Al Due Mani

Come stabilito nel calendario della S.I.A. relativo alle uscite 2007, l’ultima domenica di agosto viene dedicata al ricordo, ed è così che anche quest’anno, divisi in due squadre abbiamo percorso i sentieri delle Grigne per ricordare gli amici “andati avanti”.
Il gruppo composto da noi di San Vittore aveva come meta il Monte Due mani sulla cui vetta una targa ricorda l’amico Francesco Figel del Gruppo di Arconate scomparso nel 2002 nel corso di una esercitazione in montagna.
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Con noi hanno partecipato alcuni famigliari di Francesco tra i quali la moglie Alda e il figlio Fabio.   Insieme abbiamo raggiunto Ballabio dove, al bivio per Morterone, ci attendeva l’amico Frattini che ci consegnava un mazzo di stelle alpine da portare alla targa, mentre lui avrebbe proseguito sulla Grigna insieme agli altri componenti della S.I.A. per lo stesso compito, stavolta alla targa Mazzucchi che ricorda Giorgio, il figlio del fondatore della Squadra Franco Mazzucchi.
Dopo i saluti abbiamo raggiunto il posteggio in fondo alla valle e ci siamo apprestati ad affrontare la salita sino al bivacco che domina la cima del Due Mani,    La giornata era bella e calda anche se l’essere partiti presto ci ha permesso di sfruttare la frescura del mattino e di raggiungere agevolmente la vetta.
Arrivati abbiamo approfittato del fatto di essere i primi per svolgere la nostra piccola e sentita cerimonia, raccolti attorno alla grande croce alla base della quale è posta la targa ricordo alla quale abbiamo fissato le stelle alpine ed un ricordo che Alda ogni anno porta per Francesco: un sasso raccolto nella sua terra, il suo Friuli che si portava sempre nel cuore e del quale sempre parlava con nostalgia.
Lo sguardo non poteva non correre all’altra parte della valle, anche perché il panorama è bellissimo, dove gli altri componenti della Squadra stavano facendo la stessa cosa con la nostra stessa commozione.
Al termine, dopo un breve spuntino e mentre iniziavano ad arrivare altri escursionisti, abbiamo intrapreso la discesa con la tacita promessa dell’arrivederci al prossimo anno, perché gli alpini non dimenticano.

Franco