Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Anche per chi non le ha fatte. Proprio in questi giorni si parla di fine vacanze/ferie, di rientro a scuola, di ripresa della vita normale, casa - lavoro com’è giusto che sia. Per quanto riguarda la vita del nostro gruppo ci si prova, dopo la batosta del covid che ha creato notevoli disagi, anzi più che notevoli. Sembra brutto dirlo o scriverlo ma quest’accidentiha dato, per non dire imposto, l’opportunità di testare la validità della nostra società, della nostra nazione fino a toccare le realtà di tutti noi, famiglia e vita associativa ed è ciò che sta avvenendo anche nel nostro gruppo. Detto questo veniamo al perché di questo articolo. Pensando alle ferie/vacanze mi è venuto spontaneo un paragone con la vita militare, a quando si tornava dallalicenza più o meno lunga o licenza premio che dir si voglia; non parliamo poi dell’ ordinaria. Com’era il rientro, in treno, in pullman poi a piedi fino alla porta carraia dove ti aspettava l’ufficiale di guardiao il piantone in garitta il quale senza parlare ti faceva capire che la pacchia era finita? A questo proposito mi è capitato fra le mani un ricordo scritto daun amico, tra l’altro ex tenente alpino. Lui si è capace di scrivere bene, anzi, a parer mio, benissimo, a tal punto che con la penna riescequasi a “filmare” quanto scrive. Almeno questo succede a me e lo riconfermo ma non perché lui è un mio amico, non è una ruffianata, ma perché con il suo stile letterario è capace di farmi vedere, quasi rivivere,il contenuto di quanto scrive; in questo modo, o per suggestione o per altro che dir si voglia, ne avvantaggia il piacere della lettura in genere, in particolaredi questa sua esperienza chevi propongo sperando che altrettanto avvenga a voi e che alla fine della letturariusciate perfino a sorridere …
Confesso che l’editoriale dal titolo “VIVERE E’ CAMBIARE” pubblicato sull’ultimo numero de L’ALPINO a firma del Direttore uscente Don Bruno Fasani quale commiato dopo dieci anni alla guida del nostro giornale nazionale è quello che mi vede completamente partecipe e nel quale mi riconosco appieno. Voglio sottolineare alcuni passaggi significativi: “dieci anni alla direzione sono più che sufficienti a dare il massimo”, “cadere nell’abitudine e nella pigrizia mentale cullandosi nel fatto di avere sempre fatto così”, “voler rimanere al timone ad oltranza in un ruolo che diventa alla fine un nido”. Ebbene penso che questi stati d’animo siano applicabili ad ogni ambito della vita di ognuno di noi, da quella lavorativa a quella degli interessi personali passando, perché no, da quella associativa. Sono diventato capogruppo all’età di 25 anni e lo sono tutt’ora e ricordo che dalle prime riunioni vedevo attorno a me altri capigruppo di poco più “vecchi” di me…e se tutt’oggi alcuni ricoprono ancora la stessa carica, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. Non si può non pensare che quel “si è sempre fatto così” non incida sulla vita associativa e sulle scelte che vengono fatte all’interno dei Gruppi e se, sempre come dice Don Fasani, la vita e la vitalità dei Gruppi discende dalla qualità di chi è al comando, è presuntuoso sperare che una carica ad oltranza non possa soffrire di una stanchezza mentale che rischia di sconfinare nell’apatia. Paragonando il Gruppo, le Sezioni e l’Associazione stessa ad una azienda-famiglia non posso ricordare i (purtroppo) tanti esempi di ditte fiorenti che alla scomparsa del vecchio fondatore sono miseramente fallite a causa dei figli incapaci e certamente mancanti dello spirito di impegno del patriarca che però a sua volta aveva avuto magari il difetto di non volere insegnare o delegare.
20 Marzo 2022 è la data in cui il nostro gruppo ha partecipato all’evento; ben diverso dall’ultimo quello di tre anni fa prima del Covid che, purtroppo, per due anni ci ha impedito di celebrare questa festa. Anche quest’anno l’abbiamo festeggiata in forma ridotta. Ore 9.30 alzabandiera con una discreta presenza e, sempre graditissima, la musica del Corpo Bandistico che, veri amici, ringraziamo di cuore. Ore 10 la Santa Messa al Santuario celebrata dal nostro Parroco Don Marco che ringraziamo anche per le belle parole che ci ha rivolto. Ore 11.30 aperitivo con pochi presenti perché la maggior parte delle persone si era diretta verso casa…… con la mascherina sulla bocca.
Penso che sul fatto che il dittatore Putin abbia commesso una atrocità senza precedenti, almeno negli ultimi 80 anni, sconvolgendo una situazione di pace, legalità e conquistata democrazia per uno dei tanti popoli che per decenni hanno patito sotto il tallone dell’Unione Sovietica, ognuno di noi, ogni essere umano che si ribella alla prepotenza e alla tirannia, non possa che essere concorde con quanto sta facendo il mondo libero affinché tale scempio cessi al più presto (nel momento in cui scrivo Kiev sta per essere “conquistata”). E la soppressione, come vediamo alla televisione, sta colpendo duramente anche le persone oneste, non inquadrate o raggirate che all’interno della Russia manifestano il proprio disappunto e contrarietà a questa invasione di un paese sovrano e sulla propria pelle scontano una repressione che li segnerà per tutta la vita. Quello che forse il tiranno degno erede dei suoi predecessori da Hitler, Mussolini, Saddam, Gheddafi ecc. non aveva previsto è la reazione a livello mondiale contro questa sua “mossa strategica” che ha già provocato migliaia di vittime innocenti. Ebbene, parafrasando la celebre canzone “Bocca di Rosa” di Fabrizio de’ Andrè la cui frase finale è riportata nel titolo dell’articolo, se è vero che dai diamanti non nasce niente è altrettanto vero che, come finisce la canzone “dal letame nascono i fiori”. Beh, sig. putin (si in minuscolo perché non sei degno di un nome umano) in quanto a paragone con il letame, penso nessuno abbia obiezioni a parte l’offesa al letame stesso, ma il fiore che tuo malgrado hai fatto nascere dalla tua follia è quello della solidarietà a livello planetario che hai scatenato per aiutare quella povera gente che vorresti eliminare, certo sembra poca cosa di fronte alle tue armi e ai tuoi soldati poco più che ragazzi che forse non sanno nemmeno cosa stanno facendo, ma tutti noi che dall’inizio di questa sporca guerra ci stiamo adoperando in vari modi per alleviarne le pene, abbiamo una cosa che tu non avrai mai il rispetto di noi stessi e la coscienza pulita che ci fa addormentare la sera, stanchi ma soddisfatti del dovere compiuto, si badi bene dovere, non potere.
