Si fa prestp a dire disnarello (Febbraio 2024)
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Si fa presto a dire disnarello….


Ma forse non tutti sanno che cosa c’è dietro questa cenetta organizzata mensilmente presso la nostra sede. C’è un grande lavoro di squadra per fornire ai partecipanti un menu vario preparato da uno staff competente rispettando la cucina a chilometro zero e valorizzando le ricette della tradizione lombarda! Tutto comincia con una sapiente programmazione che sposa la tradizione culinaria con i periodi dell’anno ( il cotechino, la trippa, lo stracotto al momento giusto!). Il tutto descritto in tabelle che riportano per ciascuna ricetta i quantitativi dei singoli ingredienti in relazione al numero di commensali previsti. E’ poi gli acquisti, fase delicata per contenere i costi rispettando la qualità dei prodotti. E qui si esprimono al meglio gli acquisitori che sulla base delle migliori quotazioni di mercato per ciascun ingrediente e di gare fra fornitori che si disputano il titolo di “Fornitori degli Alpini”, approvvigionano le materie prime. (Uffici Acquisti così farebbero l’invidia alle più blasonate Direzioni Approvvigionamenti). La preparazione è tutta da vedere: i giorni precedenti vengono impiegati per preparare accuratamente le diverse pietanze rispettando le norme igienico sanitarie, curando la catena del freddo, pulendo e predisponendo gli ingredienti (ho visto pulire delle cozze come un ristorante giapponese non saprebbe fare). La serata della cena inizia per i cuochi nel primo pomeriggio fra i profumi dei soffritti, la lenta cottura degli arrosti, la predisposizione degli antipasti. Non mancano le discussioni fra i tradizionalisti e chi sposerebbe un po di nouvelle cusine, ma su alcuni piatti non si transige: la cassoeula è quella e non si discute! Un discorso a parte meritano i vini: e qui non c’è discussione, il palato deve essere quello giusto e l’accostamento alle pietanze da sommelier. Il risotto è preparato al momento giusto. Ma su questo piatto così come su altri si diffonde un leggero nervosismo una inquietudine, un interrogarsi con gli occhi: il brodo reggerà la prova del supervisore? Infatti quando arriva c’è un attimo di silenzio e di suspense fino a quando sentenzia: non male, ma serve un dado in più rispetto agli otto che avete messo! La preparazione della sala da pranzo non è un fatto secondario, si cerca di rispettare le affinità di carattere e di assecondare nei limiti del possibile le richieste dei gruppi di amici. Lo svolgersi del pranzo lo lascio immaginare, non serve molta fantasia per vedere un andirivieni di amici alpini che si improvvisano camerieri sotto la supervisione del Capo (sala, in questo caso). Al termine inizia il lavoro di pulizia di piatti, stoviglie e quant’altro utilizzato in cucina nonché della sala da pranzo, ed è bello vedere amici che si improvvisano perfetti addetti di un’impresa di pulizie. Ma quanti sono gli amici che provvedono a tutto questo e in particolare alle fasi più impegnative? Si contano sulle dita di una mano, a volte monca di qualche dito! I nomi non si fanno tanto li conoscete tutti. E’ a loro che va la riconoscenza e il sentito ringraziamento per l’impegno e la dedizione con vero spirito alpino!

Enrico Girotti









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