Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Vabbé di tuoni non ne abbiamo sentiti, quanto a pioggia questa Adunata di Udine sarà ricordata, se non la peggiore, certamente fra le più annacquate della storia, una intera settimana di rovesci anche molto violenti interrotti saltuariamente da manciate di minuti di tregua che consentivano di spostarsi da un riparo all’altro, e malgrado il detto che gli alpini non sono solubili all’acqua, ci siamo andati molto vicini. Comunque il maltempo non ha impedito il regolare svolgimento delle manifestazioni previste che hanno catalizzato la presenza degli alpini convenuti nel capoluogo per la loro 94° Adunata Nazionale a 27 anni di distanza dall’ultima del 1996 tenutasi in occasione del 20° anniversario del terribile terremoto (soprannominato dai locali Orcolat, orcaccio in lingua friulana) di magnitudo 6.4 che il 6 maggio 1976 colpì l’intera regione in particolare la media valle del fiume Tagliamento provocando 965 morti. Ma se il meteo ha in qualche modo rovinato la festa, non è riuscito a spegnere l’entusiasmo e la riconoscenza che i friulani hanno da allora nei confronti degli alpini che allora, sotto la guida di quel galantuomo che fu l’Onorevole Giuseppe Zamberletti, furono gli artefici principali della ricostruzione, riconoscenza ed affetto dimostrati in ogni modo possibile arrivando ad aprire le proprie case a perfetti sconosciuti che hanno come unico segno distintivo un cappello con la penna. E chi scrive lo può attestare in prima persona essendo stato contattato alla vigilia della partenza da una amica conosciuta appunto 27 anni fa nel corso dell’Adunata e mai più rivista ma che, saputo della difficoltà di trovare posti in cui accamparsi, mi ha detto (testuali parole): “Se i miei amici sapessero che ho lasciato un alpino in tenda sotto l’acqua non mi parlerebbero più, la mia casaè la tua” e così per 4 giorni sono stato ospitato e coccolato come fossi davvero a casa mia insieme a mio figlio e con la raccomandazione che se avessi trovato qualcun altro senza riparo, altri due o tre posti sarebbero saltati fuori. Che dire quindi se non che se si semina bene, altrettanto bene si raccoglie? Detto questo la cronaca ha ripetuto il tradizionale copione con gli appuntamenti sempre intensamente partecipati da tutti come l’Alzabandiera con il Tricolore issato sulla sommità del Castello il venerdì mattina, mentre in Piazza Libertà venivano resi gli onori al Labaro dell’Associazione alla presenza delle massime autorità, seguito dalla cerimonia al Tempio Ossario dove riposano i resti di 25.000 Caduti e al cippo della Divisione Julia. È seguita al Parco Moretti l’inaugurazione della Cittadella degli Alpini, in cui sono esposti mezzi e dotazione della Truppe Alpine, della Protezione Civile dell’ANA e della Sanità Alpina, subito presa d’assalto dagli alpini partecipanti all’Adunata e da un folto pubblico. Nel pomeriggio la sfilata per le vie del centro cittadino delle tre Bandiere di guerra dell’8° reggimento alpini, del 14° Reparto Comando e Supporti Tattici, del 3° Artiglieria e lo stendardo del reggimento Piemonte Cavalleria, che davanti al Municipio, in piazza della Libertà, sono state accolte dal saluto del sindaco De Toni. Sabato mattina l’incontro tra il Presidente Ana, Cdn, Sezioni all’estero, delegazioni Ifms e i militari stranieri al Teatro Nuovo Giovanni da Udine e al pomeriggio la S. Messa nella Cattedrale S. Maria Annunziata, il Duomo di Udine, celebrata dall’Arcivescovo Mons. Bruno Mazzoccato che ha ricordato l’impegno costante e prezioso degli alpini nella vita quotidiana delle comunità che sanno sempre su chi contare nel bisogno. La sera come sempre la grande festa premiata con gli unici momenti di tregua del maltempo purtroppo ancora disturbata dagli alpini idioti che malgrado le disposizioni creano disagio e soprattutto pericolo con i trabiccoli che ogni anno vengono banditi, ma che ogni anno continuano imperterriti a circolare e sarebbe utile a mio parere tornare a una pratica adottata alcuni anni fa quando sulla nostra stampa associativa venivano pubblicate le foto di questi cialtroni con i loro veicoli sopra iquali si vantano di mettere pure il nome del proprio Gruppo o paese, mettendoli ufficialmente alla berlina con la speranza che i Presidenti di Sezione interessati prendano finalmente provvedimenti. Naturalmente non ci sono stati solo momenti da dimenticare come questi, perché nelle stesse ore in centinaia di paesi, teatri, chiese e comunità sparse in tutta la Regione si tenevano concerti corali, musicali e spettacoli che vedevano gli alpini coinvolgere la popolazione ospitante nella grande festa verde. E come sempre la domenica mattina tutto torna all’ufficialità con l’arrivo dei pullman provenienti da tutta Italia che scaricano migliaia di alpini e famigliari desiderosi di mostrare anche questa volta di esserci e di essere uniti nel rispetto degli ideali tramandati dai nostri Veci ed è significativo il fatto che calando per forza di cose il numero dei Reduci, aumenti quello delle ragazze e ragazzi dei campi scuola quale segno di continuità associativa. Purtroppo il maltempo ha certamente scoraggiato alcuni a sfilare, ma le cifre ufficiali parlano comunque di quasi 90.000 partecipanti inquadrati nelle varie Sezioni precedute dagli alpini della seconda naia, quelli delle Sezioni estere che tutti gli anni intendono con la loro presenza testimoniare la vicinanza all’Associazione e all’Italia in un corteo che è durato oltre 10 ore. E comunque, e chi l’ha provato sa cosa intendo dire, malgrado la pioggia, durante la sfilata quasi non ci si accorge del disagio e in poco tempo ci si ritrova allo scioglimento e dopo un veloce saluto agli amici del Gruppo e della Sezione ci si congeda con un arrivederci il prossimo anno a Vicenza.
