Associazione Nazionale Alpini -
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Come ogni anno e’ di dovere l’assemblea di gruppo mirata ad esaminare quanto fatto durante l’annata nei pro e nei contro con uno sguardo sull’attività futura.Prima di iniziare la riunione alla presenza di Rodeghiero a rappresentare la Sezione, accompagnato dai consiglieri Pivae Piccioni avvenne il saluto alla bandiera seguito da un attimo di raccoglimento in ricordo dei nostri “andati avanti” assieme ai caduti in servizio nelle Forze Armate, dopo il quale si affrontarono gli argomenti in scaletta. Prese la parola il capogruppo Morlacchi Angelo. La sua relazione annuale fu stringata, essenziale su quanto il gruppo abbia operato nelle varie occasioni dell’anno trascorso e con la partecipazione alla vita sociale della sezione avvenuta in modo soddisfacentea cominciare con il prima, il durante e dopo l’Adunata Nazionaleo del centenario a Milano e alle manifestazioni dei vari gruppi sezionali. Il capogruppo si premurò di ringraziare quanti avevano collaborato al buon andamento del gruppo riconfermando la sua decisione di lasciare l’incarico per motivi personali e comunque noti a tutti i soci. Va rimarcato come la relazioneannuale assiemealla successiva, economica, siano sempre a disposizione dei soci il cui numero, durante la serata, è stato notevole considerando il fatto che molti erano impossibilitati a presenziare giustificati dalla lontananzao per impegni improrogabili. Al capogruppo seguì la lettura sulla situazione economica dove si sonoevidenziatele spese che quest’anno si sono dovute affrontare: acquisto della nuova cucina, della caldaia per il riscaldamentoper finire con il nuovo frigo-bar: tutti elettrodomestici ”giunti quasi in contemporaneaa fine corsa … un’autentica congiura“. A questo vanno aggiunti i normali pagamenti di bollette e varie per la manutenzione della baita stessa, delle attrezzature, (rasaerba, trattorino, ecc.). Ambedue le relazioni sono state approvate per alzata di mano.
Inizio questa relazione chiedendo un momento di silenzio per ricordare i componenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita nell’espletamento del loro dovere, ma anche familiari e amici del Gruppo che non ci sono più; ed anche due grandi Alpini che hanno fatto la storia della sezione di Milano Cesare Lavizzari e Antonio Fenini ed il capigruppo di Abbiategrasso Alfonso Latino che sono “andati avanti” nel corso del 2019. Nei primi sei mesi di quest’anno gli sforzi di tutti gli alpini della sezione di Milano sono stati rivolti alla grande Adunata del Centenario. Alcuni erano dubbiosi circa la buona riuscita di questa grande manifestazione. Per chi ha partecipato è stata una grande esperienza e un privilegio in quanto protagonista di questa grande avventura. L’impegno e il sacrificio di molti Alpini e Amici degli Alpini milanesi merita un grande grazie da parte dell’intera Associazione. Non nego che ci sono stati mugugni e qualche discussione, come per ogni attività e a qualunque livello, ma alla fine tutto si è risolto per il meglio. E’ stato difficile far capire che quella di Milano sarebbe stata un’ Adunata diversa dalle altre per vari motivi, non ultimo la grandezza della città che la faceva sembrare non pienissima ed anche la mancanza delle bandiere nella periferia. Siamo comunque arrivati bene alla fine dell’Adunata avendo affrontato e portato a termine un intenso programma. La sezione di Milano coi suoi Alpini e Amici è uscita a testa alta e con onore da questa grande prova. La celebrazione del Centenario si è conclusa lunedì 8 luglio con la cerimonia ufficiale culminata conlo scoprimento di una targa in Galleria Vittorio Emanuele dove si è ufficializzata e ha avuto la sua prima sede la nostra associazione che era nata dall’incontro e dalla volontà di poche decine di reduci della Prima Guerra Mondiale.
di questo mese … siamo arrivati al giro di boa che ci ha visto veramente impegnati già dai primi giorni: occorre una sosta per rinfrancarci un po’ e a tal proposito arriva giusta e ad hoc la cassoeola autunnale in programma per il 15 novembre. Si tratta di un piattomolto atteso dai tanti che da tempo si sono prenotati. Il numero è decisamente alto, ci vorrebbe un piano mansardato nella nostra baita. Detto ciò riandiamo, per dovere di cronaca a quanto fatto, specialmenteper chi a causa d’impossibilità e/o svariati motivi non ha potuto presenziare.E’ stata partecipe la visita ai cimiteri, a trovare i nostri soci “andati avanti “ come recita illessico alpino; eravamo una decinaarmati di piantina deivari cimiteri,sono più di unoe ogni volta ci si trova incerti sull’ubicazione di qualchetomba. Tranquilli, non abbiamo dimenticato nessuno concludendo sempre al sacrario dei caduti di tutte le guerre: in contemporanea si rinnovano quasi da cronometro gli incontri seppur casuali con gli alpini dei gruppi vicini impegnati nello stesso dovere morale; credo che tutto questo faccia veramente onore alla nostra Associazione e ce lo confermano le tante persone che incrociamo nei vari camposanti.
