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Associazione Nazionale Alpini - Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI) tel: 3333450040 - sanvittoreolona.milano@ana.it
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Gruppo Alpini San Vittore Olona


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Gruppo Alpini San Vittore Olona: Gruppo

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Falò di S. Antonio (Febbraio 2025)
Gruppo

FALO’ DI S. ANTONIO

Sabato 18 gennaio 2025 presso la nostra sede gli alpini hanno preparato un bellissimo falò. E’ stata una serata fantastica, emozionante con una grande partecipazione di gente (tanti bambini) che hanno apprezzato molto l’evento e naturalmente anche il vin brulé e la cioccolata. Non pensate che io esageri; è stata veramente una magnifica serata con diversi alpini del gruppo, alcuni alpini cinofili, e rispettivi cani al guinzaglio, di Nerviano ed allietata anche dalle note musicali degli amici del Complesso Bandistico Sanvittorese sempre pronti a rispondere alla nostra chiamata. La festa di Sant’Antonio abate celebrata ogni anno il 17 gennaio era in passato una delle ricorrenze nelle comunità contadine. Nella cultura popolare Sant’Antonio abate veniva raffigurato con accanto un porcellino; i contadini per distinguerlo dall’altro Antonio, quello comunemente detto da Padova (e che invece era di Lisbona), lo chiamavano infatti Sant’Antoni dul purscell; spesso era rappresentato con lingue di fuoco ai piedi e aveva in mano un bastone alla cui estremità era appeso un campanellino e sul suo abito spiccava il tau, croce egiziana a forma di T, simbolo della vita e della vittoria contro le epidemie cosa a cui sembra alludere anche il campanello, che era utilizzato appunto per segnalare l’arrivo dei malati contagiosi. Ma torniamo alla nostra serata. Il falò ben preparato al mattino dagli alpini, era diverso dal solito; con un tocco di fantasia apprezzato da tutti era bianco come se la catasta fosse coperta di neve. In cima un pagliaccio di grandi dimensioni con un atteggiamento buono e rassegnato quasi presago della sua fine imminente. Moltissime le persone venute a vedere ed io non mi ricordo di averne mai viste così numerose con la  conseguenza che i bicchierini del vin brulé e della cioccolata sono stati incrementati visto i numerosi avventori con il conseguente buon raccolto delle offerte destinate all’oratorio. Ancora un dettaglio a conferma di quanto prima scritto: la contemporaneità ed immediatezza della accensione della catasta in tutta la sua interezza; i complimenti agli addetti e vi assicuro che tutti i commenti dei presenti sono stati positivi. L’inizio dell’anno 2025 in cui festeggeremo il 70° anniversario della fondazione del gruppo non poteva iniziare meglio. Bravi tutti ancora una volta e grazie a chi è venuto mentre chi non ha potuto può vedere bellissime fotografie sui social.

                                                                                             Luciano  

 

 

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Falò di S. Antonio 2025 (Febbraio 2025)
Gruppo

Falò di Sant'Antonio 2025

"Arrivederci al falò del prossimo anno" così terminavo il mio articoletto dell'anno scorso a commento del bel falò di sabato 13 gennaio. Ma come si dice "non dire gatto fino a quando non ce l'hai nel sacco!"  Proprio così, quest'anno abbiamo rischiato di non fare il tradizionale falò che da svariati anni gli Alpini di San Vittore Olona organizzano per la gioia di grandi e piccini e per dare un sostegno finanziario ai giovani della Parrocchia. Un'ordinanza regionale blocca l'effettuazione di fuochi liberi e pertanto anche il falò di Sant'Antonio. A malincuore ci eravamo rassegnati a organizzare comunque un intrattenimento per non perdere la tradizione, anche se ci faceva rabbrividire l'idea di organizzare un falò di Sant'Antonio "virtuale" come proposto in altri paesi. Ci eravamo tanto rassegnati che malgrado la nostra rete di informazione sia ramificata ed efficiente, ci era sfuggito che un'ordinanza ministeriale consente, a certe condizioni ambientali e salvo autorizzazioni varie, l'effettuazione di fuochi tradizionali, fra cui il falò di Sant"Antonio. Non vi nascondo che per un attimo, ma solo un attimo, avendo pochissimo tempo a disposizione e avendo la scusa della disposizione regionale, ci è balenata l'idea di non effettuarlo per quest'anno. Per prepararlo e farlo bene come piace a noi partiamo settimane prima per raccogliere e mondare la legna da ardere, ottenere tutti i permessi, organizzare il servizio antincendio, pubblicizzare l'evento, fare la novena per ottenere il bel tempo durante la manifestazione! Solo un attimo, poi è bastato guardarci in faccia e all'idea di cosa avrebbe detto Sant'Antonio ci siamo rimboccati le maniche (che noi Alpini a dire il vero abbiamo sempre rimboccate) e ci siamo dati da fare. Erano molti i permessi e le autorizzazioni necessarie, ma con determinazione alpina siamo riusciti ad ottenerli. Il resto è cronaca di una manifestazione riuscitissima sotto tutti i profili, che è servita anche da megafono (sic! il nostro si è guastato sul più bello) nei confronti della popolazione Sanvittorese e non accorsa numerosa, che ha tributato un grande applauso all'evento e che ha offerto una consistente somma da devolvere a favore del Centro giovanile. L'appuntamento è per l'anno prossimo e "gatto o non gatto" con i dovuti scongiuri, Sant'Antonio avrà  il suo falò"come Dio comanda".

Enrico Girotti

 

 


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La doppia Naja (Febbraio 2025)
Gruppo

LA DOPPIA NAJA

Parlavo un giorno con un mio carissimo amico  residente nel Veneto, in un paese a ridosso delle verdi colline trevisane, per intenderci quelle  del prosecco,   e che prosecco, quando   ci si trovò casualmente a commentare  sui nostri emigranti all’estero, su quelli della doppia naja. Tengo a precisare che  il mio interlocutore è stato uno sten dell’artiglieria alpina per cui   il nostro dialogo ed intesa sono supportati  oltre all’amicizia,  anche dalla comune appartenenza all’associazione alpina. Detto ciò vengo al punto, quando  lui uscì con un’espressione " ma hai mai pensato  che anche tu e la tua famiglia avete provato l’esperienza della doppia naja?"  sul momento mi spiazzò con tale affermazione. Infatti, di primo acchito, tutti noi pensiamo che il termine “doppia naja”, nel linguaggio alpino, si riferisca esclusivamente ai nostri emigranti costretti a lasciare l’Italia per ogni parte del mondo. Fin qui tutti d’accordo ma riflettendoci un po’ di più credo che il mio amico non avesse tutti i torti. Salve le debite proporzioni, a “quei” tempi andare in America, Canada, Argentina, oltreoceano o nelle miniere del Belgio, nei campi in Francia ecc.  non era uno scherzo ma neanche per quanti  costretti a  lasciare il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l’Istria, ecc… Infatti il trasferirsi  nella bonifica delle paludi pontine del Lazio, nelle fabbriche del Piemonte e della  Lombardia  ecc.. non era un’impresa da poco, d’altra parte erano le ultime carte che potevano giocare: rimanevano sì in Italia ma con analoghe difficoltà di quanti si allontanavano oltremare.  Le realtà da affrontare per quella gente sono state semplicemente enormi a partire dalle distanze quasi insormontabili, andate senza ritorno, ai dialetti, all’adattarsi e ricominciare tutto daccapo in ambienti totalmente diversi e chi più ne ha più ne metta. A titolo di sfida potrei suggerire “provare per  credere.” Avevo circa 5 anni, siamo nel 1953, quando una ragazza di una fattoria presso di noi ( presso si fa per dire date le distanze tra una fattoria e l’altra )  partì per trasferirsi a Vigevano e sposare  il fidanzato  allontanatosi precedentemente in avanscoperta per lavoro  Al momento dei saluti, anzi meglio, degli addii, ricordo i vicini che fra le lacrime esclamavano " non ti vedremo più" Oggi  Rovigo-Vigevano “ che ce vò ”,  ma nella memoria  mi ritorna spesso quel commiato,  io ero un bambino, non capivo fino in fondo  quel momento,  quegli addii,  ma erano gli adulti che piangevano e ovviamente comprendevano più di me. Quel Vigevano così lontano e così misterioso.   Anno dopo anno molte famiglie, come la mia, partirono:  i motivi furono infiniti e fra i tanti anche la piena del Po che mise in ginocchio il Polesine.

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Verbale assemblea generale (Gennaio 2025)
Gruppo

Verbale Assemblea Generale

 

Con la presenza del presidente sezionale Fusar Imperatore e tre consiglieri sezionali (Ciresa, De Finis, Bignami) e 19 soci del gruppo ha inizio l'assemblea. Come da prassi dopo il saluto alla bandiera e il ricordo di quanti sono “andati avanti”, si procede all’approvazione del verbale dello scorso anno. Segue la relazione morale del Capogruppo. Significativo il passaggio riguardo la scadenza l'anno prossimo della convenzione con il Comune riguardante in particolare la concessione per l'utilizzo del terreno ove sorge la nostra sede e l'impegno per la sua rinegoziazione. Il duemilaventicinque rappresenterà inoltre un traguardo importante per il nostro Gruppo perché ricorrerà il settantesimo anno dalla sua fondazione. A riguardo vengono illustrate le manifestazioni in programma per festeggiare adeguatamente tale ricorrenza. Si passa alla lettura della relazione finanziaria con un bilancio che chiude  in pareggio. Quota associativa: si propone il mantenimento della quota dello scorso anno. Si procede alla votazione delle due relazioni e della decisione relativa alla quota associativa: il tutto viene approvato all’unanimità. Come da programma si passa al rinnovo di due consiglieri in scadenza. Risultano al termine di mandato Cestarolli e Parini, entrambi rieleggibili. Entrambi accettano la rielezione. Prende la parola il Presidente Sezionale che ricorda l'importanza del rinnovo della convenzione con il Comune ed esprime un plauso per l'esito della raccolta del banco alimentare che ha registrato un significativo incremento rispetto lo scorso anno: più trenta per cento. Si sofferma poi sul futuro associativo e sulle criticità derivanti dalla riduzione dei soci preannunciando l'intenzione di proporre l'integrazione in consiglio di membri "non alpini" ovvero che non abbiano necessariamente svolto il servizio nelle truppe alpine. Per favorire poi la partecipazione di nuovi soci esprime l'esigenza di allargare il coinvolgimento di comuni limitrofi e in tal senso apprezza l'intenzione di essere presenti alla prossima manifestazione di Nerviano dove parteciperemo con un nostro stand. Termina annunciando che si sta valutando di tenere il prossimo raduno sezionale nel mese di giugno al Monte Stella a Milano. L’Assemblea si chiude alle 22.50.