Come di consueto martedì 25 aprile il nostro Gruppo ha partecipato compatto ed in buon numero alla cerimonia in occasione della ricorrenza dell’anniversario della liberazione e, complice anche la bella giornata, ha testimoniato con la sfilata attraverso le vie del paese l’importanza dell’evento. Il fatto poi di essere accompagnati da una numerosa delegazione di sanvittoresi che malgrado il lungo “ponte” festivo hanno voluto essere presenti ed il fatto che, forse perché siamo un paese, una comunità dove si guarda più alla sostanza che alle ideologie che alla fine dividono, hanno fatto si che alla fine tutto sia andato per il meglio con finale come sempre molto sentito con la visita insieme agli amici del Complesso Bandistico Sanvittorese alla Casa Famiglia (RSA) dove gli ospiti hanno partecipato con gioia all’esibizione del “banditi”. Ma se a livello istituzionale ed organizzativo tutto è filato per il meglio, mi vorrei riallacciare all’intervento finale del Sindaco Daniela Rossi al termine della cerimonia al Cimitero quando si è tolta il classico “sassolino dalla scarpa” sottolineando la delusione riguardo l’assenza dei bambini delle scuole alla manifestazione, tutti forse coinvolti nel ponte festivo. Eppure scusate ma, personalmente e col senno di poi, a me non è spiaciuta questa assenza e vi spiego il perché. Da circa 30 anni noi alpini andiamo nelle scuole sanvittoresi (e anche fuori paese) nella ricorrenza del 4 novembre, Festa della fine della 1° Guerra mondiale, delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia e queste occasioni di incontro con i futuri cittadini iniziano sempre con la cerimonia dell’Alzabandiera durante la quale spieghiamo ai bambini l’importanza di quanto stiamo facendo, del significato di rendere onore a quel Drappo che ci rappresenta in quanto Popolo, una Bandiera nel nome della quale molti giovani hanno dato la vita e che molti prigionieri di guerra hanno diviso in pezzi e si sono cucita addosso per poterla ricomporre una volta tornati a baita perché Essa rappresentava un sacro legame con la propria Patria (terra degli Avi). Ebbene anche in questa occasione di festa, dove tutto è andato bene, l’unica nota stonata, veramente stonata, riguarda il fatto che mentre davanti al Comune veniva issata la Bandiera e successivamente venivano tributati gli Onori ai Caduti al relativo monumento, tutti gli avventori del bar a due metri di distanza se ne stavano spaparanzati sulle sedie bevendo caffè e aperitivi, ciarlando come niente fosse e non mostrando il minimo interesse ne’ rispetto per quanto stava accadendo davanti a loro…e non è la prima volta. Se quel giorno fossero stati presenti i bambini, il prossimo 4 novembre mi sentirei molto ipocrita a spiegare loro come ci si deve comportare durante queste cerimonie dove l’educazione ed il rispetto giocano un ruolo fondamentale e che è importante per costruire le fondamenta della coscienza del futuro cittadino….a meno di non sfruttare questocomportamento per far capire come NON ci si deve comportare e magari suggerendo loro di farsi portavoce verso i cosiddetti “più grandi” dimostrando con l’esempio di avere recepito l’importanza del contegno da tenere in tali circostanze. Beh, può essere un’idea.
Sabato 29 aprile una squadretta della S.I.A. con una spolverata di coristi del gruppo di Melzo ha accompagnato una ventina di studenti della classe 3C del Liceo IIS Machiavelli di Pioltello in Val d’Aosta e precisamente nella valle del Lys sopra Gressoney Saint Jean per visitare l’antico insediamento Walser di Alpenzù un luogo magico, arroccato su un balcone naturale che sovrasta la valle e la cui vista spazia sullo spettacolare massiccio del Monte Rosa, vista che ci è stata purtroppo negata dalle condizioni climatiche avverse. La cronaca della giornata ha visto l’appuntamento in valle fra il pullman della scuola, noi alpini partiti dalla periferia milanese e la nostra guida locale, il mitico “zio” Franco torinese da tempo oramai residente in Valle con il quale ci siamo consultati riguardo il tempo che fino a qualche minuto prima non dava speranze per la giornata ma che in quel momento sembrava concedere una tregua tanto da farci decidere di effettuare egualmente l’escursione prevista al grido di “se pioverà la prenderemo”. Posteggiati i mezzi e caricati gli zaini in spalla, dopo una breve spiegazione sull’uscita e sul comportamento da tenere, i ragazzi inquadrati dalle insegnanti Paola Poltronieri e Paola Guidotti (anch’essa volontaria nella nostra P.C.) iniziavano la salita non prima di avere lanciato uno sguardo alle case del borgo nostra mèta che si vedevano abbarbicate lassù…per qualcuno un po’ troppo lassù. E comunque chi prima e chi dopo tutti siamo arrivati alla destinazione prefissata e dopo una breve pausa ci siamo recati presso la baita dello “zio” dove quest’ultimo ha illustrato le condizioni di vita e di lavoro nella valle e specialmente nel villaggio che ci ospitava con particolare riferimento alle difficoltà quotidiane che dovevano affrontare gli abitanti di tutte le età per sopravvivere e mantenersi con i prodotti che la terra offriva e che a costo di pesanti sacrifici dovevano coltivare, nonché al fatto che la ristrutturazione e il mantenimento dell’abitato sia stato possibile grazie alla volontà e all’impegno di volontari che hanno inteso salvaguardare una realtà storica che rischiava di scomparire. Abbiamo anche potuto visitare alcune abitazioni nelle quali erano stati ricreati gli ambienti originari. Dopo questa lezione storica ci siamo recati e schierati nella “piazzetta” dove grazie ad un rudimentale pennone abbiamo eseguito l’Alzabandiera, cerimonia questa per la maggior parte dei ragazzi vissuta per la prima volta ma comunque da tutti partecipata. E poiché tutti i salmi finiscono in gloria, al “rompete le righe” ci siamo fiondati tutti nell’area pic-nic del vicino rifugio dove è stato consumato il rancio al sacco al termine del quale, complici i coristi, sono iniziati i canti ai quali si sono subito uniti molti ragazzi (e specialmente ragazze) che hanno dimostrato di apprezzare questo modo di stare insieme che per noi è naturale, ma che per loro è stata una autentica nuova esperienza vissuta senza l’ausilio dei telefonini. Buon ultimo le foto di rito prima di imboccare il sentiero di rientro a fondo valle e dopo esserci ricompattati sui mezzi, prima della partenza abbiamo fatto un tappa a Saint Jean dove abbiamo incontrato il capogruppo alpino locale col quale c’è stato uno scambio di doni prima di riprendere la via del ritorno noi soddisfatti di avere condiviso questa bella esperienza con i ragazzi e la speranza, per quanto riguarda loro, di essere stati contenti di avere passato una giornata particolare con i loro nuovi amici alpini.
