Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Verbale assemblea generale del gruppo (gennaio 2016)
VERBALE ASSEMBLEA GENERALE DEL GRUPPO
Venerdì 4 dicembre si è tenuta l’annuale Assemblea generale del Gruppo, momento importante per la vita associativa e di verifica delle iniziative intraprese nel corso dell’anno. Erano presenti 27 Soci del Gruppo, mentre la Sezione era rappresentata dal Presidente Boffi e dai Consiglieri Donelli e Orlandini, oltre la gradita presenza del capogruppo di Legnano. Dopo il doveroso saluto alla Bandiera e un momento di raccoglimento in memoria dei Caduti in servizio e dei Soci ed amici andati avanti, vengono eletti il Presidente, il segretario e i due scrutatori dell’assemblea nelle persone di Orlandini, Maggioni, Sala e Vegezzi R., e dopo avere approvato il verbale della precedente assemblea, il capogruppo Morlacchi da lettura della Relazione Morale. Al termine, il revisore dei conti Tacchia illustra le Relazioni Finanziarie sia del Gruppo che dell’Associazione e successivamente l’assemblea viene chiamata a stabilire la quota associativa del prossimo anno che viene mantenuta identica alla precedente non essendo mutate le quote destinate alla Sezione. Iniziano gli interventi dei Soci e il Consigliere Donelli illustra le finalità e la situazione della Protezione Civile sezionale, mentre il Presidente Boffi aggiorna i presenti riguardo la candidatura della nostra Sezione ad ospitare a Milano l’Adunata del 2019, per intenderci quella del centenario.
Anche quest’anno come consuetudine nel Duomo di Milano viene celebrata la S. Messa a suffragio degli Alpini caduti nelle guerre trascorse. Come ogni anno anche noi partecipiamo a tale importante cerimonia. Questa occasione ha visto impegnato un numero ridotto di partecipanti a causa di noiose malattie di stagione da parte del nostro gruppo ma anche d’altri gruppi, ma ad aggravare la situazione, si è sommata anche la paura di probabili agitazioni causate da questi brutti momenti che stiamo vivendo in tutto il mondo, e mi riferisco agli atti terroristici che avvengono in ogni momento. Infatti, parlando con i vari amici alpini e non ho potuto sentire a parer comune che la paura di tutto ciò ha costretto alla drastica decisione da parte dei partecipanti di non portaremoglie e figli come precauzione e tutela della propria famiglia. Questa paura da parte di ognuno, ha ridotto di conseguenza il numero di partecipanti e quindi si è notato subito il duomo con le navate mezze vuote cosa mai accaduta da anni. La cerimonia si è svolta in ogni caso nel migliore dei modi con il consueto ammassamento in piazza della scala con successivo sfilamento e inquadramento in piazza Duomo. A seguire dopo gli onori al labaro si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera e a seguire l’ingresso in duomo del labaro, dei vessilli delle associazioni d’arma e delle varie sezioni seguiti dai gagliardetti e dagli alpini e vari partecipanti.
Questo mese di dicembre 2015 comprendeva cinque importanti impegni per il nostro gruppo: assemblea annuale - pranzo di Natale – benedizione natalizia della Sede – auguri agli ospiti della casa famiglia – vin broulè e cioccolata calda la notte di Natale. Sull’assemblea la relazione tocca al capogruppo e sarà, come sempre, esauriente. Io vi racconto in ordine sulle altre iniziative. Comincio con il pranzo di domenica 6 dicembre; non ho potuto esserci né al pranzo né alla tombolata. Ma allora cosa vuoi raccontare? Calma e leggete il seguito. Dunque già al venerdì notte, dopo l’assemblea, ho iniziato ad avere brividi ( il fisico che mi ritrovo perde i colpi ..…) e al sabato mattino febbre! Telefono al capogruppo per anticipargli che, per il pranzo di domenica, doveva trovare due sostituti( io e la moglie ); la sostituzione è stata istantanea ( abbiamo prenotazioni da tutta la Lombardia …….)e arriviamo alla domenica dove, sotto le coperte e in pigiama, all’ora del pranzo mando un SMS al capogruppo augurando buon appetito e chiedendo se funzionava il servizio catering.
Come tutti gli anni il mese di novembre proponediversi appuntamenti per il nostro gruppo. Si comincia dal primo giorno del mese con la visita ai cimiteri dove riposano i soci del nostro gruppo che sono andati avanti. Otto le meteraggiunte da otto soci che hanno portato un fiocco tricolore sulle tombe epregato per loro. Il 4 Novembre, prima alle scuole elementari private e poi a quelle comunali, identica cerimonia: inno di Mameli, alzabandiera, pensiero del sindaco ( quest’anno assente per impegni e sostituito dall’assessore allo sport Paolo Salmoiraghi alpino ). A seguire per entrambe le scuole alcune riflessioni sulla guerra dette dagli alunni e a chiusura il canto “ La leggenda del Piave “. Successivamente gli alunni delle quinte classici hanno rivolto diverse domande alle quali abbiamo risposto con chiarezza. Dopo la visita alle scuole comunali in corteo abbiamo raggiunto il nostro cimitero dove, di fronte alle lapidi dei caduti sanvittoresi, abbiamo deposto un mazzo di fiori ed un cero e recitata una preghiera a suffragio.
