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Esercitazione di Protezione Civile
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ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
Da venerdì 8 a domenica 10 giugno si è tenuta a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna l’esercitazione di Protezione Civile che ha visto la partecipazione di circa 700 volontari del 2° raggruppamento, per intenderci le Sezioni A.N.A. di Lombardia ed Emilia Romagna. E’ stato un grande impegno organizzativo volto a testare la preparazione e il livello di addestramento raggiunto dai volontari che nel corso dell’anno frequentano vari corsi di perfezionamento e specializzazione nelle proprie sezioni e che due volte all’anno sono chiamati ad operare insieme per mettersi alla prova per quanto riguarda la interscambiabilità e la sincronia necessaria ad operare in situazioni di emergenza. Già da metà settimana diversi volontari di tutte le Sezioni si erano uniti agli amici emiliani per l’allestimento del campo comprensivo di tutte le strutture necessarie ad accogliere gli alpini e alcune famiglie del paese che figuravano quali ospiti – sfollati che hanno passato tre giorni nella tendopoli e per i quali erano previsti servizi igienici, docce, una tenda mensa in grado di sfamare circa 1000 persone, nonché tutti i servizi logistici dalla sala stampa, al centro operativo radio sino ad un’area diventata presidio sanitario ad opera dei volontari della Croce Rossa e delle P.A.S.
Arrivati al campo venerdì ed espletate le formalità di registrazione siamo stati dirottati presso la palestra di una scuola media del posto dove avremmo passato le successive due notti perché a differenza delle altre esercitazioni le tende del campo sarebbero state riservate agli eventuali “sfollati”. Serata in visita al borgo veramente molto caratteristico impreziosito dal fatto che in quel fine settimana era in programma Naturalmiele, Street Food Festival con musica ed arte di strada, un evento che ha visto convergere nel centro della cittadina migliaia di persone con le quali gli alpini si sono immediatamente “integrati”.Ma la levataccia prevista al mattino successivo ha convinto tutti (o quasi) a scalare presto il “pizzo branda” in tal modo, seppur con una notte alquanto insonne ha visto all’alba delle 5 del sabato già tutti pronti all’azione. Raggiunto il campo e consumata la colazione, alle 7 si è tenuta la cerimonia dell’Alzabandiera al termine della quale gli organizzatori hanno rivolto ai presenti la classica domanda dei tempi della naia: “cerchiamo 9 volontari per un progetto nuovo e che non parteciperanno alla normale esercitazione, naturalmente se non escono verranno volontariati d’ufficio”. Trovati i nove prodi, tutti gli altri suddivisi in 4 cantieri di lavoro e scortati dalla Polizia Locale hanno raggiunto le zone prestabilite e sono così iniziati i lavori.La nostra Sezione era aggregata ai volontari di Pavia con i quali abbiamo da tempo un buon rapporto di collaborazione, di Colico e con gli amici di Como ed eravamo destinati in un’area denominata ex – fornace.Si trattava infatti di una fornace risalente ad epoca etrusca da sempre situata in estrema periferia ed oramai dimenticata da circa mezzo secolo in quanto, per conservarla era stata rinchiusa da una struttura di tubi innocenti e circondata da una recinzione che nel corso dei decenni era stata praticamente sommersa dalla vegetazione costituita anche da alberi di alto fusto oramai inglobati nella struttura stessa. Lo stesso Sindaco, Fausto Tinti, venuto a visitare il cantiere e l’andamento dei lavori, mi diceva di non avere mai avuto nemmeno idea di cosa potesse celarsi dietro quell’ammasso di piante, rampicanti e rovi che nascondevano completamente quanto c’era all’interno. I lavori si sono protratti per tutta la mattinata ed il risultato finale è stato veramente soddisfacente riuscendo a liberare completamente il manufatto, ripulire l’intera zona togliendo anche la vegetazione che rendeva pericolosa la circolazione sull’adiacente via Emilia e, per non farci mancare niente riportando alla luce liberandolo a sua volta dalla vegetazione anche un antico ponte chiamato “Ponte del Diavolo” anche questo riconsegnato alla collettività. Come sempre sia noi che gli altri volontari sparsi negli altri cantieri abbiamo praticamente bruciato i tempi previsti dall’Amministrazione per portare a termine i lavori forse perché i nostri tempi lavorativi non coincidono con quelli delle “normali imprese” e così nel primo pomeriggio abbiamo potuto fare ritorno al campo e recarci in mensa per il meritato rancio. Nel pomeriggio, dopo una salutare ed obbligatoria doccia e tornati al campo abbiamo partecipato al briefing che altro non è che una riunione in cui si fa il punto dell’esercitazione e si evidenziano le positività e i punti critici incontrati con la presenza del coordinatore nazionale della Protezione Civile dell’A.N.A. Gianni Gontero.In questa occasione abbiamo potuto sapere in cosa erano stati coinvolti i volontari del mattino: in pratica si è trattato di una nuova forma di addestramento in quanto a questi alpini è stato assegnato di punto in bianco il compito di formare delle squadre con il compito di mettere in atto una vera emergenza, andando cioè per la città chi con una cucina da campo che ha preparato e servito pasti per 150 persone, che raggiungendo località isolate e insegnando alla popolazione come montare una tenda, chi guidando ignari cittadini a raggiungere il campo base senza preavviso e altre situazioni come quelle che ci si trova ad affrontare quando veramente si verifica un’emergenza e ci si deve organizzare al momento mettendo insieme volontari che non si erano mai visti tra loro e con i quali si “doveva” per forza trovare una intesa. Alla fine l’esperimento si è dimostrato vincente e tutto è andato per il verso giusto e tutti i punti critici rilevato durante la giornata sono stati raccolti in un documento che costituirà la base per il nuovo piano di Protezione Civile Comunale che, come in quasi tutti i comuni è fermo all’anno della sua entrata in vigore e cioè il 2002. Nella riunione è stato anche evidenziata l’importanza della collaborazione con altre forme di volontariato presenti alla nostra esercitazione, dimostrazione questa che veramente l’unione fa la forza. Terminata la riunione abbiamo partecipato alla S. Messa celebrata da un prete ginnico che in una predica di circa 4 minuti ha detto che era inutile aggiungere altro a quanto già stavamo facendo con il nostro operato.La cena è stata il preludio alla serata che ci attendeva per le strade della cittadina strapiene di turisti ed abitanti che però alla fine si affannavano in un punto: dove si erano sistemati una ventina di alpini che hanno trascorso ore a cantare le nostre canzoni davanti ad un pubblico entusiasta (ebbene si, c’ero anch’io e la voce mi è tornata solo lunedì !) La domenica mattina, dopo avere caricato sul furgone le tende utilizzate per l’esercitazione abbiamo partecipato al corteo per le vie cittadine e terminato nella piazza principale dove si sono tenuti i discorsi di rito e consegnati i riconoscimenti alle Sezioni intervenute ed al termine, veloci a riprendere la strada del ritorno tra la gente che rientrava da una giornata al mare. Appuntamento alla prossima.