Bella serata quella organizzata per “La Campagna di Russia, ieri ed oggi: storia e testimonianze di un sofferto sacrificio a 80 anni dalla tragica conclusione.” A dire il vero l’aspettativa era per un maggior numero di presenti tenendo conto dell’argomento trattato e dell’impegno che comporta l’organizzazione di serate come queste. Peccato, perchérispetto al “solito”, per quanto interessante, racconto della ritirata di Russia, la presentazione fatta nella serata da parte di Danilo Dolcini, uno dei massimi esperti delle vicende relative alla campagna di Russia e membro dell’Associazione culturale sulle orme della storia, è risultata originale coinvolgendo i presenti nei tre momenti in cui si è articolata: la ricostruzione dettagliata delle forze italiane e della loro dislocazione sul territorio durante le diverse fasi della ritirata, la testimonianza attraverso aneddoti e informazioni (gli scarponi, i rifornimenti, il vestiario, eccetera) delle condizioni di vita dei soldati, il racconto fatto dal diretto interessato del percorso effettuato in più occasioni esattamente sul tracciato della ritirata delle nostre truppe. Il tutto supportato da una presentazione multimediale. Molto interessante la rappresentazione supportata da cartine dettagliate degli schieramenti delle truppe e in particolare delle divisioni alpine, le battaglie principali, i movimenti per contrastare le forze avversarie e per sfuggire agli accerchiamenti. Non sono mancati momenti significativi di battaglie come quella nella “valle della morte”, sicuramente il più importante fatto d’arme in Russia almeno per le perdite dalle nostre truppe: dei 25mila soldati circa ”insaccati” in questa località dal 21 al 24 dicembre 1942, solo circa 5mila ne uscirono vivi; tutti gli altri uccisi o presi prigionieri. Si è passati poi a parlare delle condizioni dei nostri soldati, dei supporti tecnici del vestiario, delle scarpe, ecc. ed è stato interessante scoprire attraverso documentazioni e testimonianze che in realtà non eravamo mal messi come in generale si ritiene. Le dotazioni e la qualità delle stesse, pur non essendo perfettamente funzionali alle condizioni ambientali, potevano se opportunamente distribuite e gestite, contenere i disagi e le sofferenze patite dai soldati. Quello che è emerso quindi è stata una scarsa organizzazione e gestione di tutto il materiale di supporto a di assistenza alle truppe che ha contribuito non poco alla perdita di uomini e mezzi durante tutta la campagna e in particolare durante la ritirata.Infine la parte sicuramente più originale attraverso il racconto delle visite effettuate in Russia e del percorso a piedi lungo l’itinerario della ritirata dei soldati. E qui ha destato emozione vedere tramite le ricostruzioni fotografiche le trincee, gli avamposti e i campi di battaglia. Esistono ancora, anche se in parte diroccate, le isbe dove i soldati sostavano per ripararsi dal gelo. Toccante è stato il racconto del ritrovamento di alcune piastrine di nostri soldati che sono state successivamente riconsegnate ai parenti in Italia. Per ultimo alcune fotografie hanno mostrato come per intere lunghe giornate di marcia si confondessero il manto nevoso con l’ambiente circostante e l’orizzonte plumbeo, tutto uguale senza punti di riferimento in una situazione ovattata e con temperature polari che da sole rendevano tragica la ritirata.
Finalmente!!Dopo treanni di sofferenza abbiamo ricominciato. In particolare negli anni 2020 e 2021 non si fece nulla per le direttive sul maledetto Covid che vietava ogni tipo di aggregazione. L’anno scorso 2022 si era festeggiata con alzabandiera e S. Messa in Santuario. Quest’anno un importante progresso con alzabandiera, S. Messa all’aperto davanti alla sede e pranzo ristretto a soci e familiari. Con questa progressione l’anno prossimo ritorneremo ai festeggiamenti del passato (questo è quello che speriamo). Ma torniamo al 26 marzo; ci ha dato una mano il tempo con una mattinata di sole caldo e assenza di vento mentre al pomeriggio è arrivata la pioggia e temperatura in ribasso. Una discreta presenza tra una ventina di alpini, le autorità civili e militari, il corpo bandistico ed un buon numero di persone sicuramente vicine agli alpini. L’evento è iniziato alle ore 10 con la emozione dell’alzabandiera sulle note dell’inno di Mameli suonato dai musicanti in divisa e con tutti i presenti sull’attenti per rispetto al tricolore e con i gagliardetti del nostro gruppo, quello del gruppo di Legnano ed il gonfalone del comune. La S. Messa celebrata dal parroco Don Marco Longoni che ringraziamo per la presenza e per le parole rivolte al nostro gruppo, è stata accompagnata sempre dai brani suonati dal Corpo Bandistico. Alla fine emozionante canto “Signore delle cime“ e preghiera dell’alpino detta con bravura dal nostro capogruppo. Durante la celebrazione abbiamo raccolto una bella sommetta che abbiamo dato al Parroco per le esigenze parrocchiali. Al termine tutti in libertà per uno scambio di saluti e con il piacere di parlare con persone che magari non vedevi da tempo. A seguire aperitivo in sede preparato dal vice capogruppo (bravo Fabio!) per poi continuare con il pranzo servito con la solita bravura dagli addetti alla cucina (un grande grazie!) ad una ventina di commensali (mi ricordo quando eravamo in sessanta……).E fuori iniziava a piovere…..La buona riuscita di questa giornata è anche grazie ai soliti alpini che il giorno prima avevano lavorato rasando il prato e preparando tutto l’occorrente (altarino, sedie, microfono, ecc...….). Bravissimi tuttimentre io mi sono limitato a raccontarlo. Un arrivederci alla prossima e vi aspettiamo numerosi (alpini in primis).
Il gruppo alle celebrazioni per Don Gnocchi (Maggio 2023)
Il Gruppo di S. Vittore O. alla celebrazione al Santuario del Beato don Gnocchi
Il 2 aprile la Lombardia ha celebrato la “Giornata regionale della riconoscenza per la solidarietà e il sacrificio degli Alpini”, istituita simbolicamente nel giorno in cui è iniziata la realizzazione dell’Ospedale in Fiera a Bergamo per far fronte all’emergenza Coronavirus. In quest’ambito la sezione di Como e quella di Bergamo hanno promosso la celebrazione della Santa Messa al Santuario del Beato don Gnocchi presso l’omonima Fondazione a Milano e la presentazione di una sua reliquiache sarà portata al tempio di Cargnacco in occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini in programma a Udine dall’11 al 14 Maggio. Alla celebrazione era presente anche il vessillo della Sezione di Milano e il gagliardetto con una delegazione del Gruppo di S. Vittore Olona. Semplice e partecipata la celebrazione del Rettore della Fondazione che in occasione della domenica delle Palme ha ricordato anche la figura di don Carlo Gnocchi. Successivamente è stata benedetta la reliquia che verrà portata a tappe a Cargnacco da circa trenta camminatori assistiti dai Gruppi Alpini delle varie sedi attraversate dal percorso. La partenza avverrà sabato 6 maggio per arrivare a Cargnacco venerdì 12 maggio.
Domenica 19 marzo il Comune diCerro Maggiore, nella persona del Sig.Sindaco, ha voluto riunire presso il Palazzo Comunale quanti hanno partecipato durante tutta la campagna anti Covid-19 a titolo di supporto nella gestione dell’Hub vaccinale presso il Movie in adiacente all’autostrada di Legnano. Ai tempi era stata richiesta la cooperazione anche degli Alpini interpellando allo scopo Matteo Cislaghi allora capogruppo di Legnano che girò la richiesta anche a noi di San Vittore Olona, ovviamente in base alle disponibilità di ognuno. La volontà nonché capacità “manageriale” di Teo avviò la macchinaalpina che si mise in movimentonon perdendo alcun colpo anzi riscuotendo la simpatia dei responsabili nonché di quanti si presentarono per la vaccinazione. Sembra brutto dirlo ma va detto. Visto il nostro incarico nella gestione del flusso agli ambulatori abbiamo avuto molteplici consensi del nostro agirefavorendo agli operatori sanitari la tranquillità del loro lavoro; quando ci siete voi alpini noi si lavora meglio. Che volete di più? E il di più ci è stato confermato durante la cerimonia di ringraziamento nella quale il Sindaco evidenziò quanto era stato fatto da tutti i partecipanti elogiando il senso civile di collaborazione sia da chi era in prima fila sia nelle retrovie evidenziando l’importanzadella collaborazione. Oggi, per darsi un tono, si chiamerebbe lavoro di squadra. Ilsindaco di Cerro, volle ringraziare omaggiando siail gruppo alpinidi Legnano esiaquello di San Vittore Olona, con un attestato di riconoscenza che non è roba da poco ma per quanto rammenta speriamo sia l’ultimo.
