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Associazione Nazionale Alpini - Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI) tel: 3333450040 - sanvittoreolona.milano@ana.it
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Gruppo Alpini San Vittore Olona


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Gruppo Alpini San Vittore Olona: Gruppo

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Gli alpini e il Milite Ignoto (Dicembre 2025)
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GLI ALPINI E IL MILITE IGNOTO

Il 20 giugno 1921 il governo presentò una legge per rendere omaggio solenne a un soldato ignoto. Fu istituita una commissione che cercò undici salme ignote ed anonime recuperate nei luoghi di combattimento più cruenti del primo conflitto mondiale in rappresentanza degli oltre 100.000 soldati italiani scomparsi e mai identificati. Le 11 Salme furono radunate nella Basilica di Aquileia (UD) il giorno 28 ottobre 1921 e nel silenzio solenne una donna, Maria Bergamas di Gradisca di Isonzo e madre di Antonio un maestro di 24 anni di Trieste che si era arruolato sotto falso nome nell’Esercito Italiano in quanto suddito austriaco e morto nel 1916 la cui tomba insieme a molte altre fu distrutta da un bombardamento, si fermò inginocchiandosi davanti a una di esse e la designò quale rappresentanza di quella del figlio e di tutti i dispersi. Le altre 10 bare furono tumulate nel cimitero della Basilica dove, dopo la sua morte, venne sepolta anche Maria Bergamas. Lo stesso giorno la bara venne posta su un affusto di cannone ed un treno speciale in 8 giorni in 19 tappe attraversò l’Italia fra la commozione e l’onore di tutta la popolazione per arrivare infine a Roma il giorno 4 novembre anniversario della vittoria e traslata sull'Altare della Patria (Vittoriano), dove la tomba del Milite Ignoto divenne il simbolo di tutti i Caduti. Al Milite Ignoto fu concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare con una motivazione che sottolineava l'eredità di una intera Nazione ed il sacrificio di migliaia di giovani. E questa è la Storia (con la S maiuscola) ma noi alpini cosa c’entriamo?

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Commemorazione di Paolo Caccia Dominioni (Dicembre 2025)
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                  Commemorazione di Paolo Caccia Dominioni

 

Domenica 16 novembre si è svolta presso il monumento funebre nel cimitero di Nerviano la commemorazione di Paolo Caccia Dominioni, illustre cittadino di Nerviano, eroe della seconda guerra mondiale, al quale è intestato il nostro Gruppo Alpini. Sotto una pioggia battente erano presenti insieme alla figlia Baronessa Anna, i rappresentanti delle tre forze armate nelle quali ha militato il colonnello durante la sua avventurosa vita militare: alpini, bersaglieri e paracadutisti. La rappresentanza degli Alpini ha eguagliato quella delle altre due forze armate. Dopo lo schieramento e gli onori militari, sono state recitate le preghiere delle tre forze presenti: impeccabile quella degli Alpini recitata da Angelo come nessun altro avrebbe saputo farlo, un po' di corsa quella dei bersaglieri e in ultimo quella dei paracadutisti: tutte con il sottofondo di "Signore delle Cime" suonata da un clarinettista molto bravo. A seguire l'allocuzione della figlia Anna che ha ringraziato i presenti sottolineando che, malgrado le avverse condizioni ambientali, fossero presenti un buon numero di ex militari e di cittadini segno del rispetto e del ricordo del padre. Ha inoltre informato che l'anno prossimo in occasione del trentennale della morte del genitore, ha intenzione di organizzare per la prima volta una manifestazione presso Casa Caccia Dominioni, dimora nervianese della famiglia del Conte. L'occasione sarà  ghiotta per vedere i preziosi reperti e cimeli dell'avventurosa vita del padre. La funzione è terminata con una breve sosta presso il monumento funebre del Cav. Tenente Colonnello Medico Cesare Crespi, 1848-1922 (che la scienza e l'alto sapere dedicò agli ammalati poveri, bramoso di nessun altro compenso che della preghiera riconoscente dei suoi beneficati.) concittadino nervianese meno conosciuto del Conte, ma ugualmente meritevole di ricordo. A proposito faccio presente che sarebbe interessante approfondire le gesta del Tenente Aiutante Maggiore Gino Piazzi, il cui monumento funebre affianca quello di Caccia Dominioni ma che è meno conosciuto. Il Tenente Piazzi di cui in sede conserviamo le spalline di ufficiale, ha avuto anch'esso una vita militare avventurosa che meriterebbe di essere conosciuta. Speriamo a breve di eseguire delle ricerche per documentare le gesta di questo illustre concittadino.

 

Enrico Girotti

 

 

 

   

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Onorare i morti... (Novembre 2025)
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ONORARE I MORTI…

aiutando i vivi, questo è il motto degli Alpini che, credo, l’incontro di giovedì 9 ottobre del Tenente in Ruolo d’Onore ed insignito della Croce d’Argento al merito dell’Esercito Luca Barisonzi con circa 180 studenti di seconda e terza media della Scuola Media “G: Leopardi” di San Vittore Olona abbia degnamente onorato. Confesso che attendevo con ansia questo momento che abbiamo programmato più di un anno fa visti gli innumerevoli impegni che vedono Luca portare soprattutto nelle scuole la sua testimonianza sulla sua vita, la sua volontà di arruolarsi e di diventare alpino, sino al tragico attentato in Afghanistan nel 2011 che lo ha costretto su una sedia a rotelle, nonché la spinta per ricominciare a vivere, la stessa che ha poi dato il titolo al suo ultimo libro: “Storia di una rinascita”. Una insegnante mi ha detto alla fine dell’incontro che non aveva mai visto gli studenti così attenti e silenziosi ed infatti per oltre un’ora nell’auditorium della scuola si è sentita solo la voce di Luca che, accompagnato dalle immagini, ha raccontato della sua esperienza da quando era bambino, agli impegni sportivi, al suo desiderio di vestire la divisa e dell’amicizia con i commilitoni in missione con lui in Afghanistan a Bala Murghab, dei rapporti con la popolazione locale e i bambini, passando per il giorno dell’attentato nel quale perse la vita l’amico e alpino Luca Sanna del quale avevano appena festeggiato il compleanno. Il racconto è poi proseguito con la spiegazione delle lunghe cure alle quali Luca si è sottoposto rientrato in Italia e di come la sua straordinaria forza di volontà unita a una grande costanza e tenacia gli ha consentito, a dispetto delle previsioni mediche, non solo di recuperare fisicamente alcune funzioni che inizialmente davano per perse definitivamente, ma anche di affrontare nuove sfide quali la salita sul Monte Rosa al Rifugio più alto d’Europa, la Capanna Margherita e al ritorno all’attività agonistica nel Gruppo Sportivo paraolimpico dell’Esercito e terminando con quella che lui stesso ha definito la sua più grande vittoria: diventare padre di una splendida bambina, Bianca che è oggi la sua più grande gioia suscitando in tutti una grande commozione. Poche volte ho avuto occasione di vedere adolescenti alzarsi in piedi per applaudire una testimonianza così toccante, segno che le parole e l’esempio di Luca hanno fatto breccia nel cuore dei ragazzi. Come ho avuto poi modo di dire al termine dell’incontro, quello con Luca è stato l’ultimo tassello di una serie di manifestazioni e cerimonie che abbiamo offerto alla cittadinanza in occasione del nostro 70° anniversario di fondazione e non potevamo concludere in modo migliore questa ricorrenza offrendo ai ragazzi adolescenti un forte motivo di riflessione sui veri valori della vita e della resilienza che consente di poter risollevare la testa di fronte alle più tragiche difficoltà e tramutarle in stimoli per andare avanti. Grazie quindi a Luca, al corpo insegnante e alla Direzione Didattica che ci ha consentito di vivere questa esperienza unica con la certezza che tutti gli studenti sono usciti da questo incontro certamente arricchiti.

