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Una bella esperienza (Gennaio 2025)
Postato il di morang

Protezione Civile

UNA BELLA ESPERIENZA


E’ proprio vero che a volte le cose non organizzate o preparate in anticipo si rivelano essere le più riuscite come la bella esperienza vissuta martedì 17 dicembre al Liceo Artistico Statale “Lucio Fontana” di Arese. Ma procediamo per ordine, circa un mese prima vengo contattato dagli amici del Gruppo di Arese che mi illustrano un progetto che hanno in programma con gli studenti di quell’Istituto e che prevede la realizzazione, da parte loro, di due pannelli di rilevanti dimensioni che abbelliranno la loro sede sociale e che avranno come tema gli alpini, la loro epopea e quello che sono gli alpini di oggi con naturalmente l’appendice naturale dell’A.N.A. con la sua storia, le tradizioni, i valori e le finalità associative che fanno parte del nostro “essere degni delle glorie dei nostri Avi”. Un’altra opera richiesta agli studenti è la realizzazione di un grande cappello alpino che sarà l’invitato d’onore di uno spettacolo teatrale che verrà messo in scena il prossimo anno, ma per realizzare entrambe queste opera si è ritenuto necessario anche un incontro preventivo con insegnanti e alunni per spiegare loro chi erano, sono e rappresentano gli alpini perché, come abbiamo avuto modo di constatare, per tutti loro noi siamo una entità alquanto misteriosa con la quale si è venuti a contatto per la prima volta proprio in questa occasione. Su richiesta dell’amico Franco Dellupi e del Capogruppo di Arese Marco Maino ho accettato volentieri di improvvisarmi relatore della mattinata dedicata a questo incontro illustrativo e qui entra in scena l’improvvisazione in quanto per vari motivi sino al pomeriggio precedente non ho avuto occasione di contattare l’insegnante per poterci coordinare sull’intervento ed è così che la mattina stabilita, in compagnia di Marco e del Vecio Ettore (decano del Gruppo e della Sezione)  mi sono trovato a varcare le soglie di un Istituto dove gioventù e sorrisi ti riportano piacevolmente indietro nel tempo e ti fanno ben sperare nelle nuove generazioni. Siamo stati immediatamente accolti dall’insegnante, Prof.ssa Maria Cristina Bertuglia, che ha faticato non poco a sottrarci dall’interesse dei ragazzi che ci hanno circondato e subissato di domande arrivando addirittura a voler fare delle foto in nostra compagnia, ci auguriamo non ritenendoci soggetti in via di estinzione, scherzi a parte è stato veramente simpatica l’accoglienza riservataci dandoci modo di constatare la curiosità dimostrata ma soprattutto l’educazione e la cortesia dimostrata da tutti.



Arrivati in aula, siamo stati raggiunti dalla seconda insegnante, la Prof.ssa Bianca Visentin che ci ha presentati alla classe 5°C che era composta interamente da ragazze ad eccezione di un unico fortunato maschietto (non me ne voglia quindi se da ora parlerò al femminile) alle quali il Capogruppo Marco ha rivolto il saluto degli alpini e ha spiegato il motivo della nostra presenza finalizzata al progetto che dovranno successivamente sviluppare. E quando ho detto che le cose non erano state preparate ma improvvisate non scherzavo, infatti la “bella” presentazione che avevo diligentemente preparato a casa con immagini, musica ecc, si è dimostrata un lavoro inutile in quanto fatta con un programma oramai superato che nessun P.C. era in grado di leggere, ma niente paura, c’era il piano B che consisteva in un'altra chiavetta USB con un altro tipo di filmato realizzato all’ultimo momento, certamente meno “nobile” ma che alla fine ha fatto il suo lavoro coadiuvandomi in un racconto della storia degli alpini, dalla nascita alle missioni internazionali, dal volontariato alla scoperta dell’A.N.A. con le sue sfaccettature, dagli scopi statutari alla Protezione Civile e ai Campi scuola, insomma un racconto della nostra realtà quotidiana e sempre comunque godendo dell’attenzione e dell’interessamento di tutte le allieve. Al termine della mia esposizione sono iniziate le domande che hanno raggiunto il clou quando ha preso la parola il Vecio Ettore che ha letteralmente conquistato tutti con le sue memorie pescate dall’archivio delle sue 98 primavere, si capito bene: Ettore ha 98 anni ed è tutt’ora arzillo e lucido tanto che era un piacere vedere come le ragazze lo ascoltavano quasi con adorazione e si sono commosse nel sentire il suo racconto di prima mano sui tragici fatti di guerra culminati con la purtroppo famosa strage dei bambini della scuola di Gorla. Inutile dire che al termine abbiamo dovuto aspettarlo fuori dalla classe dove era stato letteralmente sequestrato e subissato di domande e corrotto con dolciumi vari. Insomma, se siamo entrati in aula col timore di dover riempire, senza sbagliare, quasi due ore, alla fine ci siamo ritrovati al termine dell’incontro quasi senza accorgercene e con la soddisfazione di avere adempiuto a quanto stabilito dall’art. 2 del nostro Statuto: “Tenere vive e tramandare le tradizioni alpine, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta” rivolto alle nuove generazioni e se poi, come ho sempre sostenuto, hai a che fare con insegnanti motivate e che si riconoscono nei nostri principi, allora la strada è già aperta e la simpatia degli studenti ha fatto il resto, senza contare la soddisfazione di avere reso possibile una proficua collaborazione fra due Gruppi vicini di casa. Un ringraziamento quindi all’Istituto, alle Prof.sse Bertuglia e Visentin e alle loro ragazze e ragazzi.

Franco Maggioni


 
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