Nel 1916, dopo l’entrata in guerra dell’Italia contro l’esercito Austro-Ungarico, il Comando Supremo Italiano dislocò truppe sul confine italo - svizzero dal Monte Bianco al Pizzo Scalino in alta Valmalenco. Nel settore Mera-Adda (Valchiavenna-Valtellina) furono dislocati numerosi reparti tra i quali spiccavano 7 drappelli di Alpini sciatori dislocati nelle varie vallate di cui 2 in Valmalenco dove, presso il Rifugio Marinelli siteneva un corso Sciatori agli ordini del Capitano Davide Valsecchi.In quei mesi si alternarono circa 300 alpini dei quali 200 alla Marinelli, 28 all’Alpe Musella e 80 a valle presso la frazione di Tornadri alternando la preparazione sciistica alla manutenzione ed ampliamento del Rifugio e alla miglioria delle mulattiere. Trascorso l’inverno del 1916, la primavera del 1917 si rivelò particolarmente insidiosa a causa delle abbondanti nevicate e quelle condizioni critiche causarono il 1° di aprile una grossa valanga che, staccatasi dal Sasso Moro si abbatté sul Rifugio Musella dove si trovavano i 28 alpini alcuni dei quali si salvarono uscendo dalla cappa fumaria.Purtroppo per 8 di loro non ci fu nulla da fare ed altri 14 furono seriamente feriti, mentre il Caporale paolini riuscì a scendere a Tornadri a dare l’allarme ed immediatamente scattarono i soccorsi. Il giorno seguente dalla Marinelli il Capitano Valsecchi, ignaro dell’accaduto, inviò a valle un drappello dei 42 tra i suoi migliori Alpini sciatori per approvvigionare viveri e legna.
… come già noto dalla foto che il capogruppo Angelo ha messo in rete, sabato mattina alcuni dei soci si sono recati a far visita agli ospiti della casa riposo S. Remigio di Busto Garolfo. Abbiamo accolto l’invito che ci è stato fatto da Simona, l’animatrice, ovviamente in accordo con la direzione. La motivazione base di questo invito è facilmente intuitivae …pecchiamo di presunzione, ci sta … gli alpini sono ben voluti da tutti,in concorrenza con i bersaglieri accattivanti con il loro passo di corsa e le piume al vento, ma quando si parla di alpiniè spontanea e immediata l’immagine di gente buona, che suscita da subito simpatia, simbolo di lavoro e di onestàpronti all’immediato aiuto nelle calamità, tenaci in montagna nonché ligi al dovere anche quello che ti fa sputare l’animaecc… ecc… Certamente tutto questo può sembrare retorica, siamo d’accordo; diversamente vallo a spiegare ilsorriso apparso sul volto degli ospiti al nostro ingresso. Eravamo un piccolo drappello non tanto lontani dalla loro età, purtroppo tranne due gli altri erano vicini a quel limite in cui diventa impossibile sostenere di essere ancora “erba verde”. Allora siccome il discorso rischia di prendere una brutta piega veniamo all’incontro che come scaletta del giorno prevedeva una lezione “richiesta e concordata” sul tema: storia della nostra bandiera italiana.
… non per curiosità ma con l’intento di ritrovare un alpinoche avevo conosciuto a L’Aquila durante il mio impiego di protezione civile a seguito del terremoto del 2009 … avevo sì un numero di telefono ma ormai erano passati 10 anni … una parola … , d’altra parte la coincidenza di unviaggio da quelle parti mi offriva la possibilità di un tentativo che non mi sono lascito sfuggire … ho fatto non bene ma benissimo. Commentavo con un amico alpino del Veneto quanto sia stata ricca di soddisfazioni quell’esperienza … da invidia.Tutto iniziò con l’adunata di Milano, esattamente nella sede del gruppo di Legnano dove un alpino del coro di Ronciglione( Vt), loro ospite,si rese disponibile relativamente alla possibilità di mettermi in contatto con il capogruppo di Accumoli. Fu cosi che dopo l’incontro nella sua città eccolo immediato nella disponibilità, da subito col farmi sentire suo amico e nel presentarci ad ognuno, sottoscritto e moglie, con … il mio amico alpino venuto da Milano …. roba da essere in costante imbarazzo. A seguire è stato un autentico tam-tam “verde”, un passa parola che mi ha permesso, a cascata: uno chiama l’altro, di venire a contatto con gli alpini di Fossa, Accumoli, Arquata del Tronto non tralasciando Amatrice. Non riesco a trasmettervi quanto ecome questi nostri socisiano entrati nel mio mondo dei ricordi … è difficile perchéognuno di noi ha una propria sensibilità che lo guida nel valutare quanto lo circonda e lo coinvolga.
