Associazione Nazionale Alpini -
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Campo Scuola Conferenza di presentazione (Giugno 2016)
CAMPO SCUOLA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE
Domenica 8 maggio presso l’auditorium DISARO’ di Cesano Maderno si è tenuta la presentazione ufficiale del Campo Scuola ANA Milano – PC. E’ stata una serata veramente bella ed interessante con la sala piena di alpini, giovani iscritti e persone alle quali è stato presentato nella sua pienezza il progetto che vedrà le ragazze e i ragazzi che hanno risposto all’invito dei giovani della Sezione e che parteciperanno alla tre giorni di vita alpina presso la nostra struttura del 3P di Cesano Maderno. Dopo la presentazione di Davide Beraldo, portavoce dei giovani organizzatori, hanno preso la parola il Direttore di Veci e Bocia, Gianni Papa e il Presidente Luigi Boffi che hanno ripercorso la storia delle Truppe Alpine e parlato della scommessa che ci vedrà partecipi con i nostri nuovi amici di una esperienza che, comunque andrà, sarà un successo in quanto nuova iniziativa proiettata nel tempo.
Sabato 30 aprile alcuni soci del nostro gruppo si sono recati a Corsico per festeggiare un importante traguardo del gruppo alpini locale: il loro 50° di fondazione. Al nostro arrivo ci siamo diretti verso la zona dell’ammassamento e, dopo aver salutato gli altri alpini della sezione, siamo stati inquadrati dal Servizio d’Ordine; questa volta il gagliardetto andava scortato e Fiorenzo mi è stato accanto per tutto il tragitto durato circa due ore di cammino. La prima sosta è stata fatto all’interno di un parco pubblico intitolato per l’occasione agli “Alpini d’Italia”; dopo i brevi discorsi del sindaco e del presidente sezionale abbiamo ripreso il cammino diretti al monumento all’Alpino con relativa deposizione di una corona. Terza tappa la deposizione di una corona davanti al monumento ai Caduti.
Il 25 Aprile in tutta l’Italia si è festeggiato l’anniversario della liberazione e la nostra comunità con le varie associazioni si adoperò affinché venisse celebrata quella data. Attualmente, purtroppo, si ha la sensazione che la più parte della cosiddetta cittadinanza sia ben lontana da voler ricordare quello che la ”storia” spererebbe fosse di dominio comune. Ora si vive nel completo benessere, nella totale libertà di fare, di andare senza chiedere il permesso a nessuno … per noi è naturale che le cose vadano in questo modo, l’abbiamo trovata questa libertà, questa benedetta grazia di Dio, non abbiamo fatto un passo per conquistarcela e la possibilità di lamentarsi a 360 gradi di ciò che non funziona o che dovrebbe essere migliorato o lamentarsi per il solo gusto di farlo è palesemente contrario di quanto … allora … a quei tempi con quei regimi ed imposizioni non si poteva neppur pensare o ipotizzare ma solo sperare, chissà quando, di concretizzare. Fu così che giorno dopo giorno, passo dopo passo, la lotta ed il sacrificio di altri ci hanno dato l’opportunità di godere oggi dei risultati della loro fatica. Tanti allora pagarono con la vita … oggi ci si gira dall’altra parte … in verità non tutti … ma, da subito, molti si adoperarono affinché questo recente passato rimanesse costantemente presente.
Continuano le riunioni preliminari per definire gli aspetti significativi del progetto denominato CAMPO SCUOLA ANA MILANO – PC che vedrà ragazze e ragazzi partecipare a una tre giorni nata dall’idea ed organizzata da un gruppo giovani della Sezione per avvicinare e far conoscere l’Associazione, il volontariato, la Protezione Civile ai nostri bocia. L’iniziativa proposta a figli e nipoti dei Soci, è stata estesa al resto della cittadinanza e la si vuole portare a conoscenza di realtà quali oratori e scuole. E’ stato definito il programma definitivo che terrà conto della logistica e soprattutto della sicurezza in ogni istante dei partecipanti ai quali viene proposta un’esperienza che certamente sarà per loro nuova, ma che comunque lascerà un ricordo segnato soprattutto, ce lo auguriamo, dall’amicizia e complicità che si verrà a creare tra ragazzi che non si conoscono ma che dovranno condividere un, seppur breve, periodo insieme…naioni, questo vi ricorda qualcosa?
