Corsi di Specializzazione di P.C. (Luglio 2015)
Data:
Argomento: Protezione Civile


CORSI DI SPECIALIZZAZIONE DI

PROTEZIONE CIVILE

 

 

Continuano i corsi di specializzazione riservati ai volontari di P.C. e previsti, quale obbligo dalla normativa vigente, per fornire agli operatori una adeguata preparazione che li autorizza ad operare in situazioni sia di esercitazione che di emergenza utilizzando attrezzature per le quali è prevista una specifica qualifica autorizzata da un Ente competente. Nei giorni 30 e 31 maggio ci siamo quindi ritrovati nuovamente a Ponte Selva, ospiti della casa dell’Orfano di Mons. Antonietti per una due giorni intensissima dedicata allo studio, manutenzione ed utilizzo delle idrovore e pompe indispensabili in situazioni di esondazione di fiumi ed allagamenti di abitazioni ed infrastrutture, nonché allo studio ed agli interventi da mettere in atto in ambito idrogeologico con particolare riferimento alle situazioni di rischio nel territorio ed alle azioni da intraprendere per evitare, o quantomeno contenere gli episodi esondazione di fiumi ed erosione o infiltrazione degli argini.



I corsi sono stati tenuti in maniera impeccabile da Simone Segna per quanto riguarda le idrovore e pompe, mentre in campo idrogeologico l’Ing. Massimiliano Colletta ha portato la sua esperienza sia professionale che quella maturata sul campo in 20 anni di interventi di P.C. Se qualcuno di noi pensava ad un corso “leggero” si è dovuto presto ricredere, infatti suddivisi in due gruppi che si alternavano con i due docenti, abbiamo affrontato oltre 9 ore di lezione il primo giorno e altre 8 il secondo con una tempesta di informazioni nelle povere teste di generici “sbadilatori” quali siamo, ma ne è valsa indubbiamente la pena. Io facevo parte del gruppo A ed ho iniziato con Simone che in maniera paziente e chiara ci ha introdotti nel mondo delle idrovore riuscendo a spiegarci fin nei minimi particolari la composizione ed il funzionamento delle pompe indispensabili per risolvere situazioni disastrose e soprattutto ad intervenire sull’apparecchio stesso iniziando, con una corretta e preventiva manutenzione atta ad affrontare immediatamente i problemi che si pongono nell’emergenza. A metà mattina cambio dei docenti e siamo passati sotto le “grinfie” (nel senso buono) di Massimiliano che ci ha portati passo dopo passo a capire quando e perché un fiume esonda, le cause di una frana  e quali sono gli strumenti, pompe a parte, che abbiamo a nostra disposizione per contrastare o limitare i danni: dalle coronelle, alle impermeabilizzazioni al rafforzamento degli argini, il tutto mantenendo sempre un indispensabile livello di sicurezza, cosa che avremmo avuto modo di apprezzare appieno il giorno seguente con gli interventi sul campo. Dopo la pausa pranzo come sempre preparato con sapienza da Padre Arturo e dal buon Gianmario, il nostro gruppo è stato impegnato (fortunatamente sotto il tendone montato in cortile visto il tempo infame) nella prova pratica di smontaggio, controllo, pulizia e ripristino delle parti usurate delle pompe a disposizione del nucleo P.C. e del Gruppo di Vigevano presente con un suo mezzo ed attrezzature. In questa occasione abbiamo potuto toccare con mano quanto detto al mattino riguardo l’indispensabile manutenzione delle attrezzature, infatti una pompa aveva l’interno ridotto in uno stato pietoso ed in caso di utilizzo immediato sarebbe risultata inutilizzabile, quindi sotto la guida di Simone, abbiamo proceduto, nei limiti del possibile, alla pulizia ed al ripristino. Terminata la pratica siamo tornati all’interno per una ulteriore lezione con in campo idrogeologico e, senza accorgerci siamo arrivati a sera.    Dopo la cena tra tutti correva voce dell’esercitazione notturna programmata, ma per fortuna è andato tutto meglio del previsto e nell’orario in cui normalmente si esce al sabato sera, siamo andati a nanna anche perché la sveglia il mattino seguente era stata anticipata di un’ora per sfruttare al massimo il tempo a disposizione. Il mattino seguente il primo pensiero è stato per il tempo, infatti erano previste le prove all’aperto e precisamente nel territorio del Comune di Gromo dove i volontari locali (e alpini) avevano attrezzato una zona dove avremmo dovuto effettuare l’esercitazione che prevedeva di attrezzare una piazzola, aspirare l’acqua dal fiume sottostante, predisporre le manichette che avrebbero dovuto portarla, tramite una seconda pompa di rinvio, in una zona posta ad alcune decine di metri di distanza e dovendo superare un certo dislivello. Sempre divisi in due gruppi, abbiamo fatto quanto chiesto pur con la limitazione dei mezzi a disposizione ed al termine Simone ci ha dato la lezione a mio avviso più importante e cioè quella di eliminare le divisioni tra Gruppi, Sezioni ed Associazioni operanti nel volontariato e partire dalla regola n. 1 che prevede una standardizzazione ed uniformità di tutto il materiale utilizzato dalle manichette ai raccordi, al passo da utilizzare per gli stessi e quant’altro possa servire per poter rendere interscambiabili i singoli pezzi dei macchinari che devono essere accessibili a chiunque utilizzando anche le stesse diciture che evitano fraintendimenti tra una squadra e l’altra. Dopo la prova con le pompe siamo passati con Massimiliano e con lui abbiamo proceduto al riempimento dei sacchi di sabbia, alla formazione della catena per il passamano degli stessi secondo o schema preciso, e alla realizzazione di una “coronella” utilizzata in caso di fontanazzi e infiltrazioni sulle scarpate, alla sopraelevazione di un argine ed infine, debitamente imbragati e tenuti in sicurezza, alla impermeabilizzazione della scarpata minacciata da infiltrazione con lo scopo di evitare il contatto tra acqua e sponda. Nel primo pomeriggio terminata l’esercitazione e ritirate le attrezzature, felici di esserci bagnati solo con l’acqua che maneggiavamo e non da quella che ci minacciava dall’alto, abbiamo fatto ritorno a Ponte Selva dove abbiamo placato i morsi della fame che iniziavano a farsi sentire. Dopo pranzo abbiamo avuto la prova scritta, eh si perché era previsto pure il test con una serie di domande sugli argomenti trattati, sulle procedure da adottare e sulle componenti delle attrezzature utilizzate e vi assicuro che dopo due giorni così intensi la concentrazione non era alle stelle, ma tant’è che S. Maurizio ha guardato giù e ha dato una mano a tutti consentendoci alla fine di essere “promossi” con i complimenti degli istruttori ai quali va comunque il nostro sentito ringraziamento per la pazienza e per la capacità nell’insegnare a dei testoni come noi cose delle così importanti.

 

Franco Maggioni







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