E da un’idea nata di getto la mattina del 28 gennaio, appena dopo l’inizio dell’invasione russa all’Ucraina, è nata l’iniziativa di raccogliere presso la nostra sede generi alimentari e di assistenza per aiutare quella popolazione martoriata sia sul posto che nei centri allestiti per gli affollati nei paesi vicini ed in Italia e possiamo dire con soddisfazione che la nostra proposta ha riscosso da subito un grande successo grazie alla generosità della popolazione, anche di paesi vicini, che giornalmente e per tre settimane ha fatto tappa nella nostra baita per portare un aiuto fatto veramente col cuore. Abbiamo visto arrivare gente con l’auto piena di cibo e la donnina in bicicletta che lasciava il pacchettino con due omogeneizzati quasi scusandosi di non poter dare di più, tutti comunque accomunati dal desiderio di portare un poco di sollievo a chi vive una situazione tragica e vede la propria vita disintegrata e stravolta all’improvviso. Al termine della raccolta durata dal 28 febbraio al 18 marzo abbiamo raccolto e consegnato ben oltre 2000 Kg. Fra generi alimentari, prodotti per l’infanzia, pannolini e articoli per la pulizia, nonché generi di pronto soccorso per chi stava rischiando la propria vita per difendere la sua casa. Non possiamo che dirci soddisfatti della fiducia accordataci dalla gente e della possibilità che ci è stata offerta di sentirci parte della comunità. Grazie a tutti.
Purtroppo da un po' di tempo, per causa di forza maggiore, sono impossibilitato a recarmi in sede ma esiste fortunatamente il telefono che mi informa come qualcosa si muova … almeno così sembra o meglio si spera con st’accidente di covid-19 che ci tiene ancora sulle spine. Oltre al telefono esiste anche il ns. Penna Nera dove leggo, fra le date da ricordare, che il 20.03. si svolgerà la festa del gruppo: mi è stato detto però che, dopo la S. ta Messa con precedente cerimonia dell’alza bandiera in sede davanti la nostra Baita, tutti prenderanno la strada di casa e non ci sarebbe il pranzo per altro fattibile con tutti gli accorgimenti richiesti dall’attuale situazione sanitaria. Sembra che la causa sia motivata dalla latitanza dei soci.Sinceramente è difficile pensare all’unica FESTA ASSOCIATIVA DEL GRUPPO durante la quale, dopo la sacralità della cerimonia religiosa, non esista il momento famigliare con “i piedi sotto la tavola” come vuole la “collaudata tradizione alpina”. Se fosse vero quanto mi sembra di aver capito riguardo la “diserzione” dei soci diventa pressoché difficile immaginare la chiesa con una notevole presenza di alpini assieme alle autorità convenute e onorati oltre che dal sacerdote che quattro parole di numero le dovrà pur dire durante la S. Messa, ripeto onorati e festeggiati anche dagli amici della banda e dalla popolazione. Considerando la fatica di chi opera in cucina e quella di altri che non sono lì a pettinare le bambole per il buon esito della festa è sequenziale e scontato come la decisione del consiglio del ” no pranzo”, sia stata prospettata, a malincuore, dalla temuta assenza o, vediamola in positivo, da una striminzita presenza degli iscritti come avviene del resto durante l’anno per la maggior parte delle cene, o disnarelli che dir si voglia. Meno male che in quelle occasioni esistono gli amici e/o i simpatizzanti.Tirando i remi in barca: se il giorno 20/03 gli alpini iscritti al Gruppo si presentassero in numero ridotto sia alla cerimonia civile dell’alzabandiera, alla S. ta Messa e, a seguire, pressoché assenti anche nel momento ”conviviale” credo, anzi sono fermamente convinto, che faremmo una figura a dir poco infelice, altro che Festa del Gruppo.Siccome questa prospettiva non mi entusiasma particolarmente, opterei alla fine, fra un’ipotesi e l’altra, per una semplice S. ta Messa, come si usa normalmente, in ricordo dei soci andati avanti senza esaltare la giornata con banda, autorità varie ecc. Ultima cosa e non meno importante: in questo esserci e non esserci, di non visibilità, non oso pensare ad un ormai prossimo “domani” quando, anche a causa della “sospensione” della leva, ci troveremo a non poter assolvere ai compiti che ci siamo volontariamente assunti negli ultimi 50 anni e che ci hanno dato credibilità e riconoscenza da parte della gente e ci porrà di fronte alla classe politica che se per un puro motivo anche ipotetico avesse qualche sassolino nella scarpa nei nostri confronti, potremmo passare dalla parte di quelle tante associazioni che esistono solo sulla carta.
Innanzi tutto dopo avere reso il doveroso omaggio alla Bandiera, invito a un momento di raccoglimento in ricordo di quanti, alpini ed amici ci hanno lasciato nel corso dell’anno anche a causa della maledetta pandemia che tutt’oggi continua a condizionare le nostre vite, nonché alle persone a noi vicine che sono andate avanti come il nostro Socio e Amico Angelo Amboldi e l’ indimenticabile Presidente Beppe Parazzini. E’ indubbio che la situazione pandemica abbia condizionato e continui ad influire sulla nostra vita associativa con conseguenze negative e preoccupanti per quanto riguarda il futuro associativo e il fatto che questa situazione coinvolga anche altre forme di associazionismo non contribuisce certo a mitigare l’amarezza nel vedere la disaffezione nel frequentare la nostra sede, una latitanza che solo in parte è compensata dalla presenza alle, seppur poche, manifestazioni alle quali abbiamo partecipato. Infatti per l’organizzazione della vita del gruppo è indispensabile la presenza fisica dei soci, qualsiasi carica ricoprano, perché è frustrante ritrovarsi in una sala vuotae questo mi riporta alla parte finale della mia ultima relazione dello scorso marzo dove mi auguravo di essere smentito su questo tema ma che purtroppo ha avuto l’amara conferma di come divano, TV e pigrizia abbiano soppiantato la gioia di stare insieme ultimamente rafforzata dal fatto di avere dovuto annullare gli ultimi disnarelli, unica occasione di ritrovo fra i soci. Naturalmente anche a livello Nazionale le conseguenze si sono fatte sentire con l’esempio più eclatante dell’annullamento per il secondo anno consecutivo della nostra festa più importante, l’Adunata Nazionale tutt’ora in forse visto il nuovo propagarsi del virus,mentre come Sezione è stata realizzata la Festa d’autunno purtroppo rovinata dal maltempo preceduta dall’Assemblea Generale tenutasi lo scorso 30 maggio che ha visto subentrare alla Presidenza Sezionale Valerio Fusar Imperatore.