 

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

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Gli alpini alla Festa della Colorina (Gennaio 2025)
Gruppo

 

Gli Alpini di San Vittore Olona alla festa della Colorina a Nerviano

Gli alpini del Gruppo di Sanvittore Olona in trasferta a Nerviano per la tradizionale festa della Madonna della Colorina. L'obiettivo era quello di testimoniare anche a Nerviano, in occasione della festa tradizionalmente molto sentita e partecipata dai nervianesi, lo spirito e lo scopo del nostro sodalizio, far conoscere le iniziative in  programma, "risvegliare" qualche alpino dormiente. Allo scopo è stato allestito un gazebo attorno al quale sono stati installati diversi striscioni (roll up) con l'illustrazione delle caratteristiche e delle peculiarità degli alpini, nonché la rievocazione della grande guerra. Erano inoltre a disposizione diverse copie del nostro notiziario L'Alpino e una scheda per raccogliere eventuali nuove adesioni. Nutrita la presenza di Alpini del Gruppo con qualche significativa partecipazione anche di Alpini nervianesi, per l'occasione ribattezzati "Alpin Quadar", che si sono dati il cambio per garantire una costante presenza alla manifestazione. Da segnalare inoltre la partecipazione di un bel numero di rappresentanti del Gruppo Cinofili, come noto associato al Gruppo Alpini di San Vittore Olona, che con i loro cani hanno fiutato l'occasione di una bella passerella che ha destato curiosità e interesse. L'iniziativa è stata nel complesso positiva anche se il tempo uggioso e coperto non ha favorito l'afflusso di molte persone. Il nostro gazebo è stato uno dei pochi che ha sfidato il freddo e anche per questo ha raccolto il plauso degli organizzatori che hanno rinnovato l'invito per altre occasioni. Efficace il rapporto con gli organi di informazione che ha consentito la citazione dell'iniziativa sulla stampa locale. Il commento di alcuni nervianesi è stato: "ci volevano proprio gli alpini alla festa della Colorina per rievocare i bei tempi passati quando c'era freddo e la scighera". Si, vabbè, però il freddo l'abbiamo patito noi! Pazienza, per gli Alpini questo ed altro! L'iniziativa è stata la prima in assoluto realizzata anche con lo scopo di  sperimentare nuove forme di comunicazione e capire se anche questo approccio può essere utile per farci conoscere ulteriormente e diffondere la cultura dell'alpinità in previsione dei festeggiamenti del settantesimo di fondazione.

 Enrico Girotti

P.s. Da diversi iscritti è pervenuta la richiesta di ulteriori notizie sull' Abbazia della Colorina. A riguardo vedremo di incentrare una delle nostre serate culturali su questo argomento.

 

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Manifestazioni del 4 novembre (Dicembre 2024)
Gruppo

MANIFESTAZIONI DEL 4 NOVEMBRE

Quello di novembre appena passato è stato un mese veramente pieno di iniziative e manifestazioni che abbiamo potuto rispettare grazie alla collaborazione e alla presenza dei soci che si sono resi disponibili a far fare una bella figura al nostro Gruppo. All’interno del notiziario troviamo gli articoli dei collaboratori riguardo Nassiriya e la castagnata, io vorrei illustrare quello che è stato fatto in occasione delle cerimonie in occasione del 4 novembre che hanno avuto un prologo la settimana precedente la ricorrenza con un incontro “sperimentale” che abbiamo avuto con gli alunni delle 5° classi ai quali abbiamo spiegato in anticipo il significato del 4 novembre e ai quali abbiamo mostrato dei brevi filmati dell’Istituto LUCE che mostravano le condizioni di vita dei soldati e della popolazione nel periodo bellico, aiutati dall’esposizione di reperti dell’epoca dei quali abbiamo spiegato l’utilizzo. Questo incontro preventivo ha permesso agli alunni di arrivare alla ricorrenza preparati e di poter formulare domande attinenti a quanto spiegato in precedenza. Domenica 3 abbiamo partecipato in buon numero alla manifestazione ufficiale organizzata dall’Amministrazione Comunale che ha visto, dopo la celebrazione della S. Messa, l’Alzabandiera e la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti seguita dal corteo che ha raggiunto il cimitero dove presso la Tomba ai Caduti sanvittoresi si sono tenuti i discorsi ufficiali con la partecipazione del Complesso Bandistico Sanvittorese. Terminata la cerimonia ufficiale ci siamo recati come sempre alla RSA per un intervallo musicale dedicato agli anziani ricoverati che hanno apprezzato la visita e con quest’ultimo impegno è terminata la cerimonia istituzionale. La mattina successiva, come oramai facciamo da 30 anni ogni 4 novembre, ci siamo recati nelle due scuole elementari del paese per dare modo ai bambini di commemorare con noi questa ricorrenza e come sempre non possiamo che dirci soddisfatti del risultato, infatti alle ore 9 ci siamo ritrovati presso la Scuola paritaria Comensoli dove, presenti il Sindaco Zerboni, il Luogotenente Lisciandro Comandante della Stazione dei Carabinieri e il Comandante della Polizia Locale Taeggi, abbiamo effettuato la cerimonia dell’Alzabandiera accompagnata dall’Inno di Mameli senza musica ma cantato con passione da tutti i presenti iniziando dai bimbi. Come sempre abbiamo poi avuto un incontro con gli alunni che come sempre ci hanno subissato di domande. Al termine, breve pausa caffè e poi di corsa alla Scuola Elementare “G: Carducci” dove alle 10,30, con schierati sul piazzale gli alunni delle 5° classi, abbiamo reso gli onori alla Bandiera cantando l’Inno Nazionale e successivamente abbiamo accompagnati gli studenti al vicino Cimitero dove, davanti alla Tomba dei Caduti, hanno letto dei pensieri e componimenti relativi alla ricorrenza. Successivamente, rientrati a scuola, ci siamo riuniti in aula video con le due classi e siamo stati per circa un’ora a disposizione dei ragazzi e delle domande che avevano preparato per l’occasione. Come sempre un ringraziamento ai soci che hanno voluto dedicare una mattina a questa importante iniziativa che rispetta quanto stabilito dal nostro Statuto riguardo il tramandare la memoria alle nuove generazioni e che certamente ogni anno riesce a donarci molto più di quanto noi diamo.

Franco

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Castagnata, disnarello e raccolta alimentare (Dicembre 2024)
Gruppo

        Castagnata, disnarello, raccolta alimentare

 

 

Cos' hanno in comune questi eventi apparentemente molto diversi? La castagnata è una ricorrenza annuale con la quale il Gruppo Alpini intende omaggiare con la propria disponibilità gli ospiti anziani della casa di riposo. Quest'anno ha riguardato la cottura di oltre cinque chili di marroni da parte di quattro Alpini e l'assistenza al personale infermieristico nella loro distribuzione agli ospiti della casa di riposo. Il disnarello e' un appuntamento mensile durante il quale il Gruppo Alpini offre con la propria disponibilità e impegno una serata di prelibatezze culinarie e un momento di aggregazione e di serenità alle persone che partecipano all'incontro. Quest'anno la mitica cassoeula degli alpini ha coinvolto a più riprese una decina di Alpini che hanno sfornato un consistente numero di razioni del gustoso piatto, riscuotendo un corale apprezzamento da parte dei commensali.  La raccolta alimentare è per il Gruppo Alpini l'occasione di prestare la propria disponibilità per la raccolta di generi alimentari e di prima necessita per i più bisognosi. Quest'anno, sfruttando la disponibilità di ben 15 Alpini che a turno si sono alternati agli ingressi di un supermercato della zona, sono stati raccolti una tonnellata e trecentoventisei chili di generi alimentari da destinare a persone bisognose con un incremento di oltre il trenta per cento rispetto all'anno precedente. Ecco allora la parola "chiave", il fil rouge che unisce questi eventi: DISPONIBILITA' verso gli altri! E' una cosa che ci caratterizza, che fa parte del DNA di noi Alpini, che ci contraddistingue, che ci fa apparire particolari e ci fa entrare nel cuore della gente. E allora alla casa di riposo danno per scontato che noi saremo presenti e gli ospiti ci aspettano con trepidazione, il disnarello è sold out per il prossimo anno, la raccolta alimentare registra ogni anno un record perché "doniamo perché ci siete voi Alpini". Sono tre occasioni insieme ad altre che consentono a noi Alpini di "sfogare" questo sentimento che ci portiamo dentro che se non liberato ci creerebbe un senso di inutilità e di frustrazione. E ci chiediamo come mai altri che hanno militato come noi nel Corpo delle Truppe Alpine, che naturalmente fa crescere questo istinto e voglia di dedizione, continuino a rimanere silenti e "dormienti". Una occasione di riscatto si presenterà il prossimo 8 dicembre quando per la prima volta gli Alpini saranno presenti con un loro gazebo alla tradizionale festa della Colorina a Nerviano.