L’articolo vuole essere un contributo al nostro giornalino mensile per quel grande evento che è stato la 92° adunata nazionale alpini a testimonianza del centenario di fondazione dell’ANA. L’impegno della Sezione di Milano è stato notevole ma il risultato, soprattutto come partecipazione di penne nere, è stato eccezionale. Una adesione cospicua con grande soddisfazione per gli organizzatori e per tutti noi alpini. Tutto è andato bene ( qualche tricolore in più non guastava… ). Diverse le iniziative in programma da venerdì 3 Maggio a domenica 12 Maggio. Venerdìla prima emozione: il Coro ANA di Milano diretto dal bravissimo Massimo Marchesottisi è esibito al Teatro della Scala con la partecipazione della bravissima attrice Pamela Villoresi. Diciotto brani più due bis più l’Inno di Mameli cantati davanti a un teatro esaurito ( 2030 posti ) presenti autorità, veci in tutti i sensi ( un alpino di 106 anni, uno di 97 anni e poi tanti a scalare ). Nomi alpini noti ( Luca Barisonzi il più applaudito ). Insomma due ore di canti di montagna ben eseguiti e calorosamente applauditi. Saltiamo a venerdì 10 maggio dove alle ore 10 in una Piazza del Duomo affollata si è concretizzato con l’alzabandiera, l’avvio delle più importanti iniziative dell’adunata; presenti, tra gli altri il nostro Sindaco Marilena Vercesi con fascia tricolore.
Dopo cosa?l’Adunata .. è ovvio. Cosa dire al di là che è passata, che poteva andar peggio o meglio, se siamo stati fortunati o no? Forse la domenica del 12.5.2019 Giove Pluvio era impegnato su altri fronti anche se al sabato pomeriggio con una tempestata dalla T maiuscola ci aveva fatto capire che poteva venirci a trovare anche il giorno successivo.Cosi non è stato e da questo punto di vistanon si poteva avere di meglio: bel tempo quindi specialmente senza la “cottura” dall’asfalto bollente nell’attesa dello sfilamento. Peril resto tutto bene? Che sia andato nel migliore dei modi? Per quanto mi riguarda, questa adunata è statavissuta in modo diverso dalle altre quando ero soltanto “l’alpino-turista“ di turno felice di poter partecipare dopo l’affanno di mesi prima nella ricerca di un posto dove campeggiare, tempo fa con la tenda e, successivamente data l’età dei più di noi, del nostro gruppo, con i camper. Credo di poter affermare senza tema di smentita che quel periodo, per intenderciquello della tenda, pur fornitadi ogni comodità assieme a qualche disagio, appartenga ormai da qualche anno al capitolo dei ricordi; comunque sempre bei ricordi. Inconsciamente un sorriso riaffiora da subito con il riandare all’ansia-meteodall’arrivo nella città sede dell’Adunata di quell’anno e al continuo guardare verso l’alto sperando almeno nel tempo necessarioper accamparsi. Ricordo comespesse voltedi notte, fra una russata, unasbrandata o peggiouna foratura del materassino gonfiabile si ascoltava il tuono prima lontano poi sempre più vicino fino alle prime gocce di pioggia che si trasformavano in autentici scrosci.
Sabato 16 marzo il nostro Gruppo in collaborazione con il Complesso Bandistico Sanvittorese e l’Amministrazione Comunale ha presentato, presso la sala polivalente di San Vittore Olona una serata interamente dedicata alla storia degli Inni Italiani. E’ stata una serata molto interessante intervallata da brani inediti (almeno per la maggior parte di noi) suonati come sempre magistralmente dagli amici del Complesso Bandistico che hanno dimostrato la loro bravura eseguendo delle arie nuove anche per loro e che non avevano avuto il tempo necessario per essere sicuri del risultato che comunque è stato pienamente raggiunto, e la narrazione del nostro sempre coinvolgente socio Luciano che ha presentato il risultato di una ricerca che spaziava in uno spazio di tempo per noi lontano, quando la nostra Patria non era ancora tale. Abbiamo potuto seguire l’evoluzione che ha portato all’unità della nostra Nazione attraverso la storia e l’esecuzione di marce e inni che hanno accompagnato la creazione di Stati e Staterelli frutto di accordi, alleanze e a volte battaglie sempre comunque accompagnate da motivi musicali che avevano lo scopo di rafforzare il legame della popolazione e dei soldati.
