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Associazione Nazionale Alpini - Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI) tel: 3333450040 - sanvittoreolona.milano@ana.it
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Gruppo Alpini San Vittore Olona: ANA

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Un Compleanno importante (Settembre 2024)
ANA

UN COMPLEANNO IMPORTANTE


L’8 luglio 1919 nasceva a Milano l’Associazione Nazionale Alpini con lo scopo di società di mutuo soccorso fra reduci della prima guerra mondiale che avevano servito la Patria col cappello alpino e che originariamente accoglieva i graduati che avevano militato nelle truppe di fanteria alpina. Col passare del tempo l’Associazione si è adeguata accogliendo tutti i militari alpini di ogni grado e di altre specialità come l’artiglieria (alpina) senza mai perdere la missione originaria dettata dalla solidarietà, ora rivolta a tutta la popolazione e a tutte le genti bisognose di aiuto come dimostra il costante impegno della nostra Protezione Civile sempre in prima linea nelle emergenze, diventando nel corso dell’ultimo secolo l’associazione d’arma più numerosa al mondo. Per ricordare la nascita del sodalizio e festeggiare questo nostro 105° compleanno domenica 7 luglio una delegazione di alpini di diversi Gruppi della Sezione si sono dati appuntamento in Galleria Vittorio Emanuele a Milano sotto la targa ricordo dell’evento nel posto dove fisicamente abbiamo avuto i nostri natali. Anche il nostro Gruppo era presente con una rappresentanza e ha partecipato alla breve ma sentita cerimonia fra l’ammirazione dei numerosi turisti presenti in galleria e successivamente abbiamo raggiunto gli amici del Gruppo di Castano Primo per partecipare alla festa che viene da loro organizzata ogni anno, un buon modo per concludere una bella giornata.

Franco

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Feste degli Alpini (Settembre 2024)
ANA

Feste degli Alpini


Il periodo agostano è quello nel quale nelle località di vacanze montane si susseguono le feste dei Gruppi Alpini. Sono manifestazioni molto sentite cui partecipa gran parte della popolazione, vicina tradizionalmente agli Alpini del paese. E' stato così anche quest'anno in Valsassina,  zona d'importante presenza alpina: in valle si contano sedici gruppi alpini, a volte due per comune, uno del capoluogo e uno della frazione che si fanno agguerrita concorrenza per organizzare la festa migliore! A queste manifestazioni si aggiungono occasioni di incontro e rievocazione storica che annualmente si tengono nelle diverse località. Quest'anno anche il nostro Gruppo è stato presente ad alcuni di questi incontri con il nostro gagliardetto, presenza molto gradita a suggello di un gemellaggio fra Gruppi Alpini di "monte " e di "valle". Oltre alle feste alpine siamo stati presenti all'annuale Messa in ricordo del Capitano Merlini, originario di queste parti e a lungo presidente ANA. A lui sono dedicati il rifugio Cazzaniga-Merlini ai piani di Artavaggio e il meno conosciuto bivacco Merlini a 2100 metri sulla cresta che porta in vetta al Grignone. Purtroppo questo rifugio, posto in una posizione strategica all'incrocio di impegnativi percorsi verso la famosa cima e curato dagli alpini di Pasturo, è da anni abbandonato e peggio ancora sprangato impedendo un sia pur minimo riparo in condizioni di maltempo. Questo è l'esito di una controversia innescata dalla proprietà che andrebbe a mio parere superata con l'intervento di autorità pubbliche in considerazione dell'importanza e strategicità del manufatto.

Enrico Girotti

 

 

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C'era una volta (Settembre 2024)
ANA

C’ERA UNA VOLTA …

Cominciavano così le famose storie /novelle che ci raccontavano specialmente i nonni, che ci incantavano   mentre eravamo seduti su  balle di paglia nel tepore della  stalla  con il ghiaccio sui vetri.   “Punzecchiato” da Enrico valente collaboratore  con molteplici  articoli  di svariato interesse sul nostro Penna Nera, pur essendo un po’ restio alla fine mi sono arreso. Ecco allora il mio “c’era una volta”.  Come si può   facilmente  intuire, il periodo del servizio militare non è fatto solo di marce, gavettoni, campi minati, ponti Bailey, tiri al poligono ecc., .ma pure di normalità, umanità e di situazioni a volte impensabili; vengo al punto: Bressanone ,  “ Vodice”, piccola caserma   sede della compagnia genio pionieri Tridentina con un totale  di 120/150 militari.  La più parte  proveniva dal ceto medio: muratori, contadini, falegnami, minatori ecc … cultura un po’ zoppicante  ( ricordiamo che si parla di  50 anni fa  ) però alcuni durante il servizio militare, sacrificando le libere uscite, riuscirono a “conquistare”  la licenza elementare ( BRAVI !). Arrivai  una sera di dicembre con un’eterna tradotta dopo il CAR a Mondovì:  il mio incarico era   aiutante di sanità, in sostanza infermiere. In caserma ero l’unico con questa mansione, non c’era degenza ma soltanto una piccola stanza chiamata infermeria, all’occorrenza si chiamava il tenente medico per i “ marca visita”,  per il resto l’attività sanitaria, pastiglie, iniezioni, pomate, ecc.. era in mano al sottoscritto  ligio alle direttive indicate dal medico sul registro. In realtà questo impegno mi lasciava del tempo libero per cui il sergente (firma) responsabile dell’ufficio maggiorità pensò bene di affidarmi qualche  lavoro d’ufficio più la gestione della posta: ogni giorno con il mio borsone passavo al Comando Brigata per ritirare la Corrispondenza della Compagnia e quella dei militari,  ovvia conseguenza venivo a conoscere oltre al nome del diretto interessato  anche quello dei mittenti, o meglio   delle mittenti. Ho ancora presente la visione di quando, verso mezzogiorno, rientrando in caserma   passavo davanti alla compagnia  schierata per il rancio. Dai volti dei militari per un attimo scompariva la fame ma dalle loro facce traspariva  la domanda:  c’è posta per me?  La mia attività di portalettere ma specialmente quella “sanitaria”, parola grossa, mi  obbligava all’estrema fiducia sulla quale facevano conto i miei commilitoni, fiducia che non ho mai tradito neppure per scherzo o con una banale battuta o allusione. Nello scorrere del tempo avvenne più di qualche volta la capatina di qualcuno mentre mi trovavo da solo nell’infermeria,  un discreto bussare ed una piccola richiesta d’aiuto di natura epistolare e fin a questo punto tutto tranquillo, finché un giorno   arrivò “ Lui”,  chiamiamolo cosi, a rendere la situazione alquanto difficile da parte mia e certamente  imbarazzante da parte sua.  Entrò, controllò se ero solo, ricontrollò la porta e girando e rigirando fra le mani la famosa “norvegese”, dopo un’ulteriore esitazione prese la sedia.   Ci siamo, pensai fra me stesso,  problemi urologici, scabbia o piattole, rossori vari di sospetta natura. Dato che ci si  conosceva cercai con tranquillità di aiutarlo e metterlo a suo agio e cosi capire con qualche domanda il suo problema, come si usa  fra  amici,  alla fine scoppiò  la fatidica bomba e, con una po’ di pudore e a monosillabi,  venne al punto. Il nostro “rude” alpino durante l’ultima licenza si era trasformato in un ardente fidanzato scatenando quanto represso  in caserma. Qui, lasciatemelo dire,   ci vorrebbe il  dialetto  per rendere più reale e più vivo  il momento che ambedue stavamo vivendo, il dialetto veneto quello più ruspante, non quello di   città,  fame un piaser, ti che te ga studià, che te si quasi un dotor (na parola)  spiegame  qualcossa dee done,  dee so robe,  parchè la me morosa,  la me morosa, la me morosa,  e lì si inchiodò! Porca miseria questo mi sviene.  Mi sono attaccato alla sedia invocando tutti i santi del calendario, supplicando un aiuto veloce anzi velocissimo per arrivare a sbrogliare questo casino.  Fortuna volle che ne trovassi uno libero che mi diede una mano. Probabilmente quelle quattro parole che riuscii a mettere insieme lo (Lui) tranquillizzarono almeno per il momento tanto da allontanarsi quasi scusandosi. Ovviamente i giorni a seguire,quando ci si incrociava, si trasformarono in un muto dialogo: ansiose domande e risposte visive  fatte  da monosillabi,  dai, spetta, sta tranquillo, succede. La natura l’è fatta alla so’ maniera, te vedarè.  Una sera, era molto tardi, ero già in branda: sentii che qualcuno mi toccava una spalla con una certa impazienza. Subito scattò in me l’infermiere:  mal di pancia, mal di denti, una colica,  niente di tutto ciò: era Lui che si era curvato su di me e quasi urlando sottovoce ( è difficile ma lui ce l’ha fatta) mi annunciò: varda che ghe se rivà e so robe. N’apoteosi.  Riuscii a calmarlo e, con le buone, a  cacciarlo in branda dove abbracciato il dio del sonno diede inizio ad un “notturno musicale” da giudizio universale.  Al mattino mentre di corsa scendevo le scale per l’alzabandiera mi sentii sulla spalla una manata anzi no una badilata,  mi voltai di scatto,  era Lui. Ci accomunò uno sguardo significativo accompagnato da un  respiro di sollievo: gli altri non sapevano il perché ma noi due  SI’!