Franco

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La mostra storica (Novembre 2025)
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LA MOSTRA STORICA

Che dire sulla mostra storica di reperti della 1° e 2° guerra mondiale che si è svolta dal 4 al 6 ottobre nei locali della nostra Sede e che ha visto, dopo l’inizio sonnecchioso della giornata di sabato, una buona affluenza di persone, se non che l’impegno porta a gratificanti risultati. La manifestazione si è aperta la mattina di sabato quando alle ore 10 abbiamo ufficialmente inaugurato la mostra alla presenza del Sindaco Zerboni e davvero poche persone, (evidentemente il giorno designato alla spesa non ammette deroghe) e comunque noi non ci siamo scoraggiati ed abbiamo accolto i rari visitatori con cortesia illustrando l’utilizzo dei cimeli esposti e raccogliendo sempre consensi e complimenti per la fattura degli stessi e la disposizione nella nostra baita che si è dimostrata la perfetta sede per un simile evento. Il sabato pomeriggio come da programma abbiamo ospitato in buon numero i nostri amici Cinofili di Nerviano che hanno effettuato una esercitazione molto apprezzata dai presenti, specialmente i bambini, che hanno partecipato attivamente all’esibizione dei bellissimi  e altrettanto bravi cani che in quattro e quattr’otto andavano a scovare i “dispersi” nascosti in cassoni ed altri nascondigli. Il giorno successivo finalmente abbiamo avuto durante tutta la giornata una buona affluenza praticamente ininterrotta che non ha mai comunque creato sovraffollamento nel locale e siamo giunti a sera quando, a mostra chiusa, abbiamo ricevuto la richiesta da parte dell’Onorevole Mario Mantovani, deputato Europeo nonché sindaco di Arconate di poterci raggiungere e visitare la nostra esposizione, cosa che ci ha fatto grande piacere consolidando la collaborazione che da sempre c’è fra noi e la Casa Famiglia che porta il suo nome.

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Mattinata con gli alpini (Novembre 2025)
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MATTINATA CON GLI ALPINI

IL GIORNO 6 OTTOBRE, ALLA MATTINA, CI SIAMO RITROVATI A SCUOLA CON GLI ALPINI DI SAN VITTORE OLONA. CI HANNO ACCOMPAGNATI ALLA LORO SEDE, DOVE È ESPOSTA UNA COLLEZIONE DI RESIDUATI BELLICI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, MESSA IN MOSTRA IN OCCASIONE DEL 70°ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL GRUPPO ALPINI SANVITTORESI. ABBIAMO VISTO DELLE BOMBE, GRANATE, L’ATTREZZATURA DEGLI ALPINI, LE MAZZE DELL’ESERCITO AUSTRIACO, UNA RADIO PORTATILE E UNA FASCETTA CHE VENIVA APPLICATA ALLA ZAMPA DI UN PICCIONE VIAGGIATORE PER TRASPORTARE I MESSAGGI. ABBIAMO POI GUARDATO  DEGLI INTERESSANTI FILMATI SULLA PRIMA GUERRA MONDIALE CHE CI HANNO EMOZIONATO. DA ALTRI FILMATI ABBIAMO SCOPERTO CHE GLI ALPINI , OLTRE AD ESSERE UN CORPO MILITARE, COLLABORANO CON LA PROTEZIONE CIVILE E INTERVENGONO IN CASO DI CALAMITÀ NATURALI. AL TERMINE DELLA VISITA CI HANNO OFFERTO DELLE BEVANDE: SUCCHI DI FRUTTA, TÈ AL LIMONE E ALLA PESCA. INOLTRE CI HANNO REGALATO UN PORTACHIAVI COMMEMORATIVO DELL’ANNIVERSARIO. QUESTA ESPERIENZA CI HA FATTO CAPIRE QUANTO HANNO SOFFERTO I SOLDATI E I CIVILI DURANTE LA GUERRA, E CI INSEGNA CHE NOI, FUTURI RESPONSABILI DEL MONDO, DOBBIAMO FARE DI TUTTO PER EVITARE GLI ERRORI DEL PASSATO.

I BAMBINI DELLE CLASSI QUINTE

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A bocce ferme (Novembre 2025)
Gruppo

 A BOCCE FERME

Sono appena rientrato da Marcallo dove, insieme al buon Enrico, abbiamo riconsegnato all’amico Renzo del Gruppo di Magenta i reperti che ci ha gentilmente prestato per allestire la mostra che per tre giorni ha visto amici e concittadini frequentare la nostra Sede e che hanno gratificato l’impegno profuso dai volontari per rendere possibile questa manifestazione. L’altro gruppo di reperti è già rientrato a casa di Fiorenzo, l’amico di Rescaldina che ci ha coadiuvato in tutti questi giorni fornendo ai visitatori spiegazioni dettagliate ed aneddoti relativi a quanto esposto. Tra l’altro questa iniziativa era ben la terza in ordine di tempo organizzata e proposta alla cittadinanza nel giro di tre settimane dalla stessa associazione (penso sia un record per San Vittore Olona) dopo il Coro dell’Orobica e la festa del 70° che ha visto sfilare per le vie del paese alpini e corpi musicali che hanno “svegliato” una comunità molto spesso dormiente, ma non è per questo che voglio approfittare dello spazio su queste pagine, ma per ringraziare pubblicamente quanti si sono prodigati per la buona riuscita delle nostre manifestazioni perché sin quando non siamo entrati nel vivo degli eventi non avevamo idea del lavoro ed impegno che sarebbero stati richiesti. Grazie a chi si è impegnato nella distribuzione e collocazione dei manifesti pubblicitari esposti in 5 paesi del circondario, a chi ha donato il suo tempo per la distribuzione e il successivo ritiro delle Bandiere nelle case interessate al passaggio del corteo, alle mogli, alle volontarie e volontari che si sono occupati del rinfresco il giorno della festa, a chi ha espletato le innumerevoli procedure burocratiche legate allo svolgimento di ogni evento, a chi si è occupato della preparazione della mostra montando la tensostruttura che ospitava la sala video (e l’ha poi smontata), ha procurato i reperti ed allestito fisicamente la mostra, ai Soci che hanno passato tre giorni e soprattutto tre notti in sede per custodire i reperti affidatici, a quanti hanno accompagnato ed accolto i bambini che abbiamo ospitato nella nostra baita e a quanti con la loro presenza alle nostre iniziative hanno dato un senso alle nostre fatiche. Se ho dimenticato qualcuno me ne scuso e cercherò di colmare eventuali lacune, sappiano comunque tutti che a loro va la riconoscenza mia personale e di tutto il Gruppo per la bella figura che grazie a loro ci ha permesso di indossare con fierezza il Cappello con la penna.

Il Capogruppo

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Il nostro 70° (Ottobre 2025)
Gruppo

IL NOSTRO 70°

Otto giorni veramente intensi quelli compresi fra sabato 13 e domenica 21 settembre quando hanno preso il via ufficialmente le manifestazioni in occasione del 70° anniversario della fondazione del nostro Gruppo. A essere precisi questi due eventi sono stati solo il coronamento di un lavoro durato mesi per l’organizzazione e fare si che tutto filasse liscio e cercando di prevedere tutti gli inconvenienti che avrebbero potuto presentarsi e rovinare la festa, ma alla fine tutto è andato “quasi” per il meglio. Io parlerò solo dell’evento di sabato sera quando, presso il Santuario di San Vittore Olona, proprio di fronte alla nostra Sede, si è esibito in un applauditissimo concerto il “CORO ALPINO OROBICA Don Bruno Pontalto” che, sotto la direzione del Maestro Alberto Penuti, ha entusiasmato il folto pubblico che con molto anticipo ha occupato i posti godendosi uno spettacolo davvero di alto livello impreziosito dal fatto che i componenti del Coro, tutti provenienti dall’indimenticata Brigata “OROBICA” provengono da tutta la Lombardia e a distanza di decenni continuano a ritrovarsi per il piacere di cantare insieme e il risultato si vede. E, terminata l’esibizione “ufficiale” e dopo lo scambio di crest, la serata “ufficiosa” si è conclusa in sede per ritemprare il corpo dopo la fatica canora intervallando comunque un boccone con un canto, che dire, ce l’hanno proprio nel sangue. Un ringraziamento quindi sentito a loro per la bella serata che ci hanno donato e a Don Marco per averci concesso l’accesso al Santuario per poterne godere. E a proposito di quel “quasi” all’inizio dell’articolo, la nota negativa delle due manifestazioni organizzate riguarda la scarsa presenza dei Gruppi della Sezione e, ancor peggio, la mancata partecipazione di un terzo dei Soci del Gruppo, e tenendo presente che qualcuno è arrivato da un'altra Regione e qualcun altro aiutato dalle stampelle, ogni ulteriore considerazione è superflua.