Arriva un messaggio dalla redazionee l’articolo quando ce lo mandi? ce la fai entro ieri? allora, messo alle strette, ci provovisto che siamo a livello di tabula rasa. Passano i giorni e pian piano i ricordi si compattano sempre più nel dimenticatoio. Comunque partiamo da una considerazione a dire che ogni festa annuale del gruppo assomiglia a quella dell’anno precedente perché la scaletta è sempre la stessa con i soliti punti chiave: alzabandiera alla presenza delle autorità cittadine e militari con i discorsi di circostanza, sfilata con tanto di Banda cittadina che ci accompagna al Santuario per laS. ta Messa a cui segue rientro in sede con aperitivo rallegrato dalle note musicali d’ispirazione alpina; corre l’obbligo ancora una volta a dire GRAZIE! alla nostra magnifica e amica Banda. Per finire: lo chef a suon di “E’ PRONTO … IN TAVOLA” ricorda a tutti che inizia la parte gastro-ludica … con il giudizio dei partecipanti pronti a decretare, alla fine, se il Nucleo cucine sia sempre all’altezza del si dice “dagli Alpini si mangia bene”. Beh: anche quest’anno il tutto è finito con un totale applauso e con la richiesta del quando sarà il prossimo disnarello e questo la dice lunga.
Ogni anno questa ricorrenza è per noi alpini un impegno che cerchiamo di onorare con la nostra presenza. Anche questa volta abbiamo partecipato abbastanza numerosi ( 12 le penne nere ) assieme al Sindaco, rappresentanti della giunta, carabinieri, forze dell’ordine, Preside e vice Preside scuola elementare statale e Corpo Bandistico. Mancavano i bambini e i ragazzi e la popolazione era praticamente assente.Peccato ma il significato è chiaro: la data non fa più parte della memoria!!! Colpa di tutti e di nessuno ma forse anche il raccontare la storia di quei momenti non è più previsto in ambito scolastico e familiare. Il senso però di quelle giornate ci è stato ricordato dagli interventidel Sindaco e del rappresentante dell’ANPI al cimitero davanti alle lapidi dei caduti. Alla fine la benedizione di Don Alain. Da parte nostra abbiamo eseguito l’alzabandiera davanti al municipio e al cimitero a fianco dei caduti. Il Corpo Bandistico ha solennizzato l’evento con musiche adeguate. Prima il corteo ( non lungo per la verità ) aveva raggiunto le varie lapidi che, in punti diversi del paese, ricordano i sacrifici dei partigiani uccisi in quelle tragiche giornate. La mattinata si è conclusa alla Casa Famiglia dove noi alpini ed il Corpo Bandistico abbiamo fraternizzato con gli ospiti che come sempre hanno gradito la nostra presenza.
…. ma non lo dico io bensì il gran numero dei presenti la sera del 1 marzo u.s. nella nostra sede, dei tuoi “universitari” della terza età tutti buoni, buoni, seduti eattenti alla lezione. Ancora una volta ti sei reso disponibile con un tema che non ha niente a vedere con alpini, vita militare, naja ecc … ecc … a dimostrare come la nostra baita non sia soltanto il luogo dove settimanalmente ci si incontra, dove i convenuti se la raccontano tranquillamente magari davanti a un “rosso” riandando ai tempi che furono … ai … ti ricordi e chi più ne ha più ne metta ??? Fortunatamentesi esce dalloscontato: la diversità degli temi proposti in questi particolari incontri favorisce l’opportunità di avvicinarsi a svariati argomenticosicché la sede si trasforma e diventa una vera aula scolastica. Il nostro “docente”,Luciano, quella sera ci propose con un gran titolone “L’importanza di chiamarsi Lucio”una piccola analisi su parole e musica di quei due pezzi da novanta della nostra musica leggeraquali Battisti e Dalla. E’ molto facile dire mi piace uno anziché l’altro ma se qualcuno mi fornisce quattro idee in più oltre alla personale ed istintiva preferenza è ovvio come poisi possaapprezzare maggiormente i singoli artisti.
… un titolo per un programma che aveva come obiettivo un ricordo, un non voler accantonare nell’oblio più totale un periodo della nostra storia, periodo nel quale sono stati coinvolti centinaia, migliaia di Italiani residenti allora nella penisolaistriana, da Trieste a Fiume, Pola ecc. ecc … Parliamo dell’immediato dopo guerra ’39 - ’45 quando ormai sembrava arrivata la fine di quegli anni disastrosiche sconvolsero tutta l’Europa: per loro non fu così. Non entro nel merito delle motivazioni che hanno giustificato, si fa per dire, le stragi volute e perpetrate dal nuovo governo di Tito, non ne sarei all’altezza dal lato storico: quello che mi preme in queste quattro righe è solo evidenziare quanto la sensibilità di ognuno di noi a volte sia soffocata da interessipiù immediati, a volte venali, a discapito di un ricordo che dovrebbe essere più presente nel nostro quotidiano. Chi ignora o vuol dimenticare la storia finirà col ripeterne gli errori … è matematico! Vengo al punto. Con un po’ di “lavativismo“ vi rimando alla sottostante spiegazionestoricastampata nel retro della locandina esposta in vari punti del paese che invitava la popolazioneper il giovedì7febbraio ad una serata voluta dall’Autorità Comunale… per non dimenticare …
Negli ultimi due anni un appuntamento tra i più attesi dalla nostra comunità, il tradizionale falò di S. Antonio, aveva avuto vita grama ed era stato oggetto di molte tribolazioni dall’edizione del 2017 che a causa del vento ci aveva causato molte preoccupazioni, a quello dello scorso anno annullato proprio a pochi minuti dall’accensione della pira in quanto (anche quella volta) le violente folate ci avevano convinti dell’inutilità di rischiare guai seri e situazioni di pericolo. Quest’anno invece ci siamo ripromessi di tornare a ripetere questa iniziativa che da sempre coinvolge buona parte della cittadinanza che approfitta dell’occasione per ritrovarsi fuori casa, gustare un buon bicchiere di vin broulè o, per i più piccini, una calda tazza di cioccolata.
