Associazione Nazionale Alpini -
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Quando, alcuni anni fa, cercavo di spiegare ai miei figli come era organizzata e si viveva nella mia caserma, alla fine concludevo il racconto con la frase:”era come un piccolo paese” con il postino, l’idraulico, l’elettricista, il cuoco, (a turno) lo spazzino, il meccanico ecc. E proprio come in un paese ricordo che c’era anche quel senso di solidarietà ed amicizia che si chiamava cameratismo che ti faceva allungare la mano per aiutare il commilitone che si trovava in difficoltà.
E’ poi quello stesso spirito che, da congedati ci ha fatto confluire nell’A.N.A. consentendoci di aiutare nel momento del bisogno altre persone, ma questo è un altro discorso. Mi è venuto in mente questo paragone leggendo l’articolo sull’ALPINO relativo all’intervento del Comandante delle TT.AA. Gen. C.A. Novelli alla nostra Assemblea dei Delegati svoltasi lo scorso 27 maggio. Nel suo intervento sottolinea il fatto che, nel nuovo modello di difesa i militari, in quanto operatori di strumenti ed equipaggiamenti tecnologicamente sofisticati, non sono più impiegati in servizi di corvè o logistici, ora appaltati a ditte civili esterne, in parole povere il soldato fa esclusivamente il soldato. A mio modesto parere non sono convinto della bontà di questo sistema, ricordo infatti che in caserma si cercava di non sporcare perché a turno dovevamo pulire e se si veniva richiesti come “volontari” per lavori faticosi era naia, con lo stesso spirito con il quale vediamo il volontario di Protezione Civile, magari professionista, spalare fango
o guidare una carriola piena di sterpaglie. In questi giorni (fine agosto) ogni giorno la televisione ci inonda di tragiche immagini della nostra bella Italia che va letteralmente a fuoco per colpa di criminali assassini ed il Ministro della Difesa preannuncia l’intervento dell’Esercito. Domanda al Sig. Ministro: ma quale Esercito se tutti dai Carabinieri, ai Vigili del Fuoco, alla Polizia di Stato ai militari impegnati nelle missioni assunte a livello
internazionale sono sotto organico permanente? E poi i militari non hanno ne’ la preparazione ne’ compete loro improvvisarsi pompieri o operai forestali. Dio non voglia un’altra tragica esperienza come quella del Vajont nel 1963 dove i primi ad accorrere ed a scavare anche a mani nude furono gli alpini del “FELTRE” (guadagnandosi una Medaglia d’Oro al Valor Civile) che per oltre due mesi fecero quello che erano abituati a fare: lavorare. Oppure si potrebbe far frequentare corsi di pronto intervento alle uniche categorie che hanno subìto un incremento numerico: ministri, sottosegretari e portaborse.