Il capogruppo

 

 

 

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Per il 70° del gruppo (Ottobre 2025)
Gruppo

PER IL 70° DI FONDAZIONE DEL GRUPPO

Domenica 21 Settembre 2025, il nostro gruppo ha festeggiato il 70° anno di fondazione. E’ andata bene! Bel tempo, partecipazione, coinvolgimento, S.Messa, comune, discorsi, aperitivo, ristorante, interventi vari. Due righe su ogni aspetto citato. Bel tempo; credo di dover ringraziare San Maurizio, il nostro protettore, che nel calendario cadeva lunedì 22, il giorno in cui l’acqua è caduta abbondante; mentre per tutto il tempo dei festeggiamenti un bel sole ci ha accompagnati. Grazie protettore! Partecipazione; numerosa, anche se poteva esserlo di più, ma accontentiamoci ringraziando quelli che c’erano; teniamo presente che era il 70° e sicuramente per il 75° saremo molti di più (alpini del gruppo, gruppi della sezione, rappresentanti del comune, cittadinanza). Coinvolgimento; tutti i presenti li ho visti contenti di tutto, dalla accoglienza a tutti i momenti della giornata. Di sicuro hanno avuto un giudizio positivo del nostro gruppo. Bravi tutti noi! S. Messa; partecipata, ringraziamo Don Marco per le sue parole nei nostri confronti e anche della sua presenza tra noi per il resto della giornata; grazie davvero! Comune; ringraziamenti anche al sindaco Marco Zerboni, di cui conosciamo il giudizio più che positivo nei confronti del nostro gruppo. Discorsi; interventi del capogruppo Franco, del sindaco Marco, del caposezione Valerio e di altri coordinati da Gigi penna bianca, hanno dato un tocco di ufficialità all’evento; il tutto intervallato da brani alpini suonati in alternanza, dalla fanfara sezionale di Milano e dal corpo bandistico di San Vittore Olona, che ringraziamo per la bravura e disponibilità. Aperitivo; quanto lavoro dal gazebo al tendone e ai vari piatti gestiti in esclusiva da signore (grazie ragazze siete indispensabili), portate numerose che hanno accontentato tutti quelli che si sono presentati al tavolo. Ristorante; tutto bene: clima, menù, cordialità, qualità, tempi brevi, camerieri svelti, acustica da migliorare (ma eravamo una ottantina e tutti parlavano), col finale spumeggiante al ristorante Bollicine… e canti su richiesta del personale del ristorante. Interventi vari; i tavoli favorivano il colloquio tra i commensali aspettando il taglio della torta, con interventi di Franco, Valerio , Marco e prima del dolce la poesia di Luciano e, per finire canti e brindisi. E’ stata proprio una bella festa! Grazie a tutti di tutto!

                                                                                                                                  Luciano

P.S. notevole il materiale fotografico e video arrivati via WhatsApp; suggerisco di organizzare nei tempi necessari una serata in sede per tutti anche per chi non ha potuto partecipare.

 

 

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Cosa c'è dietro il settantesimo? (Ottobre 2025)
Gruppo

Cosa c'è dietro il settantesimo?


E si, dietro la ricorrenza della costituzione del Gruppo Alpini di San Vittore Olona c'è tanto lavoro, fatiche, arrabbiature ma mai rassegnazione e delusione. In una parola tanta alpinità! E' questo che vorrei cercare di raccontare lasciando ad altri la cronaca dei festeggiamenti dell'importante ricorrenza. Infatti è nella preparazione dell'evento che si manifestano al meglio le capacità organizzative, il darsi da fare, l'inventiva, la voglia di fare, la passione di noi Alpini! Ricorrenza inusuale per i Gruppi Alpini che normalmente festeggiano gli anniversari ogni venticinque anni. Ma quest'anno volevamo far coincidere la festa con il rinnovo della convenzione con il Comune che assicura la nostra presenza e le nostre attività sul territorio. Che come per tutti i Gruppi Alpini, non si limitano ad una mera presenza simbolica, ma sono di grande ausilio alla collettività. Veniamo al dunque. Tutto incomincia qualche mese prima con la mobilitazione delle truppe (siamo un'organizzazione combattentistica e d'arma), da parte del Capo. Si definiscono il programma e le cose da fare. Gli impegni sono ambiziosi: oltre alle manifestazioni che vogliamo comunque ricche e significative, c'è da mettere mano alla "baita", per noi un fiore all'occhiello, simbolo delle fatiche dei nostri veci, gioiello del territorio, punto di riferimento cittadino. I lavori sono tanti e i soldi sono pochi!  Ma è normale per noi Alpini.

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Grazie (Ottobre 2025)
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GRAZIE !!!!!


Come insegnato a scuola questo articoletto, si fa per dire, è nato dalla somma di un’insieme di pensieri accumulati giorno dopo giorno senza alcun ordine e arrivati,  poi, alla fase finale,  a un “quattro righe” di senso compiuto . Vengo al punto: il nostro compleanno, il nostro settantesimo di fondazione del gruppo, la festa con annessi e connessi. Parte di noi, degli iscritti spesso assenti,  non sa o non si è reso conto del lavoro nascosto dietro questa parola “FESTA”, ma sì, che ce vo? Davanti a simili affermazioni corre l’obbligo ma seriamente, l’obbligo di fare un piccolo esame di coscienza, pensare  alla pattuglia di punta che si è caricata di tutto il lavoro, dalle cose più stupide a quelle più serie ed impegnative. Purtroppo il sottoscritto  assisteva dalla finestra per forza maggiore  ma vi confesso che il vedere la quantità d’impegno per mettere in piedi quanto è stato necessario si è rivelata una realtà da non dimenticare,  è stato un impegno, un compito   veramente serio e spesso complicato,  tutti sanno poi che  bazzicare con i vari uffici, con la burocrazia  in genere, diventa un’ apriti cielo. Ripenso spesse volte alla lotta interpretativa indispensabile ai fini di partecipare ad un bando della regione sperando in un supporto economico, alla disperazione mista a senso di rabbia ed impotenza di chi seguiva il tutto al punto tale da  venirgli spontaneo esclamare  “ma  ce li metto io questi soldi“.

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Scrivere un articolo (Settembre 2025)
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Scrivere un articolo

 Per me non giornalista non è cosa da  poco, da prendere sotto gamba  oltre a quello che   dovrei scrivere. Il “Penna Nera”, il nostro  iperveterano giornalino di gruppo ha un’impostazione già scontata: alpini, vita di gruppo, cerimonie varie, insomma  tutto o quasi, all’insegna della “penna”. Dopo tanti anni gli argomenti si assomigliano un po' tutti e quindi diventa acrobatico trovare nuovi spunti per le famose “quattro righe”, infine  se  per motivi vari non puoi partecipare ai momenti d’insieme e o celebrazioni varie magari presso altri gruppi,  sezioni, addirittura all’ Adunata  le difficoltà aumentano.  Concludendo:  per quanto mi  riguarda,  scartiamo  la cronaca alpina già assolta dai vari partecipanti, la politica, per l’amor di Dio, lasciamola dov’è, di elucubrazioni personali, più o meno filosofiche non se ne parla; forse rimane qualche spiraglio su delle curiosità. A tal proposito mi son trovato di averne una sotto mano, si tratta di  roba vecchia, un trafiletto tratto da un giornale sportivo dove il giornalista commentava un incontro di pugilato. In sostanza l’inviato, alla fine dell’articolo credo volesse stuzzicare i  lettori  con una  conclusione  sicuramente provocatoria. In poche parole   evidenziando il coraggio dimostrato fino all’ultimo cazzotto dal pugile sconfitto, il nostro cronista coinvolgeva i  lettori, aggiungendo una punta di navigata malizia professionale, con una conclusione che vi trasmetto letteralmente ed era questa: “ma sotto quei pantaloncini pulsava un cuor di leone”  fine! Penso che rimanga ai lettori sbrogliare questa piccola matassa. Ognuno può pensare liberamente  con relative conclusioni. Una delle quali potrebbe essere questa:  o i pantaloncini erano troppo alti o il cuore era troppo basso.  E’ pur    vero    comunque che il problema non sembra risolto e quindi il dilemma rimane aperto ma da parte di quel giornalista la furbata c’è stata tutta.                                                                                                                                                         

                                                                                                                         PIO                                                            

 

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Lezione di storia (Giugno 2025)
Gruppo

LEZIONE DI STORIA

Mercoledì 30 aprile ho partecipato a una giornata particolare in uno scenario fra i più belli delle nostre vallate, e precisamente a Gressoney Saint Jean per una giornata culturale Walser organizzata dagli alpini del locale Gruppo ed organizzata per gli studenti del Liceo Machiavelli di Pioltello. Unendo l’utile al dilettevole ho raggiunto in moto, vista anche la bella giornata, la località prescelta dove, presso Villa Deslex sede del Kultural Zentrum Walser, gli studenti accompagnati dagli insegnanti Prof.ssa Paola Guidotti e Prof. Claudio Barone avevano già preso posto accolti dagli alpini locali capitanati dal vulcanico Franco Benzi. E’ stata una mattinata veramente interessante nel corso della quale i relatori Dott. Nicola Viquery e le signore Luciana Favre e Valeria Cyprian hanno illustrato la storia e le tradizioni del popolo Walser (contrazione del tedesco Walliser, cioè vallesano), abitanti del Canton Vallese e sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. Il popolo Walser definisce la propria lingua come TitschTöitschu o Titzschu, termini imparentati con il tedesco standard Deutsch.  La storia del popolo Walser inizia verso la metà del XIII secolo, quando alcuni piccoli gruppi di coloni, per migrazioni progressive, giungono nelle vallate a sud del Monte Rosa, sviluppando poi nel corso del tempo gli insediamenti stanziali che oggi conosciamo.