Esercitazione straordinaria PC Sezionale (Maggio 2016)
ESERCITAZIONE STRAORDINARIA P.C. SEZIONALE
Sabato 9 aprile, presso la sede della P.C. sezionale, si è tenuta una riunione straordinaria dei volontari del nucleo di PC sella Sezione di Milano. L’Ordine del Giorno abbastanza era molto fitto e dopo il passaggio di consegne ufficiale da parte di Giuseppe Donelli al nuovo coordinatore Giovanni Benzi si è proceduto alla suddivisione dei volontari nelle 5 squadre che formano il nucleo di intervento, sono stati presentati gli impegni che ci aspettano per il futuro, con particolare riguardo alla programmazione del campo Scuola che si terrà proprio al 3P, ai prossimi corsi di specializzazione che si terranno nei mesi futuri e dell’impegno richiesto ai volontari che dovranno assicurare una presenza costante per quanto riguarda le esercitazioni e la manutenzione dei mezzi e delle attrezzature che devono essere sempre in perfetta efficienza in caso di chiamata improvvisa. Verranno a presto contattai direttamente i volontari che da tempo, pur risultando iscritti, non hanno mai effettuato esercitazioni o interventi (anche a fronte dell’impegno richiesto l’anno scorso in occasione di EXPO) per valutarne l’effettiva affidabilità che non si può ridurre a un nome nella lista ma che deve essere un impegno costante.
Domenica 10 aprile la Squadra si è recata nel Verbano, precisamente sulla falesia di Montorfano a Mergozzo, per effettuare l’esercitazione prevista che riguardava il ripasso delle tecniche di arrampicata, progressione e discesa in sicurezza su terreno impervio. Erano presenti 8 componenti della squadra che si sono sbizzarriti per oltre 6 ore sulle pareti attrezzate in condizioni di sicurezza, afinando e mettendo in pratica quanto studiato “a terra” nelle esercitazioni precedenti. E’ stata anche l’occasione di ripassare i vari sistemi previsti per assicurare gli operatori di P.C. che sono chiamati a prestare soccorso su scarpate, crinali esposti e situazioni che richiedono una assicurazione da parte di altri volontari preposti.
Prego che da lassù il grande Enzo Jannacci mi perdoni per essermi appropriato di uno dei suoi più famosi titoli per questo umile sfogo, ma non mi è venuto in mente altro per rappresentare lo stato d’animo nel quale mi trovo quando mi confronto con una realtà che si allontana sempre più da quelli che, da sempre, sono stati punti di riferimento nella mia vita e mi sento veramente come:
Quelli che avevano rispetto per le Istituzioni e per chi le rappresentava a cominciare da chi vestiva una divisa e che magari ti incuteva un reverenziale timore, anche se non avevi fatto niente di male, mentre adesso ci si fa i selfie mentre si sbeffeggia o, peggio, si insultano e umiliano le Forze dell’Ordine. Quelli che non comprendono come mai siamo l’unico Paese che ha dedicato un’aula parlamentare a un giovane morto mentre tentava di spaccare la testa ad un Carabiniere con un estintore! Quelli che se si svegliavano in piena notte e se si trovavano un individuo incappucciato a fianco del letto non dovevano prima chiedere al tizio se aveva intenzioni più o meno cattive, se intendeva far del male o usare violenza a lui e ai suoi famigliari, se l’arma impugnata era vera o un giocattolo, se aveva la compiacenza di aspettare affinché si chiamassero i Carabinieri e, naturalmente stare attenti a non ferirlo fisicamente o nella sua dignità, pena il dover lavorare per almeno due generazioni per ripagare la famiglia del delinquente dell’eventuale “danno” subìto. Quelli che non riescono a capire come mai a seguito degli attentati di Parigi e di Bruxelles, chiaramente atti di una guerra mai dichiarata ma altrettanto chiaramente in atto tra culture, una delle quali nulla ha di umano, il principale attentatore arrestato si “rifiuta di collaborare” e non ci si capacita del perché questo garantismo funziona solo a senso unico. Quelli che faticano a comprendere come sia possibile che in un clima di emergenza totale in tutti i paesi democratici ci sia stato bisogno in Belgio di una legge apposita che permettesse di poter effettuare perquisizioni in covi malavitosi e terroristici dopo le ore 23, quasi a dire che il terrorismo è qualcosa a orario definito, che alle 17 timbra il cartellino e va in pausa sino all’indomani.