 

Enrico Girotti

 

 

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Nassiriya (Dicembre 2024)
Gruppo

NASSIRIYA 12.11.2003

Un nome: una città capoluogo di una regione irachena, una data: il giorno in cui si verificò una strage causata da un attentato suicida da parte dei militanti di Al-Qaida contro la base Maestrale sede della missione italiana in Iraq provocando dopo lo scoppio  di un camion cisterna carico di esplosivo la successiva esplosione del deposito munizioni con la distruzione pressoché totale della base stessa. L’attentato provocò 28 morti :12 carabinieri, cinque soldati dell’esercito, due civili oltre ai 9 iracheni. Ho voluto ricordare sommariamente la storia di quel triste episodio che funestò la nostra Italia. Francamente non so quanti e quanto ricordino   i nostri concittadini, specialmente i più giovani , per cui l’invito delle rappresentanze comunali  nella persona del Sindaco ad intervenire  alla cerimonia del ricordo in onore di quei caduti è più che motivato e che va riassunto nell’ormai famosa frase : per non dimenticare. Alla manifestazione indetta per il giorno  12.11. u.s. c’eravamo anche noi Alpini, pochi in verità  ma purtroppo è d’obbligo dirlo e  scriverlo contavamo  la metà di tutti i presenti alla cerimonia. Ognuno può trarre le conclusioni che vuole:  rimane il fatto che l’assenza dei nostri ragazzi delle scuole,  assieme ai rappresentanti di varie associazioni e alla cittadinanza tutta  è un dato decisamente negativo: come logica conseguenza si   perderà  sempre più la memoria e  il significato    vero e profondo di quel discreto monumento eretto in onore dei nostri carabinieri vittime di quell’attentato e almeno in quel giorno onorato con un mazzo di fiori.

                                                                                 PIO

P.S.: per onestà di cronaca: assieme ai rappresentanti della Protezione Civile  voglio puntualizzare la presenza di un ex paracadutista  sempre presente in queste cerimonie.

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Il gruppo e... il gruppetto (Novembre 2024)
Gruppo

                               

Il Gruppo e.... il "gruppetto"

 

Il nostro Gruppo a fatica e fra alti e bassi funziona ancora bene e questo grazie al contributo di una parte degli associati, del Capogruppo e .... del "gruppetto". Sono meno delle dita di due mani ma quando si tratta di dare una mano sono sempre disponibili. Se la preparazione e la cucina del disnarello sono importanti per renderlo un momento di coesione e di "alimentazione" in tutti i sensi del Gruppo, se è garantita la manutenzione degli edifici della sede, se l'apertura della sede è assicurata sistematicamente due volte la settimana (uno dei pochi Gruppi), se la predisposizione e la diffusione di questo notiziario avviene ininterrottamente da tanti anni (unico fra tutti i Gruppi della Sezione e forse unico a livello ANA), se serate ed eventi sono un successo, se.... Tutto questo è dovuto sicuramente al contributo di una parte degli associati e in particolare del Capo, ma se non ci fosse quel "gruppetto"?. Si parla tanto di spirito alpino, di altruismo, di senso del dovere, di attaccamento ai valori tramandati da chi ci ha preceduto ma la materializzazione di tutto questo io credo lo si possa ritrovare in quel "gruppetto". Non si tratta di beatificare nessuno e credo che loro stessi non siano affatto inclini a farsi incensare. E' però un dato di fatto che se mancasse la spinta propulsiva, l'abnegazione e  l'esempio del "gruppetto", molte cose rimarrebbero non fatte, lentamente si vedrebbe un naturale declino delle attività, e poi a spirale ... Non c'è da aggiungere altro anche perché gli interessati non saranno d'accordo sul pubblicare queste poche righe. Però credo sia importante sottolineare quello che fanno e ringraziarli per la dedizione e lo spirito alpino con cui le svolgono.

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

 

 

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Il mio cappello (Novembre 2024)
Gruppo

                                 

 

Il mio Cappello Alpino

 

Se c'è qualcosa che rappresenta al meglio il mio essere Alpino, qualcosa che sintetizza ed esprime compiutamente i valori propri di questo Corpo, questo è il mio Cappello Alpino. Il cappello alpino è un copricapo quando viene consegnato, un fedele compagno durante tutto il periodo militare, un simbolo dopo il congedo. Il mio è un cappello semplice: niente penne lunghe, niente spille o stemmi particolari. E'così come mi è stato dato e come l'ho portato durante tutto il periodo militare. Potrebbe essere indossato domani mattina per una qualsiasi attività operativa. Alla "pulizia" del cappello tengo molto. Il cappello alpino non è solo un copricapo di foggia strana . Non me ne vogliano gli appartenenti ad altri corpi militari, ma  nel cappello alpino sono concentrati più che in altri copricapi militari valori, amicizia, fatiche, sofferenze, soddisfazioni e l'orgoglio con cui lo si porta non è civetteria ma rispetto per tali valori e ricordi. Il cappello alpino non è solo un riconoscimento da usare nei raduni ma è un oggetto che crea simpatia, un prezioso lasciapassare che apre tutte le porte. L'avrete notato tutti, quando si incontra qualcuno si sente sovente l'augurio "evviva gli Alpini". Sono geloso del mio cappello alpino. Preferisco manipolarlo solo io con la scusa che altri non conoscono le precauzioni  per la sua giusta conservazione. Possono toccare tutto di me, ma non il cappello! E mi capita di indossarlo oltre che nelle manifestazioni ufficiali a volte anche in casa. Mi rilassa e mi sento meglio. Il mio poi è originale, o quasi. A dire il vero qualcosa di non originale c'è: la penna! Orrore! Ebbene si, la penna originale un po' bufferata dai campi estivi e invernali, quella che coccolavo come un figlio l'ho persa. Fatale è stata la distrazione di accettare un passaggio sotto un ombrello, ovviamente di nascosto dagli occhi di altri alpini, durante un temporale. Il mio cappello alpino porta bene i suoi cinquantacinque anni. Ha avuto bisogno solo recentemente di un breve ricovero per un intervento di restauro presso un cappellaio specializzato che ha sentenziato: tanto di cappello! Spero rimanga con me a lungo, più a lungo possibile e se proprio dovrò lasciarlo che mi accompagni nell'ultimo viaggio.

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un pomeriggio qualunque (Ottobre 2024)
Gruppo

UN POMERIGGIO QUALUNQUE

Scrivere un articolo o meglio quattro righe per il nostro notiziario non è cosi semplice come può sembrare  specialmente se non hai sottomano qualche argomento  di cronaca spicciola,  domenicale o meno, quale può essere una partecipazione alla festa di qualche sezione alpina, ad una serata in sede o in casa di altri gruppi con l’opportunità di ascoltare i nostri cori, le nostre canzoni, o qualche conferenza.  Tutto ciò, alla fine, significa  rimanere, anzi vivere,  la nostra  associazione dove  non manca certamente la materia prima. Quando invece ti ritrovi obbligato  in casa, pur tenendosi informato, allora il problema bussa alla porta e quindi per un articolo ti aggrappi a ricordi, o fantasie o  piuttosto a elucubrazioni mentali, le più svariate, rischiando di annoiare quanti  leggono il nostro  Penna Nera.  Arrivati a ‘sto punto, voglio, anzi più esattamente,  tento di  affrontare  il rischio sperando nella buona sorte e nella “clemenza della corte”, tranquilli niente di  trascendentale. Avevo bisogno d’assistenza tecnica  per un dispositivo che faceva le bizze per cui interpellai la ditta che subito mi mise in contato  con il tecnico reperibile. Quattro domande/risposte per inquadrare il problema e risposta finale: “ il tempo di arrivare”. Cosi fu. Dopo circa un’ora e mezza  squillò il campanello di casa,  abitando io nel legnanese seppi in seguito che il nostro amico arrivava dalla zona di Dalmine perciò più sollecito di cosi;  magari mi avrà mandato al diavolo (posso capire memore delle mie esperienze sanitarie riguardo il problema delle reperibilità specialmente notturne) ma se l’aveva fatto non si fece capire quindi tutto nella normalità e  cortesia. Risolto il problema rapidamente,  com’ è usanza, almeno credo, si offre il classico caffè o bibita a titolo di ringraziamento, insomma  cose di questo tipo.  Con il caldo infernale di quel giorno il nostro tecnico accettò di buon grado la classica bottiglietta da frigorifero e sembrava che la cosa finisse qui. Fu allora che aumentai la posta  esaltando  un liquore che lui doveva assaggiare,  subito si mostrò  restio, no, grazie , basta cosi. Alla fine capitolò con una frase,  ma sì dai, solo un goccio,  sono un’ ALPINO!  A  mia moglie, in quell’attimo in cucina ma che aveva sentito tutto venne spontaneo, hai sentito Pio. In realtà pensò  “ah, mò ghe sem"  e, con un pizzico di ironia, mentalmente si fecero le classiche domande:  dov’eri, che caserma, ecc..ecc. C’erano  i muli e via di questo passo, sempre la stessa storia.    Comunque, per rinforzare il miracolo dell’alpinità e come di dovere, risposi al tecnico “anch’io”.   Volevo far notare ai benevoli lettori, nel caso ce ne fosse qualcuno, che nella mia sala non c’è  nulla di alpino tipo il cappello, guidoncino, poster  ecc..ecc..  che  avesse potuto stuzzicare il nostro ”amico“ e quindi la sua affermazione fu più che spontanea. L’atmosfera del momento cambiò totalmente e subito   a cascata,  ma tu dove l’hai fatto la naja, il reparto, adunate,  ecc  con  domande  e risposte scontate da  ambo le parti come succede fra alpini anche se non si conoscono e si trovano  in coincidenze non certo programmate. Il tempo passò velocemente,  per finire  al nostro “amico” prima di congedarsi con un malizioso sorriso d’intesa,  gli venne spontaneo  "ma sì un ultimo goccetto ma proprio poco, devo guidare"  Ciao ALPINO.      