                                                                                         PIO

                                          

 

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Le fughe (Luglio 2024)
ANA
   LE FUGHE

 

E chi non le ha fatte durante il servizio militare? Per i non addetti, per fuga si intende un allontanamento più o meno volontario dalla propria caserma per la morosa per la mamma per .. cambiare aria. Ed era una avventura in tutti i sensi. Veniva programmata nei dettagli o a volte era spontanea, improvvisata e secondo me erano le più emozionanti e belle da ricordare. Così mi sono ritrovato numerose volte a percorrere il tragitto Aosta, Nerviano, Aosta, più di trecento chilometri, dal pomeriggio alla sera dello stesso giorno. Avevo già la morosa e questo era indubbiamente uno sprone a tentare l’avventura ma era bello anche solo uscire dagli schemi, sfidare la sorte. Si perché la cosa non era autorizzata, era fatta rigidamente fuori dalle regole, altrimenti diventava una licenza normale. La fuga per essere tale doveva essere fatta rigorosamente in autostop. Ad eccezione infatti dei figli di papà che potevano permettersi un automezzo personale a disposizione, l’unica possibilità di rientrare in caserma nei tempi prestabiliti era di affidarsi alla disponibilità di automobilisti che percorrevano, magari a tratti, il tragitto prestabilito. Devo dire che la divisa militare (allora non era possibile uscire in borghese salvo correre ulteriori rischi) aiutava molto, ma soprattutto il cappello alpino erano dei segnali inequivocabili di richiesta di passaggio per cui non serviva neppure il classico dito alzato. Gli automobilisti si fermavano spontaneamente e a volte si disputavano il passeggero pur di scambiare quattro chiacchiere o semplicemente per fare un favore a un Alpino. E’ stata così anche quella volta che ho visto una berlina blu rallentare con la chiara intenzione, secondo me, di offrirmi un passaggio. Mi preparavo già ad un comodo viaggio verso Milano quando all’ultimo momento mi sono accorto che era l’automezzo di servizio della Scuola Militare Alpina dove prestavo servizio militare. Più precisamente era quello, con autista, utilizzato dal Generale Comandante la Scuola che tutti temevano per la risolutezza dei comportamenti e la severità delle decisioni. E quando si dice che la sfortuna non si presenta mai sola, a bordo c’era il famoso Generale che era tutt’altro che intenzionato a darmi un passaggio. Fuga era e fuga è stata. Il Generale sceso dall’automezzo in alta uniforme con medaglie e mostrine di tutti i colori e con tanto di sciabola, mi ha ordinato di fermarmi e di arrendermi. Io avevo già scavalcato il guard rail e me l’ero data a gambe non avendo nessuna intenzione di obbedire all’ordine. Non capita tutti i giorni di essere inseguito da un generale in alta uniforme e con la sciabola, per fortuna non ancora sguainata! Ma proprio l’”armamentario”mi ha aiutato: correre con una sciabola e con tutto l’ambaradan addosso ha sconsigliato l’alto ufficiale a proseguire nei suoi intenti: e poi dicono che le armi non servono! Considerando statisticamente poco probabile un incontro con un altro personaggio cosi ruvido ho proseguito il mio viaggio, pardon, la mia fuga. Alla sera era previsto il rientro e quindi dopo baci e abbracci eccomi al casello autostradale, in ritardo sulla mia “tabella di marcia” ma fiducioso in un passaggio veloce che me lo avrebbe fatto recuperare. Ma quando le giornate nascono storte! Non solo passavano in pochi ma quei pochi erano diretti da tutt’altra parte. Solo la carovana di un circo in trasferimento si è prestata alla bisogna. Non solo, ma l’unico posto disponibile era un sedile accanto alla gabbia dei leoni! Potevo sempre dire di aver passato una giornata “da leoni”ma purtroppo l’andatura lenta mi ha consentito di arrivare in caserma solo all’alba. La stanchezza mi ha impedito di saltare la recinzione come è buona norma in una fuga seria, così ho preferito consegnarmi all’Ufficiale di Picchetto con le mani alzate. “Ah, sei tu? Il Generale ha ordinato un rastrellamento, pardon, contrappelli multipli (verifica delle presenze) per scovare chi era quel sergente in fuga sull’autostrada”. Quando si dice che le giornate sfortunate sono sempre più di una! Tralascio tutto quello che è avvenuto dopo, perché facilmente intuibile. Per fortuna la fuga, di notizie in questo caso, aveva raggiunto il Cappellano militare con il quale stavo organizzando un coro alpino per l’accompagnamento delle funzioni religiose per cui la punizione è stata ridimensionata: come si dice, un obiettivo così importante …... val bene una Messa!