Questo articolo vuole sommariamente raccontare, a beneficio di chi non c’era, le iniziative che il nostro Gruppo ha organizzato in questo periodo.. La prima, dopo quelle scritte nell’ultimo giornalino, è stato l’incontro di domenica 21 Febbraio alla Casa Famiglia presente il Coro di Magenta. E’ tradizione ormai da diversi anni che un pomeriggio festivo del mese di Febbraio, gli amici alpini del suddetto coro arrivano presso la struttura dietro la nostra chiesa e con le loro voci ben armonizzate allietano coinvolgendoli, gli ospiti con i parenti e conoscenti. Anche quest’anno le aspettative non sono andate deluse e il risultato è stato quello di sempre: un successo !!!! Simpatico come sempre il dopo concerto presso la nostra sede con spuntino e tanta simpatia.
Il secondo importante evento è stato la festa del gruppo di domenica 16 Marzo.
… anni sessanta. Bene: è un titolo un po’ anomalo e che può dare adito a molteplici ipotesi. Sveliamo subito: si tratta di raccontare per sommi capi quanto è avvenuto la sera del 18 u.s. nella nostra sede dove di alpino c’era solo la baita, il resto, serata culturale con tema: i favolosi anni sessanta - settanta, musiche popolari e cronache e avvenimenti di allora. L’affluenza che inizialmente sembrava un po’ tirata alla fine si rivelò decisamente superiore al previsto. L’ideatore, il proponitore dell’avvenimento chi poteva essere se non lui, il nostro Luciano. Pur aderendo da subito mi chiedevo quale sarebbe stata la scaletta della riunione, come avrebbe potuto riempire quell’ora e mezza soltanto commentando le canzoni di allora di quelle che risuonavano un po’ dovunque dai bar e discoteche alle feste popolari. In verità il problema non era mio ma suo: vi garantisco che Luciano seppe gestire egregiamente il tutto. Miscelando avvenimenti e canzonette, che lui non cantava anche se era in grado di farlo, ma tramite le musiche di allora, i fatti contemporanei e le cronache di quei tempi ci ha offerto l’opportunità di trascorrere una bella serata.
Venerdì 18 marzo, su invito di Fabrizio Balliana, socio alpino nonché professore di storia presso l’Istituto Maffucci di Milano, una piccola delegazione dell’ANA ha incontrato gli studenti delle scuole medie per parlare degli alpini, della Protezione Civile e dei sistemi di prevenzione rischi. Il drappello era composto da 4 volontari PC: Renzo (De Candia), Gianmario, Buccelloni ed il sottoscritto accompagnati dal nostro Presidente sezionale Luigi Boffi. E’ stata veramente una bella esperienza ad iniziare dalla scuola stessa che accoglie oltre 500 studenti, ordinata, pulita, positivo esempio di istituzioni che funzionano e che formano giovani motivati ed attenti alle problematiche che interessano anche e soprattutto la loro incolumità. La mattinata prevedeva, vista l’impossibilità di poter incontrare tutti gli alunni visto l’elevato numero, due incontri con i rappresentanti di ogni classe che avrebbero poi riportato ai loro compagni quanto visto e recepito durante l’incontro. Dopo l’introduzione del Presidente Boffi sulla figura dell’alpino e sul ruolo che la nostra Associazione riveste nell’ambito della Protezione Civile nazionale, noi volontari abbiamo illustrato ai ragazzi quali sono le funzioni e gli scopi del volontariato e le norme di comportamento che ognuno di noi deve tenere per evitare di incorrere in errori in occasione di situazioni di pericolo.
L’esercitazione mensile di Protezione Civile ha visto la nostra squadra presso la polveriera di Solaro, ospiti dei volontari del Parco delle Groane. All’arrivo siamo stati accolti dal responsabile dei volontari che ci ha immediatamente affidati alle due guide che ci hanno accompagnato all’interno dell’area della ex polveriera rimasta attiva sino alla fine degli anni ’80 ed ora adibita a sede dei volontari che effettuano visite guidate in quella che era uno dei principali depositi di munizioni del nord Italia. Naturalmente abbiamo approfittato dell’occasione per prendere accordi riguardo il progetto del Campo Scuola in programma a luglio e riservato ai ragazzi e ragazze adolescenti che per tre giorni proveranno l’esperienza della convivenza presso la nostra struttura del 3P e abbiamo buone possibilità di poter far vivere la nostra esperienza a questi bocia. La mattinata è proseguita con la dimostrazione dell’utilizzo dei mezzi e delle attrezzature a disposizione ai volontari addetti al nucleo antincendio boschivo e alle motopompe utilizzate nelle emergenze idrogeologiche.