                                                                                  PIO

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Ciao Vecio (Luglio 2024)
Gruppo

CIAO VECIO


Sabato 22 giugno eravamo veramente in tanti ad accompagnare nel suo ultimo viaggio il decano del nostro Gruppo Ampelio Frigo spentosi dopo una breve ma dolorosa malattia. Classe 1933 era nato in quel di Mossano, aveva militato nel 6° Rgt. Alpini ed appena trasferitosi a Canegrate si era iscritto al nostro Gruppo che allora si chiamava VALLE OLONA in compagnia di tanti suoi compaesani che come lui avevano lasciato il Veneto per approdare in una regione che offriva più opportunità lavorative e lì si era sposato con la sua Giovanna e formato una famiglia con Gabriella, e gli adorati nipoti Davide e Andrea. Come ho avuto modo di ricordare al termine della funzione religiosa, il ricordo che ho di Ampelio è quello di una persona sempre pacata, tranquilla, mai sopra le righe e che cercava sempre di sdrammatizzare anche le situazioni a volte complicate che si venivano a creare nel Gruppo e che quasi mezzo secolo fa per noi Bocia ha significato l’anello di congiunzione fra i Veci del Gruppo, reduci della guerra e i nuovi arrivati neo congedati. E’ sempre stato presente alle nostre iniziative e manifestazioni, dalla Cappelletta alla costruzione della Sede e ai momenti conviviali come l’ultima volta in sede a marzo quando abbiamo ricordato i nostri Soci “andati avanti” e anche quando ultimamente non poteva più guidare si faceva accompagnare dai nipoti per godere dei momenti insieme. Ci mancherai Ampelio, mancherai a noi e a chi non ha avuto la fortuna di conoscerti e ci piace pensarti nel Paradiso di Cantore con i vari Brunello, Bertacco, Della Foglia, Deu e tutti quelli che hanno fondato e portato avanti il nostro Gruppo e con loro, come cantiamo nella nostra più bella canzone, che il Signore ti conceda di andare per le Sue montagne.

Franco

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26 aprile: giorno della Liberazione (Giugno 2024)
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26 aprile: giorno della liberazione

No, non ho sbagliato data: intendevo proprio il 26 quando finalmente sono finite le polemiche, i cortei, le manifestazioni di una ricorrenza che dovrebbe unire TUTTI gli italiani nel ricordo di una data che ha segnato una svolta epocale nella storia della nostra Nazione così come succede in tutti i paesi civili e democratici e che dovrebbe provocare in queste occasioni un sentimento di fratellanza ed unità, indipendentemente dal credo politico, riconoscendosi sotto l’unico simbolo dell’unità di un Popolo: la Bandiera Nazionale. Non voglio entrare nel merito di quanto successo nelle piazze di alcune importanti città italiane, ma onestamente pensavo che nella nostra piccola realtà di paese fossimo al riparo da ogni strumentalizzazione, tanto da farmi dire all’inizio delle cerimonie indette, a chi manifestava preoccupazioni, che da noi non era mai successo nulla di simile, ma mi sono dovuto ricredere. Ma andiamo con ordine, alle ore 9,30 come da programma in via Libertà una piccola delegazione composta dal Sindaco, dal Comandante della Polizia Locale e dal Maresciallo dei Carabinieri con tre nostri soci ha reso omaggio alla targa ricordo di Gaspare Calini  ucciso proprio alla vigilia della liberazione e successivamente abbiamo raggiunto la piazza del Comune per l’inizio ufficiale della manifestazione che quest’anno è stata particolarmente seguita da un buon numero di persone e soprattutto valorizzata dalla presenza degli studenti delle scuole accompagnati dalle loro insegnanti. Dopo l’Alzabandiera e la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti ha avuto inizio il corteo che ha sfilato per le vie cittadine raggiungendo ed onorando le targhe a ricordo dell’uccisione di Natale Pessina in Corso Sempione e dei partigiani Bruzzi e Bozzi ricordati dalla Vicesindaca di Corsico, concittadina di Bozzi, quindi il corteo ha raggiunto il Cimitero sostando sul percorso al cippo che ricorda Silvio Giorgetti anch’egli ucciso, come gli altri Caduti, proprio il 25 aprile del 1945 ed è proprio qui, al Camposanto davanti alle tombe dei Sanvittoresi Caduti che, dopo la benedizione del sacerdote e la lettura della Preghiera dei Combattenti e Reduci letta dal sottoscritto, ha preso la parola la rappresentante  di una associazione che ha iniziato un discorso sfacciatamente politico o per meglio dire partitico che nulla aveva a che fare con la ricorrenza e che a un certo punto mi ha spinto a togliermi il Cappello e ad abbandonare la postazione sopraelevata delle autorità e raggiungere i miei alpini dove l’aria era certamente più respirabile, gesto questo notato da tutti e che ha addirittura spinto la Sindaca Daniela Rossi ad interrompere quell’intervento riportando la cerimonia nel giusto contesto. Se tutti noi alpini presenti non abbiamo tolto il nostro Cappello e ritirato il nostro Gagliardetto (come tra l’altro era stato comunque preventivamente comunicato alle autorità) è stato solo per rispetto verso le tombe di quei ragazzi sanvittoresi morti e dei giovani studenti presenti che non meritavano certamente di vedere stravolta una manifestazione alla quale avevano deciso di partecipare malgrado la giornata festiva, ritengo comunque che non sia corretto ne’ giusto approfittare di una manifestazione organizzata e PAGATA da un Comune, quindi da tutti i cittadini, per fare propaganda elettorale o di partito, se qualcuno vuole sentire un comizio, vi partecipa sapendo cosa va a sentire, altrimenti si rischia, come noi, di venire associati con i nostri simboli quali Cappello e Gagliardetto a chi propugna arbitrariamente le proprie idee e gli Alpini a questo gioco non si sono mai prestati ne’ lo faranno mai. Auguriamoci che quanto successo venga ricordato come primo ed unico caso e ci serva da lezione per il futuro e ad essere meno fiduciosi nella “buonafede” altrui.

Franco Maggioni

 

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Le nostre mini-adunate (Giugno 2024)
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Le nostre miniadunate

Qualche anno fa, in ufficio ricevo una telefonata: “Allievo Comandante di Squadra Enrico Girotti? Terza compagnia, terzo plotone, ottava squadra?” “Comandi!” rispondo e quasi scatto sull’attenti! I colleghi hanno pensato “E’ il capo che chiama! Ne avrà combinata una delle sue”. “Ciao, sono Guido, abbiamo frequentato la Scuola Militare Alpina (SMALP) vent'anni fa. Ho trovato una tua cartolina di allora e mi sono ripromesso di cercarti. Finalmente ci sono riuscito” il tutto con quella cantilena romagnola (sorbole!) che non lasciava dubbi: non era uno scherzo era Guido, un caro amico della mia stessa Squadra alla SMALP. E in un battibaleno mi sono passati davanti agli occhi le guardie alla caserma Cesare Battisti, le esercitazioni di roccia al Castello, i tiri col garand al Buthier, gli sbalzi a Pollein, il campo invernale a La Thuile. Tralascio l’emozione di quel momento, ma anche la sola chiamata  la dice lunga sui  sentimenti di vera amicizia che si instaurano fra Alpini e in particolare fra chi ha frequentato la SMALP. Non è la solita scontata e un po’ mielosa affermazione: con tutto il rispetto per gli altri corpi militari, fra gli Alpini c’è qualcosa di più, qualcosa di speciale che fa dell’amicizia un sentimento molto solido che perdura nel tempo e che anziché affievolirsi cresce ogni volta che ci si sente o meglio ancora ci si vede. Abbiamo deciso di incontrarci. Era passato parecchio tempo e quindi per riconoscerci abbiamo pensato di presentarci all’appuntamento con il cappello alpino: è l’elemento che ci contraddistingue, il lasciapassare che ti apre tutte le porte che crea simpatia e disponibilità da parte di tutti. In quell’incontro abbiamo deciso di cercare gli altri commilitoni. E il risultato è che da tanti anni un nutrito gruppo di Alpini ex ACS e successivamente Sergenti si  ritrova quasi annualmente con le rispettive famiglie per una miniadunata che per noi conta quasi più dell’adunata nazionale. Provengono da diverse località del Piemonte, del Trentino, dell’Emilia Romagna e della Toscana e qualcuno dalla Svizzera tanto per rendere internazionale l’adunata. Ogni anno uno di noi a turno si incarica di organizzare il “miniraduno”nella località di  residenza: pernottamenti, ristoranti ma soprattutto visite fuori dagli itinerari turistici tradizionali andando a cercare particolarità e facendoci accompagnare da guide che sanno raccontarci qualcosa di inusuale e poco conosciuto. Così abbiamo scoperto una Torino nascosta, una Madonna di Campiglio con paesaggi particolari, una Versilia fra mare e cave di Colonnata, una Ravenna segreta, solo per citarne alcune. Vi lascio solo immaginare le degustazioni locali e i pranzi in luoghi sconosciuti a Tripadvisor ma di grande soddisfazione culinaria e gradimento del palato nonché di apprezzamento delle libagioni locali. Quando è toccato a me ho organizzato l’incontro nelle vicinanze del lago di Como. Era d’obbligo iniziare l’adunata in uno dei rifugi raggiungibili solo a piedi del triangolo lariano; e qui mi sono preso gli improperi di alcune mogli: ma cosa ci posso fare, siete voi che avete sposato degli Alpini, potevate scegliere qualcuno della buffa! L’incontro è proseguito con la tradizionale Messa in ricordo di chi purtroppo è andato avanti. E qui la particolarità: il celebrante è un nostro compagno di Corso che terminata la ferma militare ha pensato di rispondere a un’altra “chiamata” divenendo per noi tutti e per i suoi parrocchiani Don Sergente! Alla nostra obiezione: ma che cosa ti è venuto in mente? La risposta è stata “dopo aver convinto i riottosi muli della Testafochi (caserma di Aosta del IV Alpini) volevo vedere se ero in grado di guidare dei Cristiani.” Quando ha fatto l’ingresso come Parroco è stato scortato da un generale, suo ex comandante, e da noi tutti suoi compagni di Corso che hanno imposto alla banda del paese di suonare il trentatre’! Attualmente è Parroco in un paese del comasco ovviamente di montagna ma appena può lascia le sue pecore in ovile e ci raggiunge nei nostri raduni. Raduni nei quali il ritornello è sempre lo stesso: ti ricordi quella volta che…. con episodi e aneddoti che rimandano all’esperienza vissuta assieme, a momenti nei quali si è creata e nel tempo consolidata una vera amicizia. E ci chiediamo, senza darci una risposta, cosa abbia contribuito a renderla così forte, tanto che un nostro compagno, andato avanti durante il periodo di covid, ha lasciato nel testamento la richiesta di organizzare una miniadunata con lui presente ( le sue ceneri) nella quale dovevano comunque rimanere immutate la convivialità e l’allegria. E le sue volontà sono state puntualmente rispettate.