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Mi ricordo (Giugno 2025)
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Mi ricordo

Volevo iniziare queste quattro righe con “Amarcord” ma mi sembrava esagerato. Dunque: riandando a qualche sera fa, nella nostra baita si è tenuta la recita del Rosario,  se non erro credo sia stata la prima volta. A titolo di cronaca erano pochi gli alpini presenti come la popolazione del resto, c’erano ancora tante sedie vuote, pazienza. Pochi ma buoni.  Mentre si succedevano le Ave Marie, purtroppo ma senza malizia, la mia memoria iniziò a navigare, a tornare all’infanzia, ai famosi rosari di allora ancor’oggi stampati nella mia mente. A me piace da morire il film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi: l’ho visto diverse volte ma sono pronto a “rigustarmelo” un’ennesima volta. Tolta qualche  differenza, non tanta poi, io in quel film mi ci ritrovo, ci rivedo la mia infanzia. Queste fattorie perse fra la nebbia, senza corrente elettrica, senza l’acqua in casa, fattorie bruciate dal sole durante l’estate mentre l’inverno disegnava con il ghiaccio dei quadri irreali sui vetri delle finestre, madonna  quanto freddo. Ritornando alla valigia dei ricordi: fra le tante  cose, con i genitori nei campi  noi piccoli, 7/8 anni, a casa eravamo occupati oltre ai compiti scolastici a  riempire d’acqua i tegami degli animali, portare in casa i ciocchi di legna per il focolare, a pulire l’aia nei limiti delle nostre forze, insomma ce n’era per tutti e senza sconti: tutti per uno e uno per tutti  in attesa del rientro dei genitori dai campi; finalmente la cena con le solite lavate di testa (lavate si fa per dire) per quanto si sforava dalla tabella di marcia. Si pregava anche,  prima di andare a letto, preghiere veloci gestite dalla mamma,  a maggio però  c’era il Rosario iniziato e concluso solo con la forza di una fede semplice  mentre gli occhi lottavano per rimanere aperti. Arrivavo con la faccia a livello del tavolo e  sbirciavo mio padre che non era stato piegato dalla guerra e dalla prigionia in Germania e che sicuramente   al posto del rosario avrebbe preferito  una preghiera più corta:  resisteva anche se la testa ciondolava per  la fatica della giornata. Ed ecco che prima del Rosario  entravo in azione non per scelta mia ma di mio padre: “allora tu che vai a scuola e  sai fare di conto, a te l’incarico  di contare le Ave Maria”, le 50 Ave Maria, iniziava così la mia tragedia di maggio … un’Ave Maria, due Ave Maria , tre Ave Maria , arrivare alle 50 ave maria era un qualcosa di titanico: le volte che mi sono inciampato con i numeri. A tal proposito ricorderò sempre con immensa gratitudine quando, più di una volta, vedendo la mia incertezza contabile mio padre mi chiese a che numero delle Ave Maria eravamo arrivati:  dovevo arrendermi e confessare che avevo perso il conto. Mio padre mi guardava e con affettuosa semplicità mi diceva: "Allora il Rosario è finito, tutti a letto".Ancora adesso, in fondo in fondo, ho la sensazione, quasi una  certezza che gli facevo un  favore!

                                                                   PIO

 

 

 

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A proposito di terremoto (Maggio 2025)
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A PROPOSITO DI TERREMOTO

Questo articolo non è farina del mio sacco ma è soltanto un riportarvi ”paro paro” un’esperienza del mio amico, quello dell’altra volta. Questo articolo a me è piaciuto molto. Il racconto  è anticipato da considerazioni e o ricordi suoi personali espressi similmente a quattro chiacchiere  fra amici   seduti al bar magari davanti ad un bicchiere di vino.                        

NELL’ORTO DI SAN QUIRICO

San Quirico (Assisi) rimane un capitolo indimenticabile della nostra vita, della mia vita. Mille storie, mille aneddoti, qualcuno anche un po’ drammatico, che successe che più di una volta dovemmo far visita all’ospedale di Assisi. Quello che ci capitò il giorno dell’inaugurazione, per esempio alle Clarisse non lo raccontammo mai.  I ricordi si mescolano al ricordo degli alpini che non ci sono più, e sono tanti ormai. Ricordo la domenica che scendemmo in massa e nell’Appennino fummo investiti da una bufera di neve. Una bufera terribile, alla radio raccomandavano di stare tutti a casa, che le strade erano impraticabili e pericolose, e gli alpini  via imperterriti tra l’uragano con i loro carichi, i loro furgoni. 

  

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Don Carlo Gnocchi (Aprile 2025)
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DON CARLO GNOCCHI


Come promesso durante il raduno del secondo raggruppamento dell’ottobre 2023, il gruppo di Lodi ha donato una statua bronzea di Don Carlo Gnocchi alla diocesi della città. L’opera è arrivata in città sabato 22 febbraio nel pomeriggio presso la chiesa di san Francesco. La domenica pomeriggio è stata portata in duomo accompagnata dagli Alpini, dalle associazioni cittadine, dalle autorità e dalla fanfara sezionale. Dopo il posizionamento della statua all’interno della cattedrale è stata letta la biografia di Don Carlo a cura del giornalista Ferruccio Pallavera. Alcune cante del coro alpino di Abbiategrasso hanno preceduto ed accompagnato la Santa Messa presieduta da sua Eminenza Monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi. Al termine, dopo la lettura della Preghiera dell’Alpino, la fanfara del Centenario ha allietato i presenti con alcuni brani della nostra tradizione. Complimenti al gruppo di Lodi per questo ricordo di Don Carlo che sarà perennemente in duomo, nei cuori lodigiani e in tutti noi Alpini.

Antonio

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Incontro con le scuole medie (Aprile 2025)
Gruppo

Incontro con le scuole medie


Proseguono gli incontri con gli studenti secondo quanto previsto dal nostro Statuto che ci impegna a tramandare i valori e le tradizioni degli Alpini. Quest'anno gli incontri hanno riguardato le classi di terza media  di S. Giorgio su Legnano (prof.ssa Nicoletta Mezzanzanica), terza A (prof. ssa Stefania Paola) e terze B e C (prof.ssa Simona Patane'), di San Vittore Olona. Una citazione particolare riguarda l'incontro con la classe terza A di San Vittore Olona per l'accoglienza insolita che ci è stata riservata. Gli allievi si sono esibiti, sotto la direzione della prof.ssa Simonetta Zanzottera, in un piccolo concerto suonando con il flauto e altri strumenti, alcune fra le più note canzoni alpine. Non nascondo la sorpresa e l'emozione che ci ha colto. Una prova, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto siano apprezzati questi incontri. Incontri che ricordiamo non sono volti a raccontare le vicissitudini e il contesto storico della prima guerra mondiale, compito lasciato ai professori, quanto ad illustrare le condizioni di vita dei soldati e in particolare degli alpini al fronte, il racconto  delle sofferenze patite dai militari, le ansie e le aspettative prima delle cariche, il tutto supportato da illustrazioni multimediali e musiche di sottofondo che ben hanno reso le condizioni di sofferenza dei militari nelle trincee.

 

 

 

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Un sabato al Sacrario (Aprile 2025)
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UN SABATO AL SACRARIO


Sabato 4 gennaio abbiamo iniziato l’anno come guardie d’onore al Sacrario dei Caduti Milanesi (Tempio della Vittoria). La squadra è composta da Antonio Angelo Marco e Stefano. I primi due hanno coperto il turno del mattino e gli altri due il pomeriggio.  Dopo aver preso le chiavi e le consegne dal comando di polizia che si trova di fronte abbiamo avuto la piacevole sorpresa della presenza dell’Alpino Ferdinando, decano del servizio al Sacrario, che ha descritto la storia di questo monumento sia a noi che hai numerosi visitatori che si sono succeduti durante tutto l’arco della giornata. Personalmente è stata una esperienza molto piacevole ed istruttiva che senza dubbio ripeterò alla prossima convocazione. Fino alla chiusura, attorno alle 17.00, abbiamo notato una frequenza costante soprattutto di turisti stranieri. Vi invitiamo, appena potete, a organizzare una visita a questo monumento così vicino a casa nostra.

