Banco Alimentare (Gennaio 2008)
Data:
Argomento: Gruppo


Banco Alimentare

Durante un telegiornale del 24 u.s. ho avuto l’opportunità di ascoltare quanto detto da don Inzoli presidente della fondazione “Banco Alimentare”: pochi attimi, poche parole ma sufficienti ad illustrare la realtà di questo miracolo di generosità e per chi non lo conosce e per chi finge di ignorare che accanto all’egoismo imperante e alla più sfacciata superficialità esiste un mondo prodigioso pieno, zeppo, di una discreta e costante grandezza d’animo.




Mi ha colpito, ma veramente, quando don Inzoli ha voluto dar risalto alla risposta della gente invitata a ricordarsi di quanti ci stanno vicino e… guarda…guarda sono proprio gli indigenti quelli più pronti ed immediati a tendere la mano per aiutare: forse perche provano di già sulla loro pelle il sacrificio e le difficoltà del quotidiano. Scontato il dovuto rispetto per i cosiddetti “benestanti” è impossibile quantizzare il valore morale/economico del sacchetto giallo, quello del Banco Alimentare, offerto dalle tantissime persone in lotta cronica con il bilancio, con il mensile. Queste non sono ipotesi cervellotiche ma quanto ho avuto modo di sperimentare. Con gli amici alpini del Gruppo organizzati per tutta la giornata in questo impegno per la generosità, ho toccato con mano, almeno durante il mio turno serale, quanto la gente sia attenta al sociale. Nel contempo anche gli “amici della penna” sono rimasti entusiasti e paghi del buon risultato ottenuto. Inoltre va sottolineata la completa assenza di quelle battute di cattivo gusto o di quei sorrisi ironici che in passato non sono mancati e come il nostro cappello era garante di garanzia e serietà. A botta calda sembra sia stato superato il traguardo raggiunto l’anno scorso. Tutto ciò la dice lunga quanto in contemporanea i mass-media, dai giornali alle molteplici emittenti radio-televisive ribadiscano costantemente l’estrema difficoltà nella quale si dibattono le tantissime famiglie italiane. Rispetto al passato è cresciuta una generale sfiducia maggiorata da una miriade di concause ma, ancora una volta, non così forte da spegnere la fiamma della generosità, del buon cuore. Allora: mi sento autorizzato ad un cordiale e comunitario brindisi dove la marca dello spumante è l’ultimo problema!!


Pio







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