…o per meglio dire, che cante quelle che gli amici del Coro “Voci del Rosa” di Busto Arsizio hanno generosamente donato nel pomeriggio del 5 marzo agli ospiti della RSA mantovani di San Vittore Olona e ai loro famigliari che hanno potuto godere di un paio d’ore di bel canto che ha coinvolto, anche emotivamente, tutti i presenti. C’era in effetti una certa preoccupazione in quanto l’evento ha rischiato di dover “saltare” a causa di imprevisti organizzativi, ma alla fine tutto è andato per il meglio anche perché se la parte principale riguardava l’esibizione dei coristi diretti dal Maestro Lino Sementa la strada la si poteva considerare già spianata vista l’esperienza da loro maturata e il fatto che si possano oramai considerare “di casa”. Come già detto quindi tutto perfetto compresa la partecipazione dei presenti che si sono immedesimati e partecipato anche attivamente alle canzoni che hanno saputo anche riportare alla luce note e parole scolpite nella memoria. Un ringraziamento quindi per l’accoglienza e il supporto al personale della RSA capitanato da Simona e buon’ultimo quello che nel rugby è chiamato terzo tempo e cioè il trasferimento, al termine del concerto, nella nostra sede dove la festa è continuata in maniera più “ruspante” ed amichevolmente alla buona con ancora molte canzoni accompagnate da un buon bicchiere. Grazie a tutti.
Gli alpini alle Medie di San Vittore Olona (Aprile 2023)
GLI ALPINI ALLE MEDIE DI SAN VITTORE OLONA
Proseguendo nel programma di incontri con gli studenti delle scuole medie, giovedì 16 febbraio una delegazione guidata dal capogruppo Franco, ha effettuato un incontro con gli studenti di terza media delle scuole di S. Vittore Olona. L’incontro fa parte del programma definito con la Direzione Didattica volto a far conoscere agli studenti che affrontano lo studio della Prima guerra mondiale, aspetti concreti della vita dei soldati al fronte e si inquadra nel compito previsto dal nostro Statuto di “tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini...”. La presentazione effettuata da Franco con l’aiuto di supporti audiovisivi ha destato grande interesse da parte della ventina di studenti presenti con la guida della loro professoressa Utilia Colucci, e ha toccato l'inquadramento storico e sociale, la situazione logistica e organizzativa del fronte, la vita dei soldati durante le lunghe ore di attesa nelle trincee, nelle fasi di attacco e resistenza. Apprezzati sono stati in particolare le esemplificazioni e gli aneddoti che hanno reso viva la partecipazione all’evento rendendo concreta la rappresentazione delle aspettative, delle ansie, delle fatiche e dei dolori sopportati dai soldati al fronte. Ancora più interesse gli studenti hanno mostrato nel vedere e poter toccare con mano alcuni reperti presentati durante l’incontro. Frammenti di granate, proiettili, un elmetto come testimonianza viva della battaglia e una gavetta come esemplificazione della sopravvivenza in trincea. Infine, una curiosità particolare ha destato il frammento di un rampone da applicare allo zoccolo dei muli, cosa che ci ha permesso di raccontare e contestualizzare anche l’impegno e il grande sacrificio dei mai dimenticati amici a quattro zampe degli alpini e degli alpini stessi. Che dire: grazie alla Direzione Didattica al corpo insegnante e ai ragazzi che ci hanno permesso di rappresentare alcuni momenti salienti del conflitto, con l’auspicio che tragedie come quella della Prima guerra mondiale non abbiano a ripetersi.
Il giorno 9 marzo è stato un giorno triste per noi alpini che abbiamo dovuto dare l’estremo addio al decano del nostro Gruppo, il Vecio Isidoro Toso è andato avanti. Classe 1931 era nato a Rovigo il 22 febbraio e dal settembre 1952 al marzo del ’54 aveva prestato servizio militare nella Brigata Alpina Tridentina nella 6° Comp. Del Genio Pionieri e sin da subito si era iscritto all’Associazione diventando una figura famigliare per noi (all’epoca) bocia che abbiamo sempre potuto contare sulla sua presenza in sede e alle nostre manifestazioni sino agli ultimi tempi malgrado gli acciacchi e l’inesorabile trascorrere del tempo. Purtroppo la scomparsa dell’amata Angela lo scorso ottobre lo aveva profondamente provato e da allora non si era più ripreso dovendo essere ricoverato presso una struttura per la riabilitazione accudito dai figli Giorgio e Paolo, entrambi alpini e soci del Gruppo che gli sono stati vicini sino alla fine. A noi piace ricordarlo quando nel novembre del 2021 l’abbiamo festeggiato in sede in occasione del suo 90° compleanno, l’ultima volta in cui abbiamo avuto il piacere della sua compagnia. A Paolo, Giorgio e alle loro famiglie l’affetto e la vicinanza del Gruppo.
E' passato tanto tempo, troppo, e come tutti sanno, dopo l’esperienza del biennio/triennio trascorso, finalmente la normalità riprende. Spesso questa interruzione, ovviamente non cercata e tanto meno voluta, mi ricorda un carrolasciato in perfetta inattività per un tempo infinito e che si riprende ad utilizzare. Qualche asse che si schioda e si stacca , una o due ruote sbilenca e cigolii a non finire come soffrisse di dolorosissime artrosi; comunque siamo ripartiti. Nella giornata del 5 marzo ’23 gli amici del coro“Voci del Rosa” di Busto Arsizio sono tornati per continuare e, speriamo tanto nel prossimo futuro, a vivere in collaborazione con il nostro gruppo alpini un momento di compagnia e di musica presso la CASA FAMIGLIAdi San Vittore Olona. Ovviamente hanno fatto la loro parte in maniera consueta ossia egregiamente mentre gli alpini del gruppo assieme ad amicie parenti degli ospitisupportavano con applausi, ovviamente non richiesti ma dovuti. Il sorriso degli ospiti tradiva la soddisfazione del momento alternandola a spontanei “bravi alpini” in realtà erano i coristi meritevoli, "i bravi” del momento! Mi piace riportare quanto uno dei coristi sottovoce mi disse: quasi quasi non riesco a capire la differenza fra noi e loro (gli ospiti) purtroppo la famosa “livella”, sì quella di Totò, sorella gemella della carta d’identità non fa sconti a nessuno.