 

Enrico Girotti

 

 

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Un colpo ... di fortuna (Giugno 2024)
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                                                 Un colpo…di fortuna

 

Esercitazioni di tiro notturno. Si raggiunge il poligono quando è ormai buio pesto. Sistemate le sentinelle in punti strategici per bloccare eventuali intrusi o, considerando l’ora, coppiette in camp...agna, iniziano le operazioni. Primi colpi con il vecchio garand, con gli “zappatori“ che escono dai ripari per indicare i risultati dei tiri. Si passa al FAL (Fucile Automatico Leggero) con colpi singoli e successivamente sventagliate di colpi a ripetizione. Terminata l’esercitazione, ispezione delle armi aiutandosi con pile considerando il buio e l’ora ormai tarda. Si rientra in caserma rigidamente a piedi con una bella marcia tanto per gradire il freddo notturno. Le armi vengono riconsegnate all’armeria con l’armiere che effettua un ulteriore controllo di ciascuna arma. E’ notte fonda e stanchi morti ci sdraiamo nelle brande quando…….un colpo secco ci fa sobbalzare e spaventare! Accorrono tutti guardie, Sergente d’ispezione, Ufficiale di picchetto: cos’è stato? Sembrava un colpo? Chi ha sparato? Proprio dietro la mia branda osservo il muro sbriciolato, e considerando che la mia camerata confinava con l’armeria non c’è voluto molto a capire che il colpo proveniva proprio da quell’ambiente. Verificata la traiettoria del colpo si è capito che era partito da un’arma che, malgrado il doppio controllo, aveva trattenuto un colpo in canna che poi era accidentalmente partito trapassando e sbriciolando il muro di separazione con la camerata. Commissione di indagine, ricerca del colpevole che non aveva fatto la corretta ispezione alla fine dei tiri, e via la burocrazia del caso. Fra le scartoffie, gli interrogatori e le minacce di punizioni nessuno si è accorto della candela comparsa nella cappella della Madonna nella chiesetta della caserma!

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

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Serata Caccia Dominioni (Maggio 2024)
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                                 Serata sul Conte Caccia Dominioni di Sillavengo

 

Bella e interessante serata quella organizzata in sede per illustrare la storia ma soprattutto gli aspetti meno conosciuti della grande figura di Paolo Caccia Dominioni, architetto, pittore e disegnatore, illustratore, scrittore (Premio Bancarella) e soldato, personaggio di livello internazionale, cui è intitolato il nostro Gruppo.  Il relatore dott. Rossetti, Segretario Provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e  appassionato cultore delle vicende storiche della famiglia Caccia Dominioni è riuscito a tratteggiare  la figura di Paolo Caccia Dominioni in maniera singolare, rifuggendo gli stereotipi normalmente utilizzati in queste presentazioni e illustrando in maniera originale la tumultuosa vita del Conte. Peccato che non sia potuta intervenire per un improvviso malore la figlia,  Baronessa  Anna Caccia Dominioni perché la testimonianza diretta di vicende così importanti  avrebbe reso ancora più avvincente la serata. Franco, comunque, a nome di tutti ha ringraziato la Baronessa anche per il messaggio che ha voluto gentilmente far pervenire e che è stato fatto ascoltare all’inizio della serata. Ricordate le origini storiche e nobiliari del casato Caccia Dominioni di Sillavengo, l’oratore si è soffermato sui tratti caratteristici della personalità del Conte, uomo di grande personalità e cultura acquisita anche attraverso i molteplici viaggi e permanenze all’estero seguendo il padre diplomatico in numerose cancellerie. E unitamente alla cultura una singolare vena artistica che lo portava a rappresentare attraverso disegni e schizzi momenti significativi della vita militare e non. Tratteggi che sicuramente hanno ispirato successivamente, come riconosciuto dallo stesso autore Hugo Pratt, i disegni delle storie di Corte Maltese. E accanto alla cultura e alla vena artistica sono forse più importanti di queste la sensibilità e l’altruismo di Caccia Dominioni. Lo tormentava in particolare l’ansia per l’oblio cui erano destinati i militari caduti ancor giovani e a volte giovanissimi sui campi di battaglia, sensibilità che lo porterà nel secondo dopoguerra alla campagna di ricerca e degna sepoltura dei caduti di ogni nazionalità e credo religioso nella battaglia di El Alamein. Bravo Rossetti a intercalare queste propensioni personali del Conte, con il racconto delle condizioni di vita e purtroppo di morte dei nostri militari al fronte che denotano una profonda conoscenza della storia militare e delle vicende occorse nelle due guerre mondiali. E nel corso dei due conflitti si sviluppa la storia e la carriera militare di Caccia Dominioni caratterizzate da avventurosi e tumultuosi cambiamenti, da agente segreto e informatore a fondatore di reparti di attacco particolarmente audaci quali i lanciafiamme, a comandante di battaglioni del genio guastatori.
Ma non solo militare, anche ingegnere e architetto. Le due lauree del Conte lo hanno portato parallelamente dalle vicende storiche a importanti interventi di progettazione e realizzazione di significativi complessi immobiliari come l’ambasciata italiana ad Ankara, dove tra l’altro furono impiegate numerose maestranze di nostri paesani sottratti alla repressione fascista, o ancora più avanti il mausoleo a ricordo dei caduti di El Alamein. Interessante e particolareggiata la ricostruzione della battaglia di El Alamein dove Rossetti ha dimostrato una profonda conoscenza della situazione bellica e delle forze schierate in campo. Con anche la “chicca” del battibecco epistolare fra il Conte e il generale Montgomery. Purtroppo il tempo a disposizione non ci ha permesso di approfondire altri aspetti della poliedrica e avventurosa vita del Conte fra i quali la sua appartenenza alle formazioni partigiane. Argomenti che potranno essere trattati in successivi incontri.

 Enrico Girotti

 

 

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Festa del Gruppo (Aprile 2024)
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17 Marzo 2024   Festa del Gruppo


Domenica 17 Marzo ci siamo ritrovati in Sede per festeggiare il sessantanovesimo anniversario della fondazione del nostro Gruppo. Era il 1955 quando un gruppetto di penne nere sanvittoresi si trovarono per decidere di dar vita al gruppo alpini Valle Olona con Sede presso il Circolo Combattenti e Reduci. Presidente fu eletto Oreste Sala con vice Della Foglia Luigi. Qualche anno dopo la Sede si traferì presso il Circolo Bel Sit per poi nell’ottobre del 1997 trasferirsi definitivamente ( almeno così speriamo ) nella attuale Sede di Via Alfieri. Negli anni 90 il gruppo modificò la denominazione in quella attuale di Gruppo alpini San Vittore Olona. I lavori richiesero tre anni di tempo compreso il trasferimento del prefabbricato recuperato da quelli assegnati al Friuli dopo il terremoto del 1976. Possiamo essere orgogliosi dell’attuale sistemazione apprezzata da tutti per la sua eleganza oltre al contesto che la circonda. Importante e da sottolineare il clima che tutti, io per primo, percepiscono quando entri e ti guardi in giro; possiamo essere davvero  orgogliosi di tutto e speriamo che quanto sopra scritto convinca l’Amministrazione Comunale in occasione del prossimo rinnovo della convenzione. Veniamo alla giornata di Domenica 17 Marzo. Alle ore 09:30 ritrovo in sede, presenti un bel gruppetto di penne nere, in attesa della Santa Messa delle ore 10:00. Non mancavano ( ci sono sempre ) gli amici componenti del gruppo bandistico guidati da ‘Maestro Nicola’ e capitanati dal presidente Bianchi Agostino. Alzabandiera con Inno di Mameli cantato dai presenti e Santa Messa celebrata all’aperto aiutati dal clima favorevole.