Domenica 15 novembre la squadra della SIA si è data appuntamento alla stazione di partenza dei Piani d’Erna sopra Lecco per l’esercitazione mensile che in questo caso prevedeva il giro ad anello del Resegone con ascesa alla vetta. E’ stata una escursione abbastanza impegnativa almeno per quanto riguarda il tracciato di una quindicina di Km. e con un dislivello di oltre 1.200 mt. che ha ci ha visto raggiungere la quota massima di 1.860 mt. del Rifugio Azzoni posto poco sotto la croce di vetta percorrendo il sentiero n. 1 che saliva dal piazzale di partenza della funivia passando per il Rifugio Stoppani. E’ stata comunque una gran bella giornata passata in buona compagnia il che ha contribuito ad alleviare la fatica della salita facendoci godere di un panorama particolare in quanto sembrava di galleggiare tra le nuvole che, a bassa quota, avvolgevano tutta la pianura. All’andata abbiamo fatto una deviazione verso la stazione di arrivo della funivia e in quel punto ci siamo divisi a malincuore dal Vecio Giovanni che, reduce da un intervento, ha preferito non rischiare in questa prima uscita, mentre il resto del gruppo formato da altri 8 elementi ha proseguito per la vetta raggiunta alla spicciolata, ma alla fine da tutti. Il ritorno è stato effettuato dal sentiero n. 7 che, lasciato il bivio per Morterone, ci ha portati al Passo del Giuff consentendoci di far ritorno nuovamente, dopo circa due ore di marcia, alla stazione di arrivo della funivia da dove abbiamo poi affrontato l’ultimo tratto di discesa che ci ha alla fine riportati al piazzale a valle mentre oramai il sole tramontava e le ombre della sera coprivano il posteggio. E dopo l’ultimo giusto momento conviviale, abbiamo fatto rientro alla base. Alla prossima !
Dopo tanti rinvii finalmente carico armi, bagagli e via: destinazione Trentino, tour delle Dolomiti, visita alla mia caserma in quel di Bressanone seguita da rispettoso “ pellegrinaggio” a Lappago in val Aurina con puntata al lago di Neves: qui siamo a 1800 mt. In quel posto in tanta malora, sperduto e privo di ogni benché minimo svago o distrazione, il nostro plotone sopportò “ eroicamente” un impegnativo campo estivo della durata di un mese occupato nella ristrutturazione di due rifugi alpini di proprietà del C.A.I. ( Rif. Porro e Ponte di Ghiaccio a quota 2500 mt). Erano stati malridotti dal precedente utilizzo da parte dell’esercito durante l’impegnoresosi necessario per i problemi causati dalterrorismo altoatesino d’allora: bisognava quindi riconsegnarli al legittimo proprietario come si erano ricevuti.Ho ritrovato dopo quarantacinque anni lo stesso panorama mozzafiato, splendido, una conca con il lago artificiale e le vette circostanti ormai spruzzate dalle prime nevi; sbirciando per un attimo mia moglie mi ha fatto piacere vederla entusiasta nonostante la pioggia e il freddo di quel giorno. Della mia caserma ora esiste solo il basamento con il palo dell’alzabandiera nascosto fra due pini più parte del muro di cinta ( muro del pianto? ) quasi un monumento-ricordo di quanti passarono in quel posto tanti mesi… cara caserma Vodice ormai nella memoria di noi ex genieri della brigata Tridentina …
Organizzata dalla locale sezione dell’Associazione Nazionale Fanti di Legnano, mercoledì 11 novembre nella piccola e suggestiva chiesetta di S. Martino, è stata celebrata una S. Messa in suffragio e ricordo di tutti i militari caduti nel corso delle missioni umanitarie ed internazionali. In occasione del centenario della Grande Guerra, la cerimonia è stata dedicata a tutti i Caduti, senza distinzione di parte, che hanno perso la vita nel fiore della gioventù.Erano presenti alla funzione i rappresentanti delle istituzioni militari e di molte associazioni d’Arma dai bersaglieri, ai carabinieri, ai fanti, paracadutisti, granatieri, carristi e naturalmente noi alpini. Nel corso della Messa, il sacerdote ha avuto parole di elogio per l’opera, spesso silenziosa e disconosciuta, prestata dai nostri militari per assicurare una parvenza di pace e stabilità a Paesi dove magari le nuove generazioni non hanno conosciuto altro che un clima di guerra auspicando per loro e per tutti la tanto desiderata pace e serenità. Al termine della Messa, all’uscita della chiesetta, i contradaioli di S. Martino hanno offerto cioccolata e vin broulè ai presenti, mentre prima di rientrare abbiamo accolto l’invito degli amici bersaglieri e ci siamo ritrovati per un simpatico rinfresco presso la sede di Associarma con l’auspicio di ritrovarci ancor più numerosi il prossimo anno.