Antonio


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Alpini a scuola (Marzo 2025)
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ALPINI A SCUOLA

Sabato 1° febbraio abbiamo avuto un appuntamento con gli studenti delle Scuole superiori e precisamente: quelli dell’Istituto di Istruzione Superiore Niccolò Machiavelli di Pioltello. L’ incontro, organizzato dalla nostra Socia Prof.ssa Paola Guidotti, ha visto due volontari della P.C. Sezionale intrattenersi per circa due ore con gli studenti della 2° C Scientifico coordinati dalla Prof.ssa Evelyn Avogadri ai quali, con l’ausilio di slide, ci siamo presentati e abbiamo presentato gli alpini spiegando chi sono, da dove vengono, quale è la loro storia e l’evoluzione che ha avuto la nostra Associazione nata oltre un secolo fa come sodalizio di mutuo soccorso per le famiglie di chi non era tornato dalla guerra e divenuta la realtà attuale che ci pone quale esempio di volontariato. Naturalmente una parte significativa dell’incontro è stata dedicata al tema della Protezione Civile che vede l’A.N.A. in prima fila nelle emergenze e nella formazione del personale chiamato ad intervenire nelle calamità che sempre più spesso vedono colpire il nostro Paese spiegando soprattutto il lavoro che si svolge “dietro le quinte” di un’emergenza che  richiede corsi di addestramento, controllo continuo dei materiali e disponibilità a discapito dei propri interessi personali e soprattutto a titolo completamente gratuito. A mio parere l’incontro è stato più che soddisfacente, gli studenti erano attenti e quello che mi ha fatto personalmente piacere è stato constatare, anche durante la pausa caffè dell’intervallo, l’educazione e la simpatia dimostrata da tutte e tutti i bocia presenti segno che gli episodi che vengono spesso presentati di giovani disinteressati ed arroganti sono solo una piccola parte della realtà che è costituita soprattutto da chi ha capito che investire sul proprio futuro impegnandosi è la carta vincente. Merito questo delle famiglie ma anche indubbiamente degli insegnanti che si impegnano a forgiare i futuri nuovi cittadini che, ci auguriamo,  nel proprio bagaglio culturale un domani riserveranno un angolino al ricordo di una mattinata passata con gli alpini, per me sicuramente sarà così perché ogni volta è un arricchimento.

Franco

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Falò di S. Antonio (Febbraio 2025)
Gruppo

FALO’ DI S. ANTONIO

Sabato 18 gennaio 2025 presso la nostra sede gli alpini hanno preparato un bellissimo falò. E’ stata una serata fantastica, emozionante con una grande partecipazione di gente (tanti bambini) che hanno apprezzato molto l’evento e naturalmente anche il vin brulé e la cioccolata. Non pensate che io esageri; è stata veramente una magnifica serata con diversi alpini del gruppo, alcuni alpini cinofili, e rispettivi cani al guinzaglio, di Nerviano ed allietata anche dalle note musicali degli amici del Complesso Bandistico Sanvittorese sempre pronti a rispondere alla nostra chiamata. La festa di Sant’Antonio abate celebrata ogni anno il 17 gennaio era in passato una delle ricorrenze nelle comunità contadine. Nella cultura popolare Sant’Antonio abate veniva raffigurato con accanto un porcellino; i contadini per distinguerlo dall’altro Antonio, quello comunemente detto da Padova (e che invece era di Lisbona), lo chiamavano infatti Sant’Antoni dul purscell; spesso era rappresentato con lingue di fuoco ai piedi e aveva in mano un bastone alla cui estremità era appeso un campanellino e sul suo abito spiccava il tau, croce egiziana a forma di T, simbolo della vita e della vittoria contro le epidemie cosa a cui sembra alludere anche il campanello, che era utilizzato appunto per segnalare l’arrivo dei malati contagiosi. Ma torniamo alla nostra serata. Il falò ben preparato al mattino dagli alpini, era diverso dal solito; con un tocco di fantasia apprezzato da tutti era bianco come se la catasta fosse coperta di neve. In cima un pagliaccio di grandi dimensioni con un atteggiamento buono e rassegnato quasi presago della sua fine imminente. Moltissime le persone venute a vedere ed io non mi ricordo di averne mai viste così numerose con la  conseguenza che i bicchierini del vin brulé e della cioccolata sono stati incrementati visto i numerosi avventori con il conseguente buon raccolto delle offerte destinate all’oratorio. Ancora un dettaglio a conferma di quanto prima scritto: la contemporaneità ed immediatezza della accensione della catasta in tutta la sua interezza; i complimenti agli addetti e vi assicuro che tutti i commenti dei presenti sono stati positivi. L’inizio dell’anno 2025 in cui festeggeremo il 70° anniversario della fondazione del gruppo non poteva iniziare meglio. Bravi tutti ancora una volta e grazie a chi è venuto mentre chi non ha potuto può vedere bellissime fotografie sui social.

                                                                                             Luciano  

 

 

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Falò di S. Antonio 2025 (Febbraio 2025)
Gruppo

Falò di Sant'Antonio 2025

"Arrivederci al falò del prossimo anno" così terminavo il mio articoletto dell'anno scorso a commento del bel falò di sabato 13 gennaio. Ma come si dice "non dire gatto fino a quando non ce l'hai nel sacco!"  Proprio così, quest'anno abbiamo rischiato di non fare il tradizionale falò che da svariati anni gli Alpini di San Vittore Olona organizzano per la gioia di grandi e piccini e per dare un sostegno finanziario ai giovani della Parrocchia. Un'ordinanza regionale blocca l'effettuazione di fuochi liberi e pertanto anche il falò di Sant'Antonio. A malincuore ci eravamo rassegnati a organizzare comunque un intrattenimento per non perdere la tradizione, anche se ci faceva rabbrividire l'idea di organizzare un falò di Sant'Antonio "virtuale" come proposto in altri paesi. Ci eravamo tanto rassegnati che malgrado la nostra rete di informazione sia ramificata ed efficiente, ci era sfuggito che un'ordinanza ministeriale consente, a certe condizioni ambientali e salvo autorizzazioni varie, l'effettuazione di fuochi tradizionali, fra cui il falò di Sant"Antonio. Non vi nascondo che per un attimo, ma solo un attimo, avendo pochissimo tempo a disposizione e avendo la scusa della disposizione regionale, ci è balenata l'idea di non effettuarlo per quest'anno. Per prepararlo e farlo bene come piace a noi partiamo settimane prima per raccogliere e mondare la legna da ardere, ottenere tutti i permessi, organizzare il servizio antincendio, pubblicizzare l'evento, fare la novena per ottenere il bel tempo durante la manifestazione! Solo un attimo, poi è bastato guardarci in faccia e all'idea di cosa avrebbe detto Sant'Antonio ci siamo rimboccati le maniche (che noi Alpini a dire il vero abbiamo sempre rimboccate) e ci siamo dati da fare. Erano molti i permessi e le autorizzazioni necessarie, ma con determinazione alpina siamo riusciti ad ottenerli. Il resto è cronaca di una manifestazione riuscitissima sotto tutti i profili, che è servita anche da megafono (sic! il nostro si è guastato sul più bello) nei confronti della popolazione Sanvittorese e non accorsa numerosa, che ha tributato un grande applauso all'evento e che ha offerto una consistente somma da devolvere a favore del Centro giovanile. L'appuntamento è per l'anno prossimo e "gatto o non gatto" con i dovuti scongiuri, Sant'Antonio avrà  il suo falò"come Dio comanda".