Come richiesto da regolamento. Il numero delle presenze fu soddisfacente: diciamoun buon 50%degli iscritti; va considerata l’impossibilità di alcuni a presenziare per svariati e validi motivi anche se rimane difficile giustificare l’assenza diqualcun altro. La partecipazione della Sezione fu garantita dal consiglierePiccioni del gruppo di Legnano. Come da prassiil saluto alla bandiera fu seguito dal ricordo di quanti “posero lo zaino a terra”: Angelo Amboldi del nostro gruppo assieme al mai scordato Beppe Parazzini mitico Past-President della nostra Associazione. La relazione morale del capogrupporiassunse a grandi linee il lavoro annuale svolto e contrassegnato da difficoltàoriginate in special modo dalle costrizioni imposte dalla pandemia che anche quest’anno ci pone un po’ tutticon le spalle al muro. Ovviamente questo rischia di rendere maggiormente difficoltosa la nostra vita associativa a tal punto da diventare un grosso dubbio circa la nostra più grande manifestazione associativa, leggesiadunata nazionale. Sarebbe per la terza volta con, a seguire, tutte le varie attività di ogni singola sezione o gruppo. Nonostante tutto ciò l’elenco di quanto fatto durantel’anno 2021 ci offre lo spunto per una piccola soddisfazione e quel tanto o poco che abbiamo realizzato ci porta anon perdere la fiducia nel domani. Il capogruppo rimarcò ancora una volta l’importanza della compartecipazione alla vita associativa, al nostro ritrovarsi in sede e se non proprio a cadenze consacrate, a non scomparire con assenze quasi annuali; tutto questo non è incoraggiante a quanti nei modi più svariati si sforzano di tirare la “carretta“.Varie le manifestazioni che ci hanno trovati impegnati: la Protezione Civile, il sito internet, il ns. notiziariovalido elemento di coesione fra i soci, il25 aprile, Nassiriya, 4 novembre con il ricordo dei caduti e l’incontro con le scuole, la castagnata presso la casa riposo, il supportonell’attività vaccinale anti-covid 19 espresso in svariate modalità, la visita ai cimiteri, ai nostri amici andati avantima non dimenticati, a seguire l’operazione Banco Alimentare dove l’incontro con la cittadinanza ci testimonia ancora una volta quanto sia la fiducia della gente nei nostri confronti, quasi una garanzia sulle loro offerte e , vivaddio, a confermare come la “ Penna Nera” significhi qualcosa per la nostra Comunità. Il ringraziamento del capogruppo a quanti si danno ”daffare” fu accompagnato dalla richiesta di un “cambio” per il prossimo mandato con la speranza di nuove idee meglio se supportate da ricambinon penalizzati dalla carta d’identità. La relazione finanziariaconcluse la prima parte della serata con la riconferma sulla quota associativa e del rinnovo dei consiglieri già in carica (tanto per non cambiare quanto su detto). Ambedue le relazioni senza particolari interventi furono approvate all’unanimità. Il consigliere sezionale relazionò i presentisulle novità inerenti alla cerimonia della S.ta Messa di Natale in quel di Milano e sulla partecipazione alla Fiera dell’Artigianato con uno spazio propositivo sull’attività dellans. Associazione oltre a comunicare come la Sezione si sia offerta ad intervenire e supportarel’intervento di restauro di una guglia del Duomo di Milano. Fra parentesi va detto come uno degli artisti che si occupano di questo settoresia il maestro e scultore Gagliardi Nicola residente nel nostro comune, autore di varie opere adesempiole porte bronzee della Chiesa Parrocchiale per quanto ci riguarda assieme al risanamento del famoso Alberto da Giussanobattezzata dai Legnanesi “l’Alberton” e, oltre svariate manifestazioni artistiche, impegnato nel restauro e realizzazione di oltre 150 copie di santi e profeti posizionati sulle guglie del Duomo di Milano; come a dire: una gloria per la nostra cittadina. Concludendo il consigliere rimarcò il dovere di una sinergia fra i soci del gruppoevidenziando come questa pandemia sia una difficoltàdecisamente negativa ma dal quale bisogna assolutamente uscirne con buona volontà, fiducia e nuove energie; tutte cose che ci hanno insegnato quanti ci hanno preceduto e loro fra guerre varie e l’Italia ridotta ad un cumulo di macerie la sapevano lunga.
Anche se sarebbe più giusto dire “al centro” delle manifestazioni del 4 novembre, si perché se fra gli articoli che compongono il nostro Statuto associativo uno dei più importanti, se non il più importante a mio parere, è quello che ci impone di tramandare alle nuove generazioni le nostre memorie storiche ed i valori che stanno alla base dell’A.N.A., la ripresa finalmente dopo due anni degli incontri con i bambini delle scuole è qualcosa che ci riempie di gioia. Quindi seppur in forma ridotta a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza COVID siamo ritornati ad incontrarci con i nostri piccoli amici la mattina di giovedì 4 novembre, per noi sempre la data “ufficiale” della ricorrenza, e presso la Scuola Elementare paritaria di San Vittore Olona ci siamo intrattenuti per circa un’ora con gli alunni delle 5° classi oltre che di S. Vittore anche di Cerro Maggiore che ci hanno raggiunto in colonna per l’occasione. E quest’anno l’occasione era davvero speciale, infatti assieme al sottoscritto, era presente il nostro Socio Maggiore Davide Olgiati, in forza presso il 5° Reggimento Alpini di Vipiteno in licenza quei giorni che ha parlato ai ragazzi della sua esperienza con le stellette, degli scopi e delle finalità degli interventi ai quali ha partecipato in diverse parti del mondo con i contingenti delle Forze di Pace riscuotendo un notevole successo fra i ragazzi che, dopo il primo imbarazzo, l’hanno subissato di domande. E’ stata veramente una bella esperienza grazie anche al lavoro di preparazione svolto dagli insegnanti Elena e Loris ai quali va il nostro ringraziamento per averci spianato la strada e ai quali abbiamo rinnovato l’invito a venire a trovarci nella nostra casa. Lasciata la Scuola paritaria, ci siamo diretti alle Scuole Statali dove ci hanno raggiunto un altro paio di soci, il Sindaco Daniela Rossi e un rappresentanza della polizia Locale per la cerimonia dell’Alzabandiera alla presenza dei più numerosi alunni delle 5° classi che, inquadrati dalle maestre Loredana, Giulia, Giusy ed Alice, si sono schierati ed hanno cantato l’Inno Nazionale con partecipazione. Terminata la breve cerimonia, abbiamo accompagnato i bambini a rendere omaggio alla Tomba dei Caduti nel vicino cimitero dove è stato deposto un omaggio floreale, recitata la Preghiera ed ascoltato i pensieri dei bimbi. A termine abbiamo fatto ritorno a scuola e qui si è verificato un episodio veramente commovente. Infatti quando quasi tutti erano già rientrati nell’Istituto e mi stavo accomiatando dalla maestra una bimba, Aurora, è tornata indietro e mi ha messo in mano un portachiavi raffigurante un piccolo alpino con zaino in spalla e sguardo rivolto all’orizzonte dicendo che lo aveva comperato apposta per donarcelo in quella occasione. Inutile dire che la cosa ci ha commosso e personalmente non sono stato capace di dire nulla se non un piccolo grazie, per un gesto sicuramente importante. Grazie quindi Aurora, grazie a te, e grazie alle brave maestre (e maestro) che ci hanno consentito di passare una bella mattinata.