 

Enrico Girotti

 

 

 

 

 

 

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Vicenza: un Adunata da record (Giugno 2024)
ANA

VICENZA: UN’ADUNATA DA RECORD

Quella di Vicenza 2024 sarà ricordata come un’Adunata Nazionale da record con numeri che mai si erano visti partecipare a quella che è la più importante manifestazione associativa a titolo gratuito e a spese dei partecipanti e che, grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli che ci hanno fatto dimenticare i tre giorni di diluvio di Udine, hanno spronato anche i più restii ad essere presenti. I crudi numeri possono comunque dare l’idea: nelle tre giornate di festa ben 500.000 persone sono state presenti sul territorio, ben 100.000 hanno partecipato attivamente alla sfilata durata ben 13 ore e terminata dopo le 22, i visitatori alla Cittadella degli Alpini sono stati 278.000, mentre le esibizioni di cori e fanfare sono state 130, nei parcheggi dedicati ai pullman sono stati accolti 364 mezzi e migliaia di alpini hanno trovato alloggio nelle 1.123 piazzole allestite dall’organizzazione, mentre 1.700 donne e uomini volontari sono stati coinvolti nell’assistenza ed organizzazione. Anche per la nostra Sezione i numeri sono stati imponenti: fra Soci, Amici, Cori, Fanfare, Consiglieri, Sindaci che hanno voluto dimostrarci la loro vicinanza sfilando con noi, volontari della P.C. e del SOS, ben 700 persone hanno rappresentato Milano in questa kermesse che ha prodotto oltre 100 milioni di euro come indotto sul territorio, impatto superiore a ogni finale di Champions League con un beneficio a tutte le attività commerciali e ricettive dell’intera provincia. Ma a monte di tutti questi, seppur impressionanti numeri, come sempre l’Adunata è stata l’occasione per incontrare nuovi e vecchi amici che magari non si vedevano da anni e che provocavano una intensa emozione nel vedere gli occhi luccicanti nel ritrovarsi con i capelli più radi e certamente imbiancati, ma con lo stesso spirito cameratesco che ha accompagnato l’esperienza della naia, quella naia che a dispetto di chi l’ha considerata una perdita di tempo “rubato” dallo Stato, ha costituito una scuola di vita per tutti noi insegnandoci il senso dell’obbedienza, il rispetto delle regole e il fatto che prima dei diritti ci sono i DOVERI, oltre naturalmente a costruire amicizie e rapporti che sfidano i decenni. La cronaca di queste indimenticabili giornate ognuno di noi la può trovare sugli organi di stampa, comprese le polemiche pretestuose e strumentalizzate, naturalmente espresse in ANTICIPO, riguardo l’invasione della città da parte dei barbari, che come sempre hanno lavorato tutta la notte di domenica per lasciare il lunedì mattina una città molto più pulita ed ordinata di come era stata trovata a dispetto di altre manifestazioni tollerate che lasciano strascichi di devastazione e incidenti, ma anche questo ci sta, non è di questa marmaglia che ci dobbiamo interessare, quanto delle migliaia di vicentini che per ore ci hanno visto sfilare ringraziandoci per quanto abbiamo fatto e continueremo a fare per la nostra bella Italia con il nostro esempio ed impegno. In ultimo vorrei ringraziare l’amico Oddone per l’ospitalità dimostrata nell’accoglierci in casa sua e gli amici del Gruppo di Ceriano Laghetto per le serate e relative cene passate in compagnia e che dire ancora se non arrivederci a Biella 2025.

Franco

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Ciao Mariolina (Giugno 2024)
ANA

CIAO MARIOLINA

A soli 46 anni e dopo una battaglia contro una brutta malattia ci ha lasciato Mariolina Cattaneo, da 20 anni dipendente dell’Associazione Nazionale Alpini e nel comitato di redazione del giornale nazionale L’ALPINO nonché colonna portante del Centro Studi ANA, ma soprattutto una ragazza innamorata degli alpini, della loro storia e delle loro storie, storie che tutti noi abbiamo avuto il piacere di leggere sulle pagine del nostro mensile. Ho avuto la fortuna di conoscerla sia quando mensilmente frequentavo la redazione in via Marsala dove lavorava insieme ai colleghi Valeria e Matteo, dove scambiavo il nostro notiziario con le copie appena sfornate de L’ALPINO che recapitavo in anteprima in sede, sia durante gli appuntamenti associativi in montagna a cominciare dai Pellegrinaggi in Adamello ai quali non mancava mai, si perché l’alpinità la viveva sul campo, con gli scarponi ai piedi e, come diceva sempre, facendosi raccontare dalla viva voce degli ultimi Veci le loro vicende che poi fedelmente riportava sulla carta diventando una enciclopedia vivente delle vicende alpine. Ciao Mariolina e grazie a nome di tutti i nostri Soci per quanto hai saputo donarci e personalmente per avermi dato la possibilità di esserti amico.

Franco

 

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Raduno Secondo Raggruppamento (Novembre 2023)
ANA

Raduno Secondo Raggruppamento

 Anche il nostro Gruppo presente

 

Il 14 e il 15 ottobre a Lodi si è svolto il Raduno del Secondo Raggruppamento, Lombardia ed Emilia - Romagna, il tradizionale appuntamento annuale che riunisce in una località gli Alpini,  gli amici degli Alpini e i loro familiari in un clima di festa. La cronaca delle due giornate è quella delle tradizionali adunate alpine con una nutrita partecipazione dei Gruppi delle Sezioni Bergamasche e Bresciane, mentre la nostra,  quella di Milano, è stata rappresentata da circa due terzi dei Gruppi che la compongono. Il Raduno è iniziato formalmente nel pomeriggio di sabato con gli Onori ai gonfaloni e al Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini quindi il corteo che ha raggiunto il Duomo dopo aver sostato per un doveroso omaggio, al monumento dei caduti. In Duomo la celebrazione della messa è stata preceduta da una illustrazione delle origini del tempio nell’ambito della ricostruzione storica della città di Lodi. Interessante ma forse fuori luogo e comunque eccessivamente lunga e dettagliata soprattutto collocata dopo due ore di sfilata e con la prospettiva di ulteriori periodi in piedi, perlomeno per gli alfieri dei vessilli e gagliardetti. E li, per testimonianza diretta ho assistito alla concretezza alpina: fino al 1200 hanno resistito,  poi verso il medioevo qualcuno si era allontanato ufficialmente per  “bisognini”, mentre giunti al rinascimento si vedeva chiaramente che il richiamo di un  “bianchino” era irresistibile mentre i più devoti cercavano il confessionale. La gran parte comunque ha  resistito stoicamente fino alla ricostruzione dei giorni nostri. La serata è stata quella tipica delle adunate alpine: canti, fanfare e grande amicizia. Il giorno successivo è stato quello del Raduno vero e proprio.

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Il nostro futuro (Settembre 2023)
ANA