Enrico Girotti

 

 


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La doppia Naja (Febbraio 2025)
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LA DOPPIA NAJA

Parlavo un giorno con un mio carissimo amico  residente nel Veneto, in un paese a ridosso delle verdi colline trevisane, per intenderci quelle  del prosecco,   e che prosecco, quando   ci si trovò casualmente a commentare  sui nostri emigranti all’estero, su quelli della doppia naja. Tengo a precisare che  il mio interlocutore è stato uno sten dell’artiglieria alpina per cui   il nostro dialogo ed intesa sono supportati  oltre all’amicizia,  anche dalla comune appartenenza all’associazione alpina. Detto ciò vengo al punto, quando  lui uscì con un’espressione " ma hai mai pensato  che anche tu e la tua famiglia avete provato l’esperienza della doppia naja?"  sul momento mi spiazzò con tale affermazione. Infatti, di primo acchito, tutti noi pensiamo che il termine “doppia naja”, nel linguaggio alpino, si riferisca esclusivamente ai nostri emigranti costretti a lasciare l’Italia per ogni parte del mondo. Fin qui tutti d’accordo ma riflettendoci un po’ di più credo che il mio amico non avesse tutti i torti. Salve le debite proporzioni, a “quei” tempi andare in America, Canada, Argentina, oltreoceano o nelle miniere del Belgio, nei campi in Francia ecc.  non era uno scherzo ma neanche per quanti  costretti a  lasciare il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l’Istria, ecc… Infatti il trasferirsi  nella bonifica delle paludi pontine del Lazio, nelle fabbriche del Piemonte e della  Lombardia  ecc.. non era un’impresa da poco, d’altra parte erano le ultime carte che potevano giocare: rimanevano sì in Italia ma con analoghe difficoltà di quanti si allontanavano oltremare.  Le realtà da affrontare per quella gente sono state semplicemente enormi a partire dalle distanze quasi insormontabili, andate senza ritorno, ai dialetti, all’adattarsi e ricominciare tutto daccapo in ambienti totalmente diversi e chi più ne ha più ne metta. A titolo di sfida potrei suggerire “provare per  credere.” Avevo circa 5 anni, siamo nel 1953, quando una ragazza di una fattoria presso di noi ( presso si fa per dire date le distanze tra una fattoria e l’altra )  partì per trasferirsi a Vigevano e sposare  il fidanzato  allontanatosi precedentemente in avanscoperta per lavoro  Al momento dei saluti, anzi meglio, degli addii, ricordo i vicini che fra le lacrime esclamavano " non ti vedremo più" Oggi  Rovigo-Vigevano “ che ce vò ”,  ma nella memoria  mi ritorna spesso quel commiato,  io ero un bambino, non capivo fino in fondo  quel momento,  quegli addii,  ma erano gli adulti che piangevano e ovviamente comprendevano più di me. Quel Vigevano così lontano e così misterioso.   Anno dopo anno molte famiglie, come la mia, partirono:  i motivi furono infiniti e fra i tanti anche la piena del Po che mise in ginocchio il Polesine.

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Verbale assemblea generale (Gennaio 2025)
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Verbale Assemblea Generale

 

Con la presenza del presidente sezionale Fusar Imperatore e tre consiglieri sezionali (Ciresa, De Finis, Bignami) e 19 soci del gruppo ha inizio l'assemblea. Come da prassi dopo il saluto alla bandiera e il ricordo di quanti sono “andati avanti”, si procede all’approvazione del verbale dello scorso anno. Segue la relazione morale del Capogruppo. Significativo il passaggio riguardo la scadenza l'anno prossimo della convenzione con il Comune riguardante in particolare la concessione per l'utilizzo del terreno ove sorge la nostra sede e l'impegno per la sua rinegoziazione. Il duemilaventicinque rappresenterà inoltre un traguardo importante per il nostro Gruppo perché ricorrerà il settantesimo anno dalla sua fondazione. A riguardo vengono illustrate le manifestazioni in programma per festeggiare adeguatamente tale ricorrenza. Si passa alla lettura della relazione finanziaria con un bilancio che chiude  in pareggio. Quota associativa: si propone il mantenimento della quota dello scorso anno. Si procede alla votazione delle due relazioni e della decisione relativa alla quota associativa: il tutto viene approvato all’unanimità. Come da programma si passa al rinnovo di due consiglieri in scadenza. Risultano al termine di mandato Cestarolli e Parini, entrambi rieleggibili. Entrambi accettano la rielezione. Prende la parola il Presidente Sezionale che ricorda l'importanza del rinnovo della convenzione con il Comune ed esprime un plauso per l'esito della raccolta del banco alimentare che ha registrato un significativo incremento rispetto lo scorso anno: più trenta per cento. Si sofferma poi sul futuro associativo e sulle criticità derivanti dalla riduzione dei soci preannunciando l'intenzione di proporre l'integrazione in consiglio di membri "non alpini" ovvero che non abbiano necessariamente svolto il servizio nelle truppe alpine. Per favorire poi la partecipazione di nuovi soci esprime l'esigenza di allargare il coinvolgimento di comuni limitrofi e in tal senso apprezza l'intenzione di essere presenti alla prossima manifestazione di Nerviano dove parteciperemo con un nostro stand. Termina annunciando che si sta valutando di tenere il prossimo raduno sezionale nel mese di giugno al Monte Stella a Milano. L’Assemblea si chiude alle 22.50.

 

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

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Gli alpini alla Festa della Colorina (Gennaio 2025)
Gruppo

 

Gli Alpini di San Vittore Olona alla festa della Colorina a Nerviano

Gli alpini del Gruppo di Sanvittore Olona in trasferta a Nerviano per la tradizionale festa della Madonna della Colorina. L'obiettivo era quello di testimoniare anche a Nerviano, in occasione della festa tradizionalmente molto sentita e partecipata dai nervianesi, lo spirito e lo scopo del nostro sodalizio, far conoscere le iniziative in  programma, "risvegliare" qualche alpino dormiente. Allo scopo è stato allestito un gazebo attorno al quale sono stati installati diversi striscioni (roll up) con l'illustrazione delle caratteristiche e delle peculiarità degli alpini, nonché la rievocazione della grande guerra. Erano inoltre a disposizione diverse copie del nostro notiziario L'Alpino e una scheda per raccogliere eventuali nuove adesioni. Nutrita la presenza di Alpini del Gruppo con qualche significativa partecipazione anche di Alpini nervianesi, per l'occasione ribattezzati "Alpin Quadar", che si sono dati il cambio per garantire una costante presenza alla manifestazione. Da segnalare inoltre la partecipazione di un bel numero di rappresentanti del Gruppo Cinofili, come noto associato al Gruppo Alpini di San Vittore Olona, che con i loro cani hanno fiutato l'occasione di una bella passerella che ha destato curiosità e interesse. L'iniziativa è stata nel complesso positiva anche se il tempo uggioso e coperto non ha favorito l'afflusso di molte persone. Il nostro gazebo è stato uno dei pochi che ha sfidato il freddo e anche per questo ha raccolto il plauso degli organizzatori che hanno rinnovato l'invito per altre occasioni. Efficace il rapporto con gli organi di informazione che ha consentito la citazione dell'iniziativa sulla stampa locale. Il commento di alcuni nervianesi è stato: "ci volevano proprio gli alpini alla festa della Colorina per rievocare i bei tempi passati quando c'era freddo e la scighera". Si, vabbè, però il freddo l'abbiamo patito noi! Pazienza, per gli Alpini questo ed altro! L'iniziativa è stata la prima in assoluto realizzata anche con lo scopo di  sperimentare nuove forme di comunicazione e capire se anche questo approccio può essere utile per farci conoscere ulteriormente e diffondere la cultura dell'alpinità in previsione dei festeggiamenti del settantesimo di fondazione.

 Enrico Girotti

P.s. Da diversi iscritti è pervenuta la richiesta di ulteriori notizie sull' Abbazia della Colorina. A riguardo vedremo di incentrare una delle nostre serate culturali su questo argomento.