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Alla prossima (Aprile 2024)
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ALLA  PROSSIMA

Lo scorso anno,2023, il gruppo salutò il coro “VOCI DEL ROSA” con la promessa/augurio di ritrovarsi l’anno successivo ed è quello che  avvenne il 3 marzo u.s. Tutto si svolse seguendo il programma ormai collaudato ossia il pomeriggio presso la casa di riposo di San Vittore O. per condividere con gli ospiti un pomeriggio allietato dalle cante eseguite dal coro . Alpini e amici convenuti ebbero ancora una volta l’opportunità di  gustare, applaudire quelle canzoni che ormai fanno parte della nostra storia  popolar/musicale : patria, alpini, storie d’amore, motivi paesani e chi più ne ha più ne metta. E’ stato molto bello vedere gli   ospiti, gli ex giovani, applaudire, entusiasmarsi e forse per un attimo, tornare, speriamo con matura serenità, alla loro gioventù fatta di momenti  più o meno belli,ad una vita trascorsa anche se ora sul viale del tramonto. Ho scritto “ ex giovani” perché con la parola “anziani” mi sarei dato la zappa sui piedi visto che gli anni del sottoscritto non sono “ rosa e fiori” ma …tirem innanz … Fra un applauso e l’altro la mente rifletteva sul nome del coro “Voci del Rosa “.   Monte Rosa, splendida montagna assieme al Resegone di manzoniana memoria e il Campo dei Fiori di Varese :  è lo splendido panorama che mi affascinava ogni volta che salivo all’ultimo piano dell’ospedale di Busto Arsizio particolarmente durante le terse giornate invernali. Mi sono scoperto ad avere analoghe sensazioni mentre ascoltavo le canzoni  eseguite dal coro, dai coristi  che cantavano con tale  e tanta passione da coinvolgere totalmente gli uditori e tutto ciò è stato  semplicemente splendido … Tornando alla cronaca : il pomeriggio canoro finì giustamente con , sottinteso, la tacita richiesta per il prossimo anno. Non sono un mago ma credo che l’assenso all’invito sia già scontato … sarà solo questione di stabilire la data compatibile con gli impegni del coro …  La giornata richiedeva il rispetto della sperimentata  tradizione che vuole  assolutamente l’apertura delle porte della nostra sede dopo l’impegno corale e cosi avvenne . Una cosa  bella  è vedere come gli amici del coro si sentano  a loro agio in casa nostra. Le canzoni, in genere uniscono, fanno gruppo proprio come avvenne quel pomeriggio. Tutti in coro:stonati o meno ,sotto la guida del maestro,fra una portata e l’altra, il dolce e caffè con rimorchio o rinforzo che dir si voglia, si diede il via ad un festival senza uguali .. è possibile anche che qualche volta il maestro abbia diretto con la forchetta piuttosto che con la bacchetta rispettando il  folclore in queste situazioni …  comunque si arrivò tutti sani e salvi a riva, alla conclusione di questa bella giornata. Peccato per gli assenti privati di questa bella occasione alla quale si potrà rimediare abbastanza in fretta e visto che il tempo scorre più velocemente di quanto non si creda , come dice il titolo: teniamoci pronti “alla prossima …”

                                                                               PIO

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Falò di S. Antonio (Febbraio 2024)
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Falo’ di S Antonio

 

Sabato 13 gennaio è andata in onda la ventiquattresima edizione del tradizionale falò di S Antonio, una delle più riuscite a detta dei numerosi partecipanti. In particolare i "gourmet" del falò hanno apprezzato l’accensione, il regolare avvio e la grande esplosione della vampata centrale nonché il collassamento della struttura, roba che neanche un diavolo professionista e specialista saprebbe fare! E di specialisti, meglio ancora di appassionati in questo campo, il Gruppo Alpini di San Vittore Olona ne ha forgiati parecchi. In periodi in cui questa festa tradizionale  è andata via via scomparendo, il Gruppo Alpini ha voluto mantenere pervicacemente viva la tradizione organizzando al meglio e con grande passione l’evento. Alcuni si ricordano ancora quanto questa festa fosse attesa e come era caratteristico vedere il falò in una serata di fitta nebbia (scighera) o addirittura con la neve. Era un momento topico dell’inverno aspettato con trepidazione e curiosità che esercitava un fascino inconfondibile. I contadini addirittura traevano presagi sull’andamento dei raccolti. Tradizione che è andata scomparendo, si diceva. Molte sono le cause che hanno contribuito a questo declino: l’impegno che richiede l’organizzazione di un evento all’esterno, in pieno inverno e condizionato dal tempo, la disponibilità di materiale idoneo da ardere, ma soprattutto le norme di sicurezza e di tutela e rispetto dell’ambiente. Di fronte a queste sfide che hanno scoraggiato quasi tutti coloro che organizzavano questa manifestazione, gli Alpini di San Vittore Olona non si sono arresi e con coraggio e determinazione, ma soprattutto con responsabilità hanno ancora una volta affrontato questo impegno. L’obiettivo quindi è stato quello di realizzare l’evento rispettando le normative, coinvolgendo le autorità, le forze  dell’ordine, i distaccamenti locali e provinciali dei vigili del fuoco e predisponendo durante la manifestazione un impeccabile servizio d’ordine e di pronto intervento con transennamenti e la dislocazione di batterie di estintori. La preparazione della pila di legna è iniziata al mattino presto con l’accatastamento di parecchi quintali di pallets e di cartoni da ardere, selezionando accuratamente il materiale e scartando parti inquinanti non compatibili con la combustione a cielo aperto. Un privato ha chiesto di poter portare rami e sterpaglie e dopo una rapida trattativa gli è stato concesso dietro la corresponsione di adeguata fornitura di barbera. Nel frattempo Enryttricista ha predisposto l’impianto elettrico di illuminazione e filodiffusione. D’obbligo la preparazione di cioccolata, panettone e soprattutto di vin brulé considerando la serata fredda. La serata poi è andata per il meglio. Forte affluenza di pubblico e autorità che al suono di “O mia bela Madunina” eseguito dalla banda sanvittorese hanno potuto godere di uno spettacolo veramente unico. In questa occasione gli Alpini avevano garantito cielo stellato con la luna, e così è stato. Per le prossime ricorrenze, a richiesta, possono assicurare “l’atmosfera”creata dalla scighera o dalla neve: agli Alpini nulla è impossibile! Ultimo, ma non ultimo il ricavato delle offerte raccolte durante la serata. Generose le persone intervenute che hanno permesso di raccogliere e devolvere al Centro Giovanile una somma veramente consistente! E per gli Alpini? A loro basta il grazie sincero degli intervenuti che scalda il cuore molto di più del sia pur forte calore sprigionato dal falò di S. Antonio!  Arrivederci al prossimo anno!

Enrico Girotti

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Si fa prestp a dire disnarello (Febbraio 2024)
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Si fa presto a dire disnarello….


Ma forse non tutti sanno che cosa c’è dietro questa cenetta organizzata mensilmente presso la nostra sede. C’è un grande lavoro di squadra per fornire ai partecipanti un menu vario preparato da uno staff competente rispettando la cucina a chilometro zero e valorizzando le ricette della tradizione lombarda! Tutto comincia con una sapiente programmazione che sposa la tradizione culinaria con i periodi dell’anno ( il cotechino, la trippa, lo stracotto al momento giusto!). Il tutto descritto in tabelle che riportano per ciascuna ricetta i quantitativi dei singoli ingredienti in relazione al numero di commensali previsti. E’ poi gli acquisti, fase delicata per contenere i costi rispettando la qualità dei prodotti. E qui si esprimono al meglio gli acquisitori che sulla base delle migliori quotazioni di mercato per ciascun ingrediente e di gare fra fornitori che si disputano il titolo di “Fornitori degli Alpini”, approvvigionano le materie prime. (Uffici Acquisti così farebbero l’invidia alle più blasonate Direzioni Approvvigionamenti). La preparazione è tutta da vedere: i giorni precedenti vengono impiegati per preparare accuratamente le diverse pietanze rispettando le norme igienico sanitarie, curando la catena del freddo, pulendo e predisponendo gli ingredienti (ho visto pulire delle cozze come un ristorante giapponese non saprebbe fare). La serata della cena inizia per i cuochi nel primo pomeriggio fra i profumi dei soffritti, la lenta cottura degli arrosti, la predisposizione degli antipasti. Non mancano le discussioni fra i tradizionalisti e chi sposerebbe un po di nouvelle cusine, ma su alcuni piatti non si transige: la cassoeula è quella e non si discute! Un discorso a parte meritano i vini: e qui non c’è discussione, il palato deve essere quello giusto e l’accostamento alle pietanze da sommelier. Il risotto è preparato al momento giusto. Ma su questo piatto così come su altri si diffonde un leggero nervosismo una inquietudine, un interrogarsi con gli occhi: il brodo reggerà la prova del supervisore? Infatti quando arriva c’è un attimo di silenzio e di suspense fino a quando sentenzia: non male, ma serve un dado in più rispetto agli otto che avete messo! La preparazione della sala da pranzo non è un fatto secondario, si cerca di rispettare le affinità di carattere e di assecondare nei limiti del possibile le richieste dei gruppi di amici. Lo svolgersi del pranzo lo lascio immaginare, non serve molta fantasia per vedere un andirivieni di amici alpini che si improvvisano camerieri sotto la supervisione del Capo (sala, in questo caso). Al termine inizia il lavoro di pulizia di piatti, stoviglie e quant’altro utilizzato in cucina nonché della sala da pranzo, ed è bello vedere amici che si improvvisano perfetti addetti di un’impresa di pulizie. Ma quanti sono gli amici che provvedono a tutto questo e in particolare alle fasi più impegnative? Si contano sulle dita di una mano, a volte monca di qualche dito! I nomi non si fanno tanto li conoscete tutti. E’ a loro che va la riconoscenza e il sentito ringraziamento per l’impegno e la dedizione con vero spirito alpino!