Su invito dei Municipi di varie zone di Milano ed in accordo con il CCV (Centro Coordinamento Volontari) della Città Metropolitana sono stati programmati e realizzati numerosi incontri con studenti di vari istituti milanesi di primo e secondo grado con lo scopo di far conoscere la Protezione Civile, di illustrarne gli scopi e le attrezzature, nonché istillare nei ragazzi il senso di responsabilità grazie al quale ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire a mitigare i pericoli. Sono stati effettuati appunto una serie di incontri in classe dove con l’aiuto di slide e filmati è stata espletata la parte teorica alla quale hanno fatto seguito degli incontri “sul campo” all’aperto dove i ragazzi hanno potuto venire a contatto fisicamente con le attrezzature utilizzate in ambito di Protezione Civile il tutto, è giusto ricordarlo, grazie all’impegno instancabile dell’alpino Tony Zanghi che ha preso a cuore questa iniziativa ed è diventato il punto di riferimento nel progetto scuole ed il tramite fra i volontari, il Comune e le Direzioni didattiche, cosa questa che richiede uno sforzo paragonabile ad un intervento in emergenza. Personalmente nelle giornate del 14 e 16 marzo ho partecipato agli incontri pratici organizzati presso la scuola secondaria (le medie) Munari di via dei Salici a Milano dove nelle due mattinate (e altre ne erano state effettuate precedentemente) abbiamo coinvolto centinaia di studenti che a rotazione suddivisi in gruppi hanno potuto interagire con i volontari utilizzando personalmente gli apparati radio, le manichette antincendio, i sacchi di sabbia usati nelle alluvioni ed apprendere le nozioni di primo soccorso e le tecniche di rianimazione. Devo dire che personalmente sono stato contento del risultato visto l’interesse dimostrato dai ragazzi che, a parte pochissimi e fisiologici casi, si sono dimostrati attenti e soddisfatti dell’esperienza e chissà (come ho detto al termine di ogni incontro) che un domani non si possa ritrovare qualcuno di loro che, dopo avere deciso di intraprendere questa strada come professione, possa insegnare a noi volontari nuove tecniche e modi di intervento.
Domenica 5 marzo si è tenuta presso l’aula magna dell’Istituto Leone XIII a Milano l’annuale Assemblea Generale della nostra Sezione che ha visto, dopo irituali onori alla Bandiera, la consegna dei riconoscimenti ai soci con 50 anni di iscrizione all’A.N.A., al termine della quale si è data lettura della Relazione Morale del Presidente e di quella finanziaria entrambe successivamente approvate all’unanimità dall’assemblea. Si è dato poi spazio agli interventi dei soci su vari temi (che potremo leggere integralmente su Veci e Bocia)ai quali hanno fatto seguito le risposte del Presidente, e successivamente le votazioni per il rinnovo del Consiglio sezionale hanno chiuso i lavori.
Venerdì 27 gennaio, su invito dei bambini e delle insegnanti delle Scuole “Madre Geltrude Comensoli” e “Giovanni Paolo II” di San Vittore Olona e di Cerro Maggiore, una nostra rappresentanza ha partecipato alla commemorazione della Giornata della Memoria svoltasi sul piazzale della Chiesa Parrocchiale. E’ stato un momento veramente toccante con tutti i bambini, i loro genitori e le insegnanti riuniti attorno alla ricostruzione di un binario, ricordo dei treni che portavano i deportati, circondato da valige come quelle che i condannati si portavano appresso con le cose più care sulle quali erano riportati i nomi di chi non ha fatto ritorno. Molto partecipato sono stati anche i canti in ebraico che i bimbi hanno intonato al suono della fisarmonica con un impegno davvero ammirevole. Un ringraziamento quindi alle insegnanti che hanno voluto e saputo far capire ai bambini l’assurdità di quanto accaduto quale monito perché ciò non si debba ripetere.
Nato a Pesaro il 19 giugno 1921, all’inizio degli anni trenta con la sua famiglia si trasferì a San Vittore Olona, e dopo pochi anni si trasferì a Legnano. Non ancora compiuto i diciotto anni si arruolava nel Regio Esercito, frequentando la Scuola Centrale Militare di alpinismo di Aosta in qualità di aspirante specializzato sciatore e rocciatore. Divenuto soldato scelto, nel maggio 1939 fu assegnato al battaglione alpini "Edolo" del 5º Reggimento alpini, e all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, combatté sul fronte occidentale contro le truppe francesi. Dopo l'inizio della guerra contro la Grecia, nel novembre 1940 partì per l'Albania per combattere su quel fronte. Nominato comandante di squadra esploratori, e promosso sergente maggiore, nel luglio 1942 partì per il fronte orientale al seguito del suo reggimento, inquadrato nella 2ª Divisione alpina "Tridentina" in forza all'ARMIR. Cadde in combattimento il 26 gennaio 1943, durante il corso della battaglia di Nikolajewka. Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Sabato 28 gennaio gli alpini del Gruppo di Legnano hanno voluto onorarne la memoria con una brave ma significativa cerimonia nella piazzetta che porta il suo nome e dove è posta una targa ricordo, ai piedi della quale è stata deposta una corona di alloro ed è stata letta la motivazione dell’onoreficenza. Anche il nostro Gruppo ha voluto essere presente con una piccola rappresentanza ed il Gagliardetto per onorare questo nostro concittadino.
Il programma della Squadra prevedeva per domenica 12 febbraio l’uscita in ambiente innevato in Val Locana con destinazione il Rifugio Jervis, ma purtroppo vista la scarsità della materia prima (la neve) in quella zona e il fatto che avremmo dovuto attraversare la zona di Ivrea dove si sarebbe festeggiato il carnevale con gli inevitabili problemi di traffico, si è deciso di “accontentarsi” di una meta più vicina seppur non così leggera quale la salita ai Piani di Artavaggio con partenza da Moggio in Valsassina.Così di buon mattino una dozzina di vecchi e nuovi soci della SIA si sono dati appuntamento al parcheggio all’uscita dell’abitato di Moggio e senza indugio, anche per contrastare il freddo pungente, hanno imboccato il sentiero n. 724 denominato “del Vallone” che risalendo la destra orografica dell’omonimo torrente dopo circa due ore e 800 mt. di dislivello arriva nella conca dei Piani di Artavaggio sempre rimanendo sotto il tracciato della funivia. Arrivati in quota una giornata limpidissima all’insegna del sole più “sfacciato” certamente non riconducibile al periodo invernale ci ha convinti a raggiungere al più presto il “nostro” posto alle spalle dello storico Albergo Sciatori purtroppo da tempo chiuso e abbandonato dove abbiamo consumato il rancio al sacco e facendo letteralmente sparire in un attimo il monumentale salame come sempre portato in quota dall’amico Ciccio di Melzo. Terminato il momento conviviale abbiamo dato inizio all’esercitazione di ricerca sotto valanga accontentandoci della neve presente che ci ha comunque consentito di spiegare l’utilizzo dell’ apparato ARVA ricercando quello nascosto sotto lo strato nevoso e di esercitarci nella ricerca con la sonda al fine di imparare a “sentire” la differenza di profondità causata dagli eventuali reperti sepolti. Dopo alcune prove, abbiamo richiuso gli zaini e ripreso il sentiero del ritorno, questa volta calzando i preziosi ramponcini per evitare pericolose scivolate sul terreno che era diventato alquanto insidioso a causa della neve e del ghiaccio sottostante e fatto ritorno alle auto con l’appuntamento alla prossima occasione.
