QUELLI “ DELL’AQUILA” ….
Successe nel 2009, qualche anno fa; e sembra ieri il tragico annuncio del terremoto negli Abruzzi con l’immediato coinvolgimento di tutta la nazione. Anche la nostra Protezione Civile Alpina chiamò a raccolta i propri iscritti seguendo un programma di turni in base alle disponibilità dei singoli volontari. Dal nostro gruppo partirono da subito il capogruppo e, a seguire, gli altri. Armati di buona volontà si cercò di dare il meglio a supporto dei terremotati, attendati nel campo dell’Aquila denominato “Globo” dove eravamo stati destinati. Sono passati 15 anni ma la memoria, almeno per chi ha partecipato a quell’esperienza rimane ancora viva. La si riscontra ogni qual volta ci capita fra le mani qualche foto o ci si sente al telefono con i compagni conosciuti in quell’occasione, alla partenza per quell’avventura, avventura si fa per dire. Costantemente ad ogni telefonata ci si salutava con "dai che ci troviamo". Finalmente il 9/2/25 ci siamo riusciti, gli Alpini sono truppe appiedate, anche lente se volete, ma prima o poi arrivano al traguardo. Scontati gli abbracci e l’euforia dell’incontro, l’aperitivo nella nostra baita si trasformò e, alla buona, fra una portata e l’altra, con le gambe sotto il tavolo si diede la stura alle memorie. Qualcuno più di altri diventò una miniera di “ ti ricordi, e quella volta” al punto tale che chiedevo a me stesso “ ma io dov’ero?” Forse quel mio dubbio me l’hanno letto in fronte perché la risposta arrivò quasi da subito, senza essere richiesta "ah ma tu eri sempre alle riunioni o eri sempre in giro con la scusa di andare nel magazzino e poi chissà, magari, imboscato da qualche parte?". Per completezza di cronaca andavo anche a “rubare” le bottigliette d’ acqua, la più fredda possibile, dai frigoriferi del battaglione “San Marco” o dovunque fossero pur di portarle al mio gruppo: c’era un caldo infernale mentre, presente anche il sottoscritto, si lavorava sul piazzale asfaltato bollente per il sole cocente. Fu cosi che domenica fra le numerose memorie arrivò la recriminazione/lamentela finale di Walter, per quelli dell’Aquila battezzato “Il celtico” e te pareva. Spiegarvi il perché di quell’appellativo sarebbe una storia troppo lunga: ”In sostanza egli tornò alla carica con " guarda che io aspetto ancora il pezzo di tubo che ti avevo richiesto dal magazzino”.Non aveva ancora digerito quel ritardo che non dipendeva da me ma vai a spiegarglielo quando c’è di mezzo la burocrazia con protocolli e moduli vari. Riguardo ad altre avventure, complice il Walter, sempre lui, e Cesare per tutti “il nonno Bingo Bongo”, teniamole solo nella memoria, non è il caso di allargarsi con la cronaca perché avremo tutto da perdere. La settimana di turno finì il sabato mattina dopo la cerimonia dell’alzabandiera con l’arrivo del cambio. Io mi auguro che anche tutti i volontari degli altri turni possano dire come noi ”eravamo una bella squadra”. Siamo tornati a casa con un mare di ricordi, di esperienze, di contatti umani venutisi a creare specialmente alla sera quando seduti davanti alla nostra o alla tenda dei terremotati, in quel momento la loro casa, ci scappava un caffè, un bicchiere di vino e, perché no, ci stava anche una grappa, con quella desolazione a due passi dal nostro accampamento. Domenica 9/2/2025 ci siamo salutati con una speranzosa promessa, allora quando ci ritroviamo, dobbiamo aspettare altri 15 anni? Anche noi, noi dell’Aquila , abbiamo una carta d’identità. Pio