… da dove eravamo rimasti. Chi non ricorda le parole di EnzoTortora pronunciate dopo quel tragico periodo noto a tutti? Niente a che vedere con noi ma serve solo per iniziare con un po’ di enfasi questo “articolo … parola un po’ grossa” e riallacciarsi in questo modo al precedente, quello dinovembre nel quale si evidenziava come dopo l’incontro con i ragazzi delle scuole, gli impegni del mese elencassero la cerimonia in ricordo dei caduti di Nassiriya spesse volteturbata all’inizio dal dubbio di come sarebbe andata, oddio, la gente comune era pressochéassente, era lunedì e mettiamo fossero tutti al lavoro, ma i ragazzi delle scuole sono arrivati: meno male. Tutti assieme: rappresentanze ufficiali, sindaco, assessori vari, Polizia Locale e, ovviamente, la Benemerita con gli alpini: attorno al cippo/memoria la comunità si riunìper ricordare quel triste episodio che oltre ai civili costò la vita ai nostri carabinieri in missione di pace. Mi preme sottolineare l’importanzadegli alunni convenuti elogiandole loro insegnanti alle quali và la nostra stimae il rispetto per il loro lavoro.
Il mese appena trascorso ha visto il gruppo impegnato in diverse iniziative che riassumo di seguito. Prima però accenno brevemente anche alla importante data del 30 novembre giorno in cui si è tenuta la Assemblea del gruppo il cui contenuto lo leggete nella relazione morale del Capogruppo: inferiore al solito( già sparuto )il numero di partecipanti ( erano in 23 ) con assenza totale di dibattito per cui il tutto è finito prestissimo. Brutto segno? Speriamo di no. Continuiamo con il mese di dicembre dove il primo appuntamento è stato domenica 9 per la S. Messa in Duomo a Milano: una decina i soci del gruppo con il nostro gagliardetto e il gonfalone dei comuni di San Vittore Olona ( presente il vicesindaco ) e di Cerro Maggiore. Da segnalare i tempi lunghissimi di entrata in Duomo per i severi controlli che i tempi in cui viviamo richiedono. Il 16 dicembre pranzo di Natale bello, partecipato, ambiente cordiale, con un numero di persone quasi triplo di quelli che c’erano all’assemblea ( potenza del menù ottimo e abbondante ) ; alla fine tombola commentata ( ogni numero associato a qualche dato del gruppo e comunque alpino ) a sottolineare la prossima importantissima Adunata nazionale a Milanoper il centenario di fondazione dell’ANA.
Inizio questa relazione chiedendo un momento di silenzio per ricordare i componenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita nell’espletamento del loro dovere, ma anche familiari e amici del Gruppo che non ci sono più ed i capigruppo di Magenta e Paderno Dugnano che sono “andati avanti” nel corso del 2018. Quest’anno non farò il solito resoconto di tutte le attività svolte,ma sottolineerò due appuntamenti. Il primo si è da poco concluso e cioè la celebrazione del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. Abbiamo organizzato e partecipato ad una serie di iniziative che hanno voluto sottolineare la solennità di questa data. Noi Alpini ci siamo caricati di responsabilità cercando di riportare alla memoria comune di un ‘intera Nazione il senso della Storia della Patria, che vide per la prima volta dall’unità d’Italia, tutto un popolo impegnato per redimere le terre italiane dal giogo straniero. Si è iniziato venerdì 2 con la conferenza del professor Restelli sull’ultimo anno di guerra e sull’armistizio firmato a Villa Giusti a Padova il 3 novembre 1918.