Nello scorso mese di novembre, abbiamo avuto il piacere di festeggiare il traguardo dei 90 e 92 anni di due nostri Soci: Isidoro Toso e Gildo
Lampugnani. Isidoro, accompagnato dal figlio Giorgio ha festeggiato il compleanno in sede, mentre Gildo, rispettando le norme di distanziamento, ha ricevuto la visita di una piccola delegazione presso la sua abitazione di Nerviano. Ad entrambi è stata donata una targa di ringraziamento a nome del Gruppo per l’impegno e la presenza sempre dimostrata, esempio e stimolo di partecipazione per tutti i Soci.
Volevo portarvi a conoscenza di una bella impressione riportata al termine della sfilata che ha concluso la cerimonia della messa in Duomo a Milano dello scorso 12 dicembre. Succede che in questa occasione, a causa della rotazione fra i Gruppi della Sezione, il nostro Gruppo sia stato incaricato di portare uno degli striscioni che hanno inframmezzato i vari blocchi del corteo che da l Duomo è arrivato al Sacrario in Piazza S. Ambrogio. Per questo motivo nei giorni precedenti ho rotto l’anima un po’ a tutti per trovare le persone che svolgessero questo compito, oltre al servizio con il Gagliardetto e con il Gonfalone del Comune (che alla fine è risultato assente) assicurando la propria presenza ed alla fine tutto è filato liscio grazie anche alla bella giornata. Ma quello che mi ha fatto veramente più piacere è stato ricevere alla fine i ringraziamenti di un nostro Socio presente per la prima volta alla manifestazione che non finiva di ringraziarci per averlo convinto a partecipare (anche se ha dato da subito la sua disponibilità) ed avergli permesso di vivere questa bella giornata alpina in una atmosfera di condivisione con i fratelli con la penna. Vi confesso di essermi sentito appagato per avere condiviso la gioia che provo ogni volta che mi capita di partecipare alle nostre manifestazioni che per chi le vive da sempre sono la norma, ma diventano una piacevole sorpresa per chi le vive per la prima volta. Grazie amico per le belle parole e naturalmente sarai presente nelle prossime occasioni.
Tutti sanno o dovrebbero sapere cosa significhi questa data per la nostraNazione: giornata dell’unità nazionalee delle forze armate assieme al ricordo dei caduti di tutte le guerre; è quanto ha celebrato la nostra comunità cittadina in data odiernadomenica 7/11/21. Il programma si svolse regolarmente: Santa Messa, onore al monumento dei caduti e successiva visita al cimitero con relativo alzabandiera e l’ esecuzione dell’ inno nazionale assieme alla popolazione a dir il vero un po’ risicata oltre ad una rappresentanza degli alunni delle scuole che parteciparono con letture inerenti alla cerimonia: come ovvio, corre l’obbligo di un ringraziamento ai loro insegnanti. Il discorso finale del sindaco concluse la mattinata. A questo puntouno potrebbe commentare “allora come gli altri anni?” e no perchéquesta ricorrenza a cadenza annuale venne arricchita, in maniera unica ed irripetibile, da un momento di particolare importanza conla cerimonia di intitolazione del piazzale antistante il cimitero al Milite Ignoto decorato dimedaglia d’oro econ il suoconferimento della cittadinanza onoraria.
Come consuetudine oramai da molti anni, anche questo 1 novembre abbiamo voluto ricordare i nostri Soci “andati avanti” e ci siamo quindi recati in tutti i Cimiteri della zona a portare un piccolo ricordo sulla tomba di questi nostri amici. E’ stato come sempre un atto compiuto col cuore e un doveroso riconoscimento alla memoria di questi Alpini ed Amici ed in ogni luogo abbiamo raccolto il plauso della gente che apprezzava l’iniziativa . Anche questo fa parte del motto scolpito sulla Colonna Mozza. “PER NON DIMENTICARE”.
La Carovana della Prevenzione è il programma Nazionale itinerante di prevenzione della salute femminile di Komen Italia che offre ad un pubblico sempre più ampio attività gratuite di sensibilizzazione prevenzione delle principali patologie oncologiche di genere. In particolare la carovana si rivolge a donne che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico e che per questo dedicano meno attenzione alla propria salute.La tutela della salute femminile ha importanti ricadute sul benessere della collettività, per il ruolo della donna in ambito familiare, lavorativo e sociale. La carovana ha svolto 374 giornate di promozione della salute femminile in 16 regioni italiane, offrendo oltre 34.000 prestazioni mediche gratuite ed è per questo che abbiamo raccolto la richiesta di collaborazione in una di queste tappe sostituendo i volontari che normalmente si occupano del trasferimento e dell’allestimento della struttura che per tre giorni, all’inizio di settembre, ha fatto tappa presso il McArthurGlen di Serravalle Scrivia. Raggiunta in treno Bologna dove si era svolta l’ultima tappa, abbiamo preso possesso dei giganteschi camper rosa che abbiamo portato a Serravalle procedendo poi alla preparazione del “campo” sotto la guida del personale e dei volontari dell’Organizzazione che da veri nomadi si spostano ogni due-tre giorni da una parte all’altra dell’Italia e che sono quindi allenate/i a far nascere dal nulla un presidio avanzato di prevenzione oncologica.