Enrico Girotti

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Verbale Assemblea (Gennaio 2024)
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Verbale Assemblea Generale di Gruppo 1/12/2023

 

Presenti: Maggioni, Tacchia,Terragnoli, Candiotto, Cagalli, Frigo, Verzeni, Parini, Morlacchi M., Rogora,  Cavallaro, Vegezzi C., Formenti,  Gentilucci, Sala, Ciapparelli, Di Leonardo, Morlacchi A., Fontana,  Girotti (segretario)

Presiede l’Assemblea  Ciresa.

Come da prassi dopo il saluto alla bandiera e il ricordo di quanti sono “andati avanti”, si procede all’approvazione del verbale dello scorso anno. Segue la relazione morale del Capogruppo mirata ad illustrare le svariate attività svolte nel corso dell’anno che hanno raccolto il plauso della popolazione e delle Amministrazioni Pubbliche. Peraltro, per continuare a svolgerle e per migliorarne ancora di più la visibilità e l’apprezzamento, viene fatto un forte richiamo a un maggiore coinvolgimento e partecipazione da parte di tutti: oltre ai diversi momenti pubblici si sottolinea la necessità di contribuire alle attività per il mantenimento della sede sociale. Un passaggio viene riservato alla comunicazione e al ruolo del nostro mensile Penna Nera. L’anno prossimo sarà il trentottesimo di ininterrotta pubblicazione mensile del notiziario che, quantomeno a frequenza, rappresenta un ottimo risultato se non un record da molti invidiato. Si passa alla lettura della relazione finanziaria che riporta favorevolmente una inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi evidenziando un attivo sia pur contenuto. Quota associativa: si propone il mantenimento della quota dello scorso anno. Si procede alla votazione delle due relazioni e della decisione riguardo alla quota associativa: il tutto viene approvato all’unanimità. Come da programma si passa al rinnovo di due consiglieri in scadenza per il biennio 2024/2025. Risultano al termine del mandato Erminio Cagalli e Cinzio Vegezzi entrambi rieleggibili. Cinzio Vegezzi rinuncia al rinnovo mentre viene riconfermato all’unanimità Erminio Cagalli. Elezione di un rappresentante degli Amici degli Alpini in Consiglio: viene proposto Candiotto, un Amico degli Alpini di lunga data e attivamente presente nella vita associativa e di Gruppo. Candiotto parteciperà al Consiglio nel rispetto della normativa vigente. La proposta viene approvata a maggioranza. L’Assemblea si chiude alle 22.30.

Girotti Enrico

 

 

 

 

 

 

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Musica in Sede (Gennaio 2024)
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MUSICA IN SEDE

Anche quest’anno l’amico Stefano Quaglia è venuto a trovarci in sede e questa volta non da  solo ma accompagnato dai  componenti il neo gruppo musicale quindi: serata  musicale con i ROWAN TREE.  Gli anni precedenti Stefano si presentava   con le sue cornamuse e strumenti similari, per carità non chiedetemi il nome dei vari “strumenti” e ci favoriva  l’ascolto   di musiche e melodie prevalentemente nordiche, per l’esattezza irlandesi e scozzesi. Nella serata del 24  novembre u.s. ecco il neo complesso formato in primis ovviamente dalle cornamuse assieme a chitarra, violino e percussioni.  La capacità del  maestro è stata quello di trovare un punto  d’insieme e di fusione musicale dei vari strumenti con un risultato meritevole di applauso.  La presenza dei soci, sempre migliorabile  numericamente, unita agli altri intervenuti hanno potuto gradire i vari brani musicali, sia singoli  e d’insieme, presentati e  commentati da Stefano con l’intento di favorire la comprensione di una musica  non usuale alla più parte di noi: in conclusione una bella serata  musicale creatasi  e dai singoli strumenti e dalla coralità nell’esecuzione dei vari pezzi eseguiti. Non sono un tecnico e men che meno un critico d’arte musicale  quindi non mi azzarderò a valutazioni in merito, ma sono sicuro che la serata sia stata apprezzata da tutti i partecipanti. Non è scontato che si abbia sempre l’opportunità di simili occasioni ma  noi siamo fiduciosi che il gruppo Rowan Tree il prossimo anno ci venga  a trovare   e  Stefano e company sanno di essere graditi.     

                                                               PIO     

 

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Banco Alimentare (Gennaio 2024)
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BANCO ALIMENTARE


E anche quest’anno come Gruppo abbiamo dato il nostro contributo alla Giornata della Colletta Alimentare con un presidio di 12 ore presso il Supermercato Eurospin di San Vittore Olona che ci ha permesso di raccogliere oltre una tonnellata di generi alimentari che verranno distribuiti alle famiglie bisognose della nostra zona e anche in questa occasione la ricompensa maggiore è stata quella di sentirci dire la solita, ma sempre apprezzata, frase: “Se ci sono di mezzo gli Alpini, allora mi fido”. Un ringraziamento ai soci che si sono resi disponibili per la buona riuscita dell’iniziativa.

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Ricordo di un eroe (Gennaio 2024)
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RICORDO DI UN EROE

Domenica 19 novembre una piccola delegazione del nostro Gruppo, su richiesta della Baronessa Anna Caccia Dominioni, figlia del Col. M.O.V.M. al quale il nostro sodalizio è intitolato, ha partecipato a una semplice ma sentita cerimonia presso la tomba dell'eroe di Al Alamein e realizzatore del Sacrario Italiano laggiù realizzato che raccoglie le salme dei caduti in terra egiziana. Erano presenti anche le delegazioni dei Bersaglieri e Paracadutisti le quali Sezioni sono come noi sono dedicate all’illustre figura ed insieme abbiamo reso il doveroso omaggio.  Caccia Dominioni nacque nel 1896 e all'inizio della Grande Guerra si arruolò volontario come soldato semplice nei Bersaglieri per poi frequentare la Scuola Ufficiali e passare da tenente al Genio pontieri guadagnandosi una Medaglia di Bronzo al V.M. e combattendo sul Carso, Brenta e in Libia sino al termine del conflitto. Richiamato in servizio per la guerra d'Etiopia e nella campagna del Nord Africa, partecipò alle due battaglie di Al Alamein dove ricevette la Croce di Ferro dal Gen. Rommel passando successivamente nei Paracadutisti della "Folgore" guadagnandosi un Medaglia d'Argento al V.M. Rientrato in Italia assunse il comando del Genio Guastatori ad Asiago fino all'8 settembre 1943 quando entrò a far parte della 106° Brigata Partigiana "Garibaldi" e nel '44 arrestato e scarcerato per due volte diventò Capo di Stato Maggiore del Corpo Volontari Lombardi per la libertà e per la sua partecipazione alla lotta per la liberazione ricevette una Medaglia di Bronzo al V.M. Dopo la guerra iniziò la missione di recupero nel deserto africano alla ricerca dei Resti delle salme dei Caduti di ogni nazionalità che vennero tumulati nel Sacrario Italiano da lui progettato e voluto ad Al Alamein. Si spense a Roma all'età di 96 anni nel 1992. Nel corso della cerimonia voluta dalla figlia Anna, che ha ricordato con commozione la figura del padre, sono state recitate le preghiere delle tre Armi presenti alla commemorazione svoltasi in modo intimo ma sicuramente molto più sentita perché vissuta col cuore.

 

Franco Maggioni

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... e brava Martina (Dicembre 2023)
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…. e  brava Martina ...

Diventa un po’ difficile scrivere quattro righe su quanto sia stato fatto recentemente dal gruppo dato il periodo.  Infatti  nel giro di pochi giorni, ha coinvolto i soci con la partecipazione ai vari impegni di vita associativa e sociale, soliti  avvenimenti questi ultimi   che  si ripetono ogni anno seguendo una sequenza sempre uguale. Avere per l’occasione del 4 novembre il sorvolo delle “Frecce Tricolori” sul cielo del nostro comune sarebbe solamente pura fantasia.   Già dal primo novembre, come tutti sanno, ci siamo ritrovati ad onorare i nostri soci “andati avanti” sepolti nel  nostro cimitero  e in quelli dei dintorni (con ben otto tappe) per poi partecipare nei giorni a seguire  alle cerimonie commemorative del 4 novembre: quella “ufficiale” con onore al monumento dei Caduti, deposizione delle varie corone … Fratelli d’Italia, il Piave,  ecc … ecc … Cose che tutti sanno ma che, PURTROPPO, anno per anno vengono sempre più disattese dalla popolazione. I pochi e sparuti partecipanti, visti dall’esterno, sembrano  essere quasi delle “mosche bianche” incolonnate dietro ad una banda musicale assieme alle rappresentanze comunali in un corteo che non dice niente a nessuno,  condannate fra qualche o pochi   anni    alla completa estinzione. Ma cosa centra  Martina in tutto questo?   C’entra,  c’entra. In realtà si tratta di una piccolissima cosa che però apre alla speranza: sempre di quella si parla,  ma veniamo al dunque. Come già detto, fra le varie scadenze annuali il Gruppo, in questo periodo, rispettando una tradizione quasi trentennale, ha in calendario anche l’incontro con le scuole del nostro paese: elementari e medie.  Scolari e alpini, con lo scopo di farci conoscere  come una associazione fatta di date, di esempi e di valori sempre attuali  e,  in questa maniera, mettere in pratica quanto ci hanno esortato a fare i nostri veci: ”Per non dimenticare”,  comandamento alpino scolpito sulla colonna mozza lassù in Ortigara. Ad  onor del vero dobbiamo sottolineare la buona volontà e la disponibilità delle   insegnanti che cercano di preparare gli alunni all’incontro sia nelle aule sia accompagnando gli alunni  al cimitero presso la tomba dei Caduti sanvittoresi.  Al momento d’incontro in classe  è ovvio che dai ragazzi ti puoi aspettare di tutto,  dalle domande più inattese a quelle chiaramente suggerite. Fu così che Martina, da subito, si presentò con un foglietto in mano, sì quello della fotocopia che ho dovuto  ricalcare solamente per esigenze di fotocopia e di stampa.      Ha voluto leggerlo davanti a tutti, precisando d’averlo scritto da sola  la mattina prima di uscire per la scuola. Ora, almeno per quanto mi riguarda, non siamo qui per giudicare se quanto ha scritto sia avvenuto sotto “dettatura”: ma come fai a chiederglielo quando lei da subito ti evidenzia che quelle parole sono “farina del suo sacco?“ Personalmente mi ha colpito e quando, quasi con timore, ho chiesto a Martina se me lo regalava si è preoccupata di assicurarmi che “non c’erano errori di ortografia” solo questo,   rimarcandomi ancora una volta di esserne  l’unica autrice. Alla fine di tutto se questa ragazzina delle Scuole Medie è arrivata a scrivere queste poche righe, a leggerle bene, un po’ di speranza ti viene assieme alla fiducia   che qualcosa rimanga in lei anche nel suo futuro,  sarebbe già un gran bel risultato.