IL NOSTRO FUTURO

 Venerdì 7 luglio, come da tempo programmata, si è tenuta presso la nostra sede una Assemblea Straordinaria riguardante il nostro futuro associativo che, se è vero che riguarda l’intera Associazione Nazionale Alpini, parte proprio dalla base e cioè dai Gruppi come il nostro che ne sono l’ossatura e struttura portante. Devo dire che malgrado la buona presenza di soci mi aspettavo una maggiore partecipazione perché il tema è fra i più importanti e riguarda tutti noi e va al di la delle Adunate, delle iniziative e delle manifestazioni che sono tutte cose che dipendono direttamente dalla risposta che sapremo dare alla domanda: “Che futuro avremo?” e di conseguenza che futuro avrà la società e le comunità che dagli alpini hanno sempre ricevuto aiuto e sui quali si è sempre potuto contare come esempio civico ed aiuto in calamità ed emergenze. Ebbene il tema affrontato quella sera verteva sul fatto che la sciagurata legge che ha temporaneamente SOSPESO (è giusto ricordare che l’art. 52 della nostra Costituzione non ne consente l’abrogazione) il servizio di leva come l’abbiamo conosciuto ha avuto come conseguenza il blocco di un ricambio generazionale nelle nostre fila, cosa che per oltre un secolo ha permesso all’ A.N.A. di crescere e diventare l’Associazione d’Arma più numerosa al mondo con le ramificazioni al suo interno dalla Protezione Civile, al volontariato, agli incontri con le scolaresche che oramai si dava per scontato sarebbero sempre esistite. Ma questa flusso che è stato interrotto è destinato a ripercuotersi sulla nostra vita associativa e del futuro dell’A.N.A. se ne parla oramai da tanti, troppi anni e le inevitabili decisioni hanno creato due linee di pensiero, una composta da Sezioni come la nostra con un numero limitato di iscritti e dove l’età media sale inesorabilmente senza ricambi che vede assottigliarsi le fila e disponibili ad aprirsi a nuovi scenari, l’altra dalle Sezioni chiaramente poste in aree di grande reclutamento alpino e che contano decine di migliaia di soci che non vedono imminente il “pericolo” anche se a mio avviso questo atteggiamento non è che un procrastinare una situazione che presto o tardi interesserà l’intera Associazione. La domanda che quindi è stata posta ai soci riuniti in Assemblea è stata quella di esprimere un parere riguardo la possibilità di aprirsi all’ingresso di persone che pur non avendo svolto il servizio militare nel Corpo degli Alpini, posseggano le caratteristiche richieste a ognuno di noi per far parte dell’Associazione, per intenderci quelli che da sempre sono chiamati e già iscritti come Amici degli Alpini, percorso che si raggiunge dopo essere ammessi come soci aggregati. Le ultime disposizioni dalla Presidenza Nazionale danno la possibilità ai singoli Gruppi di poter includere nel Consiglio di Gruppo la figura del rappresentante degli Amici con la possibilità di partecipare alle riunioni di Consiglio e per quanto riguarda noi la decisione da parte dei presenti è stata praticamente unanime nell’approvare tale proposta in quanto da sempre i nostri Consigli sono stati aperti a tutti e sinceramente nel nostro caso la presenza e la partecipazione del gruppetto di Amici risulta fondamentale ed indispensabile per la vita e il buon andamento del Gruppo anche se mi auguro con tutto il cuore che questa decisione non deve significare un delegare ulteriormente ad altri ciò che ognuno di noi potrebbe fare, ma sia un rinnovato stimolo per impegnarsi TUTTI ognuno con le proprie possibilità per andare avanti sulla strada che ci hanno indicato i nostri Veci ricordandoci che chiunque può aiutare a portare lo zaino dell’altro quando diventa pesante e la salita si fa più aspra.

                                                                      

                                                                                                                                        Il Capogruppo

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Adunata Udine 2023 (Giugno 2023)
ANA

ADUNATA UDINE 2023

TANTO TUONO’ CHE PIOVVE

Vabbé di tuoni non ne abbiamo sentiti, quanto a pioggia questa Adunata di Udine sarà ricordata, se non la peggiore, certamente fra le più annacquate della storia, una intera settimana di rovesci anche molto violenti interrotti saltuariamente da manciate di minuti di tregua che consentivano di spostarsi da un riparo all’altro, e malgrado il detto che gli alpini non sono solubili all’acqua, ci siamo andati molto vicini. Comunque il maltempo non ha impedito il regolare svolgimento delle manifestazioni previste che hanno catalizzato la presenza degli alpini convenuti nel capoluogo per la loro 94° Adunata Nazionale a 27 anni di distanza dall’ultima del 1996 tenutasi in occasione del 20° anniversario del terribile terremoto (soprannominato dai locali Orcolat, orcaccio in lingua friulana) di magnitudo 6.4 che il 6 maggio 1976 colpì l’intera regione in particolare la media valle del fiume Tagliamento provocando 965 morti. Ma se il meteo ha in qualche modo rovinato la festa, non è riuscito a spegnere l’entusiasmo e la riconoscenza che i friulani hanno da allora nei confronti degli alpini che allora, sotto la guida di quel galantuomo che fu l’Onorevole Giuseppe Zamberletti, furono gli artefici principali della ricostruzione, riconoscenza ed affetto dimostrati in ogni modo possibile arrivando ad aprire le proprie case a perfetti sconosciuti che hanno come unico segno distintivo un cappello con la penna. E chi scrive lo può attestare in prima persona essendo stato contattato alla vigilia della partenza da una amica conosciuta appunto 27 anni fa nel corso dell’Adunata e mai più rivista ma che, saputo della difficoltà di trovare posti in cui accamparsi, mi ha detto (testuali parole): “Se i miei amici sapessero che ho lasciato un alpino in tenda sotto l’acqua non mi parlerebbero più, la mia casa  è la tua” e così per 4 giorni sono stato ospitato e coccolato come fossi davvero a casa mia insieme a mio figlio e con la raccomandazione che se avessi trovato qualcun altro senza riparo, altri due o tre posti sarebbero saltati fuori. Che dire quindi se non che se si semina bene, altrettanto bene si raccoglie? Detto questo la cronaca ha ripetuto il tradizionale copione con gli appuntamenti sempre intensamente partecipati da tutti come l’Alzabandiera con il Tricolore issato sulla sommità del Castello il venerdì mattina, mentre in Piazza Libertà venivano resi gli onori al Labaro dell’Associazione alla presenza delle massime autorità, seguito dalla cerimonia al Tempio Ossario dove riposano i resti di 25.000 Caduti e al cippo della Divisione Julia. È seguita al Parco Moretti l’inaugurazione della Cittadella degli Alpini, in cui sono esposti mezzi e dotazione della Truppe Alpine, della Protezione Civile dell’ANA e della Sanità Alpina, subito presa d’assalto dagli alpini partecipanti all’Adunata e da un folto pubblico. Nel pomeriggio la sfilata per le vie del centro cittadino delle tre Bandiere di guerra dell’8° reggimento alpini, del 14° Reparto Comando e Supporti Tattici, del 3° Artiglieria e lo stendardo del reggimento Piemonte Cavalleria, che davanti al Municipio, in piazza della Libertà, sono state accolte dal saluto del sindaco De Toni. Sabato mattina l’incontro tra il Presidente Ana, Cdn, Sezioni all’estero, delegazioni Ifms e i militari stranieri al Teatro Nuovo Giovanni da Udine e al pomeriggio la S. Messa nella Cattedrale S. Maria Annunziata, il Duomo di Udine, celebrata dall’Arcivescovo Mons. Bruno Mazzoccato che ha ricordato l’impegno costante e prezioso degli alpini nella vita quotidiana delle comunità che sanno sempre su chi contare nel bisogno. La sera come sempre la grande festa premiata con gli unici momenti di tregua del maltempo purtroppo ancora disturbata dagli alpini idioti che malgrado le disposizioni creano disagio e soprattutto pericolo con i trabiccoli che ogni anno vengono banditi, ma che ogni anno continuano imperterriti a circolare e sarebbe utile a mio parere tornare a una pratica adottata alcuni anni fa quando sulla nostra stampa associativa venivano pubblicate le foto di questi cialtroni con i loro veicoli sopra i  quali si vantano di mettere pure il nome del proprio Gruppo o paese, mettendoli ufficialmente alla berlina con la speranza che i Presidenti di Sezione interessati prendano finalmente provvedimenti. Naturalmente non ci sono stati solo momenti da dimenticare come questi, perché nelle stesse ore in centinaia di paesi, teatri, chiese e comunità sparse in tutta la Regione si tenevano concerti corali, musicali e spettacoli che vedevano gli alpini coinvolgere la popolazione ospitante nella grande festa verde. E come sempre la domenica mattina tutto torna all’ufficialità con l’arrivo dei pullman provenienti da tutta Italia che scaricano migliaia di alpini e famigliari desiderosi di mostrare anche questa volta di esserci e di essere uniti nel rispetto degli ideali tramandati dai nostri Veci ed è significativo il fatto che calando per forza di cose il numero dei Reduci, aumenti quello delle ragazze e ragazzi dei campi scuola quale segno di continuità associativa. Purtroppo il maltempo ha certamente scoraggiato alcuni a sfilare, ma le cifre ufficiali parlano comunque di quasi 90.000 partecipanti inquadrati nelle varie Sezioni precedute dagli alpini della seconda naia, quelli delle Sezioni estere che tutti gli anni intendono con la loro presenza testimoniare la vicinanza all’Associazione e all’Italia in un corteo che è durato oltre 10 ore. E comunque, e chi l’ha provato sa cosa intendo dire, malgrado la pioggia, durante la sfilata quasi non ci si accorge del disagio e in poco tempo ci si ritrova allo scioglimento e dopo un veloce saluto agli amici del Gruppo e della Sezione ci si congeda con un arrivederci il prossimo anno a Vicenza.