Mercoledì 20 ottobre, su invito della Dott.ssa Soldadino Coordinatrice della Casa Famiglia Mantovani di San Vittore Olona, un gruppetto dei “nostri” ha dedicato un pomeriggio agli ospiti allestendo una castagnata che ha riscosso un notevole successo. Piazzati nel cortile della struttura, abbiamo cotto le castagne che appena venivano tolte dalla “bascariola” prendevano la strada (o meglio le scale) ed arrivavano nel salone principale dove erano riuniti tutti i nonnini in attesa, allietati dalle musiche e canzoni alpine trasmesse ininterrottamente e che invitavano all’allegria. Terminata la cottura, ci siamo recati a nostra volta nel salone dove, con uno strappo alla regola, ci è stato offerto un buon bicchiere e ci siamo intrattenuti con gli ospiti cantando insieme a loro le nostre canzoni, aiutati nell’impresa dalla simpatia e disponibilità delle operatrici Elena, Paola, Letizia, Valentina (e mi scuso se ne dimentico qualcuna). E’ stato veramente un bel pomeriggio, che ci ha ridato la gioia di ritrovarci insieme col Cappello in testa a fare qualcosa di buono per gli altri e ci auguriamo sia un segno di ripresa delle nostre normali attività.
… del mio articolo apparso sull’ultimo numero del Penna Nera vi giro un commento fatto da un’ amico “alpino purosangue“ al quale giro mensilmente il nostro giornalino. E’ uno che a parer mio sa usare la penna molto ma molto meglio del sottoscritto; del resto ci vuole poco e sono certo che me ne dirà quante ne sa però io, forte della sua amicizia, mi permetto questo e se necessario tanto altro. Concordo con lui per quanto scrive sull’argomento “alpini/amici degli alpini” non condividendo comunque la sua conclusione quando si dà per sconfitto; in fondo in fondo neanche lui ci crede. E’ una speranza che può sembrare illusione ma è positivo che rimanga sempre presente: è inammissibile pensare che uno qualsiasi sia un vero alpino cioè uno che agisce motivato da quella alpinità come la intendeva il famoso Peduzzi solo perché porta un cappello con la penna,ci vuol ben altro, ma ecco quanto l’amico mi ha scritto. Adesso aspetterò il suo benevolo mugugno.Dal Penna Nera “ciao tenente non si può essere bravi in tutto “.
Il nostro Socio Andrea M. questa estate ha portato a termine un tour ciclistico di circa 1700 Km. in Islanda e nelle Isole Faroe tenendo sempre ben esposto sulle borse il Tricolore.
Chi fosse interessato a visionare l’impresa può visitare i seguenti link:
… purtroppo ancora una volta la morte ha bussato alla porta della nostra baita, il nostro gruppo è stato colpito dalla perdita di un socio. Sono cose che non si vorrebbero mai scrivere ma si sa che contro di lei non si può nulla. Spulciando fra le varie definizioni della morte emerge quella di San Francesco che la chiama quasi con affetto:la nostra sorella morte corporale e dalla qual, aggiunge, nullo omo vivente può scappare … SORELLA … una parola e … noi non siamo San Francesco. La lunga ed inesorabile malattia prima seguita dalla perdita del nostro amico ancora una volta ha listato a lutto il nostro gagliardetto. Per la burocrazia alpina,Angelo Amboldiera un’amico degli alpini ma in realtà ERA UN’ALPINO. Iscritto da subito, dall’inizio nel nostro gruppo di San Vittore Olona, fu uno di quei tanti di allora che non si diedero mai per vinti davanti alle difficoltàdi ogni tipo che, e maggiormente a nostri giorni, accompagnarono la costruzionemateriale della sede supportata dall’entusiasmopiuttosto che dalla ricchezza di mezzi. Angelo c’era sempre con la sua esperienza e conoscenza nell’ambito edilizio. E siccome era un’alpinosapeva anche essere di quella compagnia che si toccava con mano nella vita ordinaria, nelle manifestazioni di gruppo ed in sede, nella sua manutenzione,nella condivisa gestione della cucina, nelle rocambolesche avventure chiamate Adunate ricche anno dopo anno divariantiche solo chi le ha vissute può comprendere.
Come si può chiaramente supporre, questa relazione non potrà evitare ditenere conto della situazione particolare causata dalla maledetta epidemia del COVID-19 che ha letteralmente stravolto la vita di tutti noi e di conseguenza anche quella associativa a tutti i livelli, dalle iniziative di Gruppo sino all’annullamento della nostra Adunata Nazionale per il secondo anno consecutivo. Ma se tutto ciò ha comportato un malessere morale e psicologico per aver dovuto rinunciare alla possibilità di incontrarci, stare insieme e poterci dare la possibilità di adempiere ai nostri doveri associativi, anche nei confronti delle gente, la perdita maggiore riguarda la scomparsa all’interno di Gruppi e Sezioni specialmente delle zone del nord, le maggiormente colpite, di tanti, troppi alpini ed amici che nel corso dell’anno ci hanno lasciati, a volte senza neppure poterli salutare ne’ accompagnare nell’ultimo viaggio così come è da sempre nostra abitudine. Anche il nostro Gruppo è stato purtroppo colpito da questi lutti nelle persone di Bruno Polingher, Socio e valido Consigliere e di Ignazio Torno, capogruppo di Arconate da molto tempo sempre presente alle nostre manifestazioni e papà di Cristina, compagna del nostro Angelo Morlacchi, invito quindi tutti a ricordarli insieme agli altri nostri sconosciuti fratelli di penna con un attimo di raccoglimento.
… il trascorrere dei giorni è costellato da momenti con valenze negative e positive: non si tratta per forza digrandiosità ma normalmente di tante piccole cose, di semplicità che possono essere anche negative masu queste non vorrei soffermarmi, non penso sia il caso. Vorrei invece coinvolgere, ammesso sia possibile, coloro che leggono queste righe, in un fatto piccolo, piccolo, insomma cronaca casereccia ma per me molto gratificante. Ora, com’è noto, fra noi Alpini, molti sono impegnati nella protezione civile con l’intento direndersi disponibili alla comunità in svariati modi e vengo al punto. Una domenica mi trovavo come volontario al centro di vaccinazione in quel di Cerro Maggiore. Caldo da vendere, gente che si accalcava, seppur in maniera discretamenteordinata … non mancavano le battute “grandi alpini …siete sempre presenti … io ero della Taurinense … io ero dei parà … quell’altro guardando suo figlio sospirava… quanto ci vorrebbe adesso un po di naja ecc, ecc. Purtroppo,al nostro buon Fabio, capitò la frecciata di un signore che si sentì autorizzato ad insinuare che gli alpini approfittavano dell’occasione, scavalcando la fila, “per fregare” il vaccino a quelli con il diritto di priorità;I pseudo intelligenti si fanno sempre riconoscere. Il mio incarico, espresso in termini militari, era di addetto alla sbarra, di piantonee, “armato con il mio cappello alpino“, dovevo indirizzarequanti si presentavano per accedere all’incontro informativo con i medici prima della vaccinazione vera e propria. Piccolo aneddoto, quasi una barzelletta: un sudamericano piccolo così mi chiese dovepoteva acquistare un cappello simile al mio, hai voglia di spiegargli che non si trattava di un particolare tipo di “sombrero” , che non aveva niente daspartire con un simpatico oggetto difolklore, ignoro se abbia capito perché l’ho lasciato leggermente dubbioso, ma forse non mi sarò spiegato bene.