No, tranquilli, non hanno scoperto che la nostra licenza elementare l’abbiamo comperata anni fa, ma il titolo di questo articolo parla della bella esperienza vissuta dai nostri due soci, Franco e Pio che all’inizio del mese sono tornati nelle aule scolastiche per parlare agli studenti delle tre classi di terza media di San Vittore Olona della vita vissuta dai soldati impegnati sui vari fronti nel corso della Grande Guerra. All’invito rivoltoci direttamente dalla Direzione scolastica, la risposta è stata immediata e, per non fare brutta figura, ci siamo preparati un programma che prevedeva la spiegazione delle fotografie riportate su un apposito DVD riguardanti le trincee, le postazioni in alta quota, la mitica Città di ghiaccio in Marmolada, la strada delle 52 gallerie del Pasubio, la battaglia dell’Ortigara per finire con una carrellata di immagini sulla Linea Cadorna situata nella zona del Monte Orsa sopra Viggiù.
Bella iniziativa dei giovani della Sezione che propongono un Campo Scuola sezionale riservato ai ragazzi e ragazze di 14 – 15 anni, figli o nipoti di Alpini e Amici che si terrà presso il 3P di Cesano Maderno nei giorni 1-2-3 luglio.Il programma è molto interessante e prevede una 3 giorni di immersione totale nel mondo alpino con pernottamento in tenda sulle brandine della P.C., escursione nel Parco delle Groane, rancio nella sede del Gruppo di Ceriano Laghetto, poligono di soft air, corsi di Pronto Soccorso, attività di Protezione Civile con visita alle strutture e mezzi della Colonna Mobile alloggiati al 3P, dimostrazione sulla palestra di arrampicata ed altre iniziative che si stanno definendo.
… la sera del 16.01.2016 il nostro gruppo festeggiò questa ricorrenza invernale: il falò. Cosa significhi questa manifestazione, capire l’origine di questa chiamiamola festa è un po’ difficile e le interpretazioni sono veramente tante.Ci si può accontentare con quella più facile ossia la fine dell’inverno nell’attesa della primavera, oppure rifarsi alla sconfitta di magie, fatture e sortilegi negazione di quanto sapeva di pagano nell’anno appena trascorso sostituito dalla religione cristiana. Eccola allora l’immagine del nostro S. Antonio con a lato un porcellino. Ricordiamo come il maiale nei tempi remoti era considerato sacro visto che dal suo corpo si ricavava il grasso utilizzato in maniera considerevole e in svariate modalità nell’antica medicina. Detto ciò vediamo cosa abbia a che fare il fuoco elemento primario nell’iconografia di questa manifestazione. Mi ha sorpreso la leggenda che ricordava come Sant.Antonioassieme al porcellinoscesero nell’inferno con lo scopo di rubare il fuoco a beneficio di una umanità che ai tempi e per la maggior parte era ricca solo di miseriae nel periodo invernale il fuoco era l’unico mezzo disponibile contro i rigori del freddo. Ecco, si chiude il cerchio: il santo che spianta il
Uno degli aspetti che più interessano i volontari di Protezione Civile è quello di essere pronti ad intervenire con la massima velocità e nel minor tempo possibile in caso di emergenza, diventa quindi di primaria importanza poter contare su mezzi e attrezzature in condizioni di perfetta efficienza.In quest’ottica si è inserita l’esercitazione di sabato 23 gennaio presso la struttura del 3P di Cesano Maderno che ospita, oltre che la sede del nucleo di P.C. della nostra Sezione, anche i mezzi dei volontari del 2° Raggruppamento nonché della Colonna Mobile della Regione Lombardia della quale facciamo parte. Un buon numero di volontari (anche se sarebbe auspicabile la partecipazione a turno di TUTTI i volontari) si è quindi ritrovato per espletare questa importante “incombenza” che è parte integrante della P.C. in quanto si tratta di testare la funzionalità di quelli che alla fine saranno i nostri strumenti di lavoro e che, se tenuti periodicamente controllati e ben tenuti, possono fare la differenza tra un buon intervento e una brutta figura, oltreché una sicurezza per la nostra incolumità.
