Associazione Nazionale Alpini -
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Il dover scrivere quattro righe inerentiad una ricorrenza annuale ciinduce inconsciamente a riproporre gli stessi articoli degli anni precedenti. Infatti queste commemorazioni più o meno ufficiali seguono pari pari la stessa scaletta dove l’Alzabandiera, l’onore ai Caduti, i discorsi di rito ecc. ecc. sono d’obbligo e se poi si è fortunati si può ammirare il sorvolo delle Frecce Tricolori.
Torniamo a noi: quindi al nostro piccolo mondo, al nostro gruppo alpino, alla nostra realtà. Anche quest’anno stesso copione con autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e non, alpini ma specialmente i bambini con il loro corpo insegnante. Piccolo inciso:domenica durante la cerimonia religiosa e civile presso il monumento dei caduti c’era un “baby alpino” con tanto di cappello, non uno qualsiasi, da fiera, ma originale.
Stimolato da una domanda diretta ci ha tenuto a specificare che quel cappello, pur senza penna, era portato con orgoglio da lui “piccolo alpino” perché quello era di suo padre… vuoi vedere che un domani… Purtroppo si riconferma puntualmente la quasi assenza della popolazione “sofferente” di quella brutta malattia chiamata apatia, indifferenza o, peggio, di quella sufficienza che vuole ignorare l’importanza di una storia nazionale supportata dai valori ad essa connessi e relega il tutto negli scantinati della memoria, leggi dimenticatoio. Ecco perché mi preme evidenziare l’impegno di quanti lottano contro questa “ malattia” ed in prima fila è d’obbligo un elogio al corpo insegnante delle medie, elementari anzi a partire dalle maestre d’asilo. A tutti questi operatori va il nostro ringraziamento perché nonostante le facili e gratuite critiche all’istituzione
chiamata scuola, anno dopo anno si preoccupano di istillare quanto di civilmente, storicamente e religiosamente potrà formare l’educazione morale ed intellettuale dei nostri ragazzi.
Anche l’incontro annuale fra gli scolari delle scuole elementari statali e private con gli alpini avviene nell’ottica della reciproca conoscenza e per accrescere, se possibile, il loro bagaglio formativo. La simpatia con la quale siamo ricevuti ci induce a sperare sulla validità di questa annuale esperienza.
Un altro doveroso ringraziamento va agli amici Carabinieri della stazione di Cerro Maggiore che, oltre ad essere sempre presenti, quest’anno ci hanno
fornito il trombettiere. Qualche socio alpino in più non avrebbe guastato a fare da spalla a quanti si sforzano a far si che queste
ricorrenze non si riducano ad una pura perdita di tempo.