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Alluvione in Emilia (Gennaio 2021)
Postato il di morang

Protezione Civile

ALLUVIONE IN EMILIA

 

Giovedì  10 dicembre, mentre con altri volontari alpini, stavamo facendo ritorno al 3P dopo essere stati per un servizio a Varese dove, presso la Casa Circondariale, avevamo sostituito una tenda adibita al controllo tampone COVID riservato ai reclusi che era letteralmente crollata a causa della nevicata dei giorni precedenti, arrivava la richiesta di intervento a Nonantola, paese di 16.000 abitanti ad una decina di Km. da Modena dove l’esondazione del fiume Panaro e di alcuni torrenti suoi affluenti aveva provocato una devastante alluvione. Il tempo di rientrare a casa, preparare la borsa e subito ritorno a Cesano Maderno dove era fissato il punto di ritrovo per i volontari della Lombardia facenti parte del 2° raggruppamento che, inquadrati in colonna, verso le 19 partivano alla volta dell’Emilia dove si arrivava  verso le 22,30 nella zona di Formigine dove era stato predisposto il pernottamento. Dopo la cena, un briefing fissava la sveglia alle 6 del mattino successivo per la colazione e partenza per le zone alluvionate che raggiungevamo l’indomani nel piazzale antistante l’Istituto Comprensivo che anche dall’esterno recava i segni della devastante ondata che aveva raggiunto il metro e mezzo di altezza all’interno delle aule e che, ritiratasi l’acqua, lasciava a terra una patina di una ventina di cm. di fango che aveva impregnato tutto quello che era posato a terra, dai computer, alle cassettiere, agli armadi, alle attrezzature da cucina, oltre a banchi, cattedre, giochi fino alle trombe degli ascensori letteralmente sommerse e successivamente svuotate, per non contare tutte le prese elettriche che per 24 ore erano rimaste sommerse.



E’ stato veramente un lavoro titanico anche perché quando pensavi di avere risolto un problema in una tale zona, ti accorgevi che era rimasto un ripostiglio, un anfratto o qualcos’altro che nella frenesia del fare non avevi notato e quindi si ricominciava a pulire mentre altre squadre si impegnavano a lavare e pulire banchi e sedie prima di riportarle all’interno. La cosa positiva è stata la presenza di un buon numero di volontari che, se anche di due diverse associazioni, hanno dimostrato di sapere e potere coordinarsi tra di loro interagendo ed aiutandosi a vicenda a seconda delle situazioni che si presentavano. Arrivata la sera, si faceva ritorno a Formigine per una doverosa doccia, la cena ed un meritato riposo con l’appuntamento l’indomani per riprendere i lavori nella scuola oramai messa quasi a posto ed aiutando il personale scolastico a ripristinare nei limiti del possibile quanto necessario per una ripresa dell’attività scolastica nella settimana successiva. Terminato l’intervento in quel plesso scolastico ci spostavamo nell’edificio adiacente dove, nello scantinato delle Scuole Medie, era ubicato il deposito comunale posto in un gigantesco scantinato a circa due metri sotto il livello stradale …e non vi dico la quantità di materiale stipato nel corso degli anni in quello spazio che era finito letteralmente sottoterra ed acqua e che con l’ausilio di mezzi di spurgo industriali abbiamo liberato per poi procedere praticamente a mano in quanto, vista la minuscola via di entrata che non permetteva l’ingresso ai mezzi, si poteva fare affidamento solo …sulle braccia. Un ulteriore motivo di preoccupazione era dato dal fatto che all’interno dello scantinato c’era un’area riservata al deposito di centinaia di reperti archeologici derivanti da precedenti scavi e ricerche in una zona considerata fra le più importanti strutture insediative del medioevo italiano e che costringeva noi, rozzi volontari abituati a lavorare a testa bassa, a fare ulteriore attenzione a quello che avevamo fra le mani coadiuvando gli specialisti presenti che ripulivano uno ad uno i reperti che tornavano alla luce. Arrivata la sera, ripuliti i mezzi utilizzati, caricati i camion e dopo essersi lavati almeno le mani, riprendevamo la via del ritorno con  un augurio a questi nostri nuovi amici di poter riprendere al più presto la propria normale, ma tanto bella, vita.

 

Franco


 
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