Domenica 20 dicembre la S.I.A. ha effettuato la sua ultima uscita annuale e come sempre a dicembre l’appuntamento era presso il Rifugio Piazza sul Monte S. Martino che domina Lecco ed offre una vista panoramica sulla cittadina, sul lago e le montagne della Valsassina. Ritrovati presso la chiesetta di Rancio e lasciate le auto, ci siamo incamminati sul sentiero che porta al Rifugio facendo una breve sosta presso la Cappelletta votiva posta a circa metà strada a strapiombo sull’abitato da dove si gode una bella visuale sul gruppo del Resegone, del Magnodeno, del Due Mani spaziando sino ad individuare i grattacieli milanesi all’orizzonte. Giunti alla mèta e dopo un doveroso spuntino, mentre gli amici alpini del Gruppo di Laorca, gestori del Rifugio, preparavano la nostra saletta, ci siamo recati come consuetudine nella chiesetta adiacente la struttura per rendere omaggio ai nostri soci “andati avanti” e recitato la Preghiera dell’Alpino dopo che il mitico Giovanni Frattini aveva dato lettura dei loro nomi.
Prima di iniziare chiedo a tutti di ricordare coloro che sono “andati avanti” ed in particolare i soci Mario Madotto e Carlo Sangalli e la carissima Nazzarena a loro associamo i componenti delle Forze dell’ordine e i militari che hanno perso la vita. Cari Soci, l’inesorabile scorrere del tempo ci porta anche quest’anno all’appuntamento principale della vita del nostro Gruppo e cioè questa assemblea. Sono già cinque anni che ho l’onore di guidarvi e ritengo doveroso un piccolo bilancio: sono stati anni spesi bene, sono orgoglioso di tutto quello che abbiamo realizzato, ma possiamo migliorarci. Insieme abbiamo superato difficoltà e momenti difficili e salutato tanti amici che ora sono nel “Paradiso di Cantore”. Vi chiederete: perché questa riflessione. Ogni tanto bisogna arrestarsi e capire se abbiamo operato in modo giusto e corretto. Se per molti di noi la risposta è affermativa per alcuni altri può anche non esserlo. Non si può delegare sempre le stesse persone ad agire. Se facciamo parte di un insieme tutti dobbiamo lavorare verso medesimi obbiettivi ed esprimere le nostre idee altrimenti prima o poi la macchina si inceppa. Questo vuole essere ancora una volta un richiamo per coloro che non partecipano e che non vengono mai in sede. E’ inutile vantarsi di far parte dell’ Associazione Alpini e non dimostrarlo con i fatti.
Verbale assemblea generale del gruppo (gennaio 2016)
VERBALE ASSEMBLEA GENERALE DEL GRUPPO
Venerdì 4 dicembre si è tenuta l’annuale Assemblea generale del Gruppo, momento importante per la vita associativa e di verifica delle iniziative intraprese nel corso dell’anno. Erano presenti 27 Soci del Gruppo, mentre la Sezione era rappresentata dal Presidente Boffi e dai Consiglieri Donelli e Orlandini, oltre la gradita presenza del capogruppo di Legnano. Dopo il doveroso saluto alla Bandiera e un momento di raccoglimento in memoria dei Caduti in servizio e dei Soci ed amici andati avanti, vengono eletti il Presidente, il segretario e i due scrutatori dell’assemblea nelle persone di Orlandini, Maggioni, Sala e Vegezzi R., e dopo avere approvato il verbale della precedente assemblea, il capogruppo Morlacchi da lettura della Relazione Morale. Al termine, il revisore dei conti Tacchia illustra le Relazioni Finanziarie sia del Gruppo che dell’Associazione e successivamente l’assemblea viene chiamata a stabilire la quota associativa del prossimo anno che viene mantenuta identica alla precedente non essendo mutate le quote destinate alla Sezione. Iniziano gli interventi dei Soci e il Consigliere Donelli illustra le finalità e la situazione della Protezione Civile sezionale, mentre il Presidente Boffi aggiorna i presenti riguardo la candidatura della nostra Sezione ad ospitare a Milano l’Adunata del 2019, per intenderci quella del centenario.