Sabato 17 e domenica 18 ottobre i gruppi alpini appartenenti alle Sezioni della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, si sono ritrovati per il raduno annuale a Busto Arsizio. Sono state due giornate molto partecipate e ben organizzate dalla sezione locale con la fattiva collaborazione delle istituzioni civili e militari. Una numerosa partecipazione cittadina ha ancora una volta confermato quanto la gente apprezza gli alpini e li ritenga uno dei valori e riferimenti importanti. Sabato pomeriggio ci sono stati tre momenti significativi per gli onori previsti dal cerimoniale: il ritrovo in Piazza Trento e Trieste, la sfilata fino a Piazza San Giovanni e la S. Messa in basilica comprendendoanche i momenti ufficiali di discorsi e onori resi. Domenica mattina il momento forte del raduno. Ben ventimila alpini e per solo due Regioni sono veramente tanti, hanno sfilato per le vie di Busto Arsizio con scritte e gagliardetti che testimoniavano la presenza della totalità dei gruppi alpini interessati all’evento.
Questo è quanto ci suggeriva la scaletta dell’incontro che si è tenuto la sera del 18.10.c.m: artefice di tutto il nostro Luciano Tacchia. Dire che Luciano abbia l’hobby della commedia, dell’arte connessa all’amore per la letteratura, per il teatro è semplicemente riduttivolui è molto di più. Animato dalla passione per la commedia particolarmente in dialetto o vernacolo che si voglia dire, si prodiga oltre alla passione per raccontare, testimoniare e far conoscere quanto giorno dopogiorno si rischia di seppellire nel dimenticatoio dei nostri giorni impregnati fino allo stordimento dall’informatica, dall’utilizzo di computer, di tablet e chi più ne ha più ne metta. La storia, la vecchia e pur sempre attuale cultura, il come eravamo,come parlavamo sta passando in secondo ordine; lui si è impegnato perché tutto questo non avvenga. A suo tempo diede vita ad una compagnia teatrale che lo impegnò fino a pochi mesi fa: ora si occupa nell’insegnamento, in serate a tema con la volontà di continuare questa “avventura” che lo entusiasmada sempre giorno dopo giorno.
Era il febbraio del 2002 quando, nel corso dell’esercitazione mensile della S.I.A. sulla ferrata del Monte Due Mani nel lecchese,l’Alpino Francesco Figel Capogruppo di Arconate, periva in un tragico incidente sulle montagne che tanto amava. Lo scorso 11 ottobre, a distanza di 13 anni, la squadra è tornata ufficialmente a percorrere quello che è stato l’ultimo sentiero percorso dal nostro amico e lo ha fatto anche nel suo ricordo in una giornata più primaverile che autunnale tanto da attirare numerosi escursionisti che a volte “facevano coda” sui tratti attrezzati.E’ stata una bella giornata nel corso della quale abbiamo potuto anche mettere in pratica alcune tecniche di sosta in parete e, con l’aiuto di tutti, tutti siamo arrivati in vetta chi compiendo l’intero percorso e chi, come il sottoscritto ha preferito saltare i tratti più ostici usufruendo del ripido sentiero che costeggiava la ferrata.
… sono le ore 20. Casualmente alla TV sento la voce del Papa che chiede perdono al mondo intero per quanto di negativoè stato compiuto dalla Chiesa. Chissàperché automaticamente quel poco di cervello che mi ritrovo si è messo in funzione… ogni tanto succede … E’ cosa degli ultimi mesi, giorni, quando,ogni due per tre tutti i mezzi di comunicazione eranoin piena attività eti ritrovavi costantemente sommerso da immagini di bagnarole e barconi carichi di umanità … tantissimi arrivavano a riva, qualcuno veniva onorato da una corona di fiori buttata in mare tomba di tanti disgraziati che non ce l’avevano fatta ma il nostro mondo civile, le nostre autorità erano, sonocoerenti al proprio senso del dovere, di compartecipazione a questo lutto. Nelle case, nelle piazze, nei bar quasi da subito scattail “buon senso” del mondooccidentalepronto a suggerire soluzioni : le più svariate e sicuramente le piùrisolutive a questo“ improvviso “dramma di portata europea e oltre.