Franco

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Il treno della memoria (Novembre 2022)
ANA

IL TRENO DELLA MEMORIA


Sabato 8 ottobre mentre il gruppetto dei soliti volontari (ai quali tra l’altro va il ringraziamento di TUTTO il Gruppo) si impegnavano nel primo dei due sabati mattina dedicati alla manutenzione della nostra Sede, si è svolta a Milano la cerimonia in onore del Milite Ignoto la cui ricorrenza è stata celebrata in forma ufficiale in tutti i paesi d’Italia lo scorso anno in concomitanza con il centenario della traslazione della Salma all’Altare della Patria a Roma. Per dare comunque la possibilità ad un maggior numero di italiani di rendere omaggio a questa figura che rappresenta da oltre un secolo ogni soldato italiano caduto per la Patria, è stato istituito un convoglio  speciale, esatta riproduzione di quello storico che il 4 novembre 1921 giunse alla stazione Termini e oggi denominato “Treno della Memoria” che, partito da Trieste il 6 ottobre in 17 tappe toccherà 730 stazioni sul territorio nazionale e che nella sua terza tappa è arrivato nel capoluogo lombardo fermandosi alla stazione di Porta Garibaldi.

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Beppe, solo lui poteva... (Luglio 2022)
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BEPPE, SOLO LUI POTEVA…


Il 18 giugno 2021 Giuseppe Parazzini, il Beppe nazionale ci lasciava, andava avanti e raggiungeva gli amici che lo avevano preceduto nel Paradiso di Cantore dove sicuramente aveva riservato un posto d’onore per quello che aveva fatto per la nostra Associazione, per molti dei nostri Gruppi ( e il nostro è un esempio lampante della riconoscenza che dobbiamo a questo Uomo che è sempre stato coerente con i propri ideali). E sabato 18 giugno 2022, ad un anno esatto dalla sua scomparsa, gli amici alpini del Gruppo di Bareggio al quale apparteneva, hanno chiesto ed ottenuto di poter intitolare il Gruppo stesso alla Sua memoria con una cerimonia che, malgrado il clima torrido e la giornata semi-festiva ha visto convergere nella cittadina una moltitudine di alpini provenienti da diverse Regioni per manifestare il proprio affetto ai figli Luca e Francesco e alle loro famiglie nel ricordo di quello che viene ricordato fra i più amati Presidenti ANA. Erano presenti infatti numerosi Vessili Sezionali e decine di Gagliardetti e tanti, tanti amici che, dopo l’Alzabandiera nel piazzale antistante il Municipio e l’Inno Nazionale accompagnato dalla Fanfara alpina di Magenta, si sono recati nella Chiesa parrocchiale che è risultata presto piena in ogni ordine di posto e partecipato alla S. Messa nel corso della quale il sacerdote ha fatto notare come in quest’anno in molte parti d’Italia quasi con un tacito passa parola le iniziative in ricordo di Beppe siano state veramente numerose, a conferma del segno lasciato in tutti noi.

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Fondi ben spesi e buoni frutti (Ottobre 2021)
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FONDI BEN SPESI E BUONI FRUTTI

Nel corso delle mie vacanze estive, girovagando in moto per la Penisola, ho voluto fare ritorno in Abruzzo e ho fatto tappa per un paio di giorni all’Aquila per rivedere quella bella città che nei miei ricordi significava morte e distruzione a seguito del disastroso terremoto che nella notte fra il 5 e 6 aprile 2009 provocò 309 vittime e che mi vide, in compagnia di tanti amici alpini, prestare soccorso a quelle povere genti private di tutto in un lungo attimo. Il terribile ricordo di quelle giornate passate ad aiutare nella gestione del Campo Globo e ad accompagnare gli sfollati a recuperare le poche cose rimaste nelle loro abitazioni, è stato solo in parte mitigato da quello della grande Adunata Nazionale del 2015 quando l’Associazione Nazionale Alpini decise di tornare in massa su quei luoghi tanto provati per dare un segnale di rinascita ed un aiuto concreto all’economia di una zona altrimenti destinata ad un lento declino. Se nel periodo dell’emergenza terremoto il clima era di grande dolore, quello dell’Adunata che, seppur rispecchiando un senso di comunanza ed allegria che voleva essere da sprone alla popolazione, era comunque, come tutte le nostre Adunate, molto caotico e troppo affollato per consentire di apprezzare le bellezze della città. 


 

 

 

 

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CIAO BEPPE (Luglio 2021)
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CIAO BEPPE


Venerdì 18 giugno, siamo in sede (purtroppo in pochi) e stiamo parlando di come riprendere la nostra vita associativa specialmente superando lo scoglio rappresentato dalla latitanza anche dei soci “storici”, quando un messaggio arriva sui cellulari: Beppe Parazzini, il “nostro” (past come ora vengono definiti) Presidente nazionale è andato avanti. E’ una di quelle notizie che ti lasciano sconcertato ed incredulo, non può essere, stiamo parlando di una icona dell’Associazione Nazionale Alpini, che si identificava nella Sua figura e personalità, di qualcuno che davi per scontato sarebbe sempre stato presente per consigliare e suggerire la strada migliore da seguire con quel suo modo pacato, ma deciso e graffiante che non ammetteva repliche perché in fondo quello che diceva trovava poi riscontro. Classe 1944 aveva iniziato la sua  vita alpina nel 1969 con il 57° corso Auc e successivamente inquadrato nel 5° Rgt. Battaglione Edolo e successivamente congedato si iscrive al Gruppo di Bareggio della nostra Sezione ed inizia a condividere la passione alpina con la professione di notaio che ha svolto sino ad un paio di anni fa. Dal 1998 al 2004, per due mandati è stato Presidente dell’A.N.A. succedendo a Leonardo Caprioli e diventando bandiera della protesta civile inscenata dai soci dell’Associazione nel 2002 che occuparono pacificamente Roma per una mattina per protestare contro la sciagurata legge che “sospendeva”  il servizio di leva con i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti arrivando a presentare all’allora Presidente della Repubblica Ciampi una memoria in cui si paventava una perdita dei valori che si è poi rivelata profetica.

