CAMPO DI LAVORO N 6 DI MAIANO
Friuli , agosto 1976
Ero stato destinato con una cinquantina di alpini, nella nostra sezione, alla frazione di Cornino in una tenda abbandonata dalla Croce Rossa, in adiacenza alla stazione ferroviaria di cui era rimasta una sola fonte e i9n prossimità di un campo da calcio, sede di una tendopoli. Detta destinazione costituiva un distaccamento del campo N° 6 di Maioano super affollato nel mese di agosto. Il nostro compito era di eseguire lavori per riattare le case danneggiate nelle frazioni vicine su indicazione del comune di Milano. Ne ero convinto di non poter far niente per un alpino reduce di Russia ( con un braccio amputato ) per sistemare un ampio garage che gli avrebbe permesso di passare il prossimo 9inverno avendo avuta distrutta la casa; purtroppo detto garage aveva tutti i muri perimetrali, portanti la soletta piana, inclinati di circa 40 centimetri e pertanto ogni intervento poteva essere causa di crollo definitivo: Saputo ciò un nostro alpino capomastro ( Vittorio Bortolussi ) di origine friulana mi imponeva: “ Dammi gli uomini che scelgo io ( alpini legnanesi), il materiale e non rompermi….” Contro ogni logica tecnica e pratica. Ho raccomandato la puntellazione del solaio e mi sono raccomandato a san Maurizio. Si sono demoliti e ricostruiti fondazioni e muri a piombo demolendo quelli inclinati a sostegno del solaio di copertura per frazioni e in tempi diversi; il tutto ben conoscendo che andavano completati nei soli 3 giorni alla scadenza del t turno per il rientro. Ho raccomandato poi al proprietario di togliere i puntelli alla soletta solo dopo almeno una settimana. Durante il viaggio di ritorno ho appreso che alla mattina prima di partire, per completare l’opera, erano stati tolti i puntelli senza constatare alcun cedimento ( miracoli che solo gli alpini sanno fare). Cito altro fatto.
Dopo cinque giorni di sudore, acquazzoni improvvisi e mangiare come e cosa si riusciva a reperire in posto e i salamini dati dalla “ Citterio “ , nella stanchezza di 14 ore di lavoro ho combinato una cena a base di coniglio in un osteria locale all’aperto. Alle ore 20 dopo una doccia hai servizi del vicino campo di soccorso, con un fuggi fuggi delle due suore addette scandalizzate, abbiamo indossato abiti e biancheria pulita. In quel momento è stato chiesto il nostro intervento e ci è stata data la notizia che nello scavo per la costruzione del forno di Conino ( per iniziativa degli alpini di Monza diretti dal Ing. Galimberti) erano state scaricate due autobetoniere di calcestruzzo e si dovevano sistemare nelle fondazioni pena l’impossibilità di utilizzo la mattina dopo per la sua presa. Immaginate le imprecazioni e le bestemmie!! Indossati nuovamente i vestiti appena dimessi e caricati su 2 macchine di 8 legnanesi, si è partiti cantando. Quando era già buio si è completato il lavoro di sistemazione del calcestruzzo nei cassoni alle luci dei fari delle macchine e stavamo ritornando quando il nostro capomastro ci ha richiamati a lavare carriole, secchi e badili che avevamo usato. Dopo le 22 il coniglio si è mangiato con appetito e innaffiato con buon vino ma in fretta per essere pronti alle 6 del mattino successivo al tè ( che preparavamo in un pentolino ) per poi raggiungere i posti di lavoro con tempestività:. Negli anni 80 sono tornato in Friuli con mio figlio per documentare la sua tesi di laurea, in architettura e non potete immaginare la riconoscenza dei friulani che riconoscendomi, si sono messi a nostra completa disposizione. Gildo Lampugnani