Il giorno 30 novembre 2018 si è tenuta nei locali della sede sociale l’annuale assemblea del Gruppo di San Vittore Olona. Erano presenti 23 iscritti tra alpini ed aggregati e la Sezione era rappresentata dai Consiglieri Rodeghiero e Piccioni. Dopo il saluto alla Bandiera inizia l’assemblea con la nominadel Presidente della stessa nella persona di Rodeghiero e del socio Maggioni quale segretario, mentre gli alpini Sala e Gentilucciassumono la carica di scrutatori. Viene approvato il verbale dell’assemblea del 2018 e successivamente il Capogruppo Morlacchi da lettura della Relazione Morale preceduta da un minuto di raccoglimento in memoria dei Soci e famigliari del Gruppo “andati avanti” e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine caduti in servizio. Terminata la lettura della Relazione Morale il Socio Cestarolli legge la Relazione finanziaria. Dal momento che non ci sono interventi relativi alle relazioni ne’ ad altri argomenti, il Consigliere Piccioni passa ad illustrare la situazione riguardante la prossima Adunata nazionale di Milano 2019 e illustra gli impegni ai quali saremo chiamati a contribuire nei prossimi mesi. L’assemblea conferma la decisione di lasciare invariata la quota associativa per l’anno venturo e per le seguenti votazioni si stabilisce la formula dell’alzata di mano.
diamo un’occhiata a come si sono svolti i vari appuntamenti in calendario per i primi … e dico primi … giorni di novembre. In effetti non erano per niente pochi e ognuno si chiedeva se dovevamo piantare la tenda in sede per essere pronti ad ogni singola data. Tutti sanno che questo mese racchiude già dall’inizioalcune date che noi da cittadini e da alpini ( … evviva la rima …)abbiamol’obbligo di tener presente: onorare i nostri parenti, i nostrisoci andati avanti lasciando lo zaino a terra con la visita ai vari cimiteri, festeggiare il 4 novembrenelle modalità tradizionali evidenziatequest’anno dalla celebrazione del Centenario di quelle date 1915-1918 … in particolar modoabbiamo avuto un attimo di raccoglimento tutto alpino davanti ai monumentideicadutivoluto dal nostro Presidente Nazionale Favero,per finire, l’incontrocon gli alunni delle scuoleche ormai si rinnova da sempre. E’ doveroso evidenziare come in ogni ricorrenza è stata sempre presente l’autorità Comunalecon Sindaco e Assessori assieme ai Carabinierie Polizia Locale.
Sabato 3 Novembre, organizzato dall’ Amministrazione Comunale, si è tenuto un concerto comprendente una serie di canti di guerra eseguito dal coro “Voci del Rosa“di Busto Arsizio diretto dal maestro Lino Sementa e alcuni brani musicali proposti dal Complesso Bandistico Sanvittorese diretto dalmaestro Giovanni Savastio. La piacevolissima serata è stata presentata da un socio del nostro Gruppo alpini ad un folto pubblico che ha riempito tutta la chiesa. Il centenario della fine della prima guerra mondiale ha avuto in questo modo un degno ricordo anche nel nostro paese che in questo conflitto ha avuto dolorose perdite con ben 35 soldati caduti fra i quali il più giovane, Enrico Barlocco, aveva solo 16 anni. Gli interventi dell’assessore alla cultura che ha introdotto la serata e del Sindaco a chiusura della stessa hanno richiamato l’importanzadi ricordare la memoria di questo evento vittorioso per la nostra patria. Durante la serata anche l’intervento del parroco Don Davide Bertocchi che ha invitato a non lasciarci intimorire dalle tragedie ma a renderne vivo il ricordo. Suggestivi e commoventi l’Inno di Mameli, Il signore delle cime e Il silenzio. Iniziativa da ripetere anche per altre ricorrenze.
…luogoe data indicativi di un avvenimento che bisogna evidenziare. Niente di eccezionale ma ugualmente importante per quanti si adoperano affinché non passi definitivamente neldimenticatoio quel momento storico della nostra Patria che si chiamaPrima Guerra Mondiale 1915-1918. E’ una scommessaipotizzare quanti dei nostri giovani e NON sappiano o ricordino di che cosa si sta parlando …. lasciamo perdere; tante volte ci sentiamo verniciati di matusa, non più al passo con i tempi e con l’accusa diperdere il nostro tempo prezioso dietro a date, guerre, personaggi, tutte “cianfrusaglie” del tempo che fu e ci dimentichiamo di quanto ai giorni d’oggi sia ritenuto veramente importante,dall’esaltazione e utilizzo esasperato dell’apparire in una corsa senza fine, all’ essere sempre vincitorie agguantarevantaggi commerciali o politici senza esclusione di colpi: in tutto questo bailame di urgenze esistenziali ci si dimentica del come siamo arrivati a POTERagire, pensare e comportarci in piena LIBERTA’. Detto ciò, dopo tutta questa anteprima, ecco perché ci siamo trovati sabato 15 c.m. in quel di Nerviano.