Da subito,la parola“ul falò“, ti suscita un qualcosa di misterioso, inspiegabileforse meraviglioso; riconosco che può sembrare una forzatura ma questa vocabolo accentato mi suggerisce questa sensazione: UL FALO’, questo falò, se ci pensiamo un attimo, ha la magia di trasportarcinel mondo dell’innocenza quando si credeva alle fate, agli gnomi, alle streghe, ecc., ecc. Sono convinto che la maggior parte della gente presente la sera del 14 u.s. nel prato della nostra sede sia stata coinvolta in questo mondo incantato quando alle 21 veniva accesa la catasta eretta dagli alpini per rinnovare ancora una volta questa tradizione che rischia di scomparire col passare del tempo. L’affluenza della cittadinanza ha superato ognirosea aspettativa. In realtà la serata era stata pubblicizzatama fino all’ultimo momento al gruppo degli alpini la speranza la faceva da padrona, siamo stati premiati.La numerosa collaborazionedei soci è stata encomiabile sia nei giorni precedenti con la potatura delle piante e sia nell’allestimento e preparazione della serata evidenziando come l’unione faccia la forza attenuando la fatica dell’impegno intrapreso dal gruppo. Una cena veloce in sede rinforzò anima e corpo dei “ baldi alpini “ mentre pian piano la gente si radunava lungo le transenne poste a protezione. A supportoarrivarono anche alcuni componenti del servizio d’ordine sezionale a cui va un sentito graziementre dei soci del gruppo cinofilo aggregato a noi parteciparono con i loro cani; originale presenza coreografica apprezzata particolarmente dai bambini.
E grazie alla disponibilità della Dirigenza e delle insegnanti del ICS Carducci di San Vittore Olona, nella mattinata di giovedì 19 abbiamo avuto la possibilità di avere due incontri con gli studenti delle classi 3B e 3C della Scuola Secondaria di Primo grado (per noi oltre gli anta “le medie”) “G. Leopardi”. Come sempre, grazie all’aiuto indispensabile delle insegnanti che già avevano introdotto l’argomento parlando della componente storica relativa alla prima Guerra mondiale, ci siamo trovati la strada spianata e abbiamo potuto constatare l’interessamento degli studenti che dopo le spiegazioni sul cambiamento avvenuto a livello militare all’inizio del 1900 e sulle condizioni di vita dei soldati e della popolazione civile in quel periodo, seguite da un filmato che illustrava la costruzione e l’utilizzo delle trincee, hanno soddisfatto le loro curiosità sull’argomento dimostrandosi particolarmente interessati ai reperti originali recuperati sui ghiacciai e che avevamo portato per mostrarli a questi nuovi amici e far loro “toccare con mano” ciò di cui si parlava. Non possiamo quindi che dirci soddisfatti dell’esperienza e, rispettando quanto indicato nel nostro Statuto associativo, di avere avuto la possibilità di tramandare ai giovani quello che ci hanno trasmesso i nostri Veci, con un ringraziamento particolare alle Prof.sse Laura Ori e Isabella Aura per l’aiuto prezioso che ci hanno dato con l’appuntamento al prossimo mese.
Gli ultimi due appuntamenti della Squadra si sono tenuti il 18 dicembre con il tradizionale ritrovo al Rifugio Piazza sul Monte S. Martino sopra Lecco, ospiti degli amici del Gruppo di Rancio, dove è stato stilato il programma con le uscite del 2023 naturalmente dopo avere ricordato i nostri soci “andati avanti” nella piccola cappella annessa al Rifugio, e domenica 15 gennaio con la salita all’Alpe Campra in Val Vigezzo. In entrambe le occasioni i soci sono stati presenti in buon numero anche se i numerosi impegni di ognuno rendono sempre difficoltoso incastrare i giorni disponibili, ma tant’è Tasi e Tira. Le uscite dell’anno entrante sono state comunque programmate e l’occasione è servita anche a fare un bilancio delle attività svolte nel 2022, attività che comunque all’inizio dell’anno trascorso hanno ancora risentito degli effetti della pandemia e che ci hanno visto attivi nei servizi richiesti, nonché a scambiarci gli auguri natalizi. La trasferta in Val Vigezzo invece ha permesso di effettuare una progressione in ambiente innevato e utilizzare la pausa post-rancio per un ripasso dell’utilizzo delle attrezzature di auto soccorso quali pala, sonda e Arva per la ricerca sotto le valanghe.
Più o meno tutti conoscono o ne hanno sentito parlaredi questa montagna o per interesse turistico o storico cosa del resto impossibile da dividere. Chi vuol salire in Adamello dà per scontato sia la bellezza di quella montagna, sia il suo essere un perenne monumento e, a saper guardare, un museo a cielo aperto della guerra del 1915 -18. Questi i presupposti che cihanno spinto da subito ad accettare la disponibilità del Prof. Giancarlo Restelli, ormai di casa, ad una serata di interesse storico inerente alla guerra in Adamello, “GUERRA BIANCA” è stata definita che sconvolse quel ghiacciaio e quelle montagnedurante la prima guerra mondiale. La sera del 18/11 u.s. la nostra sede ospitò un notevole gruppo di interessati all’argomento. Con la sua relazione il Prof. Restelli, ottimo e competente relatore, ci illustrò sia il periodo storico e sia la situazione politicadi allora che giustificò la guerra in Adamello data la sua posizione geografica ai confini fra Italia e l’impero austroungarico. Ambedue gli eserciti dovettero far i conticon un conflitto che si combatteva per la prima volta in ambienti sconosciuti e ad altitudini impensabili. Ovviamente le difficoltà in simili situazioni e le modalitàper affrontarle erano totalmente da inventare da ambedue gli eserciti. Sorsero audaci avamposti situatioltre i tremila metri, si costruirono le primegrossolane ma ardite teleferiche in contemporanea allo scavo di mine e di rifugi in galleria o nel ghiacciaio vedi la “città di ghiaccio” in Marmolada assieme alle baracche appese sulle parerti di precipizi strapiombanti e bisognose del totale supporto logistico e militare. L’utilizzo dei muli e perfino dei cani impiegati al traino delle slitte oltrealla tecnicaalpinistica allora utilizzata seppur rudimentale, sono a testimoniare le difficoltà di quel periodo, tutte opere e memorie che ancor oggi lasciano sbigottiti.
