Le nostre miniadunate
Qualche anno fa, in ufficio ricevo una telefonata: “Allievo Comandante di Squadra Enrico Girotti? Terza compagnia, terzo plotone, ottava squadra?” “Comandi!” rispondo e quasi scatto sull’attenti! I colleghi hanno pensato “E’ il capo che chiama! Ne avrà combinata una delle sue”. “Ciao, sono Guido, abbiamo frequentato la Scuola Militare Alpina (SMALP) vent'anni fa. Ho trovato una tua cartolina di allora e mi sono ripromesso di cercarti. Finalmente ci sono riuscito” il tutto con quella cantilena romagnola (sorbole!) che non lasciava dubbi: non era uno scherzo era Guido, un caro amico della mia stessa Squadra alla SMALP. E in un battibaleno mi sono passati davanti agli occhi le guardie alla caserma Cesare Battisti, le esercitazioni di roccia al Castello, i tiri col garand al Buthier, gli sbalzi a Pollein, il campo invernale a La Thuile. Tralascio l’emozione di quel momento, ma anche la sola chiamata la dice lunga sui sentimenti di vera amicizia che si instaurano fra Alpini e in particolare fra chi ha frequentato la SMALP. Non è la solita scontata e un po’ mielosa affermazione: con tutto il rispetto per gli altri corpi militari, fra gli Alpini c’è qualcosa di più, qualcosa di speciale che fa dell’amicizia un sentimento molto solido che perdura nel tempo e che anziché affievolirsi cresce ogni volta che ci si sente o meglio ancora ci si vede. Abbiamo deciso di incontrarci. Era passato parecchio tempo e quindi per riconoscerci abbiamo pensato di presentarci all’appuntamento con il cappello alpino: è l’elemento che ci contraddistingue, il lasciapassare che ti apre tutte le porte che crea simpatia e disponibilità da parte di tutti. In quell’incontro abbiamo deciso di cercare gli altri commilitoni. E il risultato è che da tanti anni un nutrito gruppo di Alpini ex ACS e successivamente Sergenti si ritrova quasi annualmente con le rispettive famiglie per una miniadunata che per noi conta quasi più dell’adunata nazionale. Provengono da diverse località del Piemonte, del Trentino, dell’Emilia Romagna e della Toscana e qualcuno dalla Svizzera tanto per rendere internazionale l’adunata. Ogni anno uno di noi a turno si incarica di organizzare il “miniraduno”nella località di residenza: pernottamenti, ristoranti ma soprattutto visite fuori dagli itinerari turistici tradizionali andando a cercare particolarità e facendoci accompagnare da guide che sanno raccontarci qualcosa di inusuale e poco conosciuto. Così abbiamo scoperto una Torino nascosta, una Madonna di Campiglio con paesaggi particolari, una Versilia fra mare e cave di Colonnata, una Ravenna segreta, solo per citarne alcune. Vi lascio solo immaginare le degustazioni locali e i pranzi in luoghi sconosciuti a Tripadvisor ma di grande soddisfazione culinaria e gradimento del palato nonché di apprezzamento delle libagioni locali. Quando è toccato a me ho organizzato l’incontro nelle vicinanze del lago di Como. Era d’obbligo iniziare l’adunata in uno dei rifugi raggiungibili solo a piedi del triangolo lariano; e qui mi sono preso gli improperi di alcune mogli: ma cosa ci posso fare, siete voi che avete sposato degli Alpini, potevate scegliere qualcuno della buffa! L’incontro è proseguito con la tradizionale Messa in ricordo di chi purtroppo è andato avanti. E qui la particolarità: il celebrante è un nostro compagno di Corso che terminata la ferma militare ha pensato di rispondere a un’altra “chiamata” divenendo per noi tutti e per i suoi parrocchiani Don Sergente! Alla nostra obiezione: ma che cosa ti è venuto in mente? La risposta è stata “dopo aver convinto i riottosi muli della Testafochi (caserma di Aosta del IV Alpini) volevo vedere se ero in grado di guidare dei Cristiani.” Quando ha fatto l’ingresso come Parroco è stato scortato da un generale, suo ex comandante, e da noi tutti suoi compagni di Corso che hanno imposto alla banda del paese di suonare il trentatre’! Attualmente è Parroco in un paese del comasco ovviamente di montagna ma appena può lascia le sue pecore in ovile e ci raggiunge nei nostri raduni. Raduni nei quali il ritornello è sempre lo stesso: ti ricordi quella volta che…. con episodi e aneddoti che rimandano all’esperienza vissuta assieme, a momenti nei quali si è creata e nel tempo consolidata una vera amicizia. E ci chiediamo, senza darci una risposta, cosa abbia contribuito a renderla così forte, tanto che un nostro compagno, andato avanti durante il periodo di covid, ha lasciato nel testamento la richiesta di organizzare una miniadunata con lui presente ( le sue ceneri) nella quale dovevano comunque rimanere immutate la convivialità e l’allegria. E le sue volontà sono state puntualmente rispettate.
Enrico Girotti