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Una divisa, un giurammento, un impegno. (Giugno 2021)
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UNA DIVISA, UN GIURAMENTO, UN IMPEGNO


Lo so che gli alpini non dovrebbero fare politica, o meglio partitica perché la politica e cioè il bene della POLIS inteso come bene comune lo facciamo da sempre, ma ci sono alcune occasioni in cui tacere diventa veramente difficile.   Mi riferisco alla polemica innescata dal Governatore della regione Campania Vincenzo de Luca nei confronti del Generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario per l’emergenza Coronavirus, perché (secondo lui) “Andando in giro in mimetica rischia di trasferire sulle Forze Armate la polemica politica mentre l’immagine dell’Esercito deve restare fuori  da ogni polemica”. Ebbene caro Governatore, mai come ora l’immagine dell’Esercito ha goduto di una fiducia simile da parte degli ITALIANI, quegli italiani che si sono resi conto della serietà della persona che stai cercando di denigrare, un militare si, un servo dello Stato che non ha MAI CAMBIATO CASACCA  e che sta gestendo questa emergenza con lo stesso spirito che anima noi volontari durante le emergenze: prima si obbedisce, poi magari si mugugna, ma intanto si lavora.    E i risultati si vedono.    Se poi caro Governatore ti da tanto fastidio vedere una tuta mimetica, guardati un po’ in giro e ne vedrai tante in tutte le città italiane indossate da giovani che ci consentono di poter passeggiare tranquillamente e questo, a parte te, agli ITALIANI dà sicurezza e fiducia, quella fiducia che la classe politica oramai si sogna.

Franco Maggioni

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GIORNATA DELLA RICORRENZA ALPINA (Dicembre 2020)
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GIORNATA della RICORRENZA ALPINA


Come spiegato quindi nell’articolo sulla riunione dei Capigruppo, su proposta del Consiglio Regionale Lombardo, dal prossimo anno quindi, il giorno 2 aprile, verrà celebrata questa Giornata della Ricorrenza Alpina e se questo non può che farci piacere, come ha ricordato il Presidente Boffi anche nel corso della tavola rotonda tenutasi lo scorso 10 ottobre a Milano, è preciso dovere di ogni Socio e, aggiungo anche, di tutti quelli che ci vogliono bene a noi e alla nostra Patria, fare capire ad ogni livello, a tutti gli amministratori, da quelli locali, alle Province, Regioni sino ai massimi gradi istituzionali, che se è vero che gli alpini ci sono sempre quando servono dalla manifestazione in paese, alla costruzione di un ospedale COVID, alle emergenze in caso di calamità nazionale ed estera, è pur vero che gli alpini non sono immortali e che 15 anni di vuoto dovuto alla sciagurata legge che ha “momentaneamente sospeso” il Servizio di Leva ha creato una falla nel serbatoio umano che da 100 anni costituiva il naturale ricambio generazionale dell’Associazione con il risultato che andando avanti ci saranno sempre meno alpini disponibili a fare quello che oramai si dà per scontato e cioè che basta chiamare e si è pronti ad aiutare.  Noi continuiamo e continueremo a fare come sempre il nostro dovere, dovere di chi ci amministra e governa invece è fare in modo che noi lo si possa continuare a fare, aiutandoci nelle nostre iniziative, appoggiandoci nelle proposte e nel trasmettere ai giovani quello che i nostri Veci  ci hanno insegnato, perché  quando non saremo più in grado, per evidenti ragioni anagrafiche, di poter operare allora sarà troppo tardi perché ci ritroveremo con attrezzature, macchinari e risorse che nessuno saprà o vorrà usare vanificando un operazione sociale durata un secolo.

Franco

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8 Luglio: Compleanno dell'ANA (Settembre 2019)
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8 LUGLIO: COMPLEANNO DELL’A.N.A.

L’8 luglio 1919 a Milano veniva ufficialmente fondata l’Associazione Nazionale Alpini ad opera di un pugno di Reduci che hanno gettato le basi di quella che sarebbe diventata la più grande associazione d’arma del mondo, ma il racconto della storia lo lascio a persone più competenti del sottoscritto, quello che voglio invece raccontare sono le emozioni provate lunedì 8 luglio partecipando alla ricorrenza ufficiale organizzata dalla Sede Nazionale. Personalmente, sarà forse perché dell’Adunata Nazionale ho visto ben poco in quanto impegnato per tutta la settimana nell’organizzazione, ma ho veramente apprezzato questa giornata potendola vivere appieno questa volta da “spettatore” seppur protagonista insieme alle migliaia di alpini che hanno voluto essere presenti a questo evento unico (anche perché anagraficamente un altro centenario sarà per noi impossibile vedere). La cerimonia iniziale ha visto confluire al Sacrario di S. Ambrogio tutte le delegazioni provenienti da ogni parte di Italia per rendere omaggio ai nostri Caduti alla presenza del Labaro Nazionale scortato dal Presidente Favero, del Ministro dell’Interno Salvini, dal Vicesindaco di Milano Scavuzzo, dal Sottosegretario alla Difesa Volpi e dal Comandante delle Truppe Alpine Gen. Berto.

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Ragliando in salmeria (Settembre 2019)
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RAGLIANDO IN SALMERIA *

Confesso che a volte faccio molta fatica a capire il mondo in cui viviamo e capisco sempre più il detto che recita: “Non c’è limite al peggio”. Mi riferisco alla notizia diventata di pubblico dominio all’inizio di luglio e che riguarda l’odissea dell’Appuntato in congedo dei Carabinieri Pietro Sini  di 55 anni, uno dei superstiti dell’orrendo attentato di Nassiriya che il 12 novembre del 2003 costò la vita a 19 italiani, la maggior parte dei quali appunto Carabinieri. Ebbene, Sini che nell’attentato si prodigò per portare soccorso ai commilitoni feriti e riportò a sua volta gravi lesioni, fu insignito dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano della Medaglia d’Oro al Valor Militare per il coraggio dimostrato, non si è mai visto riconoscere l’aggravamento della sua invalidità e ha deciso di protestare in maniera più che civile, partendo da Porto Torres dove vive e recandosi a Roma per riconsegnare la Medaglia d’Oro giudicata quasi una presa in giro, perché con una medaglia non ci mangi. Ora lo Stato, offeso da tutto ciò, gli presenta il conto e pretende da Pietro (mi permetta la confidenza perché in questo caso rappresenta tutti noi) il pagamento del conio della Medaglia pari a Euro 1.450 evidenziando la magnanimità di abbonargli l’importo dell’ I.V.A. (bontà loro !!!).

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Dentro L'Adunata (Maggio 2019)
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DENTRO L’ADUNATA

Siamo oramai entrati nel pieno degli impegni in preparazione dell’Adunata del centenario a Milano e i Soci sono chiamati a dare il proprio contributo per la buona riuscita della manifestazione e visto che a tutt’oggi (antivigilia di Pasqua) siamo a due settimane dall’evento, il ritmo si fa più serrato. E’ finalmente iniziata l’opera di imbandieramento delle strade cittadine non senza difficoltà data la conformazione del centro città, una città che non si ferma ne’ dorme mai e che rende più difficoltoso il lavoro che si deve necessariamente svolgere sulle strade e quando leggerete questo articolo molto probabilmente molto lavoro sarà stato svolto grazie all’abnegazione di chi si è reso disponibile a dare una mano. Ieri (mercoledì 17 aprile) con i volontari della Protezione Civile anche delle Sezioni di Varese e di Bergamo siamo stati impegnati nell’allestimento del posto che ospiterà i volontari del nostro Ospedale da Campo e delle unità cinofile che saranno ospitati in una ala oramai dismessa della caserma XXIV Maggio in via Monti a Milano, per intenderci l’ex Distretto Militare dove tanti di noi hanno fatto i famosi “tre giorni” trasformato oggi nel Centro Documentale dell’Esercito.

