Terremoto Marche (Ottobre 2016)
Data:
Argomento: Protezione Civile




TERREMOTO MARCHE

Pronto…ciao Franco preparati, partiamo stanotte per le zone terremotate, dobbiamo costruire una scuola. Alla telefonata del capo Giovanni giunta sabato 10 settembre la risposta non può essere che “va bene”, la borsa in effetti è già pronta da oltre 2 settimane, da quella tremenda notte del 24 agosto quando un terribile terremoto ha distrutto vite e cose di una intera Regione, le Marche e che ha avuto il suo epicentro nella zona di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto causando 297 vittime e distruggendo intere comunità. E a tal proposito molti alpini ancora si chiedono perché non sono stati fatti intervenire i nostri volontari. Ed è appunto Arquata, con i suoi 49 morti, la nostra mèta dove siamo chiamati a “costruire” una struttura, seppur provvisoria, da adibire a scuola destinata ad accogliere un centinaio di bambini dalla scuola materna alle elementari rimasti senza struttura scolastica, in pratica si tratta di erigere due tensostrutture gemelle per un totale di circa 1.000 mq. sotto le quali verranno montate 10 tende ministeriali adibite ad aule il tutto corredato di impianto elettrico, banchi, sedie, scrivanie e la stesura di grelle in plastica quali passatoie interne ed esterne sagomate intorno alle tende per evitare di inciampare, nonché il posizionamento di un monoblocco adibito a servizi igienici con i relativi allacciamenti. E fin qui tutto bene, che sarà?


