ESERCITAZIONE S.I.A.
Domenica 5 ottobre la squadra si è recata in Val Codera per la sua esercitazione mensile. Il ritrovo era fissato all’ingresso dell’abitato di Novate Mezzola proprio dove era ubicato…il posto di blocco dei Carabinieri che certamente, vista la non bella giornata prevista, si chiedevano chi avesse obbligato alla sveglia mattutina tutta ‘sta gente. Ritrovatici comunque con gli altri già sul posto risalivamo in auto e raggiungevamo il posteggio a monte del paese dove, zaini in spalla, iniziava la salita verso l’abitato di Codera sul sentiero n. 1 lungo quella che è parte della prima tappa del famoso Sentiero Roma che, partendo appunto da Novate Mezzola, raggiunge la Valtellina nei pressi di Chiesa Valmalenco attraverso cinque lunghe e spettacolari tappe. Su quel sentiero, nel 1999, si è snodato anche il percorso della staffetta ANA – CAI che ha idealmente unito le principali cime delle nostre montagne.
La valle è percorsa dal torrente Codera che sfocia nel lago di Mezzola e tra i monti che contornano la valle ci sono il Pizzo badile e il Pizzo Cengalo, anche se purtroppo le condizioni meteo non erano delle migliori ed i panorami risultavano alquanto “sfumati”. Altra caratteristica della valle che confina con la val Bondasca e la Val Masino è quella di essere raggiungibile esclusivamente a piedi o in elicottero non esistendo infatti strade per altri mezzi di trasporto e stupisce, arrivati nel paese, trovare una vita ed animazione anche da parte di persone che con quasi novanta primavere sulle spalle decidono comunque di passare l’intero periodo estivo lassù utilizzando camminamenti da secoli sfruttati per l’accesso ai paesi e agli insediamenti necessari all’allevamento del bestiame e ai rifugi. La valle fa parte di un territorio che è sempre stato abitato, infatti nel 1933 la popolazione residente in modo stabile si aggirava sulle 500 persone e lo stesso abitato di Codera ne contava oltre 250. Purtroppo nel dopoguerra, forse a causa della mancanza di un adeguato collegamento con il fondovalle si assistette ad un’accelerazione del fenomeno dello spopolamento ed ora il “capoluogo” annovera non più di 5 abitanti stabili, per contro si contano oltre 300 capi di capre allevate allo stato semibrado. Un’altra caratteristica del posto è quella di essere punto di riferimento per diversi gruppi scout che hanno eletto la valle a naturale luogo per campi addestrativi probabilmente a causa proprio della sua inacessibilità. Dopo un paio d’ore, raggiunta Codera, abbiamo fatto una piccola sosta presso il posto di ristoro e quindi siamo ripartiti diretti sull’altro versante della valle in direzione della Val dei Ratti lungo il sentiero del Tracciolino. Quello del Tracciolino è un sentiero anomalo, particolare , tracciato lungo un percorso che corre in quota lungo l’intero versante della montagna, seguendone le anse e le vallate su quello che negli anni ’30 era un percorso realizzato per trasportare su rotaia, tramite carrellini, uomini e materiale dalla teleferica della Valle dei Ratti alla diga di Val Codera in costruzione in quegli anni. Ora quel tracciato è utilizzato dagli escursionisti e dagli amanti della mountain bike che godono di un panorama mozzafiato, sempre sospesi su impressionanti strapiombi ed ultimamente interessato da lavori (a nostro parere dubbio gusto) destinati al consolidamento del sentiero e delle protezioni sul lato della valle anche se quelle già esistenti realizzate con le vecchie traversine delle rotaie dei carrelli usati un tempo servivano egregiamente allo scopo dando idea di stabilità. Prima del bivio che ci avrebbe riportati a valle abbiamo fatto una deviazione verso la Valle dei Ratti percorrendo lunghe gallerie scavate nella montagna un secolo fa a colpi di dinamite e picconi e dove, per decenni, si sono guadagnati il pane decine di valligiani. Di seguito una lunga e “spacca gambe” discesa ci riportava al posteggio dove, dopo i saluti, riprendevamo la strada di casa con l’appuntamento all’uscita di novembre con destinazione il Monte Magnodeno.
Franco Maggioni