Anche quest’anno come consuetudine nel Duomo di Milano viene celebrata la S. Messa a suffragio degli Alpini caduti nelle guerre trascorse. Come ogni anno anche noi partecipiamo a tale importante cerimonia. Questa occasione ha visto impegnato un numero ridotto di partecipanti a causa di noiose malattie di stagione da parte del nostro gruppo ma anche d’altri gruppi, ma ad aggravare la situazione, si è sommata anche la paura di probabili agitazioni causate da questi brutti momenti che stiamo vivendo in tutto il mondo, e mi riferisco agli atti terroristici che avvengono in ogni momento. Infatti, parlando con i vari amici alpini e non ho potuto sentire a parer comune che la paura di tutto ciò ha costretto alla drastica decisione da parte dei partecipanti di non portaremoglie e figli come precauzione e tutela della propria famiglia. Questa paura da parte di ognuno, ha ridotto di conseguenza il numero di partecipanti e quindi si è notato subito il duomo con le navate mezze vuote cosa mai accaduta da anni. La cerimonia si è svolta in ogni caso nel migliore dei modi con il consueto ammassamento in piazza della scala con successivo sfilamento e inquadramento in piazza Duomo. A seguire dopo gli onori al labaro si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera e a seguire l’ingresso in duomo del labaro, dei vessilli delle associazioni d’arma e delle varie sezioni seguiti dai gagliardetti e dagli alpini e vari partecipanti.
Questo mese di dicembre 2015 comprendeva cinque importanti impegni per il nostro gruppo: assemblea annuale - pranzo di Natale – benedizione natalizia della Sede – auguri agli ospiti della casa famiglia – vin broulè e cioccolata calda la notte di Natale. Sull’assemblea la relazione tocca al capogruppo e sarà, come sempre, esauriente. Io vi racconto in ordine sulle altre iniziative. Comincio con il pranzo di domenica 6 dicembre; non ho potuto esserci né al pranzo né alla tombolata. Ma allora cosa vuoi raccontare? Calma e leggete il seguito. Dunque già al venerdì notte, dopo l’assemblea, ho iniziato ad avere brividi ( il fisico che mi ritrovo perde i colpi ..…) e al sabato mattino febbre! Telefono al capogruppo per anticipargli che, per il pranzo di domenica, doveva trovare due sostituti( io e la moglie ); la sostituzione è stata istantanea ( abbiamo prenotazioni da tutta la Lombardia …….)e arriviamo alla domenica dove, sotto le coperte e in pigiama, all’ora del pranzo mando un SMS al capogruppo augurando buon appetito e chiedendo se funzionava il servizio catering.
Come tutti gli anni il mese di novembre proponediversi appuntamenti per il nostro gruppo. Si comincia dal primo giorno del mese con la visita ai cimiteri dove riposano i soci del nostro gruppo che sono andati avanti. Otto le meteraggiunte da otto soci che hanno portato un fiocco tricolore sulle tombe epregato per loro. Il 4 Novembre, prima alle scuole elementari private e poi a quelle comunali, identica cerimonia: inno di Mameli, alzabandiera, pensiero del sindaco ( quest’anno assente per impegni e sostituito dall’assessore allo sport Paolo Salmoiraghi alpino ). A seguire per entrambe le scuole alcune riflessioni sulla guerra dette dagli alunni e a chiusura il canto “ La leggenda del Piave “. Successivamente gli alunni delle quinte classici hanno rivolto diverse domande alle quali abbiamo risposto con chiarezza. Dopo la visita alle scuole comunali in corteo abbiamo raggiunto il nostro cimitero dove, di fronte alle lapidi dei caduti sanvittoresi, abbiamo deposto un mazzo di fiori ed un cero e recitata una preghiera a suffragio.