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Rifugio "CONTRIN" (Settembre 2018)
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Rifugio “CONTRIN“

 
… è la casa degli Alpini ai piedi del versante  sud della Marmolada: siamo a 2016 mt. s.l.m. Erano anni che ci speravo ed ogni volta il diavolo o chi per esso ci metteva lo zampino … finalmente quest’anno è stata la volta buona. Vi risparmio il come ci sia riuscito e in che condizioni ma l’importante che alla vista degli ombrelloni color rosso del rifugio abbia gridato a me stesso: “ce l’ho fatta, anche questo lo mettiamo nello zaino”. Ho scritto ”mettiamo”, in genere lo si dice, ma a maggior ragione quest’anno perché in realtà non ero solo ma affiancato e/o supportato da quattro compagni d’avventura e che compagni. Con la pressione sotto le scarpe sognavo sempre che ogni curva, ogni tornante  fosse  quello della volta buona, dell’arrivo insomma finché posizionato  nella conca del Contrin eccolo il rifugio  vigilato dal  pennone della bandiera. Non me ne importa un fico se i montagnini più corrazzati mi leggano con tollerante sufficienza, è una scarpinata da quattro soldi, io in quel momento mi sentivo, come mi sentivo?  fate un po’ voi.
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ADUNATA 2018 (lUGLIO 2018)
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ADUNATA 2018

  nell’odierno mondo del mordi e fuggi chi si ricorda più di Trento, dell’Adunata tanta attesa ed ormai archiviata nel mondo del tempo che fu? In verità, noi della Sez. di Milano, si pensa, si ipotizza a quella del prossimo anno: parliamo di noi  terra terra che, senza voler immaginare a quanto bolle  in pentola già da tempo lassù nella sala dei comandi, dovremo prepararci a  renderci disponibili, per quanto possibile,  in attesa delle direttive che prima o poi arriveranno. In associazione d’idee,  il mio ricordo va alle squadre di alpini  che ho intravvisto la sera/notte  del 12/5 sotto l’acqua, pioveva che Dio la mandava, impegnate a togliere le transenne  dalle strade per averle nel mattino successivo  sgombre per  il normale traffico  .. a dire  cosa ci toccherà il prossimo anno? Un’alpino  della sez. di Trento al termine del passaggio della Stecca guardandoci con un’espressione  indecifrabile ma fra il serio ed il divertito ci avrebbe detto … forza ragazzi e  che Dio ve la mandi buona … in verità  ghignando sbottò    ohè  voaltri de Milan … desso i je c…si vostri…   grazie! Gli auguri sono sempre graditi anche se espressi con un linguaggio ruspante che sa tanto di caserma!

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A margine dell'Adunata (Giugno 2018)
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A MARGINE DELL’ADUNATA

Rientrato dall’Adunata nazionale di Trento alquanto umidiccio in verità a causa del maltempo scatenatosi nelle ultime ore della serata di domenica durante il passaggio della stecca e prima della partenza per tornare a casa, una notizia letta in internet ripresa dal sito “LA VOCE DEL TRENTINO” mi ha scaldato l’animo e messo di buon umore. La riporto integralmente: “Tre veicoli privi di targa, con più persone a bordo e in assenza di copertura assicurativa sono stati sequestrati, in attesa di confisca.   I conducenti sono stati sanzionati con importi da 422 a 1.695 euro”. Un applauso ai vigili di Trento che finalmente hanno applicato quanto da tempo  auspicato dai nostri vertici associativi e dalla stragrande maggioranza degli alpini che sono stanchi di vedere simili pagliacciate che tra l’altro costituiscono un grave pericolo per l’incolumità per i partecipanti all’Adunata. Il mio auspicio è che queste prese di posizione e le conseguenze alle quali vanno incontro quanti si ostinano a volersi pavoneggiare in questo modo vengano finalmente pubblicizzate sulla nostra stampa sezionale e nazionale affinché vengano banditi definitivamente dalle nostre manifestazioni.

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Raduno Secondo Raggruppamento (Novembre 2017)
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RADUNO DEL 2° RAGGRUPPAMENTO

Domenica 15 ottobre in quel di Salsomaggiore Terme in provincia di Parma si è tenuto il raduno del 2° Raggruppamento che comprende le Sezioni della Lombardia ed Emilia Romagna che si sono date appuntamento per quello che oramai è diventato, per tutti i raggruppamenti comunque, il secondo evento più importante dopo l’Adunata Nazionale e che vede coinvolte migliaia di penne nere unite dalla voglia di ritrovarsi e di mostrare alla cittadinanza la nostra unità associativa. Ed il fatto che questi eventi avvengano in città non propriamente grandi, Salsomaggiore conta circa 20.000 abitanti rende più evidente l’invasione di migliaia di alpini e famigliari che per un paio di giorni letteralmente trasformano il volto e la vita della comunità. I partecipanti della nostra zona hanno usufruito della sempre splendida organizzazione del Gruppo di Castano Primo capitanato da Mario Noè che ha predisposto il pullman ed il ristorante dove, nel pomeriggio, ci siamo ritemprati dalla lunga camminata della sfilata e che raccoglieva anche i Gruppi di Legnano e Arconate.

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e per S. Maurizio... (Luglio 2017)
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… e per San Maurizio …

… hippy …  hippy …. urrà … ripetuto a squarcia gola … niente di blasfemo ma un vero ringraziamento per come ha vegliato sull’Adunata di Treviso. Tra noi che vi abbiamo partecipato si è parlato di un autentico miracolo date le previsioni già dai quindici giorni antecedenti il 13/5 u.s. … tempo brutto al venerdì  poi così e così per il sabato fino alla domenica durante la quale ci era stata garantita una “lavata” da non dimenticare. La fiducia faceva a pugni con l’aridità delle previsioni e le telefonate intercorse con gli amici già sul posto non lasciavano dubbi in merito ma tant’è le danze erano già iniziate e non si poteva più tirarsi indietro. Armati di tanta fiducia/illusione i nostri due camper iniziarono il viaggio nella notte fra il venerdì ed il sabato salutati dopo Verona da molteplici scrosci  d’acqua , alternati a tempestate di una  intensità tale da affogare anche la più piccola speranza nascosta nel profondo di ognuno di noi.

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33 Raduno Rifugio Contrin (Settembre 2016)
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33° raduno rifugio Contrin


Avendo partecipato lo scorso anno al 32° raduno al rifugio Contrin, reduci della bellissima anche se un po’ faticosa esperienza, abbiamo deciso di ritornarci anche questa volta in occasione del 33° raduno. Lo scorso anno eravamo in 3 soci del gruppo, ed essendo stati rimproverati di non aver pubblicato per tempo sul nostro notiziario, il Penna Nera l’intenzione di partecipare, quest’anno dopo averlo per tempo pubblicato, ci siamo ritrovati ancora noi soliti tre!! Va bé! Tralasciamo il particolare e proseguiamo con la parte più importante della nostra positiva e bellissima esperienza.
Innanzi tutto ci siamo preventivamente muniti del nostro guidoncino da lasciare al rifugio in quanto lo scorso anno non ci siamo ricordati di portarlo al seguito. Dopo averlo messo nello zaino per primo, ci siamo ritrovati alle 6 del mattino per partire alla volta d’Alba di Canazei, dove abbiamo parcheggiato l’auto dopo circa 4ore e 30 di tranquillo viaggio spezzato da una pausa per colazione.
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Meglio tardi che mai (Luglio 2016)
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MEGLIO TARDI CHE MAI

