CIAO BEPPE (Luglio 2021)
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Argomento: ANA


CIAO BEPPE


Venerdì 18 giugno, siamo in sede (purtroppo in pochi) e stiamo parlando di come riprendere la nostra vita associativa specialmente superando lo scoglio rappresentato dalla latitanza anche dei soci “storici”, quando un messaggio arriva sui cellulari: Beppe Parazzini, il “nostro” (past come ora vengono definiti) Presidente nazionale è andato avanti. E’ una di quelle notizie che ti lasciano sconcertato ed incredulo, non può essere, stiamo parlando di una icona dell’Associazione Nazionale Alpini, che si identificava nella Sua figura e personalità, di qualcuno che davi per scontato sarebbe sempre stato presente per consigliare e suggerire la strada migliore da seguire con quel suo modo pacato, ma deciso e graffiante che non ammetteva repliche perché in fondo quello che diceva trovava poi riscontro. Classe 1944 aveva iniziato la sua  vita alpina nel 1969 con il 57° corso Auc e successivamente inquadrato nel 5° Rgt. Battaglione Edolo e successivamente congedato si iscrive al Gruppo di Bareggio della nostra Sezione ed inizia a condividere la passione alpina con la professione di notaio che ha svolto sino ad un paio di anni fa. Dal 1998 al 2004, per due mandati è stato Presidente dell’A.N.A. succedendo a Leonardo Caprioli e diventando bandiera della protesta civile inscenata dai soci dell’Associazione nel 2002 che occuparono pacificamente Roma per una mattina per protestare contro la sciagurata legge che “sospendeva”  il servizio di leva con i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti arrivando a presentare all’allora Presidente della Repubblica Ciampi una memoria in cui si paventava una perdita dei valori che si è poi rivelata profetica.



Era un UOMO tutto di un pezzo che non la mandava a dire a nessuno ma che non si è mai sottratto al suo codice d’onore e al suo giuramento alla Patria come ha dimostrato la mattina del 30 aprile 2015 quando affacciato al balcone del suo studio “osa” esporre la NOSTRA Bandiera Tricolore mentre sotto di lui passano decine di delinquenti (non voglio chiamarli manifestanti) che inveiscono contro l’EXPO e che gli intimano di ritirare il simbolo nazionale. Al suo rifiuto inizia un tiro al bersaglio con lanci di uova, ortaggi per terminare con una sassaiola destinata a chi non si nascondeva fra la folla ma aveva il coraggio di rimanere impassibile a ricevere in faccia quegli insulti e provocazioni. Ma le sue qualità tutti noi abbiamo imparato a conoscerle ed apprezzarle avendo avuto la fortuna di averlo come amico e mentore e sono molti i Gruppi, iniziando dal nostro, che gli devono riconoscenza per il lavoro, sempre gratuito, prestato in innumerevoli occasioni. Le Onorificenze di Cavaliere e di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana e tante altre hanno solo aggiunto il rispetto che godeva fra tutti quanti lo hanno conosciuto e ci consola l’averlo potuto incontrare solo due settimane prima della sua scomparsa all’Assemblea Generale della nostra Sezione quando, seppur debilitato, si è fatta accompagnare per essere presente anche questa ultima volta con i “suoi” alpini e questo dovrebbe insegnare qualcosa anche a molti soci. Ora come ha detto il sacerdote all’omelia durante il funerale, la sentinella Beppe è ritornata al suo posto, sotto la tenda a riposare insieme alla sua amata Giuseppina che lo ha preceduto di alcuni mesi e ci stringiamo ai figli  Luca e Francesco (Chicco) che hanno raccolto la sua eredità e che possono essere orgogliosi di avere avuto una guida coerente con i propri ideali.

Ciao Beppe.

Franco

 







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