Emergenza alluvione (Luglio 2020)
Data:
Argomento: Protezione Civile


EMERGENZA ALLUVIONE


Nella serata di domenica 7 giugno, a seguito delle improvvise e fortissime precipitazioni (si pensi che in un’ora è caduto l’equivalente di sei mesi di pioggia) nell’abitato di Lavena Ponte Tresa, località di confine in provincia di Varese, a causa dell’esondazione del rio Tarca, del fiume Dovrana e dei torrenti Nolina, Raima, Nariano, Pianazzo, Viro e Nordent, l’intera zona collinare è stata devastata da un mare di acqua e fango che, dalla montagna, ha travolto abitazioni, cantine, garage ed attività commerciali che hanno visto anni di vita e sacrifici spazzati via e sommersi dalla grigia fanghiglia nel giro di 25 interminabili minuti, tanto è durata la furia della natura scatenatasi in loco e che, per pura fortuna, non ha provocato vittime. All’alba di martedì 9, dopo i sopraluoghi sul posto e radunati i volontari, dalla sede della nostra Protezione Civile di Cesano Maderno, partiva la colonna mobile diretta a Lavena per collaborare alle operazioni di soccorso alla popolazione ed arrivati sul posto, indirizzati dal personale del Comune, si iniziava immediatamente le attività consistenti nello sgombero delle cantine, piani interrati, recupero automezzi e di quanto poteva essere “recuperato” una volta ripulito, mentre per tutto il resto (purtroppo la maggior parte delle cose) si procedeva all’accatastamento a bordo strada dove veniva successivamente avviato alla discarica.



Nelle due (mie) giornate di lavoro abbiamo operato in diversi cantieri situati fra le via Prada e Pianazzo, tra le più interessate dall’evento e che avevano riportato i maggiori danni con situazioni veramente impressionanti e che chiaramente lasceranno un segno importante nelle abitazioni e soprattutto nelle persone.  Come sempre in questi casi e dopo oltre 35 anni di interventi sul campo, quello che mi colpisce maggiormente è lo scoramento delle persone che vedono distrutte e portati via da “estranei” quali siamo noi, pezzi importanti della propria vita, dagli album di fotografie a ricordi dell’infanzia dei propri figli,  che magari non ricordavano nemmeno più di avere ma che, ritrovandoseli inzuppati di fango fra le mani, provocano in molti casi i lacrimoni agli occhi e il volontario si sente quasi un intruso che deve svolgere uno spiacevole, ma doveroso, compito. Personalmente poi mi sono ritrovato ad operare proprio nella zona abitativa di un caro amico e compagno di naia, Flavio il mio Tenente, a casa  del quale ero stato ospite qualche mese prima per la festa alpina locale e si può ben immaginare il particolare coinvolgimento. Tutti noi volontari abbiamo comunque dato il massimo senza limitarci per alleviare il peso degli abitanti che, bisogna ammetterlo, erano tutti attivi e, senza piangersi addosso, non hanno mollato un attimo nell’impegnarsi in prima persona in un lavoro che per loro era completamente nuovo. Nella pausa pranzo abbiamo ricevuto la visita del Sindaco di Lavena, Massimo Mastromarino, che ci ha ringraziato per l’aiuto portato alla sua popolazione rimarcando come la presenza degli alpini, programmata in paese per la festa sezionale della Sezione di Luino proprio in quelle giornate, abbia assunto un significato particolare nel corso dell’emergenza. Purtroppo alla sera nel momento del rientro, dopo avere ritirato sul posto i macchinari in previsione del ritorno il giorno successivo, una seconda bomba d’acqua si abbatteva nuovamente sulla cittadina trasformando nuovamente le strade in torrenti di acqua e fango con una forza tale da venire addirittura ributtata indietro dal lago e facendoci temere di ritrovare all’indomani la stessa situazione del mattino. Al mattino dopo, riunitici presso la sede della P.C. di Varese abbiamo fatto nuovamente ritorno a Lavena e in altri cantieri di lavoro abbiamo ripetuto e in qualche modo terminato quanto iniziato il giorno precedente sino a sera quando, puliti e controllati mezzi ed attrezzature abbiamo fatto ritorno alle rispettive basi logistiche con la soddisfazione di avere fatto il nostro dovere e la consapevolezza che il lavorare insieme con volontari di diverse Sezioni (eravamo di Milano, Varese, Luino, Como, Lecco, Bergamo, Pavia e mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno) contribuisca a rendere valido il nostro intervento quando richiesto. Gli interventi sono comunque continuati anche nelle giornate successive.

Franco Maggioni







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