Per capire il senso del titolo che ho voluto dare a questo articolo, è necessario fare un passo indietro. Come consuetudine, da alcuni anni organizzo un ritrovo per gli allora ragazzi dell'AOSTA, quei baldi giovani cioè che hanno fatto insieme a me la naia alla caserma Testafochi negli anni 1977/1978 e devo confessare di ritenermi soddisfatto di averne "recuperati" oltre una cinquantina che puntualmente, a volte alternandosi, hanno il piacere di ritrovare i vecchi compagni di naia. Lo scorso anno in occasione del ritrovo 2015, dopo avere contattato la Redazione, avevo mandato questo articolo, naturalmente in forma ridotta, al nostro mensile nazionale L'ALPINO perché mi sembrava potesse rappresentare bene lo spirito e l'amicizia che allora univa noi ragazzi in mimetica agli Ufficiali di Complemento (gli S.Ten. ) che  rappresentavano l'anello di congiunzione tra il rigido e a volte arcaico mondo militare e la Truppa rappresentata da giovani che vivevano il mondo militare ma in un contesto attuale.
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A proposito di.. (Novembre 2015)
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A PROPOSITO DI …

… sono le ore 20. Casualmente alla TV sento la voce del Papa che chiede perdono al mondo intero per quanto di negativo  è stato compiuto dalla Chiesa. Chissà  perché automaticamente quel poco di cervello che mi ritrovo si è messo in funzione  … ogni tanto succede … E’ cosa degli ultimi mesi, giorni, quando,  ogni due per tre  tutti i mezzi di comunicazione erano  in piena attività e  ti ritrovavi costantemente sommerso da immagini di bagnarole e barconi carichi di umanità … tantissimi arrivavano a riva,  qualcuno veniva onorato da una corona di fiori buttata in mare tomba di tanti disgraziati che non ce l’avevano fatta ma il nostro mondo civile, le nostre autorità  erano, sono  coerenti al proprio senso del dovere, di compartecipazione a questo lutto. Nelle case, nelle piazze, nei bar  quasi da subito  scatta  il “buon senso” del mondo  occidentale  pronto a suggerire soluzioni :  le più svariate e sicuramente le più  risolutive a questo  “ improvviso “  dramma  di portata europea e oltre.  

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14/12/2014 S.Messa in ricordo dei Caduti (Febbraio 2015)
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14/12/2014 MESSA IN RICORDO DEI CADUTI

Quest’anno alla consueta S. Messa in ricordo dei Caduti del Corpo degli Alpini tenutasi in Duomo a Milano alla presenza del Comandante delle Truppe Alpine Generale Bonato, del Comandante Esercito Regione Lombardia Generale Pennino, della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense e di un picchetto armato della stessa brigata, per la prima volta ho partecipato anche io, piccolo alpino che ha svolto il servizio militare presso la Caserma Monte Grappa di Bassano del Grappa presso il 2° Reggimento Trasmissioni, Battaglione Gardena, 2^ Compagnia Ponti Radio, che ha avuto l’onore di indossare la Fascia Tricolore di delegato del Sindaco per l’occasione. Devo dire che è stata un’esperienza “forte” in quanto hanno partecipato moltissime delegazioni Alpine Lombarde; ascoltare la Preghiera dell’Alpino declamata, non letta,  declamata da un Reduce con i riferimenti alle sofferenze e ai sacrifici del Corpo degli Alpini, sfilare in Duomo e per le vie della città di Milano è stata sicuramente un’emozione molto intensa, in ricordo di tutti coloro che sono “andati avanti”. Alla cerimonia sono stato “scortato” da un Agente della Polizia Locale di San Vittore Olona (Valentina Beccaria) e da due intrepidi Alpini del Gruppo di San Vittore Olona, Pio e Fabrizio, con annesso Gonfalone Comunale. Ringrazio ancora il Gruppo Alpini che mi ha concesso l’opportunità di vivere questa esperienza e queste emozioni, facendomi inoltre tornare indietro con i ricordi al tempo della “naia”. Post scriptum: Angelo mi ha spiegato che questa manifestazione è stata voluta da Peppino Prisco, indimenticato Alpino, Avvocato e vice presidente dell’Inter, per cui, per un Interista Doc come me, era impossibile non poter partecipare ad una simile iniziativa.

Paolo Salmoiraghi (Alpino)

Assessore Polizia Locale, SUAP, Sport

Comune di San Vittore Olona

 

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Monza 19 Ottobre 2014 (Dicembre 2014)
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 MONZA 19 OTTOBRE 2014

Ormai siamo ai primi di novembre e ancora trovo qualcuno che mi chiede se a Monza ci siamo stati,  se abbiamo partecipato all’invasione di Penne Nere che hanno occupato  le vie principali della città. Certo che ci siamo stati anzi il nostro capogruppo era già presente dalla vigilia quando partecipò alle solenni manifestazioni  in programma. Va bene che lui appartiene al gruppo del Servizio d’ordine sezionale e quindi convocato  a tale scopo ma assieme si era portato altri soci del gruppo di San Vittore Olona che il giorno seguente sarebbero stati  impossibilitati a condividere con gli Alpini di Monza la loro festa, celebrazione che  si sarebbe conclusa all’indomani per l’appunto  con la sfilata d’obbligo. Questo a precisare che il nostro gruppo si è sentito in dovere di  sincerare i nostri Alpini  brianzoli che eravamo con loro, che condividevamo quanto già noi abbiamo provato in occasione del nostro 50° di fondazione. E’ ovvio che davanti al loro 85° noi eravamo e saremo  sempre …  leggermente in ritardo  … con un po’ di pazienza chissà se anche per noi … Cosa volete che vi dica ? …  per chi non c’era  … peccato!

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Ma insomma !!! (Maggio 2014)
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MA INSOMMA !!!

 

Martedì 26 marzo al TG della sera mi sono rovinato la digestione.   La notizia: è stata aperta un’inchiesta, l’ennesima, ma tranquilli non si tratta di perseguire politici che hanno gonfiato le note spese (a nostre spese) con giustificativi che farebbero ridere se non ci fosse da piangere, oppure parlamentari strapagati che favoriscono (sempre a nostre spese) questa o quella azienda incompetente in cambio di voti o quattrini no, questa volta si tratta di un episodio incredibile: dei soldati italiani hanno fatto il loro dovere: I MILITARI ! Il fatto: il giorno 9 novembre 2013 i marinai della nave “ALISEO” impegnati nell’operazione MARE NOSTRUM” hanno osato sparare a scopo intimidatorio e senza colpire nessuno (non perché incapaci ma perché così volevano) ad un natante col quale stavano fuggendo 16 scafisti egiziani successivamente arrestati e rinviati a giudizio con l’accusa di avere portato in Italia 176 migranti.

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Non c'è limite al peggio (Maggio 2014)
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NON C’E’ LIMITE AL PEGGIO

 

Venerdì 4 aprile una notizia del TG mi riporta alla mente l’articoletto del buon Pio apparso sull’ultimo numero del nostro Notiziario dove commentava la decisione del Governo di reperire nuove risorse tagliando costi inutili, non bastonando gli assenteisti o i ladroni istituzionalizzati, ma decurtando le pensioni di guerra a discapito di chi nel fiore dei vent’anni ha perso la parte migliore della sua vita obbedendo a ordini o a un ideale che ci ha comunque permesso di usufruire della libertà di cui oggi godiamo. Ebbene a fronte di questa bella notizia, un’altra annuncia che finalmente ci mettiamo al passo con le Nazioni più evolute e presto anche da noi sarà instaurato un sistema di welfare (che sarebbe consentire a tutti i CITTADINI di usufruire dei servizi essenziali)  a tutela di cani e gatti !!

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