Associazione Nazionale Alpini -
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Aspettando il 75° (Giugno 2007)
Postato il di Toso
Aspettando il 75°
Su invito degli amici del Gruppo di Cinisello Balsamo, che ad ottobre celebreranno il loro 75° anniversario di fondazione, mercoledì 6 giugno i Capigruppo della Sezione sono stati invitati ad una serata particolare, la motivazione della quale richiede però un passo indietro. Quando due anni fa gli alpini locali iniziarono a pensare alla ricorrenza si proposero di individuare un obiettivo al quale finalizzare gli sforzi della ricorrenza. Eh si perché noi alpini siamo fatti così, anche quando organizziamo qualcosa, oltre la fatica e l’impegno, dobbiamo avere anche uno scopo sociale, dobbiamo trovare qualcuno o qualcosa che alla fine beneficerà dei nostri
sforzi. Nel nostro caso era stata la missione di Don Claudio in Cameroun, mentre gli amici di Cinisello hanno avuto una pensata geniale nella sua semplicità: aiutare noi per meglio aiutare gli altri. Mi spiego: qual’è attualmente la forma più visibile della nostra Associazione, quella che nel bisogno e nell’emergenza può significare la vita o la morte per chi si trova senza più nulla? Risposta: il nostro Ospedale da Campo. Ed è così che gli alpini di Cinisello si sono posti l’obiettivo di integrare una struttura a quello che è il fiore all’occhiello della nostra Protezione Civile sempre in fase di reintegrazione in quanto ,regolarmente, parti della struttura vengono lasciate sul luogo degli interventi, l’ultimo dei quali si chiama Sri Lanka devastato dallo tsunami e dove ancora operano i volontari della nostra Associazione. E’ stata veramente una bellissima serata nel corso della quale abbiamo avuto la fortuna e l’onore di avere fra noi il Dottor Lucio Losapio responsabile dell’Ospedale da Campo che ci ha parlato ed illustrato, con l’ausilio di centinaia di foto, gli interventi che sono poi la storia stessa della Protezione Civile italiana iniziata nel lontano 1976 con il meraviglioso slancio spontaneo di solidarietà degli alpini a seguito del terremoto del Friuli.
Vedere e sentire dalla viva voce di questo protagonista della solidarietà italiana quanto è stato fatto e continua a farsi ogni giorno, 365 giorni all’anno, è una cosa che ci fa sentire piccoli, ma nello stesso tempo orgogliosi di far parte di questo
miracolo. Sapere che nel giro di un’ora e mezza dall’allertamento i volontari sono disponibili a lasciare tutto e partire per ogni parte del mondo per operare (nel vero senso del termine) in scenari di estrema emergenza, lascia senza parole. Naturalmente subentra a volte anche un senso di amarezza, eh si perché quando si parla di Valtellina, Armenia, Piemonte 1994 e 2001, Kosovo ed Albania, Umbria e Marche, strage di Beslan, Sri Lanka ecc. questo nostro fiore all’occhiello diventa l’ospedale della Regione Lombardia, o di Bergamo o semplicemente Italiano, difficilmente si fa cenno agli alpini e tutto questo è riduttivo se si pensa all’impegno costante profuso da magnifiche persone che non verranno mai nominate. Basti dire che al termine dell’incontro il Dott. Losapio, mentre rinnovava la richiesta di volontari elettricisti, idraulici ecc. mi diceva che ci sono due alpini valdostani che OGNI sabato raggiungono la sede di Orio Al Serio (BG) per effettuare la manutenzione che consente di essere pronti alla partenza in qualsiasi momento e che costituiscono, come ha giustamente fatto notarePerini, la garanzia per chi opererà in emergenza di trovare tutto pronto e funzionante. Mi ha impressionato vedere le immagini delle visite ufficiali effettuate, nel corso di questa ventennale esperienza, al nostro ospedale da eminenti personalità politiche ancora oggi alla ribalta, che mai hanno nominato gli alpini o, in alcuni casi, ci hanno successivamente bollati come nostalgici guerrafondai anche
se, sulle orme dei nostri Veci, combattiamo giornalmente una guerra contro questo tipo di ipocrisia. Ma alla fine il sorriso dei bambini immortalati nelle foto che, anche non parlando italiano sanno dire tutto, ti ripaga dei sacrifici e personalmente posso dire che l’avere visto le immagini dell’Ospedale operativo a Valona in Albania, dove io ed altri avevamo predisposto l’accampamento in condizioni a dir poco precarie, mi ha ripagato di quanto fatto e dato la carica per continuare a dare nel futuro. La presenza di mio figlio alla serata è stata un ulteriore motivo di orgoglio e gli permetterà a sua volta di poter spiegare ad altri ciò che facciamo e per chi; un grazie quindi agli amici di Cinisello per questa splendida opportunità offertaci e chissà che anche noi in futuro si possa….