GRAZIE SANTO PADRE
Al Tg regionale di stasera (9 settembre) hanno presentato un servizio relativo alle code che si formano ogni giorno davanti al Monte dei Pegni di Milano in viale Certosa e mi ha turbato profondamente sentire le parole di una signora in coda, che ha chiesto di non essere ripresa in volto per la vergogna, che tra le lacrime diceva che era costretta a impegnare i ricordi di una vita, sua e dei figli, regali di battesimo fatti dai nonni per poter pagare le bollette. Mi è tornato in mente la presa di posizione di Papa Francesco che prima della ferie ha lanciato la scomunica per i mafiosi e i malavitosi colpevoli di avere stravolto la convivenza civile e le speranze di vita delle proprie vittime. A mio modestissimo parere tale anatema dovrebbe essere rivolto anche a quanti, banchieri, “risanatori d’azienda”, “tagliatori di teste” e amministratori pubblici e politici che pensando solo al proprio tornaconto, sono responsabili, in nome del mero profitto molto spesso personale, della situazione disperata in cui si vengono a trovare tanti lavoratori e imprenditori onesti che arrivano addirittura all’estremo gesto di togliersi la vita non potendo più far fronte agli impegni di fronte alla famiglia, alla comunità e ai propri dipendenti.
Quello che a questa gente rimprovero di più è l’avere tolto a due generazioni la speranza di un futuro, la volontà di impegnarsi in qualcosa, sempre in bilico tra annuali assunzioni precarie, contratti capestro e con l’unica prospettiva (a volte incoraggiata dal governo) di emigrare come i loro nonni per guadagnarsi da mangiare pur avendo davanti agli occhi ogni giorno l’esempio deleterio di chi continua ad abbuffarsi a spese dei più nella mangiatoia pubblica con l’unica certezza di non dover pagare mai per i propri errori. E quando poi questa consapevolezza del fallimento arriva al termine di un percorso di studi durato anni magari a fronte di immensi sacrifici da parte di tutta la famiglia con davanti agli occhi l’avanzamento di individui con il solo merito della parentela o amicizia col potente di turno, allora la delusione può assumere aspetti che sfociano nella tragedia. Certo, chi si rende responsabile di simili situazioni la coscienza l’ha già messa a tacere da tempo, però con un ammonimento “dall’alto” forse un pensiero in più c’è il rischio che lo faccia… per il bene dell’animaccia sua e di tutti noi.
F.M.