due date, due giorni che hanno qualcosa in comune per quanto mi riguarda, forse per la coincidenza di quest’anno. Appare da subito come il giorno 25 ricorra la celebrazione della Liberazionedell’Italia, l’inizio di quella strada che porterà alla nascita della nostra Patria, della repubblica italiana, con la fine di periodistorici che hanno scombussolato intere generazioni ecc … ecc …Il giorno seguente poi, 26per l’appunto, ho avuto l’opportunità di partecipare ancora una volta ad una “salita scolastica” sulla Linea Cadorna in quel di Viggiù. Scolastica perché com’ è avvenuto l’anno scorso Franco Maggioni ed io abbiamo accompagnato una scolaresca sulle fortificazioni costruite già nel periodo 15/18 con lo scopo di bloccare l’eventuale invasionedelle truppe tedesche provenienti dalla Svizzera. Non avvenne niente di tutto questo, non si sparò un colpo ma l’immane lavoro compiuto dalle “maestranze” del posto è rimasto a testimonianza storica. Eccoil legame fra le due date che giustifica il titolo di queste righe. Riandando al 25 u.s. mi sembra opportuno evidenziarne la positività: questo giorno, ormai un simbolo, da sempre esaltato,bistrattato, malinteso, politicamente strumentalizzato negativamente e/o positivamente è costante motivo di un diluvio di pagine.
Domenica 18 marzo 2018 è stata la festa del nostro gruppo. Una bella festa a dimostrazione di un nuovo slancio dopo le “pause emotive” degli ultimi mesi. Il tempo non è stato esaltante ma ci è stato risparmiato il diluvio che sembrava prepararsi. Già alle 9,30 per l’alzabandiera i segnali positivi erano avvertibili. Le note del corpo bandistico diretto dal nuovo maestro che eseguivano l’inno di Mameli provocavano la prima emozione. Presenti alla cerimonia un buon numero di alpini ( 24 del nostro gruppo oltre ad alcuni alpini dei gruppi di Arconate e Legnano con i loro gagliardetti ) circondati da autorità e rappresentanti delle istituzioni ma mi sembra di poter dire soprattutto amici degli alpini; mi riferisco al vicesindaco, ai due assessori, ai due consiglieri comunali, al comandante dei carabinieri, della polizia locale, ai rappresentanti l’associazione del fante con il loro vessillo, al bravissimo trombettiere e al suo accompagnatore entrambi bersaglieri di Lonate Pozzolo e a chiusura un buon numero di persone tutte sicuramente vicine al nostro gruppo.
A metà mese di marzo, su invito della Direzione Didattica delle Scuole Dante Alighieri di Legnano, i due eterni ripetenti Franco e Pio hanno avuto una serie di incontri con gli studenti delle terze classi medie con lo scopo di illustrare la vita vissuta dai nostri nonni nell’inferno delle trincee nel corso del primo conflitto mondiale. Questi incontri sono il preludio all’uscita didattica in programma per il prossimo mese di aprile quando, insieme ai ragazzi, andremo a visitare fisicamente le postazioni della Linea Cadorna nel territorio di Viggiù e sono serviti quindi ad illustrare i manufatti che vedremo insieme, uniti anche a una visione in chiave storico – sociale dell’epopea che ha visto una generazione di giovani, a volte mai usciti dal contesto del proprio paese, confrontarsi e vivere per lunghi mesi a contatto di altri giovani come loro provenienti daregioni diverse e, a volte, mai nemmeno sentite nominare. Appena arrivati il primo giorno “di scuola” siamo stati accolti dal Dirigente scolastico, il dott. Giorgio Ciccarelli che con la sua simpatia ci ha immediatamente fatto sentire a nostro agio prima di affidarci alle cure della Prof.ssa Daniela Etiopia che in tutti questi mesi aveva pazientemente coordinato i nostri incontri con le varie classi e la futura trasferta.
… ma veramentequattro per raccontare agli assenti di domenica 18 u.s. che si sono persi qualcosa di veramente bello: il pomeriggio trascorso con i componenti il coro“Voci del Rosa” di Busto Arsizio. Prima per rinnovare l’appuntamento ormai collaudato da diversi anni con gli ospiti della Casa Famiglia “Don Giuliani”del nostro paese, secondo, a seguire, per l’incontroconviviale presso la nostra sede. In verità l’affluenza dei soci presso l’istituto Mantovani è stata superiore alle altre voltema … si può sempre migliorare …Quest’anno, quale segno dei tempi che passano, il veterano coroalpino di Magenta che ci accompagnò tanti anni in questo incontro, passò la “stecca”, purtroppo per cessata attività, a quello di Busto Arsizio. Sono certo che un qualcosina faceva capolino dentro, nel profondo degli ex coristi magentini presenti all’esecuzione: è stata graditissima la loro presenza quasi a condividere ancora una volta i bei momenti trascorsi con gli ospiti della casa econ noi, amici da sempre, del San Vittore Olona. Dell’esecuzione del coro che dire?è fuori discussione che li aspettiamo per il prossimo appuntamento quale dimostrazione della sintonia ( …. eh già si parla di musica, di canto e la parola ci sta ) che si è immediatamente creata per l’ammirata interpretazione delle cante proposte assieme al momento chiamiamolo pure goliardicoche si venne a creare da subito in sede.