Domenica 15 novembre la squadra della SIA si è data appuntamento alla stazione di partenza dei Piani d’Erna sopra Lecco per l’esercitazione mensile che in questo caso prevedeva il giro ad anello del Resegone con ascesa alla vetta. E’ stata una escursione abbastanza impegnativa almeno per quanto riguarda il tracciato di una quindicina di Km. e con un dislivello di oltre 1.200 mt. che ha ci ha visto raggiungere la quota massima di 1.860 mt. del Rifugio Azzoni posto poco sotto la croce di vetta percorrendo il sentiero n. 1 che saliva dal piazzale di partenza della funivia passando per il Rifugio Stoppani. E’ stata comunque una gran bella giornata passata in buona compagnia il che ha contribuito ad alleviare la fatica della salita facendoci godere di un panorama particolare in quanto sembrava di galleggiare tra le nuvole che, a bassa quota, avvolgevano tutta la pianura. All’andata abbiamo fatto una deviazione verso la stazione di arrivo della funivia e in quel punto ci siamo divisi a malincuore dal Vecio Giovanni che, reduce da un intervento, ha preferito non rischiare in questa prima uscita, mentre il resto del gruppo formato da altri 8 elementi ha proseguito per la vetta raggiunta alla spicciolata, ma alla fine da tutti. Il ritorno è stato effettuato dal sentiero n. 7 che, lasciato il bivio per Morterone, ci ha portati al Passo del Giuff consentendoci di far ritorno nuovamente, dopo circa due ore di marcia, alla stazione di arrivo della funivia da dove abbiamo poi affrontato l’ultimo tratto di discesa che ci ha alla fine riportati al piazzale a valle mentre oramai il sole tramontava e le ombre della sera coprivano il posteggio. E dopo l’ultimo giusto momento conviviale, abbiamo fatto rientro alla base. Alla prossima !
Dopo tanti rinvii finalmente carico armi, bagagli e via: destinazione Trentino, tour delle Dolomiti, visita alla mia caserma in quel di Bressanone seguita da rispettoso “ pellegrinaggio” a Lappago in val Aurina con puntata al lago di Neves: qui siamo a 1800 mt. In quel posto in tanta malora, sperduto e privo di ogni benché minimo svago o distrazione, il nostro plotone sopportò “ eroicamente” un impegnativo campo estivo della durata di un mese occupato nella ristrutturazione di due rifugi alpini di proprietà del C.A.I. ( Rif. Porro e Ponte di Ghiaccio a quota 2500 mt). Erano stati malridotti dal precedente utilizzo da parte dell’esercito durante l’impegnoresosi necessario per i problemi causati dalterrorismo altoatesino d’allora: bisognava quindi riconsegnarli al legittimo proprietario come si erano ricevuti.Ho ritrovato dopo quarantacinque anni lo stesso panorama mozzafiato, splendido, una conca con il lago artificiale e le vette circostanti ormai spruzzate dalle prime nevi; sbirciando per un attimo mia moglie mi ha fatto piacere vederla entusiasta nonostante la pioggia e il freddo di quel giorno. Della mia caserma ora esiste solo il basamento con il palo dell’alzabandiera nascosto fra due pini più parte del muro di cinta ( muro del pianto? ) quasi un monumento-ricordo di quanti passarono in quel posto tanti mesi… cara caserma Vodice ormai nella memoria di noi ex genieri della brigata Tridentina …
Organizzata dalla locale sezione dell’Associazione Nazionale Fanti di Legnano, mercoledì 11 novembre nella piccola e suggestiva chiesetta di S. Martino, è stata celebrata una S. Messa in suffragio e ricordo di tutti i militari caduti nel corso delle missioni umanitarie ed internazionali. In occasione del centenario della Grande Guerra, la cerimonia è stata dedicata a tutti i Caduti, senza distinzione di parte, che hanno perso la vita nel fiore della gioventù.Erano presenti alla funzione i rappresentanti delle istituzioni militari e di molte associazioni d’Arma dai bersaglieri, ai carabinieri, ai fanti, paracadutisti, granatieri, carristi e naturalmente noi alpini. Nel corso della Messa, il sacerdote ha avuto parole di elogio per l’opera, spesso silenziosa e disconosciuta, prestata dai nostri militari per assicurare una parvenza di pace e stabilità a Paesi dove magari le nuove generazioni non hanno conosciuto altro che un clima di guerra auspicando per loro e per tutti la tanto desiderata pace e serenità. Al termine della Messa, all’uscita della chiesetta, i contradaioli di S. Martino hanno offerto cioccolata e vin broulè ai presenti, mentre prima di rientrare abbiamo accolto l’invito degli amici bersaglieri e ci siamo ritrovati per un simpatico rinfresco presso la sede di Associarma con l’auspicio di ritrovarci ancor più numerosi il prossimo anno.