 

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Manifestazioni del 4 novembre (Dicembre 2024)
Gruppo

MANIFESTAZIONI DEL 4 NOVEMBRE

Quello di novembre appena passato è stato un mese veramente pieno di iniziative e manifestazioni che abbiamo potuto rispettare grazie alla collaborazione e alla presenza dei soci che si sono resi disponibili a far fare una bella figura al nostro Gruppo. All’interno del notiziario troviamo gli articoli dei collaboratori riguardo Nassiriya e la castagnata, io vorrei illustrare quello che è stato fatto in occasione delle cerimonie in occasione del 4 novembre che hanno avuto un prologo la settimana precedente la ricorrenza con un incontro “sperimentale” che abbiamo avuto con gli alunni delle 5° classi ai quali abbiamo spiegato in anticipo il significato del 4 novembre e ai quali abbiamo mostrato dei brevi filmati dell’Istituto LUCE che mostravano le condizioni di vita dei soldati e della popolazione nel periodo bellico, aiutati dall’esposizione di reperti dell’epoca dei quali abbiamo spiegato l’utilizzo. Questo incontro preventivo ha permesso agli alunni di arrivare alla ricorrenza preparati e di poter formulare domande attinenti a quanto spiegato in precedenza. Domenica 3 abbiamo partecipato in buon numero alla manifestazione ufficiale organizzata dall’Amministrazione Comunale che ha visto, dopo la celebrazione della S. Messa, l’Alzabandiera e la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti seguita dal corteo che ha raggiunto il cimitero dove presso la Tomba ai Caduti sanvittoresi si sono tenuti i discorsi ufficiali con la partecipazione del Complesso Bandistico Sanvittorese. Terminata la cerimonia ufficiale ci siamo recati come sempre alla RSA per un intervallo musicale dedicato agli anziani ricoverati che hanno apprezzato la visita e con quest’ultimo impegno è terminata la cerimonia istituzionale. La mattina successiva, come oramai facciamo da 30 anni ogni 4 novembre, ci siamo recati nelle due scuole elementari del paese per dare modo ai bambini di commemorare con noi questa ricorrenza e come sempre non possiamo che dirci soddisfatti del risultato, infatti alle ore 9 ci siamo ritrovati presso la Scuola paritaria Comensoli dove, presenti il Sindaco Zerboni, il Luogotenente Lisciandro Comandante della Stazione dei Carabinieri e il Comandante della Polizia Locale Taeggi, abbiamo effettuato la cerimonia dell’Alzabandiera accompagnata dall’Inno di Mameli senza musica ma cantato con passione da tutti i presenti iniziando dai bimbi. Come sempre abbiamo poi avuto un incontro con gli alunni che come sempre ci hanno subissato di domande. Al termine, breve pausa caffè e poi di corsa alla Scuola Elementare “G: Carducci” dove alle 10,30, con schierati sul piazzale gli alunni delle 5° classi, abbiamo reso gli onori alla Bandiera cantando l’Inno Nazionale e successivamente abbiamo accompagnati gli studenti al vicino Cimitero dove, davanti alla Tomba dei Caduti, hanno letto dei pensieri e componimenti relativi alla ricorrenza. Successivamente, rientrati a scuola, ci siamo riuniti in aula video con le due classi e siamo stati per circa un’ora a disposizione dei ragazzi e delle domande che avevano preparato per l’occasione. Come sempre un ringraziamento ai soci che hanno voluto dedicare una mattina a questa importante iniziativa che rispetta quanto stabilito dal nostro Statuto riguardo il tramandare la memoria alle nuove generazioni e che certamente ogni anno riesce a donarci molto più di quanto noi diamo.

Franco

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Castagnata, disnarello e raccolta alimentare (Dicembre 2024)
Gruppo

        Castagnata, disnarello, raccolta alimentare

 

 

Cos' hanno in comune questi eventi apparentemente molto diversi? La castagnata è una ricorrenza annuale con la quale il Gruppo Alpini intende omaggiare con la propria disponibilità gli ospiti anziani della casa di riposo. Quest'anno ha riguardato la cottura di oltre cinque chili di marroni da parte di quattro Alpini e l'assistenza al personale infermieristico nella loro distribuzione agli ospiti della casa di riposo. Il disnarello e' un appuntamento mensile durante il quale il Gruppo Alpini offre con la propria disponibilità e impegno una serata di prelibatezze culinarie e un momento di aggregazione e di serenità alle persone che partecipano all'incontro. Quest'anno la mitica cassoeula degli alpini ha coinvolto a più riprese una decina di Alpini che hanno sfornato un consistente numero di razioni del gustoso piatto, riscuotendo un corale apprezzamento da parte dei commensali.  La raccolta alimentare è per il Gruppo Alpini l'occasione di prestare la propria disponibilità per la raccolta di generi alimentari e di prima necessita per i più bisognosi. Quest'anno, sfruttando la disponibilità di ben 15 Alpini che a turno si sono alternati agli ingressi di un supermercato della zona, sono stati raccolti una tonnellata e trecentoventisei chili di generi alimentari da destinare a persone bisognose con un incremento di oltre il trenta per cento rispetto all'anno precedente. Ecco allora la parola "chiave", il fil rouge che unisce questi eventi: DISPONIBILITA' verso gli altri! E' una cosa che ci caratterizza, che fa parte del DNA di noi Alpini, che ci contraddistingue, che ci fa apparire particolari e ci fa entrare nel cuore della gente. E allora alla casa di riposo danno per scontato che noi saremo presenti e gli ospiti ci aspettano con trepidazione, il disnarello è sold out per il prossimo anno, la raccolta alimentare registra ogni anno un record perché "doniamo perché ci siete voi Alpini". Sono tre occasioni insieme ad altre che consentono a noi Alpini di "sfogare" questo sentimento che ci portiamo dentro che se non liberato ci creerebbe un senso di inutilità e di frustrazione. E ci chiediamo come mai altri che hanno militato come noi nel Corpo delle Truppe Alpine, che naturalmente fa crescere questo istinto e voglia di dedizione, continuino a rimanere silenti e "dormienti". Una occasione di riscatto si presenterà il prossimo 8 dicembre quando per la prima volta gli Alpini saranno presenti con un loro gazebo alla tradizionale festa della Colorina a Nerviano.

 

Enrico Girotti

 

 

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Nassiriya (Dicembre 2024)
Gruppo

NASSIRIYA 12.11.2003

Un nome: una città capoluogo di una regione irachena, una data: il giorno in cui si verificò una strage causata da un attentato suicida da parte dei militanti di Al-Qaida contro la base Maestrale sede della missione italiana in Iraq provocando dopo lo scoppio  di un camion cisterna carico di esplosivo la successiva esplosione del deposito munizioni con la distruzione pressoché totale della base stessa. L’attentato provocò 28 morti :12 carabinieri, cinque soldati dell’esercito, due civili oltre ai 9 iracheni. Ho voluto ricordare sommariamente la storia di quel triste episodio che funestò la nostra Italia. Francamente non so quanti e quanto ricordino   i nostri concittadini, specialmente i più giovani , per cui l’invito delle rappresentanze comunali  nella persona del Sindaco ad intervenire  alla cerimonia del ricordo in onore di quei caduti è più che motivato e che va riassunto nell’ormai famosa frase : per non dimenticare. Alla manifestazione indetta per il giorno  12.11. u.s. c’eravamo anche noi Alpini, pochi in verità  ma purtroppo è d’obbligo dirlo e  scriverlo contavamo  la metà di tutti i presenti alla cerimonia. Ognuno può trarre le conclusioni che vuole:  rimane il fatto che l’assenza dei nostri ragazzi delle scuole,  assieme ai rappresentanti di varie associazioni e alla cittadinanza tutta  è un dato decisamente negativo: come logica conseguenza si   perderà  sempre più la memoria e  il significato    vero e profondo di quel discreto monumento eretto in onore dei nostri carabinieri vittime di quell’attentato e almeno in quel giorno onorato con un mazzo di fiori.

                                                                                 PIO

P.S.: per onestà di cronaca: assieme ai rappresentanti della Protezione Civile  voglio puntualizzare la presenza di un ex paracadutista  sempre presente in queste cerimonie.

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Il gruppo e... il gruppetto (Novembre 2024)
Gruppo

                               

Il Gruppo e.... il "gruppetto"

 

Il nostro Gruppo a fatica e fra alti e bassi funziona ancora bene e questo grazie al contributo di una parte degli associati, del Capogruppo e .... del "gruppetto". Sono meno delle dita di due mani ma quando si tratta di dare una mano sono sempre disponibili. Se la preparazione e la cucina del disnarello sono importanti per renderlo un momento di coesione e di "alimentazione" in tutti i sensi del Gruppo, se è garantita la manutenzione degli edifici della sede, se l'apertura della sede è assicurata sistematicamente due volte la settimana (uno dei pochi Gruppi), se la predisposizione e la diffusione di questo notiziario avviene ininterrottamente da tanti anni (unico fra tutti i Gruppi della Sezione e forse unico a livello ANA), se serate ed eventi sono un successo, se.... Tutto questo è dovuto sicuramente al contributo di una parte degli associati e in particolare del Capo, ma se non ci fosse quel "gruppetto"?. Si parla tanto di spirito alpino, di altruismo, di senso del dovere, di attaccamento ai valori tramandati da chi ci ha preceduto ma la materializzazione di tutto questo io credo lo si possa ritrovare in quel "gruppetto". Non si tratta di beatificare nessuno e credo che loro stessi non siano affatto inclini a farsi incensare. E' però un dato di fatto che se mancasse la spinta propulsiva, l'abnegazione e  l'esempio del "gruppetto", molte cose rimarrebbero non fatte, lentamente si vedrebbe un naturale declino delle attività, e poi a spirale ... Non c'è da aggiungere altro anche perché gli interessati non saranno d'accordo sul pubblicare queste poche righe. Però credo sia importante sottolineare quello che fanno e ringraziarli per la dedizione e lo spirito alpino con cui le svolgono.