Il rischio l’abbiamo corso. E anche grosso. Facciamo un piccolo riassunto. Alla assemblea annuale del 1 Dicembre 2017 all’ordine del giorno c’era, tra l’altro, la votazione per il capogruppo. In quella occasione il nostro capogruppo uscente Morlacchi Angelo invitava a trovare il sostituto spiegando le motivazioni ( più che giustificate ) che lo consigliavano a prendersi una pausa. Per regolamento A.N.A. ogni gruppo deve avere un capogruppo scelto tassativamente fra i soci che hanno svolto il servizio militare negli alpini. Senza capogruppo il gruppo, dopo un periodo breve di gestione di un commissario nominato dalla Sezione, viene sciolto. In quella data e spiegato ai soci presenti quanto sopra scritto, si decise di prorogare fino al 2 febbraio 2018 il capogruppo uscente convinti che in questi tre mesi qualche volontario alpino si sarebbe fatto avanti per evitare lo scioglimento del gruppo. L’attesa è stata premiata. In sostituzione di Morlacchi Angelo il nuovo capogruppo è Angelo Morlacchi che, grazie alla sua disponibilità ( o meglio generosità) ed attaccamento al gruppo, d’ora in avanti è, per il sottoscritto, l’Angelo custode…….
Due sono gli eventi organizzati dal gruppo in questo mese di Febbraio. Ne diamo brevi notizie soprattutto perché per entrambisi è verificata una novità rispetto alle stesse iniziative attuate precedentemente.La prima è la esibizione del coro presso la Casa Famiglia di San Vittore Olona tenutasi il 18 Febbraio. La novità consiste nel fatto che non è più il coro degli amici di Magenta a cantare ( si è sciolto per il mancato ricambio dei coristi ritiratisi ) ma il coro Voci dal Rosa di Busto Arsizio diretto dal maestro Lino Sementa. Non ci sono nel coro molti alpini ma cantano proprio bene. Il gruppo che più corposo del precedente è stato apprezzato dai numerosi presenti (soci del gruppo, simpatizzanti, familiari e ospiti della casa famiglia). Vario il repertorio di canzoni di estrazione popolare, insomma un bel pomeriggio con seguito serale alla Sede del gruppo come da tradizione con le gambe sotto il tavolo. Il secondo evento riguarda la serata di venerdì 23 Febbraio in cui c’era la opportunità di sentire presso la nostra sede la conferenza tenuta dal nostro socio Luciano Tacchia su “ Milano nel XX° secolo “.
Ebbene si, i nostri alpini pluriripetenti sono ritornati a scuola almeno per un paio di giorni, giusto per non perdere l’abitudine. Scherzi a parte, anche quest’anno su invito delle insegnanti sempre attente e disponibili abbiamo ripetuto l’iniziativa volta a portare la nostra testimonianza sul tema della guerra e soprattutto della vita vissuta dai nostri soldati nel corso della Grande Guerra con particolare riferimento alla trincee costruite sia in territorio pianeggiante che in alta quota sottolineando le condizioni estreme in cui si sono venuti a trovare questi nostri fratelli maggiori un secolo fa. E’ stata come sempre una bella esperienza che non sarebbe stata possibile senza l’interessamento delle insegnanti con le quali esiste oramai un bel rapporto di collaborazione senza il quale tutto sarebbe vano iniziando dallo stimolo che riescono a trasmettere agli studenti che per una mezz’ora hanno seguito il filmato che parlava delle trincee, dell’approvvigionamento delle truppe in alta quota, della realizzazione della Città di Ghiaccio costruita dagli austriaci all’interno del ghiacciaio della Marmolada, delle 52 gallerie del Pasubio, della terribile battaglia dell’Ortigara e della realizzazione della Linea Cadorna.
… tale era il titolo della locandina espostadall’Ass. ne culturale“LA ZUPPIERA” di San Vittore Olona che già ringrazio fin d’ora, invitando la comunità ad una serataindetta al fine di … “non dimenticare”. Scontato l’argomento, quel “Pizza”mi incuriosì per cui il giorno 25 u.s. andai: peccatoche il brutto tempo abbia penalizzatal’affluenza dei partecipanti … mettiamolacosì… Aprì l’incontro l’Avv.toGiuseppe Bravin presentando a grandi linee l’argomentoe il conduttore della serata nella persona del Prof. Gigi Marcon: in programma il film-documento di Moshe Zimmerman cheriguardava il viaggio di un sopravissuto dai campi di sterminio. Per sommi capi: il film segue Danny Chanoch nel viaggio più importante della sua vita quello che porta i suoi figli Sagi e Mira da Israele passando per la Lituania, terra d’origine, al suo Olocausto. Imprigionato aDachau fu poi spostato ad Auschwitz e qui restò fino alla sua evacuazione quando dopo la marcia della morte fu trasferito a Mauthausen dove arrivò la liberazione. Queste informazioni le ho attinte oltreal dibattito seguito alla proiezione anche dal curiosare in internet nei giorni seguenti.