E dopo i festeggiamenti del capodanno, la notizia che non avresti mai voluto sentire: Giuliano Perini ci ha lasciati, è andato avantie ha raggiunto in cielo la sua Milena che lo ha preceduto di soli 8 mesi ed ora si trovano insieme ai tanti amici alpini che in questo mezzo secolo hanno fatto la storia della Sezione di Milano e non solo. Dire Giuliano Perini e dire Alpino è tutt’uno e per chi come me ha avuto la fortuna di condividere tanta esperienza con la penna non può che essergli grato per quanto ha fatto per la nostra Associazione.I nudi numeri non rendono merito alla Sua figura ma è giusto ricordarli per chi, fra i più giovani, non ha avuto la possibilità di conoscerlo: Capogruppo di Cinisello Balsamo, Direttore di Veci e Bocia, Presidente della Sezione di Milano dal 1989 al 1998 raccogliendo il testimone da quella figura leggendaria di Antonio Rezia, Consigliere Nazionale e soprattutto cofondatore insieme all’indimenticato Roberto Polonia del Nucleo di Protezione Civile Sezionale ma soprattutto alpino fino al midollo senza compromessi e grande amico del nostro Gruppo che nel periodo della Sua presidenza ha realizzato il sogno della Sede. Giuliano, tanti altri, migliori di me, parleranno più dettagliatamente della Tua figura, io posso solo dirti che sono onorato di avere condiviso quasi tutta la mia vita alpina in tua compagnia e Ti ringrazio per l’affetto che ci hai sempre dimostrato e per l’esempio che sei stato per tanti di noi.
E anche quest’anno il nostro Gruppo ha fatto la sua parte nella giornata della Colletta del Banco Alimentare che vede ogni anno migliaia di volontari in tutta Italia scendere in campo per una giornata dedicata alla raccolta di generi alimentari destinati a sostenere e a dare, letteralmente, da mangiare a chi si trova in difficoltà o non ha nulla. Questa volta, sabato 26 novembre, abbiamo inaugurato la raccolta all’EUROSPIN, un supermercato aperto appena un mese prima ma che ci ha dato la soddisfazione di raccogliere la bellezza di734 chili di cibarie che daranno un concreto aiuto ai bisognosi. E anche quest’anno da molti clienti, nel momento di consegnarci la busta con il cibo, ci sentivamo dire: ”Ci fidiamo perché ci sono gli alpini” e questo se da una parte ci inorgoglisce, dall’altra ci carica di una responsabilità morale nel dimostrare alla gente la serietà nostra e delle iniziative che intraprendiamo. L’augurio, tutto nostro, è che la prossima edizione veda una maggiore partecipazione, anche se solo per un’ora, da parte dei nostri soci per organizzare turni meno lunghi.
Mercoledì 9 novembre si è tenuta una interessante serata presso la Sede operativa della P.C. sezionale a Cesano Maderno riguardante il tema dei droni, strumenti sempre più presenti nella vita quotidiana (anche se molte volte nemmeno ce ne accorgiamo) e che in ambito di Protezione Civile rivestono un ruolo molto importante. La serata verteva sull’utilizzo, le regole da rispettare e le autorizzazioni indispensabili per pilotare questi SAPR (Sistema Aereomobile a Pilotaggio Remoto) e si è svolta grazie alla professionalità dell’alpino Felice Longoni della Sezione di Lecco che ha illustrato i vari scenari e situazioni in cui questi apparati possono dare un aiuto fondamentale nella ricerca, sopralluoghi, ispezioni soprattutto laddove la componente umana ha difficoltà ad arrivare o diventa pericolosa per gli operatori. E siccome in tutte le cose il giusto uso rischia di diventare abuso, larga parte del tempo è stato dedicato ad illustrare le limitazioni e le regole da osservare per il corretto utilizzo dei SAPR, regole che dovrebbero essere da tutti osservate specialmente dai piloti della domenica che in barba ad ogni divieto, credono di avere fra le mani un giocattolo invadendo lo spazio aereo e violando la privacy delle persone ignare molte volte di essere osservate dall’occhio elettronico volante. Erano presenti un buon numero di volontari, alcuni dei quali (non come il sottoscritto a scopo informativo) già in possesso del relativo brevetto e desiderosi di entrare nella squadra in allestimento e l’invito rivolto è quello di rendersi disponibili per coprire i ruoli richiesti per la formazione delle squadre. Speriamo in un buon numero di adesioni per questa nuova risorsa a disposizione della nostra P.C. in aiuto della popolazione nelle emergenze, restando al passo dei tempi.
E domenica 13 novembre la Squadra ha effettuato l’uscita in programma e precisamente nella Valle del Lys con partenza dalla località Chemonal a mt. 1415 posta fra gli abitati di Gressoney St. Jean e La-Trinitè dove ci siamo ritrovati con gli amici del Gruppo di Melzo. Indossati gli scarponi siamo subito partiti per il ripido sentiero che dopo meno di un’ora ci ha condotti a quota 1779 mt e al bellissimo villaggio di Alpenzu che si trova lungo il percorso del Tour del Monte Rosa e dell’Alta via della Valle d’Aosta n. 1 e il cui nome originale in lingua Walser è Gròssò Albezò e che conserva ancora molti elementi della cultura di quelle popolazioni di origine germanica provenienti dall’alto Vallese che dal XIII secolo si stabilirono in diverse località dell’arco alpino in Italia, Svizzera, Liechtenstein, Austria e Francia in piccoli gruppi di coloni, e con migrazioni progressive, giungono nelle vallate a sud del Monte Rosa, sviluppando poi nel corso del tempo gli insediamenti stanziali che oggi conosciamo. Il tempo di visitare il villaggio deserto anche a causa della chiusura stagionale del Rifugio locale e subito ci incamminiamo lungo il sentiero che alla fine conduce alla vetta della Testa Grigia posta a 3.120 mt passando dal Bivacco Lateltin. Chiaramente non è questa la nostra destinazione che ci fa posare lo zaino a terra a quota 2.355 nei pressi dell’Alpe Loache dove, al riparo di una baita, visto il vento freddo che ha iniziato a spirare, consumiamo il rancio godendo del piacere della compagnia che è poi il vero collante di queste nostre uscite. E visto che il tempo e soprattutto il freddo iniziava ad entrare nelle ossa, decidevamo di rientrare al borgo con una visita al centenario forno ancora funzionante, prima di ridiscendere alle auto e ripartire verso casa dandoci appuntamento al prossimo mese.
Quale chiusura ufficiale delle manifestazioni in occasione del 150° anniversario della fondazione del Corpo degli Alpini, domenica 11 dicembre si è svolta la S. Messa in ricordo di tutti gli alpini e i soldati caduti in guerra rispettando una tradizione iniziata nel lontano 1955 (guarda caso proprio l’anno di fondazione del nostro Gruppo) su iniziativa dell’indimenticato Peppino Prisco reduce di Russia che volle in questo modo ricordare i fratelli alpini “andati avanti” e che non fecero ritorno a baita. La bella giornata ha permesso lo svolgimento regolare del programma organizzato nei dettagli e che ha visto l’ammassamento degli alpini in piazza della Scala da dove, con un breve corteo hanno raggiunto il piazzale del Duomo schierandosi e rendendo gli onori all’ingresso dei Gonfaloni presenti e del nostro Labaro nazionale. Prima dell’ingresso nella Cattedrale sono stati resi gli onori al Comandante delle Truppe Alpine Gen. Gamba e al Presidente del Senato On. La Russa che hanno passato in rassegna i militari e gli alpini schierati. La S. Messa è stata celebrata da Mons. Francesco Brugnaro Vescovo emerito di San Severino Marche e come sempre è seguita con partecipazione dai presenti.Al termine, tornati sul piazzale e ripreso posto nello schieramento si è proceduto ai discorsi di rito delle autorità ed era veramente un bel colpo d’occhio la piazza gremita di gagliardetti, Vessilli di Sezioni venute anche da lontano per essere presenti e una selva di Gonfaloni dei Comuni che non hanno voluto mancare a questa cerimonia e dimostrare la vicinanza agli alpini, solo della nostra Sezione erano presenti quelli di 41 paesi su 43 gruppi. L’inizio della sfilata ha dato il via all’ultima parte della manifestazione con il corteo che attraversando le vie cittadine fra due ali di gente, ha poi raggiunto il Sacrario in S. Ambrogio dove sono stati resi gli onori ai Caduti ed al termine il “rompete le righe” ha segnato la fine della bella giornata in ricordo di che è andato avanti.
