Associazione Nazionale Alpini -
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Alpino chiama, alpino risponde (Ottobre 2020)
Postato il di morang
ALPINO CHIAMA, ALPINO RISPONDE
Posto a 2.395 mt. in Val di Zocca, una laterale settentrionale della Val di Mello nel Comune di Val Masino all’imbocco della Valtellina, e dominato dalle stupende vette delle Punte Allievi e Zocca, Cima Castello e Pizzo del Ferro, il Rifugio Allievi Bonacossa di proprietà del CAI di Milano è da sempre una tappa obbligata, nonché un sicuro punto di riferimento per quanti si trovano ad intraprendere il Sentiero Roma, un’alta via lunga 54 Km. che si snoda sul versante italiano nelle Alpi Retiche. Antenata dei rifugi fu la capanna Zocca (capàna da zòca), costruita nel 1897, a cura della sezione milanese del C.A.I. Rifatta nel 1905, venne successivamente distrutta da una valanga. Durante la prima guerra mondiale venne riedificata per ospitare un distaccamento di alpini per presidiare il passo di Zocca, che guarda alla Val Albigna, perché il generale Cadorna era convinto che lo stato maggiore svizzero avrebbe potuto concedere il permesso di passaggio alle truppe austro-ungariche, che avrebbero potuto quindi invadere la Valtellina dalla Valle di Poschiavo, dall'Engadina e dalla Val Bregaglia. Assunse, allora, la denominazione che onora Francesco Allievi, alpinista appassionato della Valle di Zocca. Durante la seconda guerra mondiale venne usata come punto di appoggio dalle formazioni partigiane e quindi danneggiata durante il rastrellamento nazifascista del 1944.
Ricostruita nel 1950, è affiancata, dal 1988, dal rifugio Bonacossa. Nell'inverno del 2000 è stata seriamente danneggiato da una valanga, e successivamente ristrutturata. Da quest’anno il CAI di Milano, proprietario del Rifugio, ha affidatola gestione a due giovani, Miriam Ferreri e Armando Crispiani, quest’ultimo già precedente collaboratore nella gestione dei Rifugi Brasca in Val Codera e S. Rita in Val Biandino nonché…alpino, ed è qui che entrano in gioco gli alpini della Protezione Civile della nostra Sezione ai quali Armando a giugno a chiesto aiuto per poter iniziare la stagione ORAMAI alle porte trasportando da Milano sino a fondovalle un generatore indispensabile a fornire energia elettrica al Rifugio. Detto fatto i nostri volontari hanno trasportato il generatore sino alla piazzola riservata all’elicottero adibito del trasporto viveri che ha provveduto a portarlo in quota sino al Rifugio dove è stato messo in funzione. I giorni 1 e 2 agosto una nostra piccola rappresentanza si è sciroppata i 1.300 mt. di dislivello sotto un sole implacabile per un fine settimana in quello scenario da favola ed abbiamo potuto conoscere personalmente questi nuovi amici che, come si può ben immaginare, ci hanno accolti a braccia aperte e con i quali abbiamo passato anche una bella serata parlando dei problemi legati all’inizio di questa loro nuova avventura, problemi per i quali ci siamo impegnati, pur nel limite delle nostre possibilità, a trovare delle soluzioni. Purtroppo non sapevamo che poco più di una settimana dopo i problemi sarebbero diventati reali e pressanti, infatti nella notte del 16 agosto dei “vandali”, ma che non esito a definire bastardi vigliacchi, hanno preso di mira il Rifugio, in particolare è stata asportata la nuova turbina di produzione dell’energia elettrica, messa fuori uso la vasca di captazione e, forse, la condotta forzata, inoltre è stato danneggiato l’impianto di fornitura dell’acqua potabile costringendo i gestori a chiudere temporaneamente il Rifugio costringendo al ritorno a valle di circa 40 ospiti presenti al momento nella struttura nonché a privare gli alpinisti in transito nel periodo di massimo attività estiva della possibilità di ricovero in un punto strategico per la traversata del Sentiero Roma. Naturalmente l’accaduto è stato denunciato alle Forze dell’Ordine ma resta comunque l’amarezza di constatare che anche con un ambiente che dovrebbe essere scevro di idiozia e malvagità quale quello alpino sia stata perpetrata una simile nefandezza. Dopo alcuni giorni la situazione è stata ripristinata e si è potuto riaprire la struttura che ha comunque avuto delle gravi ripercussioni anche economiche sulla gestione. Per quanto ci riguarda alla fine della stagione, a metà settembre abbiamo ancora dato una piccola mano agli amici Miriam e Armando recuperando e stoccando serbatoi e materiale portati a valle dal servizio elicottero e naturalmente con la promessa di tornarli a trovare nella prossima stagione in gran numero perché aiutare chi vive la montagna è il modo migliore per far si che la montagna rimanga viva.