Nei giorni 17 e 18 ottobre la città di Busto Arsizio ospiterà il Raduno del 2° Raggruppamento. Per chi non ne fosse a conoscenza si tratta di una manifestazione seconda solo all’Adunata Nazionale e vedrà riunirsi nella nostra zona tutti gli alpini appartenenti alle Sezioni della Lombardia e dell’Emilia Romagna e si parla di migliaia e migliaia di persone. Naturalmente sarà DOVERE di ogni iscritto all’Associazione essere presente a tale manifestazione anche perché non ci sono scuse che tengano, ne’ di lontananza, di viaggio o di giornate perse, con una domenica mattina si può adempiere l’obbligo morale di esserci, e se poi ci aggiungiamo il sabato pomeriggio precedente, allora il risultato sarà ancora più appagante. E’ questa anche un’occasione unica, senza dovere aspettare il 2019 per l’Adunata Nazionale a Milano, per poter far vedere alle nostre mogli, figli e famiglie, seppur in formato ridotto, cosa è un raduno alpino e penso che una simile eventualità per viverlo da vicino (in tutti i sensi) non si ripeterà facilmente. Quando si legge sulla stampa, anche nazionale, che la gente che ha avuto la fortuna di avere una Adunata o un Raduno nella propria città si augura che la si possa ripetere al più presto, non si può che auspicare che chi ha la possibilità di viverla vicino a casa non si lasci scappare l’occasione.
E QUESTO AVVISO E’ DESTINATO SOPRATTUTTO AI FAMIGLIARI DEGLI ALPINI: FATEVI ACCOMPAGNARE IL 17 E 18 OTTOBRE A BUSTO ARSIZIO PER VEDERE E CONOSCERE GLI ALPINI DA VICINO.
Era l’aprile del 1917, mancava poco più di un anno alla fine della 1° Guerra Mondiale ed in alta Val Malenco nel giro di pochi giorniben 24 giovani Alpini del 5° persero tragicamente la vita. Il 1° aprile, dopo le abbondanti precipitazioni nevose dei giorni precedenti, una grossa valanga staccatasi dalle pendici del Sasso Nero, scese a valle e si abbatté sul Rifugio Musella dove erano distaccati 28 Alpini e 9 di loro perirono subito sotto le macerie, vanamente soccorsi dai loro commilitoni che erano scampati alla furia della montagna. Il giorno successivo, il 2 aprile, una colonna di 42 Alpini proveniente dal Rifugio Marinelli e diretta a sua volta al Musella, nel risalire il versante verso la Bocchetta delle Forbici, veniva anch’essa investita da una nuova valanga staccatasi dalla cima occidentale della cima Musella. 15 di loro furono sommersi dall’enorme massa di neve, trascinati a valle e non furono trovati in tempo, malgrado i soccorritori avessero lavorato tanto alacremente quanto inutilmente per salvare le loro vite per tutto il corso della giornata e della notte. Tutto ciò ebbe grande rilievo non solo nella valle, ma in tutta Italia ed è con spirito di riconoscenza e rispetto che nel corso della mia vacanza di alcuni giorni a fine agosto in Val Malenco che ho voluto andare presso il Cimitero dedicato a questi giovani mai diventati vecchi, che sorge nel vallone dello Scerscenai piedi del Bernina e dei ghiacciai che ancora fanno corona al monumento. Ho voluto lasciare un ricordo del Gruppo alla memoria di questi Bocia perché fin quando ci sarà un Alpino il loro ricordo non svanirà.
Eravamo anche preparati anche se speravamo sempre. Da quando la notizia che Nazarena soffriva per il “ male del secolo “ grande era la preoccupazione di chi la conosceva. Cercavamo di partecipare, con parole di circostanza, la nostra vicinanza al marito Fiorenzo e al fratello Pio ma il timore che la situazione si aggravasse era in noi. Poi la notizia che tutti temevamo è arrivata: Il funerale è mercoledì 26 Agosto alle ore 10 “. Tantissima gente ha presenziato alla cerimonia accompagnandola nell’ultimo suo viaggio, testimoniando al marito Fiorenzo, alle figlie Chiara e Valentina e al fratello Pio l’affetto e la stima che Nazarena si era conquistata. Personalmente però ho realizzato il suo distacco dopo 15 giorni al disnarello di Settembre. Entrando in sede ho guardato verso sinistra della sala dove, davanti alla finestra, era solita sedersi. La vedevo sempre quando arrivavo e sempre dopo di lei ( e di quasi tutti…. ). Sempre sorridente, cordiale, la prima a salutarmi;attenta a tutti, insomma una compagnia piacevolissima..Quando, la sera di venerdì 10 Settembre, sono entrato in sede ho guardato inconsapevolmente verso sinistra e, davanti alla finestra, Nazarena non c’era…E’ allora che, dopo averla vista ammalata a casa e all’ospedale, dopo aver seguito il suo funerale, solo in quel momento ho capito che ci aveva definitivamente lasciato. La prima mia reazione è stata quella di cercare Fiorenzo e lui, l’amico mio ma soprattutto l’amato marito, c’era e mi ha fatto piacere. Nazarena voleva sicuramente che il suo Fiore non si chiudesse nel dolore, isolato da tutti; stare insieme ai suoi amici alpini lo aiuterà sicuramente a superare il grande dolore di questa perdita. Il suo ricordo ci accompagnerà sempre nei nostri ritrovi e cercheremo di essere sempre sereni perché così voleva lei. Ciao Nazarena, alpina di fatto e, ma già lo fai, guardail nostro gruppo.