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

 

 

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Il mio cappello (Novembre 2024)
Gruppo

                                 

 

Il mio Cappello Alpino

 

Se c'è qualcosa che rappresenta al meglio il mio essere Alpino, qualcosa che sintetizza ed esprime compiutamente i valori propri di questo Corpo, questo è il mio Cappello Alpino. Il cappello alpino è un copricapo quando viene consegnato, un fedele compagno durante tutto il periodo militare, un simbolo dopo il congedo. Il mio è un cappello semplice: niente penne lunghe, niente spille o stemmi particolari. E'così come mi è stato dato e come l'ho portato durante tutto il periodo militare. Potrebbe essere indossato domani mattina per una qualsiasi attività operativa. Alla "pulizia" del cappello tengo molto. Il cappello alpino non è solo un copricapo di foggia strana . Non me ne vogliano gli appartenenti ad altri corpi militari, ma  nel cappello alpino sono concentrati più che in altri copricapi militari valori, amicizia, fatiche, sofferenze, soddisfazioni e l'orgoglio con cui lo si porta non è civetteria ma rispetto per tali valori e ricordi. Il cappello alpino non è solo un riconoscimento da usare nei raduni ma è un oggetto che crea simpatia, un prezioso lasciapassare che apre tutte le porte. L'avrete notato tutti, quando si incontra qualcuno si sente sovente l'augurio "evviva gli Alpini". Sono geloso del mio cappello alpino. Preferisco manipolarlo solo io con la scusa che altri non conoscono le precauzioni  per la sua giusta conservazione. Possono toccare tutto di me, ma non il cappello! E mi capita di indossarlo oltre che nelle manifestazioni ufficiali a volte anche in casa. Mi rilassa e mi sento meglio. Il mio poi è originale, o quasi. A dire il vero qualcosa di non originale c'è: la penna! Orrore! Ebbene si, la penna originale un po' bufferata dai campi estivi e invernali, quella che coccolavo come un figlio l'ho persa. Fatale è stata la distrazione di accettare un passaggio sotto un ombrello, ovviamente di nascosto dagli occhi di altri alpini, durante un temporale. Il mio cappello alpino porta bene i suoi cinquantacinque anni. Ha avuto bisogno solo recentemente di un breve ricovero per un intervento di restauro presso un cappellaio specializzato che ha sentenziato: tanto di cappello! Spero rimanga con me a lungo, più a lungo possibile e se proprio dovrò lasciarlo che mi accompagni nell'ultimo viaggio.

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un pomeriggio qualunque (Ottobre 2024)
Gruppo

UN POMERIGGIO QUALUNQUE

Scrivere un articolo o meglio quattro righe per il nostro notiziario non è cosi semplice come può sembrare  specialmente se non hai sottomano qualche argomento  di cronaca spicciola,  domenicale o meno, quale può essere una partecipazione alla festa di qualche sezione alpina, ad una serata in sede o in casa di altri gruppi con l’opportunità di ascoltare i nostri cori, le nostre canzoni, o qualche conferenza.  Tutto ciò, alla fine, significa  rimanere, anzi vivere,  la nostra  associazione dove  non manca certamente la materia prima. Quando invece ti ritrovi obbligato  in casa, pur tenendosi informato, allora il problema bussa alla porta e quindi per un articolo ti aggrappi a ricordi, o fantasie o  piuttosto a elucubrazioni mentali, le più svariate, rischiando di annoiare quanti  leggono il nostro  Penna Nera.  Arrivati a ‘sto punto, voglio, anzi più esattamente,  tento di  affrontare  il rischio sperando nella buona sorte e nella “clemenza della corte”, tranquilli niente di  trascendentale. Avevo bisogno d’assistenza tecnica  per un dispositivo che faceva le bizze per cui interpellai la ditta che subito mi mise in contato  con il tecnico reperibile. Quattro domande/risposte per inquadrare il problema e risposta finale: “ il tempo di arrivare”. Cosi fu. Dopo circa un’ora e mezza  squillò il campanello di casa,  abitando io nel legnanese seppi in seguito che il nostro amico arrivava dalla zona di Dalmine perciò più sollecito di cosi;  magari mi avrà mandato al diavolo (posso capire memore delle mie esperienze sanitarie riguardo il problema delle reperibilità specialmente notturne) ma se l’aveva fatto non si fece capire quindi tutto nella normalità e  cortesia. Risolto il problema rapidamente,  com’ è usanza, almeno credo, si offre il classico caffè o bibita a titolo di ringraziamento, insomma  cose di questo tipo.  Con il caldo infernale di quel giorno il nostro tecnico accettò di buon grado la classica bottiglietta da frigorifero e sembrava che la cosa finisse qui. Fu allora che aumentai la posta  esaltando  un liquore che lui doveva assaggiare,  subito si mostrò  restio, no, grazie , basta cosi. Alla fine capitolò con una frase,  ma sì dai, solo un goccio,  sono un’ ALPINO!  A  mia moglie, in quell’attimo in cucina ma che aveva sentito tutto venne spontaneo, hai sentito Pio. In realtà pensò  “ah, mò ghe sem"  e, con un pizzico di ironia, mentalmente si fecero le classiche domande:  dov’eri, che caserma, ecc..ecc. C’erano  i muli e via di questo passo, sempre la stessa storia.    Comunque, per rinforzare il miracolo dell’alpinità e come di dovere, risposi al tecnico “anch’io”.   Volevo far notare ai benevoli lettori, nel caso ce ne fosse qualcuno, che nella mia sala non c’è  nulla di alpino tipo il cappello, guidoncino, poster  ecc..ecc..  che  avesse potuto stuzzicare il nostro ”amico“ e quindi la sua affermazione fu più che spontanea. L’atmosfera del momento cambiò totalmente e subito   a cascata,  ma tu dove l’hai fatto la naja, il reparto, adunate,  ecc  con  domande  e risposte scontate da  ambo le parti come succede fra alpini anche se non si conoscono e si trovano  in coincidenze non certo programmate. Il tempo passò velocemente,  per finire  al nostro “amico” prima di congedarsi con un malizioso sorriso d’intesa,  gli venne spontaneo  "ma sì un ultimo goccetto ma proprio poco, devo guidare"  Ciao ALPINO.      

                                                                                  PIO

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Ciao Vecio (Luglio 2024)
Gruppo

CIAO VECIO


Sabato 22 giugno eravamo veramente in tanti ad accompagnare nel suo ultimo viaggio il decano del nostro Gruppo Ampelio Frigo spentosi dopo una breve ma dolorosa malattia. Classe 1933 era nato in quel di Mossano, aveva militato nel 6° Rgt. Alpini ed appena trasferitosi a Canegrate si era iscritto al nostro Gruppo che allora si chiamava VALLE OLONA in compagnia di tanti suoi compaesani che come lui avevano lasciato il Veneto per approdare in una regione che offriva più opportunità lavorative e lì si era sposato con la sua Giovanna e formato una famiglia con Gabriella, e gli adorati nipoti Davide e Andrea. Come ho avuto modo di ricordare al termine della funzione religiosa, il ricordo che ho di Ampelio è quello di una persona sempre pacata, tranquilla, mai sopra le righe e che cercava sempre di sdrammatizzare anche le situazioni a volte complicate che si venivano a creare nel Gruppo e che quasi mezzo secolo fa per noi Bocia ha significato l’anello di congiunzione fra i Veci del Gruppo, reduci della guerra e i nuovi arrivati neo congedati. E’ sempre stato presente alle nostre iniziative e manifestazioni, dalla Cappelletta alla costruzione della Sede e ai momenti conviviali come l’ultima volta in sede a marzo quando abbiamo ricordato i nostri Soci “andati avanti” e anche quando ultimamente non poteva più guidare si faceva accompagnare dai nipoti per godere dei momenti insieme. Ci mancherai Ampelio, mancherai a noi e a chi non ha avuto la fortuna di conoscerti e ci piace pensarti nel Paradiso di Cantore con i vari Brunello, Bertacco, Della Foglia, Deu e tutti quelli che hanno fondato e portato avanti il nostro Gruppo e con loro, come cantiamo nella nostra più bella canzone, che il Signore ti conceda di andare per le Sue montagne.

Franco

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