dei nostri alpini. Con i “veci” di ieri e i “bocia” di oggi, nonostante il tempo trascorso, forte è l’impegno per una società meno consumistica e più attenta agli autentici valori dell’uomo.


C.le Quaglia Pierfranco
C.le Rita Gianfranco
C.le Rimoldi Mara







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