Domenica 6 settembre si è ripetuto l’annuale pellegrinaggio dei Soci della S.I.A. al bivacco sulla vetta del Monte Due Mani, rilievo situato tra Grigna e Resegone, dove è posta la targa in ricordo del nostro socio ed amico Francesco Figel caduto proprio sul Due mani nel 2002 nel corso di una uscita addestrativa della Squadra. Erano presenti due figli di Francesco che con un amico hanno condiviso con noi questa giornata dedicata al loro papà ed insieme a loro, raggiunta la vetta, ci siamo fermati in un attimo di raccoglimento al termine del quale ho recitato la Preghiera dell’Alpino per Francesco e per tutti i nostri amici che ci hanno lasciato a causa dell’amore della montagna ma che non dimentichiamo e che ogni anno vogliamo ricordare. La settimana prima altri soci della Squadra si erano recati in Grigna per una analoga cerimonia questa volta dedicata all’omaggio e al ricordo di Giorgio Mazzucchi figlio dell’alpino Franco che in sua memoria ha voluto fondare la nostra squadra e dedicarsi alla prevenzione degli incidenti in montagna e al volontariato.
In occasione del 32° raduno al rifugio Contrin, che si trova sulle dolomiti ai piedi della Marmolada, organizzato dalla sezione di Trento, il 28 giugno del corrente anno tre membri del gruppo, ed in particolare io il capogruppo e un terzo socio, abbiamo deciso di partecipare alla cerimonia. Dopo aver preventivamente prenotato il posto presso il rifugio, ci siamo organizzati per poter partecipare, certo che, essendo la prima volta eravamo dubbiosi su tutto ma non poteva andare meglio. Partiti di buon mattino, visto la distanza da percorrere, abbiamo subito intrapreso il viaggio per raggiungere Alba di Canazei dove inizia l’attacco del sentiero che dopo un’ora e mezza circa ci consente di giungere al rifugio. Il viaggio è stato fortunatamente tranquillo e senza traffico, quindi giunti ad Alba a metà mattina ci siamo subito documentati su come raggiungere il rifugio.
Come da ogni anno siamo abituati a fare, anche questa volta ci siamo organizzati per recarci in vetta al monte Ortigara il quale è stato luogo di una sanguinosa battaglia tra italiani e austriaci. Quest’anno abbiamo deciso come giorni di uscita il 25 e 26 luglio, e a differenza degli scorsi anni abbiamo aggiunto come tappa il Salto dei Granatieri. Partiti di buon mattino e, dubbiosi sulle previsioni meteorologiche, giunti a Roana con tempo buono, abbiamo intrapreso il giro delle gallerie e trincee che a ridosso della Val Sugana si susseguono tra strapiombi e panorami mozzafiato. Con l’ausilio di torce elettriche abbiamo potuto percorrere tutto l’itinerario propostoci dal nostro consigliere Pio il quale ha accompagnato me e il capogruppo lungo questo bellissimo giro. Partendo a piedi da Piazzale Principe si giunge, dopo un susseguirsi di trincee e gallerie, a Piazzale dei Granatieri, lì si può visitare una bellissima chiesetta e sostare al rifugio, dopo di che si percorre un sentiero ad anello che si richiude da dove siamo partiti.
L'estate della SIA - Valsassina e 5° Alpini (Settembre 2015)
L’ESTATE DELLA S.I.A. VAL SASSINA E 5° ALPINI
Anche durante il periodo estivo i volontari della S.I.A. non hanno oziato e, rispettando il programma addestrativo hanno effettuato due uscite: la prima il 28 giugno ai Piani di Bobbio sopra Barzio perla prevista salita alla ferrata Pesciola, una delle più impegnative delle nostre Prealpi ed infatti alla fine solo il nostro Giovanni è riuscito ad arrivare in vetta rispettando la tabella di marcia, mentre il sottoscritto ha dovuto abbandonare dopo l’attacco per problemi fisici. E’ stato comunque un buon allenamento anche in previsione di quello che ci aspettava a fine luglio e precisamente i giorni 25 e 26 quando l’intera squadra è andata in trasferta in alta Valfurva per rendere omaggio al Rifugio che per antonomasia rappresenta il nostro Corpo: il Quinto Alpini.
Un altro grande Vecio del Gruppo ci ha lasciati: Carlo Sangalli di Pogliano Milanese è andato avanti a fine maggio raggiungendo nel Paradiso di Cantore i compagni di naia che lo avevano preceduto. Purtroppo una parte dei Soci del nostro Gruppo, praticamente i giovani e quelli entrati negli ultimi anni non hanno avuto la possibilità di conoscerlo ed è un peccato perché Carlo era una persona che valeva la pena di incontrare ed è stato uno dei protagonisti della nostra vita associativa per un periodo certamente denso di novitàe cambiamenti, quando per intenderci c’è stato il ricambio generazionale tra i reduci e noi (allora) bocia. Purtroppo le sue precarie condizioni di salute lo avevano allontanato dalla vita attiva del Gruppo e negli ultimi anni non frequentava più la Sede anche se non mancava mai, quando lo andavo a trovare, di informarsi sull’operato del Gruppo e di come procedevano le cose tra di noi non mancando mai di insistere sul fatto che l’armonia doveva sempre regnare tra i Soci.
