SPERARE
Non so come ma questa parola mi suona tanto da lotta contro i mulini a vento; parliamo di sanità. Mi piange l’anima nel vedere come siamo ridotti e credo che la stessa convinzione alberghi in tutti noi. La nostra ormai non è più una speranza ma piuttosto una certezza. La sanità nazionale da anni orgoglio italiano è diventata merce di scambio fra le varie correnti politiche. Riusciamo a salvarci, è assurdo scriverlo, con le convenzioni fino a quando anche in quel settore si tirerà del tutto la cintura e allora saremo alla fine. Le vecchie mutue, ricordate quelle di una volta, avevano solo bisogno di un costante aggiornamento sia nel personale che nelle attrezzature; erano i primi parafulmini dell’assistenza assieme ai plurifacenti medici di famiglia attivi a 360 gradi, dalle suture ai parti, si andava in P.S. e in Ospedale per il ricovero come modalità veramente indispensabile. Ora in virtù di una decantata miglioria della gestione economica e funzionale i tagli alla spesa pubblica sono giornalieri camuffati da acrobazie burocratiche: ogni giorno ci sono novità per cui dalla sera al mattino ti rendi conto che le difficoltà per accedere all’assistenza diventano sempre più una certezza nella più rosea delle ipotesi dovrai sbrogliartela, come in un dedalo fra le difficoltà burocratico-sanitarie svicolando con tanta e tanta fortuna fra extramoenia, intramoenia, extramuraria ( sembra si parli di edilizia sanitaria ). La politica sanitaria di questi ultimi anni si è dimostrata soltanto una rapina governo dopo governo praticata dai partiti di ogni colore con il risultato che abbiamo sotto gli occhi, gli esami, anche i più banali, hanno tempi biblici. Ricordo quando allo sportello fiorivano le imprecazioni allorché gli appuntamenti per gli esami più tecnici e sofisticati erano a 15/20 giorni;”fò tempo a morir “ erano quelle più pulite.
Ora basta passare qualche ora nei C.U.P. di qualsiasi ospedale e abbiamo il polso della situazione. Ci siamo passati tutti. La ristrutturazione di ogni settore tanto esaltata l’abbiamo sotto gli occhi: oltre alla tempistica degli esami Dio me ne liberi dalla necessità di un ricovero, ospedali da costruire o, peggio, nuovi da anni e mai inaugurati, mai collaudati, altri accorpati riducendo i posti letto ed il numero del personale sanitario mentre nostri medici e paramedici di ogni specialità, li troviamo addirittura dirigenti in prestigiosi istituti all’estero; evidentemente per lavorare in Italia ci vuole dell’autentico coraggio. Da tempo corre voce come si stia progettando la interruzione del P.S. di Abbiategrasso calma, calma non agitiamoci; solo durante la notte. Se vi dovesse succedere non andate di notte in quello di Cuggiono: CHIUSO. Comunque i cartelli esposti tranquillizzano: non vi lasceremo soli. Saranno sempre disponibili quello di Legnano e Magenta ma, per la miseria dico, non si tratta di quattro case e 100 persone. E’ lampante come in questo modo venga completamente e/o volutamente ignorata la densità della popolazione e delle zone altamente industrializzate con quello che ne consegue: non si tratta di bruscolini. Ancora un’ultima cosa: si propone la festa in onore dei nostri eroi in camice bianco, quelli saranno sempre eroi anche con l’acqua alla gola ma la festa, quella festa è da tempo che gliela stanno facendo: a buon intenditore poche parole. Per finire, riandando al titolo noi speriamo, speriamo, ma pure con la sanità ridotta all’osso vuoi vedere che ancora una volta non mancherà il cane di turno?
Pio
P.S. E al momento con l’argomento “sanità” si chiude!