FESTA DEL GRUPPO
Purtroppo da un po' di tempo, per causa di forza maggiore, sono impossibilitato a recarmi in sede ma esiste fortunatamente il telefono che mi informa come qualcosa si muova … almeno così sembra o meglio si spera con st’accidente di covid-19 che ci tiene ancora sulle spine. Oltre al telefono esiste anche il ns. Penna Nera dove leggo, fra le date da ricordare, che il 20.03. si svolgerà la festa del gruppo: mi è stato detto però che, dopo la S. ta Messa con precedente cerimonia dell’alza bandiera in sede davanti la nostra Baita, tutti prenderanno la strada di casa e non ci sarebbe il pranzo per altro fattibile con tutti gli accorgimenti richiesti dall’attuale situazione sanitaria. Sembra che la causa sia motivata dalla latitanza dei soci. Sinceramente è difficile pensare all’unica FESTA ASSOCIATIVA DEL GRUPPO durante la quale, dopo la sacralità della cerimonia religiosa, non esista il momento famigliare con “i piedi sotto la tavola” come vuole la “collaudata tradizione alpina”. Se fosse vero quanto mi sembra di aver capito riguardo la “diserzione” dei soci diventa pressoché difficile immaginare la chiesa con una notevole presenza di alpini assieme alle autorità convenute e onorati oltre che dal sacerdote che quattro parole di numero le dovrà pur dire durante la S. Messa, ripeto onorati e festeggiati anche dagli amici della banda e dalla popolazione. Considerando la fatica di chi opera in cucina e quella di altri che non sono lì a pettinare le bambole per il buon esito della festa è sequenziale e scontato come la decisione del consiglio del ” no pranzo”, sia stata prospettata, a malincuore, dalla temuta assenza o, vediamola in positivo, da una striminzita presenza degli iscritti come avviene del resto durante l’anno per la maggior parte delle cene, o disnarelli che dir si voglia. Meno male che in quelle occasioni esistono gli amici e/o i simpatizzanti. Tirando i remi in barca: se il giorno 20/03 gli alpini iscritti al Gruppo si presentassero in numero ridotto sia alla cerimonia civile dell’alzabandiera, alla S. ta Messa e, a seguire, pressoché assenti anche nel momento ”conviviale” credo, anzi sono fermamente convinto, che faremmo una figura a dir poco infelice, altro che Festa del Gruppo. Siccome questa prospettiva non mi entusiasma particolarmente, opterei alla fine, fra un’ipotesi e l’altra, per una semplice S. ta Messa, come si usa normalmente, in ricordo dei soci andati avanti senza esaltare la giornata con banda, autorità varie ecc. Ultima cosa e non meno importante: in questo esserci e non esserci, di non visibilità, non oso pensare ad un ormai prossimo “domani” quando, anche a causa della “sospensione” della leva, ci troveremo a non poter assolvere ai compiti che ci siamo volontariamente assunti negli ultimi 50 anni e che ci hanno dato credibilità e riconoscenza da parte della gente e ci porrà di fronte alla classe politica che se per un puro motivo anche ipotetico avesse qualche sassolino nella scarpa nei nostri confronti, potremmo passare dalla parte di quelle tante associazioni che esistono solo sulla carta.
Pio