Mercoledì 27 Maggio abbiamo accompagnato al cimitero il nostro vecio Carlo Sangalli. Era il vecio del gruppo ( 88 anni ) e da un po’ non lo vedevamo ma, come sempre succede, quando ti arriva la telefonata ti rattristi e, col pensiero,cerchi un ricordo di lui. Era una bella persona, semplice il che in una persona è una qualità difficile da raggiungere. La semplicità di Carlo era essenzialità. Lo ricordo quando, qualche anno fa, si andava nelle scuole per il 4 Novembre; adesso continuiamo ad andarci ma lui, da qualche tempo, non c’era e mi mancava tanto. Carlo era l’unico del gruppo che “aveva fatto la guerra “ e precisamente la seconda guerra mondiale e questo per me costituivaun motivo di orgoglio averlo nel nostro gruppo. Ma lui non ne faceva motivo di arroganza, di prosopopea ma in manierapacata e semplice rispondeva alle domande ( sempre uguali ) che ogni anno gli scolari gli rivolgevano. Stimatoe apprezzato da tutti noi e anche in paese come abbiamo sentito dalle parole rivoltegli nell’omelia della cerimonia funebre. Eravamo tanti del Gruppo ( ben 14 !!! ) e Carlo avrà apprezzato come hanno fatto la moglie, i figli, i nipoti e tutti i presenti. Adesso è andato avanti………Ciao Carlo, bella persona!
Come da calendario la sezione A.N.A. di Milano si ritrovò all’annuale appuntamento nella pinetadi Ponte Selva nei pressi di Clusone (Bg) tanto al finedi enunciare le coordinate geografiche dell’incontro. Giornata più che splendidaesaltata da sole e presenza di tante penne nere milanesi e non, convenute all’appuntamento. Anche “i prodi” del San VittoreOlona non potevano mancare e quindi presenti alla cerimonia d’onore ai caduti con alzabandiera, corteo e S.ta Messa celebrata presso la chiesetta attigua al collegio nella quale riposa la salma di Mons. Antonietti che ha voluto questa realtà in soccorso ai tanti orfani del dopo guerra: ora diventata centro di vacanze, di incontri per gruppi sportivio di interesse culturale/educativo… sarebbe un vero peccato che questa si perdesse nel dimenticatoio e nel degrado totale. Detto ciò oltre al festeggiamento del 50.mo° di questo appuntamento, la sezione gratificò il gruppo di San VittoreO. con una targa premiando il nostro notiziario:che dire se nonringraziare la commissione aggiudicatrice … e applaudirci solo un pochinoenon per scaldarci le mani …
Continuano i corsi di specializzazione riservati ai volontari di P.C. e previsti, quale obbligo dalla normativa vigente, per fornire agli operatori una adeguata preparazione che li autorizza ad operare in situazioni sia di esercitazione che di emergenza utilizzando attrezzature per le quali è prevista una specifica qualifica autorizzata da un Ente competente. Nei giorni 30 e 31 maggio ci siamo quindi ritrovati nuovamente a Ponte Selva, ospiti della casa dell’Orfano di Mons. Antonietti per una due giorni intensissima dedicata allo studio, manutenzione ed utilizzo delle idrovore e pompe indispensabili in situazioni di esondazione di fiumi ed allagamenti di abitazioni ed infrastrutture, nonché allo studio ed agli interventi da mettere in atto in ambito idrogeologico con particolare riferimento alle situazioni di rischio nel territorio ed alle azioni da intraprendere per evitare, o quantomeno contenere gli episodi esondazione di fiumi ed erosione o infiltrazione degli argini.
Dopo fanfare, bande musicali in quel dell’Aquilaanche nella nostra sede la musica è venuta a farci visita: artefice di tutto il nostro amico StefanoQuaglia in qualità di insegnante di musica chedatempo ci aveva espresso il desiderio sulla fattibilità di una manifestazionemusicale in casa nostra. Aveva … “ fra le mani” due suoi studenti, a parere suo, due promesse che meritavano un test, un contatto con il pubblico,che avrebbe fatto loro solo del bene: la nostra sede era idonea allo scopo e lui era talmenteentusiasta dei suoiallievi che non si poteva dire di no: ne è valsa la penae quella sera i due fratelli Gabriele e Francesco Luraschi ci hannodimostrato come l’impegno e l’amore per questa disciplina favoriscano dei veri risultati.Va detto che uno dei due, mi sfugge il nomedel più piccolo, si fosse accostato solo da pochi mesi alla musica, al pentagramma, al suo flauto. Considerando l’età e il fatto di essere agli inizi, è riuscito, sempre sotto la guida di Stefano a presentare dei brani dove con una base musicale suonava da primo flauto.
