40° PELLEGRINAGGIO AL S. MATTEO
Domenica 17 agosto, organizzato dal Gruppo A.N.A. Valfurva della Sezione Valtellinese, si è svolto il 40° Pellegrinaggio al monte S. Matteo in ricordo dei tanti giovani, di entrambe le parti in conflitto, che 100 anni fa lasciarono la propria vita su queste montagne. Il programma prevedeva una salita alle ore 6 dal Rifugio Berni in prossimità del Passo Gavia fino al Bivacco Battaglione Skiatori Monte Ortles posto a 3.122 mt. dove sarebbe stata celebrata la S. Messa al campo e successivamente in veloce discesa, ritorno a valle (per modo di dire…) per la cerimonia ufficiale con i discorsi ed una nuova funzione religiosa. Essendo in quel periodo ospiti del Campeggio a Santa Caterina Valfurva il sottoscritto, Angelo, Enrico e mio figlio Andrea avevamo programmato che il bocia partecipasse alla parte “alpinistica” riportando poi a noi il Gagliardetto per la parte ufficiale senonché il diavolo ci ha messo lo zampino facendo arrivare in loco l’amico Elia del Gruppo di Ceriano Laghetto accompagnato dalla morosa Giorgia e così tra una cosa e l’altra decidevamo alla fine di andare tutti quanti ad entrambi gli appuntamenti.
Sveglia all’alba quindi e la piacevole sorpresa di trovare una delle rare belle giornate di tutta l’estate che ci ha fatto dimenticare la levataccia dandoci la carica per partire in perfetto orario sulla tabella di marcia e tra una battuta e l’altra ci siamo ritrovati in largo anticipo al Bivacco dove gli amici del Gruppo locale che avevano passato la notte lassù accoglievano gli ospiti con bevande di vario gusto… Il tempo di prendere fiato e mangiare qualcosa ed in perfetto orario alle ore 9 il parroco Don Andrea iniziava la celebrazione in un panorama davvero unico, circondati come eravamo da una catena ininterrotta di montagne innevate con una visuale di 360° sull’Adamello, il S. Matteo, il Gran Zebrù, il Tresero e le decine di cime che formavano uno scenario di incredibile bellezza e maestosità così come lo avevano osservato i Veci di vent’anni dislocati allora su quelle cenge. Durante la S. Messa guardando i presenti non potevo fare a meno di immaginarli trasformati negli alpini e nei loro “nemici” di un tempo uniti dallo stesso destino, costretti a vivere non per una sola mattina, ma per lunghi mesi in condizioni estreme e a volte disumane lottando contro l’uomo e soprattutto la natura, aspettando probabilmente momenti come quello che stavamo vivendo noi per riappacificarsi con il mondo se è vero quanto si dice che in occasione di un Natale i militari degli opposti eserciti abbiano condiviso per una notte la stessa funzione religiosa siglando una tregua non scritta, ma dettata dal desiderio di pace e normalità anche perché in quella guerra spesso su fronti opposti si trovavano amici di caccia, di lavoro e a volte addirittura famigliari. E’ stata una grande emozione che ha preso un po’ tutti culminata al termine della Messa in uno spontaneo quanto improvvisato “Signore delle Cime” cantato da tutti con grande partecipazione, a mio modesto parere uno dei più belli che abbia mai sentito cantare e dentro di me ho voluto dedicarlo a quei ragazzi che non sono più tornati e che certamente ci stavano ascoltando cominciando dal Capitano Arnaldo Berni che con i suoi alpini da oltre un secolo riposa tra quelle nevi quasi a presidiare in eterno le postazioni a lui affidate. Riposti Vessilli e gagliardetti ci si rimetteva rapidamente in cammino per tornare al Rifugio Berni dove alle 12 si è svolta la cerimonia ufficiale con l’intervento delle autorità presenti e la partecipazione di numerosi rappresentanti di Associazioni che hanno seguito l’intera cerimonia mentre un’aria gelida iniziava a scendere dalle cime presagio di una nuova ondata di maltempo che puntualmente ci ha raggiunto in serata ma questa è un’altra storia, per quel giorno non possiamo che sentirci più che soddisfatti.
Franco