Come da regolamento in data 7/5/21 avvenne l’assemblea che invitò tutti i soci a ritrovarsi in sede con lo scopo di fare il punto della situazione: vita di gruppo, analisi economica, eventuali elezioni a motivo di scadenza delle carichee altroriassumibile nella frase classica: varie ed eventuali. La particolare situazione causata dall’epidemia ci impose l’osservanza di norme stabilite vale a dire: distanze fra i partecipanti, previo controllo della temperatura di ognuno al momento dell’ingresso nonché il rispetto legato all’orario di chiusura. L’afflusso dei soci superò le aspettative: in effetti tenendo presente a quanti non potevano presenziaresi è potuto essere soddisfatti del numero dei partecipanti: vaevidenziato come un ns. socio fosse collegato in video-conferenza dalFriuli… La presenza dei consiglieriRodeghiero di Magenta e Piccionidi Legnano ufficializzò la presenza della Sezioneper cui all’ora convenuta ebbe inizio la riunione previo saluto alla Bandiera seguita dalla relazione sociale del capogruppo e da quella economica tenuta dal revisore dei conti. Ambedue, a disposizione di ognuno presso la segreteria, furono approvatedall’assemblea, seguite dall’elezione dei due consiglieriscaduti : riconferma diCestarolliassieme al neo eletto Stefano Parini. Sommariamente: il capogruppo relazionò sull’annotrascorso evidenziando il difficile momento attraversato segnato dalla morte del socio nonché consigliere nella persona diBruno Polingheredall’epidemia che troncò ogni tipo diattività sia di gruppo che nell’ambito comunitario causando anche difficoltà di relazione ed incontro fra i sociaccompagnate dagl’immancabili problemi economici sempre presenti, spesee bollette per intenderci, che a ben guardare contrassegnano la vita di ogni gruppo dell’Associazione e non solo.
Soltanto per una breve considerazione. Ieri mi è arrivato con la posta l’Alpino e, come sempre, da subito mi leggo l’editoriale del Direttore, Don Fasani che in quest’ultimo numero riflette sul recente programma televisivo“La caserma” argomento già trattato dal sottoscritto in un articolo, “articolo: parola grossa”, sul Penna Nera di aprile a titolo “Progetto”. Fino a qui niente di che. La cosa che mi ha ulteriormente meravigliato l’ho trovata alla pagina successiva dove nella rubrica “Lettere al direttore” leggoquella inviata alla redazionea firma Gen. Di Dato ex direttore dell’Alpino che commenta con toninon certo benevoli l’attuale malattia nazionale chiamata anglofilia a tutti i costi. Eh no,non puòessere; ma guarda caso: sto per consegnare al nostro “direttore” del Penna Nera quattro righe già preparate da qualche giorno attinenti allo stesso problema: che strano. E mi è venuto in maniera spontanea, quasi schizofrenica un piccolo pensiero: vuoi vedere che qualcuno dei tre copia l’altro, quasi un plagio? o non penserete che io “penna biro” di un giornalino di gruppo mi metta a“scopiazzare” o in competizione con queste “Penne d’oro” di valenza nazionale? non sarà piuttosto una piacevole coincidenza meritevole alla fine di un balsamico sorriso?AMEN.
PRESIDENTEDRAGHI
Dio ti benedica. Chiariamo: qui la politica non ha niente a che vedere e mi spiego riandando a quanto da lui detto, credo alla Camera, ad un certo momento di un suo intervento: perché io devo parlare ininglese e, io aggiungo, non usare termini che esistono e ci sono tranquillamente nella lingua italiana? Siamo alle solite. Lo so di ripetermi sull’argomento ma se un tale Signore sbotta con questa espressione un motivo ci sarà e per di più non deve essere suffragato dal mio parere. Io non ho nulla contro la lingua inglese anzi mi dispiace di non conoscerla ma non si può conoscere e sapere tutto. Ai mieitempi e lo posso dire, accidenti a quanti anni sono passati, alle medie vigeva il quasi obbligo della lingua francesedopo le qualiper altrelingue inglese, tedesco ecc … ci si rivolgeva al liceo linguisticocomeadesso: ma per non perdere il filo del discorso, posso solo ricordare conun certobrivido il “mazzo” che mi hanno fatto, dalle prime nozioni nelle elementarialla maturitàper lo studio della lingua italiana, dal Petrarca a tutta l’enorme quantità di autori e scrittori che si sono succeduti durante i secoli e, guaidimenticare i Promessi Sposi,chiudere in gloria con la Divina Commedia. I ben informati mi dicono che oggi l’italianosia la quarta lingua più studiata nel mondo; magari nel mondo forse, in Italiacredo sia la più massacrata.
E’ con grande soddisfazione che tutti i Soci del nostro Gruppo si complimentano con gli amici del Gruppo Cinofili di Nerviano che, quali volontari di Protezione Civile, fanno parte della Sezione tramite il nostro Gruppo e che hanno ricevuto dal Comune di Nerviano nella persona del Sindaco Massimo Cozzi, l’attestato di civica benemerenza per la disponibilità, la presenza e il contributo dimostrato nel corso della pandemia e come esempio di senso civico.
E’ confortante e gratificante constatare come l’opera svolta dagli amici di Nerviano, al pari delle migliaia di Alpini e Amici in tutta Italia che da subito si sono resi disponibili ad aiutare, venga riconosciuta dai rappresentanti della comunità, e da parte nostraun plauso ai nostri cinofili per averlo dimostrato in questo difficile periodo.