Adunata Nazionale: il volo dell'Aquila (Giugno 2015)
ADUNATA NAZIONALE: IL VOLO DELL’AQUILA
E venne il giorno dell’ 88° Adunata Nazionale in quel de L’Aquila ancora ferita dalla terribile notte del 6 aprile del 2009 quando il terremoto, con una intensità del 9° grado, si scrollò di dosso case e monumenti con secoli di storia e provocò la morte di 309 persone, 1600 feriti e circa 80.000 sfollati molti dei quali ancora oggi vivono nelle strutture sorte nell’immediata emergenza. Ma L’Aquila forte e gentile come le sue genti, aspettava l’occasione di rialzare la testa, di poter tornare a vivere in maniera “normale” seppur per qualche giorno e pur tra impalcature e putrelle di sostegno che ancora oggi sono parte integrante del panorama del centro città che purtroppo molti giovani aquilani conoscono solo in questa veste. E così, perdonate l’immodestia, ma penso che noi alpini che abbiamo voluto essere a L’Aquila per questa nostra Adunata abbiamo contribuito a rendere possibile questo sogno realizzando il desiderio di vedere ancora i corsi e le stradine del centro invase da migliaia di persone felici di ritrovarsi come sempre tra alpini e consapevoli di partecipare a una Adunata diversa ed unica nella storia dell’A.N.A.
... mi sembra giusto ricordare quanto di bello è avvenuto in questi ultimi giorni, a partire dal 25 aprile quando il nostro gruppo alpini, secondo me, ha ben figurato per numero e l’immediato riconoscimento per la comune camicia, fra i partecipanti al corteo. Con un po’ di rammarico o tristezza, comunque la si voglia vedere, è la costante minor partecipazione popolare a questo evento di storica importanza avvalorando il vecchio adagio che ricorda: una nazione senza memoria ripeterà all’infinito gli errorifatti in precedenza. Speriamo di essere smentito. Continuando in questa piccola relazione mi piace ricordare le ore trascorse con il gruppo scout Legnano 1 qualche giorno dopo. Ho avuto sempre uno sguardo di simpatiaverso questo movimento giovanile, questiragazzi impegnati in un particolare momento della loro vita dove il motivo principale del loro essere assieme nasce con lo scopo di educarsi alla vita, conoscere edapprezzare la collaborazione di gruppo, diadattarsi alle varie modalità di vitaoccasionali o addirittura create, vedi il dormire in tenda, lavarsi con l’acquafredda, camminare con zaino in spalla o ubbidireadun fischio che mi ha tanto ricordato quello del nostromo in marina.
Vedendo le terribili immagini delle devastazioni causate alla nostra città e nelle immediate vicinanze della nostra sede sezionale ad opera di un manipolo di criminali venuti addirittura dall’estero con la sola intenzione di distruggere ogni cosa indipendentemente dalla motivazione, ed essendo in procinto di partire per la nostra Adunata nazionale che vedrà centinaia di migliaia di persone sfilare per ribadire l’orgoglio di essere italiani, penso che se fossi un agente dell’ordine e potessi scegliere, la destinazione del servizio sarebbe scontata. Ma quello che più mi fa male è il vedere vanificato il lavoro delle forze di polizia che ben due giorni prima avevano identificato e fermato diversi di questi teppisti salvo poi sentirsi dire dal solito giudice che non potevano essere espulsi e lasciandoli quindi liberi di perpetrare le loro nefandezze in barba di ogni regola del vivere civile e forti del fatto che le disposizioni delle forze dell’ordine erano di impedire che uscissero dalla zona evitando lo scontro che avrebbe avuto ben più tragiche conseguenze.
Domenica 12 aprile un manipolo di volontari della S.I.A. si sono dati appuntamento a Rancio, sopra Lecco, per l’esercitazione mensile che prevedeva un addestramento in parete presso la falesia alle pendici del monte S. Martino lungo il sentiero che porta al Rifugio Piazza. Dopo i convenevoli, ci siamo subito incamminati precedendo un folto gruppo di ragazzi e ragazze del CAI che avevano la stessa nostra destinazione nell’ambito del loro programma di insegnamento riguardo la progressione in parete e siamo quindi giunti in anticipo alla falesia dove il nostro Giovanni ha incontrato un vecchio amico super attrezzato con il quale ha rivissuto i tempi della naia. Giusto il tempo di attrezzare la salita e siamo stati raggiunti dalla marea del CAI, la cui istruttrice ha iniziato immediatamente ad illustrare le tecniche di sicurezza, decidevamo quindi di lasciare a loro, ben più numerosi, tutta la zona comprendente diverse vie di salita e ci spostavamo più a ovest e precisamente all’inizio del sentiero attrezzato. Tolti nuovamente tutti i nostri “ferri” si procedeva ad attrezzare nuovamente la parete ed a turno, sotto lo sguardo vigile di Giovanni, abbiamo effettuato diverse salite tutte comunque improntate al fattore sicurezza e a tutte le tecniche necessarie a salire e discendere riducendo al minimo il fattore rischio perché in montagna la prima regola è quella di divertirsi senza rischiare inutilmente. Questa regola purtroppo sembra non essere recepita da tutti infatti, mentre facevamo la nostra lezione, abbiamo lasciato spazio ad alcune coppie che salivano senza nessuna protezione, neppure un cordino che avrebbe potuto frenare una eventuale caduta che pur non avvenendo ad una altezza vertiginosa, poteva provocare seri danni, fortunatamente in un paio di occasioni uno dei due ha dato forfait rinunciando alla salita: saggia decisione. Un ringraziamento sentito va al nostro caposquadra che ha avuto la pazienza di starci a spiegare i vari nodi, le tecniche di assicurazione ed autoassicurazione, il recupero e la messa in sicurezza durante la sosta in parete, cose queste che torneranno certamente utili sia in montagna che in eventuali interventi di Protezione Civile dove potremmo essere chiamati ad assicurare il volontario che opera in ambiente difficoltoso.