E sempre sabato 10 novembre nel pomeriggio, una piccola delegazione del Gruppo ha partecipato all’incontro con gli anziani ospiti della Casa Famiglia di S. Vittore grazie alla disponibilità degli amici del Complesso Bandistico che hanno voluto regalare un’oretta di musica in occasione degli auguri natalizi. Come sempre l’esibizione dei “banditi” ha riscosso il consenso degli ospiti e del personale assistente che hanno partecipato in maniera anche vivace ai brani proposti. Al termine un allegro brindisi ha chiuso il pomeriggio musicale con un arrivederci al prossimo incontro con queste nostre memorie storiche viventi.
Sabato 10 dicembre, su invito della Prof.ssa Paola Guidotti insegnante del Liceo Scientifico IIS Niccolò Macchiavelli di Pioltello , nonché volontaria della Protezione Civile, ho partecipato ad un incontro sulla prima guerra mondiale e sulle condizioni di vita (e purtroppo anche di morte) patite dai soldati nelle trincee. Come sempre è stato molto interessante, soprattutto per me, vedere l’interesse delle ragazze e dei ragazzi della 5° C Scientifico nel sentire e vedere dalle foto proposte le condizioni a volte disumane che per i 3 anni di guerra hanno dovuto sopportare soldati in molti casi non più vecchi di loro e ai quali è stata tolta la possibilità di vivere a causa di una guerra da loro non voluta e che ha provocato milioni di morti e questo loro interesse mi ha ancora una volta convinto che tutto questo deve partire dall’interesse degli insegnanti per questi argomenti. Il fatto poi che queste scene si ripetano anche oggi a poca distanza da casa nostra e sapere che, a parte le moderne dotazioni ed abbigliamento utilizzato ora rispetto al passato, la paura del sibilo dei proiettili in arrivo sia sempre la stessa fa capire a tutti noi l’insensatezza delle guerre e ai ragazzi ho semplicemente augurato di poter essere più maturi e responsabili di noi “adulti”. Particolare curiosità e stupore hanno suscitato i reperti che ho portato in visione ed in effetti vedere e soprattutto trovarsi fra le mani proiettili di artiglieria dava veramente l’idea di cosa si vedevano piombare addosso i malcapitati. Questo incontro fa parte di un progetto che si svilupperà durante l’intero anno scolastico con altri incontri ed uscite sul campo in ambito di Protezione Civile e che culmineranno con una giornata didattica con destinazione non le solite mète ma il Sacrario di Cima Grappa quale chiusura di un percorso della memoria e in questo percorso avranno vicino gli alpini fedeli al compito di tramandare alle nuove generazioni la nostra storia.
E finalmente possiamo dire di essere tornati alla normalità, infatti quest’anno le celebrazioni in occasione del 4 novembre, Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, sono tornate a seguire il programma che da sempre ha caratterizzato questa ricorrenza che per noi alpini di San Vittore Olona significano l’incontro con la cittadinanza ma soprattutto con i bambini delle scuole sanvittoresi. Infatti dopo il periodo della pandemia abbiamo avuto l’opportunità di organizzare nella giornata di venerdì 4 novembre il doppio incontro con gli alunni della Scuola Primaria dell’Ente Morale di San Vittore Olona e Cerro Maggiore in prima mattina, mentre successivamente ci siamo recati presso l’IstitutoG. Carducci. Nel primo appuntamento la cerimonia dell’Alzabandiera è stata accompagnata dall’Inno di Mameli cantato in coro da tutti i bambini, compresa una classe di quinta in “trasferta” da Cerro Maggiore presenti per partecipare all’incontro al termine del quale ci siamo recati in salone per sottoporci alle domande e curiosità dei nostri piccoli amici.
Nelle giornate del 22 e 23 ottobre Lecco ha ospitato il Raduno del 2° Raggruppamento che rappresenta le Sezioni alpine della Lombardia ed Emilia Romagna e che ha visto convergere nel capoluogo larianomigliaia di penne nere desiderose di ritrovarsi finalmente dopo gli anni oscuri della pandemia per festeggiare i 150 della costituzione delle Truppe Alpine in concomitanza del centenario della Sezione ospitante. Il programma molto ricco è stato rispettato con l’apertura venerdì 21 in piazza Garibaldi della Cittadella degli Alpini a cura dell’Esercito con esposizione di mezzi, attrezzature ed una palestra di arrampicata dove i più giovani si sono cimentati sotto l’occhio degli istruttori militari mentre nel tardo pomeriggio si è tenuta una cerimonia in onore dei Caduti il tutto purtroppo rovinato dal maltempo. Sabato invece San Maurizio ci ha dato una mano regalandoci un pomeriggio assolato e quasi caldo che ha consentito lo svolgimento del corteo che partito da piazza Stoppani, quasi al termine dell’abitato, ha percorso tutto il lungolago fino al Monumento ai Caduti dove sono stati resi gli onori per poi dirigersi alla Basilica di San Nicolò dove è stata officiata la S. Messa. E all’uscita dalla piazza del Monumento la bellissima immagine delle decine e decine di Sindaci dei paesi con un Gruppo alpino che hanno voluto dimostrare la vicinanza all’Associazione e l’importanza attribuita alla presenza alpina sul proprio territorio.
Lunedì 14 novembre un gruppetto di Soci ha raccolto la richiesta della Direzione della Casa Famiglia di San Vittore di organizzare la castagnata per gli anziani ospiti della residenza e nel pomeriggio si sono armati di braciere, fornello e quanto serviva per assolvere l’impegno. Non è stato nulla di faticoso anche perché le castagne erano già state preparate dal personale e dopo la cottura abbiamo fatto l’ingresso nel salone ed iniziato a sbucciare i frutti per la gioia dei nostri “meno giovani” amici che hanno dimostrato di apprezzare la sorpresa. Un grazie quindi a Giuliana, Elena, Valentina e di tutte le operatrici (delle quali mi scuso se non ricordo i nomi) per averci permesso di sentirci utili e di avere potuto regalare un sorriso ai nostri vegett.