Così è stato definito il recente prodotto televisivo intitolato“LA CASERMA”. Sono sicuro che avrà suscitato molteplici reazioni da parte dei telespettatori. Neanche a farlo apposta sull’ultimo numero del nostro mensile “L’ALPIN0” una signora invia al direttore una lettera inerente a questo programma.Una valutazionesullo stesso argomento “la famosa caserma”mi era venuta immediata già dalla prima puntata, prima di quella famosa lettera. Mi sono scoperto curioso e nello stesso tempo leggermente diffidente, sarà una baggianata, un solito minestrone dettato da esigenze televisive e/odi spettacolo ma con tutta l’ingenuità che posso avere, alla fine non l’ho trovata poi tanto male. Ovviamente non sono in grado di valutarne la tecnica televisiva, la regia c… e men che meno miazzardo a conclusioni a dir poco avventate però mi sono scoperto ariflettere su quanto mi aveva suscitato da subito. Seduto sul divano mi sono ritrovato fra quei ragazzi alle prese con“Figaro”l’inesorabile e sadico barbiere, alla vestizione,al … va là che ti vanno bene camicie, mutandoni più meno felpati abbinati a pantaloni ascellari … non parliamo poi del cappotto che a tutti i costi era perfetto anche se lo pestavi … non si osava neppure pensare che il maresciallo, lo stilista militare addetto al magazzino vestiario si sbagliasse … devo essere sincero: si preoccupò seriamente con un tocco di umanità che gli scarponifossero perfetti, personalizzati, antivesciche (provali, cammina avanti e in dietro però datti una mossa, sù, sù, desgrubia, sbranina; parole da me mai sentite ma intuite subito, al volo). Lui, burbero benefico, sapeva bene a cosa andavamo incontro.
Mercoledì 3 febbraio, su invito della Prof.ssa Baroni del Liceo Linguistico Statale di Arconate e d’Europa, ho avuto il piacere di partecipare ad un incontro con gli studenti di quarta che stanno lavorando su un progetto storico – naturalistico riguardante la zona del Monte Orsa nel varesotto, sovrastante la Val Ceresio. Il mio ruolo sarebbe stato quello di illustrare la parte storica in particolar modo quella riguardante la linea Cadorna che, nelle postazioni collocate sulla cresta che univa il Monte Orsa al Monte Pravello, costituiva uno dei punti più impostanti e fortificati di tutto il sistema difensivo che costituiva la Frontiera Nord comunemente chiamata appunto Linea Cadorna. Confesso che, pur essendo oramai abituato ad intervenirenelle scuole, nutrivo una certa preoccupazione sul coretto svolgimento dell’incontro in quanto, a causa della situazione pandemica che vieta la presenza fisica di chi non è studente o docente, il tutto si sarebbe svolto in video conferenza, cosa che a uno come me mette già l’agitazione addosso, ma devo dire che alla fine con l’aiuto paziente delle insegnanti tutto è andato bene. Anzi, se possibile oserei dire che il risultato è andato oltre le aspettative, infatti l’incontro che era previsto durasse circa 45 minuti, alla fine si è protratto per quasi due ore con i ragazzi che non finivano più di fare domande che, se all’inizio vertevano sul tema della Linea Cadorna, dopo un po’ si sono spostate in massasul volontariato, la Protezione Civile, e particolarmente sugli alpini, la loro storia, l’organizzazione e le finalità associative, insomma alla fine della fiera siamo finiti a fare una lezione…su di noi.
Pensare ad un articolo in questi tempi per il nostro Penna Nera è un’impresa a dir poco acrobatica. Come tutti sappiamo la realtà associativa è al limite dell’esistenza. Tutti in casa bloccati da questa pandemia che sta mettendo in ginocchioanche l’ipotesi di una qualsiasi fattibilità e il tempo trascorre in maniera monotona con la fantasia di ognuno che tenta di inventare costantementequanto si possa fare per evitare di cadere nell’abulia più penosa. Detto ciò spulciamo fra le piccole cose e/o avvenimentiche sono successi. Abbiamo avutoin sede un’incontro serale, breve a causa del successivo coprifuoco,un mini incontro durante il quale fra le altre cose si è approfittato alrinnovo del bollino per i presenticon l’invito, passa parola e successivo inserto sul nostro giornalino, perquanti non erano intervenuti . Giorni fa parlando con un alpino di un altro gruppo gli raccontavo dei nostri tentativi per tenere uniti i sociaccennando alla modalità della video-conferenza. La sensazione è stata di meraviglia nonché di approvazione forse con unasegreta speranza d’imitazione. Tornando a noi, dopo i vari tentativi per migliorare questa modalitàrelazionale intrapresa dal nostro capogruppo in sinergia con il segretario ai quali ad onor del vero vanno riconosciuti un costante impegno nell’attività nascosta di segreteria, amministrazione e relazione con la nostra Sezione di Milano senza dimenticare il notiziario Penna Nera, dicevamo, finalmenteè stato raggiuntoun buon risultato . Sembra poca cosa ma io credo d’estrema importanza. Non va dimenticato che a partire dal sottoscritto le capacità d’ interagire con app., Pc e telefonini, più volte siano naufragateincordiali risate …. ma ora ci stiamo riuscendo: proprio venerdì 18 u.s. ci siamo ritrovati in un numero considerevoledi” informatici “ e con un ottimo esito. Ormai chi ci ferma? Sicuramentepositivissimo il poterci vedere e relazionare seppurattraverso un monitor con quanti sono impossibilitati per svariati motivia frequentarela sede; forse varrebbe la pena di mettere a calendario qualcheriunione-video a beneficio di queste persone. Una serata ogni tanto non guasterebbe o sbaglio?
Domenica 13 dicembre: quest’anno per noi alpini ha significato la Messa nel duomo di Milano in occasione del Natale e per continuare quanto si era propostol’Alpino Priscoossia ricordare i compagni d’arme che ha lasciato nelle steppe della Russia, in quella disgraziata campagna durante la seconda guerra mondiale. Da allora gli anni sono passati, anche Prisco ha raggiunto i suoi Alpini però ha lasciato un impegno all’Associazione, continuarea ricordare. Così ogni anno l’ANA puntualmentesi ritrova in dicembre sia per continuare l’impegno iniziato da Priscounendo nella memoriai caduti di tutte le guerree sia per augurarci un Natale che ci aiuti a sperare in un futuro sempre più migliore. Forse mai come in quest’anno la speranza cozza contro una realtà che ci sta opprimendo e spaventando, sì spaventando, come non succedeva da anni.Dal dopoguerra, la seconda, si sono succedutiperiodi veramente brutti, dalla difficoltà del ricupero economico ai famosi anni di piombo, dalle lottesindacali a quelle politiche; roba che tiene banco anche nei nostri giorni, seppur in modo alquanto diverso e delle quali è meglio non parlarne, almeno in queste righe. Ora questa realtà, questa BESTIA chiamata Covid-19 ci sta perseguitando, colpendo in tutto il mondo, costringendo l’umanità ad una corsa-difesa che non trova paragoni e questo valeanche per quanti non vogliono arrendersi all’evidenza dei fatti chiamati morti. Non era scontato che quest’anno si potesse“festeggiare” il Natale, anche il Vescovo lo ha fatto notare in duomo durante l’omelia, ma gli Alpini seppur ridotti di numero per imposizioni sanitarie ci sono riusciti e si sono ritrovati attorno ai propri vessilli schierati prima in Duomo e successivamente nella piazza antistante.