E come prosegue la nostra Preghiera tutti noi lo sappiamo, così come lo sanno quei parroci che ultimamente non ne consentono la lettura magari durante il funerale di un Vecio che viene accompagnato nel suo ultimo viaggio, costringendo i suoi amici alpini a recitarla fuori dalla Chiesa, sul sagrato, prima della tumulazione. Chissà perché ho associato questa immagine a quanto visto al TG dopo le tremende immagini che giungevano dal Kenia dove si è avuta l’ennesima mattanza di giovani nell’università, colpevoli solo di essere cristiani, grazie anche alle “mancanze organizzative” di una polizia che è intervenuta diverse ore dopo il fatto, ed il secondo servizio in scaletta dove si vedevano i nostri parlamentari che uscivano provati ed esausti dall’aula dopo l’ennesima, e come sempre infruttuosa, seduta dedicata all’eterna riforma elettorale. In entrambi i casi associo questi comportamenti a quello dell’orchestra del Titanic che, mentre la nave affondava, continuava a suonare come se niente fosse, con l’unica differenza che in quel caso gli orchestrali non potevano fare altrimenti, mentre oggi serve una decisa e responsabile presa di posizione su una vicenda che non ha precedenti nella storia moderna e che minaccia tutto il modo di vivere del mondo occidentale e quindi del nostro mondo.
L’ho scoperta per caso questa “ curiosità “ ed è talmente curiosa che mi permetto di girarvela: se poi la conoscete già, va bene niente di grave. A me è piaciuta da subito e per questo …. insomma, mi direte, di che cosa si tratta? della Regola delle 10 P. L’origine di questo enunciato, a detta di alcuni, si perde nella nebbia dell’antica Grecia, altri lo attribuiscono alla tradizione pugliese, addirittura sembra campeggi nello stemma di qualche casato e via di questo passo … comunque sia la valenza di quanto viene dichiarato è di innegabile attualità per tutti, nessuno escluso: sarebbe auspicabile che per ciascuno di noi, a partire dal sottoscritto, sia ritenuta l’etica fondamentale nel rapporto fra persone che si ritengono civili. In ossequio alla legittima curiosità eccovi il testo: Prima Pensa Poi Parla Parole Parole Poco Pensate Portano Pena: voilà, svelato il mistero delle 10 P che ve ne pare?a me sembra che come deterrente, o meglio, regola di vita sia molto valida. Mi lascia basito la costante visione di persone di ogni ceto, di ogni età incollate a telefoni e/o cellulari: passeggiando, in macchina, in casa, nei posti più disparati: spero che tutta quell’alluvione di parole sia regolamentata da questa regola: ma forse rimane solo una speranza, un pia illusione …
La Festa del Gruppo e le Attivitą del 2014 (Aprile 2015)
LA FESTA DEL GRUPPO E LE ATTIVITA ‘ DEL 2014
In questo mese di marzo due sono state le iniziative: la festa del gruppo del15 marzo e la proiezione del DVD con le attività dell’anno 2014. La prima ha visto una grande partecipazione con tutti i coperti esauriti compresi i posti dell’ufficio ecucina ( insomma era libero solo il bagno !!!! ) mentre la proiezione delle attività dell’anno 2014 ha visto la partecipazione di poche persone( 12 uomini e 1donna ) decisamente pochi per apprezzare il lavoro dei“magnifici tre ” ( Angelo, Enrico e Maurizio in ordine alfabetico ). Veniamo ai dettagli. La festa del gruppo è iniziata alle 9,30 con alzabandiera e tanta partecipazione di alpini, simpatizzanti, autorità civili e, sempre graditi, gli amici carabinieri. La banda numerosa e ben intonata ha alternato motivi in sintonia con l’evento ( Inno di Mameli, la leggenda del Piave, Silenzio, Trentatrè ) ad altri ( marce, motivi popolari, canti alpini ) sempre ben eseguiti e apprezzati da tutti. La S. Messa, celebrata per l’occasione al Santuario, è stata apprezzata da molti fedeli e amici del nostro gruppo e Don Davide ci ha rivolto parole che ci hanno fatto piacere e riempiti di orgoglio.