Gli alpini sono abituati a questo ed altro sennonché l’unico fattore neppure tanto trascurabile riguarda il fatto che tutto deve essere pronto entro giovedì 15 all’apertura dell’anno scolastico vale a dire che, tolto il giorno di viaggio della domenica quando dovremo viaggiare con i camion (max 80 Km/h) rimangono 3 giorni per portare a termine l’opera, ma tant’è…tase e tira. Alle 5,30 della domenica quindi ci ritroviamo al 3P di Cesano Maderno dove ci raggiungono volontari delle Sezioni di Varese e di Bergamo con i quali ci mettiamo in marcia per Arquata che raggiungiamo nel pomeriggio, dove ci hanno preceduto gli alpini della colonna veneta che portano il numero dei volontari a 23 persone e subito ci mettiamo al lavoro presso il campo base sulla statale per montare le tende che ci ospiteranno in questi giorni e già qui la sorpresa di vedere gli sfollati venire a vedere le nostre tende già battezzate “a 5 stelle” rispetto alle loro ministeriali blu calde di giorno e fredde di notte e qualche domanda iniziano  a porsela, e noi con loro… Giunta ora di cena siamo ospiti dell’ANPAS locale e stringiamo amicizia con i ragazzi dell’11° Battaglione Carabinieri Puglia con i quali entriamo subito in sintonia e presto giunge l’ora di andare a nanna perché domani sarà dura. Ed in effetti l’indomani mattina dopo la colazione e l’Alzabandiera nel campo dei Carabinieri, ci fiondiamo ad Arquata presso il campo dove dovrà sorgere la nostra struttura solo per scoprire che il campo è proprio tale, cioè proprio il campo sportivo, con erba, porte da calcio e palizzata in rete e che sino a quando non sarà stata gettata la ghiaia e fatto il fondo non potremo iniziare alcun lavoro; se poi aggiungiamo il fatto che la suddetta ghiaia viene portata da ben DUE camion che la vanno a prendere ad oltre 100 Km. di distanza mettendoci 3 ore tra un viaggio e l’altro, si può ben capire il senso di scoraggiamento che si impadronisce di noi vedendo il tempo scorrere inesorabile senza poter lavorare, se non togliendo le reti e preparando a terra le strutture che si spera di poter presto montare. Purtroppo i piani devono essere continuamente rivisti e si decide di rientrare prima per la cena (ospiti dei carabinieri con la formula solidi in cambio di liquidi) ed iniziare il lavoro dopo le ore 21, cosa che facciamo finalmente alla luce dei fari delle stadio e delle fotoelettriche per buona parte della notte quando ben oltre le 3 viene deciso la stop ai lavori per concederci qualche ora di sonno. In questa fase notturna siamo comunque riusciti a tirare in piedi per intero una delle due tensostrutture e parte della seconda, ma il lavoro è ancora lungo anche perché la capriate vengono issate a mano e tutto deve combaciare alla perfezione. La mattina alle 6,30 già iniziamo a prepararci e dopo la colazione e l’Alzabandiera siamo in cantiere e proseguiamo il lavoro lasciato a notte che si protrae con la sola pausa per pranzo e cena sul posto sino alle 2 della notte seguente quando rientriamo al campo ma a questo punto già si delinea quale sarà il risultato finale con le strutture oramai alzate e parzialmente chiuse e già alcune tende interne (le aule) posizionate. L’ultima mattina già sappiamo che ci attende un’altra lunga giornata perché, costi quel che costi, tutto deve essere pronto per la mattina successiva quando inizieranno le lezioni ed è con questo spirito che ci buttiamo a capofitto (e non può essere altrimenti visto il ritmo lavorativo modello nave negriera imposto dal team veneto – bergamasco e finalmente si inizia a vedere quale sarà lo stato finale del lavoro mentre vengono oramai montate tutte le tende interne, si procede all’allestimento dell’impianto luce e si dispongono lavagne, banchi e sedie che accoglieranno i piccoli, mentre altre squadre dispongono le grelle per le passatoie. Nel pomeriggio inizia anche la processione delle insegnanti e delle mamme che portano all’interno delle tende, oramai completamente montate, il materiale didattico e quanto servirà l’indomani mattina con una comprensibile frenesia e irruenza che però a volte contrasta con il fatto che stiamo ancora lavorando e che oltre il disagio di ostacolarsi a vicenda c’è il rischio di stare comunque in un cantiere, ma bisogna capirli, è un momento importante per
loro.  Fortunatamente anche il clima è dalla nostra parte e ci consente di lavorare ininterrottamente sino alla mezzanotte quando finalmente, sistemati anche i bagni, montati i tunnel di collegamento tra questi e la struttura e tra le due “costruzioni” comunicanti, stese le ultime passatoie all’esterno quale passaggio, sistemate le piante per l’inaugurazione dell’indomani, possiamo finalmente occupare simbolicamente un’aula (quella della scuola materna) e farci una fotografia ricordo. Chiudiamo tutto e torniamo al campo già pregustando, dopo la doccia, una notte di sonno quasi normale, ma non avevamo fatto i conti con il ramo veneto della P.C. che ha ben pensato di tirare le 4 del mattino per festeggiare la fine dei lavori!!! La mattina dopo belli puliti, nelle nostre belle e pulite divise gialle eccoci presenti all’inaugurazione dove tutti si mettono in mostra per le televisioni e le foto di rito, mentre per noi la cosa più bella è lo striscione con la scritta W GLI ALPINI che le mamme hanno appeso fuori dal tendone e la stessa frase scritta sulla lavagna ad opera di una collaboratrice scolastica. Due cose ci hanno fatto particolarmente piacere: la prima indubbiamente è il sorriso dei bambini che grazie all’impegno profuso si sono ritrovati con i loro compagni di scuola e poi, permettetemelo il rivedere la faccia dei Vigili del Fuoco nel cui campo abbiamo montato la scuola che in quei tre giorni ci guardavano scuotendo la testa e continuando a ripetere: “Non ce la farete mai”, “E’ impossibile che facciate in tempo”…. ma conoscevano gli alpini? E se mi permettete vorrei terminare con un consiglio al Ministro della Giustizia e a chi in Italia fa le leggi: se si commutasse ogni mese di carcere con una settimana di lavoro in una squadra di bergamaschi magari capitanata da Domenico (che abbraccio con affetto), certamente il pericolo di recidiva sarebbe scongiurato.

Franco Maggioni






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