                                                            Pio

 

 

 

          

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Castagnata con i nonni (Dicembre 2023)
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CASTAGNATA CON I NONNI

Su invito della direzione della RSA di San Vittore Olona anche quest’anno un manipolo di alpini ha partecipato alla castagnata presso la locale casa di riposo al fine di donare un pomeriggio in allegria agli anziani ospiti. Piazzato il braciere ed acceso il fuoco abbiamo subito dato via alla cottura delle castagne, a dire il vero già tagliate, e dopo alcune “padellate” abbiamo raggiunto i nonni all’interno dove abbiamo intonato diverse canzoni (chiediamo umilmente perdono per le immancabili stonature) del repertorio alpino mentre le castagne venivano distribuite ed apprezzate. Un ringraziamento particolare alle operatrici Simona, Valentina, Mara (e tutte le altre di cui non ricordo il nome) per la disponibilità e l’affetto come sempre dimostrato nei confronti degli ospiti e un arrivederci alla prossima occasione.

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Mario Rigoni Stern (Dicembre 2023)
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Mario Rigoni Stern   Scrittore ed Alpino

 

Riuscitissima serata quella di venerdì 3 novembre su “Mario Rigoni Stern - Scrittore ed Alpino”. Il Professor Giancarlo Restelli è riuscito a coinvolgere l’affollata platea nel racconto delle vicissitudini degli alpini durante la ritirata di Russia attraverso la lettura e il commento di alcune pagine del libro di Mario Rigoni Stern," il Sergente nella Neve".  La descrizione delle vicende belliche in Russia (allora Unione Sovietica)  del Corpo di spedizione italiana in Russia CSIR prima e successivamente nel 1942 dell’Armata italiana in Russia ARMIR e la rappresentazione grafica dello schieramento delle divisioni alpine Tridentina, Julia e  Cuneense nell’ambito dell’ottava armata italiana dell’ARMIR, sono state il quadro per la comprensione dello scenario in cui si sviluppa il romanzo. Le divisioni furono impiegate inizialmente per favorire l’accesso al Caucaso,  zona ricca di petrolio, delle truppe tedesche e successivamente, dopo la battaglia di Stalingrado, schierate lungo il Don in  uno scenario bellico di oltre 270 chilometri di lunghezza. Dopo aspri combattimenti con le soverchianti forze nemiche armate tra l’altro con i potenti carri armati di 28 tonnellate contro i carri italiani di sole 3 tonnellate,  le divisioni alpine furono sacrificate in quanto truppe particolarmente resistenti, per consentire il ripiegamento di altri soldati, anche di diversa nazionalità, dal teatro di guerra.  Ed è nel Natale del 1942 che inizia il romanzo di Rigoni Stern con le pagine che raccontano la delusione  e l’amarezza per essere stati destinati a un simile sacrificio senza essere stati avvisati preventivamente della decisione della ritirata.

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Per non dimenticare (Dicembre 2023)
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PER NON DIMENTICARE


“Per non dimenticare” la frase impressa oltre un secolo fa nella Colonna Mozza in vetta all’Ortigara e comandamento che gli alpini hanno impresso nelle finalità associative. E naturalmente il non dimenticare riguarda non solo quanti hanno dato la vita per la Patria calcando un cappello con la penna, ma tutti quegli eroi di tutti i giorni che hanno perso la vita indossando una divisa come le 19 vittime italiane della strage di Nassiriya che il 12 novembre 2003 in Iraq hanno avuto la loro vita distrutta in un attimo. E come tutti gli anni domenica 12 novembre ci siamo ritrovati davanti alla lapide che li ricorda per una commemorazione al fine di onorare il loro sacrificio, con l’amministrazione comunale e soprattutto la rappresentanza dei Carabinieri comandati dal Luogotenente Lisciandro della stazione di Cerro Maggiore  Beato il popolo che non ha bisogno di eroi” è una celebre frase di Bertolt Brecht, ma quello che ha la “sfortuna” di averne è giusto e doveroso che li onori e renda loro giustizia morale con il perenne ricordo.

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20X4+10 =??? (Novembre 2023)
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20X4+10 = ???????

E’ una semplice operazione matematica  ma per  l’Alpino Ampelio Frigo, sì il nostro Ampelio,  questo semplice calcolo ha un grandissimo significato … 90  anni: la sua età. Si fa presto a dirlo ma è una somma che per  lui significa  vita, un’attuale traguardo e un privilegio per pochi e che, pertanto, merita minimo-minimo un momento di festa. Complice la famiglia, il gruppo pensò bene e doverosamente di chiamare a raccolta i soci in sede per condividere con lui questo compleanno, questa linea di arrivo.  Questo termine non significa la fine di tutto ma soltanto un “dai”, a quell’avanti che ancora gli aspetta circondato dall’affetto della sua famiglia. Sarebbe interessante passare una serata con lui e farsi raccontare i suoi anni che furono, fatti di lavoro, di polenta e formaggio, di sacrifici, del  trasferimento o meglio, esilio, dai suoi Colli Euganei alla Lombardia (a nessuno piace lasciare il proprio paese natio se non costretto e questo la dice lunga), alla  prima naja quale emigrato in Francia:  ripeto, naja, ma  non certo più facile della seconda fra i ranghi del 6° Alpini. E’ giusto ricordare come sia stato uno dei primi iscritti del nostro gruppo e con quanto impegno abbia collaborato alla vita dello stesso oltre  alla costruzione della nostra sede sempre in maniera discreta ma costante. Che dire oltre alle felicitazioni di tutti noi? ma non vorrei scivolare nel patetico e quindi: rinnovati auguri Ampelio e via  partenza per la  prossima “operazione di matematica” .

                                                                          PIO

 

                                                                            

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Miniraduni in montagna (Ottobre 2023)
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Miniraduni in montagna

 

Così si possono definire le feste alpine che si susseguono nelle diverse località montane durante tutto il periodo estivo e autunnale. Senza voler nulla togliere agli incontri che si svolgono in altre località, quelle in montagna hanno una loro caratterizzazione particolare. Indubbiamente l’ambiente montano crea le condizioni ideali per questi appuntamenti, ma è lo spirito della gente di montagna che li rende unici. Sono appuntamenti aspettati per tutto l’anno dalle persone del luogo come i più importanti fra le poche occasioni che hanno per incontrarsi, stare insieme in allegria, passare una giornata di festa. E gli alpini sanno interpretare nella maniera migliore lo spirito di attesa e di partecipazione. I Gruppi Alpini del posto si danno da fare, come di consueto, per organizzare questi appuntamenti, spesso gareggiando per dimostrare di aver organizzato la festa migliore. Accade così che il Gruppo Alpini della frazione di un comune organizzi la festa migliore del Gruppo Alpini del comune stesso: si perché in queste località addirittura coesistono nello stesso piccolo comune più Gruppi Alpini! La festa si tiene normalmente in un luogo fuori dal paese, spesso accanto a chiesette o cippi commemorativi degli Alpini. Nel tempo questi luoghi sono anche migliorati sotto il profilo logistico e organizzativo ma quello che li caratterizza è lo scenario alpino che rende ancora più particolare e suggestiva la manifestazione. I preparativi iniziano diversi giorni prima con l’imbandieramento del paese, la pubblicazione delle locandine con il programma della festa, la raccolta di generi alimentari che le aziende agricole locali offrono  volentieri per la manifestazione. Nel tempo questi appuntamenti si sono anche arricchiti di incontri culturali quali mostre e convegni relativi all’ambiente alpino e alla vita in montagna. Il giorno della festa è preceduto da una serata in cui si esibiscono diversi cori e, fra un coro e l’altro, si inizia a “carburare “ la manifestazione! La sfilata dei gagliardetti di tutti i Gruppi Alpini della valle apre il corteo accompagnato dal “33” suonato dalla banda del paese (con qualche piccola stonatura che rende ancora più “rustica”la manifestazione).

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