Pensavamo di avere raggiunto il punto più basso nelle nostre relazioni effettuando le ultime 3 riunioni dei Capigruppo presso il grande spazio del 3P a Cesano Maderno in modo di rispettare le norme di distanziamento, ma siamo ricaduti nel baratro e l’ultima riunione dello scorso 9 novembre è tornata a svolgersi in video conferenza ed il fatto che fossimo collegati in 45 non ha mitigato l’amarezza di non poter essere presenti fisicamente, che è poi quello che principalmente costituisce la nostra forza, lo stare insieme. Comunque l’ordine del giorno è stato rispettato e così, dopo il saluto alla Bandiera, il Presidente Boffi è passato ad illustrare i punti in programma iniziando dalla Legge Regionale approvata dall’intero Consiglio Regionale Lombardo che ha istituito, con cadenza il giorno 2 aprile di ogni anno, la Giornata della Riconoscenza Alpina quale riconoscimento per l’impegno che Veci e Bocia hanno fatto e continuano a fare per il bene della collettività, al di sopra di ogni ideologia partitica e per l’esempio che da sempre l’A.N.A. porta alle nuove generazioni con l’impegno nel volontariato, nel tramandare i valori che da sempre sono alla base dell’Associazione. Saranno anche messe a disposizione delle risorse al fine di incrementare e sostenere le nostre iniziative ad iniziare dai Campi Scuole e dagli incontri con gli studenti. Fortunatamente alla fine di ottobre è stato possibile celebrare una S. Messa in ricordo degli alpini andati avanti e, seppur forzatamente, non potendo contare su una grande partecipazione, l’importante è stato mantenere viva anche questa fiammella che si unisce alle tradizioni per noi importanti.
Mancavano tredici giorni al Santo Natale il fronte era calmo si pensava di festeggiarlo in buona armoniaavevamo il presepe fatto da un soldato di Guastalla con dei blocchi come il gesso che prendeva nel scavare i camminamenti, li scolpiva con un temperino la prima che aveva fatto laMadonname la fa vedere a me, li dico che seibravo poi il S. Giuseppee il bambino li dico sei un artista fanne ancora che a Natale li faremo festa, difatti fa tutto, tante statuine i pastori ,i ramponari la stella, un angelo.Li metto nel forno della casa che eravamo, l’angelo di fuori in altodal forno con la stella, il bambino al centro del forno, in fondo del forno la mangiatoia con il bue e l’asinello ,era un presepio meraviglioso, non pensavo più che un soldato della mia squadra era capace di fare quel lavoro, lo guardano tutti i soldati del plotone, che erano in quella casa. L’altro plotone era in un altra casa sono stati informatievenivano a vederlo. Ma a Natale avevamo già fatto 400 chilometri di ritirata mi veniva in mente da quel belpresepio che abbiamo lasciato che non abbiamo potuto festeggiarlo. Ma ero tanto contento di essere salvato da quel fronte terribile quel presepio è rimasto in quella casa dei Russi che anno dovuto sfollare per entrare noi per ripararsi dal freddo, ma quando sono tornati chissà cosa hanno detto di quel presepe meraviglioso, hanno un ricordo degli Italiani che erano nella loro casa. L’ avranno fatto vedere a quelle case che stavano vicino, quel presepio l’avrà visto anche lo starosta del paese che magari l’avrà posto per farlo vedere a tutti quelli del paese e altri ancora che quel presepio era davvero bello, le bambine di quel paese mi chiedevano delle immagini erano tanto devote ai santi e alla madonna. Ci scrivevo a casa di mandarmi delle immagini per darle alle bambinemi davano un pezzo di pane erano tutti contenti e anche noi con un pezzo di pane non si soffriva per il mangiare. Ma quando hanno visto quel bel presepio chissà quando lo pagavano per averlo. Quel soldato di Guastallaera del 1921 un mio coscritto del suo nome non sono capace di andare a saperlo ma perché son passati 40 anni ma nella ritirata non mi ricordavo più; venne un suo paesano che faceva l’autista a trovarlo lo chiamava per nome e poi era della mia squadra so tutti i nomi dei altri ma il suo non sono capacedi ricordarlo mi pareche incominciava con la V. In ritirata non l’ho visto, di caduti sono stati tanti e tanti prigionieri e feriti speriamo che è tornato anche lui sano e salvo da quel fronte tanto pericoloso. Che ha un ricordo in Russia del presepe che tanti non li credeva ma io sono testimone del suo bel presepe che a fatto ai primi giorni di Dicembre 1942 in Russia.
Devo smentire qualche mia riga (il termine ”articolo” è troppo impegnativo) sul numero precedente del nostro notiziario. Vengoal punto. Mi ero illuso: volevo solo far presente che l’attività associativa pian piano si poteva riprendere. Era passata la prima ondata pagata a caro prezzo e la prospettiva di un’ allentamentodelle misure imposte ci aveva confortato: era quasi finita, massì, con un po’ di attenzione era fatta … si potrà ripartire. Lo credevamo un po’ tutti, alcuni forse troppo, dimenticando quanto ci era stato raccomandato: attenzione,prudenzama forse ci sembravano un po’ tutti degli esagerati … ma i cosiddetti esagerati, purtroppo, avevano ragione. Adesso eccoci alla seconda ondata di questa pandemia, di questa BESTIA come l’avevo definita e che bestia. l’Italia pressoché alle corde eda subito, tre regioni no tre paesi,“zona ROSSA”, ospedali allo stremo, personale sanitario ormai al limiteridiventato eroico dopo la dimenticanza estiva; ora siamobloccati in casa costretti da leggi ancora più stringentirispetto agli inizi dell’anno e la prospettiva di una soluzione definitiva che si perde nella nebbia della speranza. Uno spiraglio di vita associativa però c’èstato: la prima domenica di novembre, ligi alle disposizioni vigenti, quattro socisu due macchine si sono recati per un momento di raccoglimento nei vari cimiteri, sulle tombe dei nostri “andati avanti“ e che non possono essere dimenticati: glielo dobbiamo.