Sabato 17 e domenica 18 ottobre i gruppi alpini appartenenti alle Sezioni della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, si sono ritrovati per il raduno annuale a Busto Arsizio. Sono state due giornate molto partecipate e ben organizzate dalla sezione locale con la fattiva collaborazione delle istituzioni civili e militari. Una numerosa partecipazione cittadina ha ancora una volta confermato quanto la gente apprezza gli alpini e li ritenga uno dei valori e riferimenti importanti. Sabato pomeriggio ci sono stati tre momenti significativi per gli onori previsti dal cerimoniale: il ritrovo in Piazza Trento e Trieste, la sfilata fino a Piazza San Giovanni e la S. Messa in basilica comprendendoanche i momenti ufficiali di discorsi e onori resi. Domenica mattina il momento forte del raduno. Ben ventimila alpini e per solo due Regioni sono veramente tanti, hanno sfilato per le vie di Busto Arsizio con scritte e gagliardetti che testimoniavano la presenza della totalità dei gruppi alpini interessati all’evento.
Questo è quanto ci suggeriva la scaletta dell’incontro che si è tenuto la sera del 18.10.c.m: artefice di tutto il nostro Luciano Tacchia. Dire che Luciano abbia l’hobby della commedia, dell’arte connessa all’amore per la letteratura, per il teatro è semplicemente riduttivolui è molto di più. Animato dalla passione per la commedia particolarmente in dialetto o vernacolo che si voglia dire, si prodiga oltre alla passione per raccontare, testimoniare e far conoscere quanto giorno dopogiorno si rischia di seppellire nel dimenticatoio dei nostri giorni impregnati fino allo stordimento dall’informatica, dall’utilizzo di computer, di tablet e chi più ne ha più ne metta. La storia, la vecchia e pur sempre attuale cultura, il come eravamo,come parlavamo sta passando in secondo ordine; lui si è impegnato perché tutto questo non avvenga. A suo tempo diede vita ad una compagnia teatrale che lo impegnò fino a pochi mesi fa: ora si occupa nell’insegnamento, in serate a tema con la volontà di continuare questa “avventura” che lo entusiasmada sempre giorno dopo giorno.
Era il febbraio del 2002 quando, nel corso dell’esercitazione mensile della S.I.A. sulla ferrata del Monte Due Mani nel lecchese,l’Alpino Francesco Figel Capogruppo di Arconate, periva in un tragico incidente sulle montagne che tanto amava. Lo scorso 11 ottobre, a distanza di 13 anni, la squadra è tornata ufficialmente a percorrere quello che è stato l’ultimo sentiero percorso dal nostro amico e lo ha fatto anche nel suo ricordo in una giornata più primaverile che autunnale tanto da attirare numerosi escursionisti che a volte “facevano coda” sui tratti attrezzati.E’ stata una bella giornata nel corso della quale abbiamo potuto anche mettere in pratica alcune tecniche di sosta in parete e, con l’aiuto di tutti, tutti siamo arrivati in vetta chi compiendo l’intero percorso e chi, come il sottoscritto ha preferito saltare i tratti più ostici usufruendo del ripido sentiero che costeggiava la ferrata.
… sono le ore 20. Casualmente alla TV sento la voce del Papa che chiede perdono al mondo intero per quanto di negativoè stato compiuto dalla Chiesa. Chissàperché automaticamente quel poco di cervello che mi ritrovo si è messo in funzione… ogni tanto succede … E’ cosa degli ultimi mesi, giorni, quando,ogni due per tre tutti i mezzi di comunicazione eranoin piena attività eti ritrovavi costantemente sommerso da immagini di bagnarole e barconi carichi di umanità … tantissimi arrivavano a riva, qualcuno veniva onorato da una corona di fiori buttata in mare tomba di tanti disgraziati che non ce l’avevano fatta ma il nostro mondo civile, le nostre autorità erano, sonocoerenti al proprio senso del dovere, di compartecipazione a questo lutto. Nelle case, nelle piazze, nei bar quasi da subito scattail “buon senso” del mondooccidentalepronto a suggerire soluzioni : le più svariate e sicuramente le piùrisolutive a questo“ improvviso “dramma di portata europea e oltre.
Nei giorni 17 e 18 ottobre la città di Busto Arsizio ospiterà il Raduno del 2° Raggruppamento. Per chi non ne fosse a conoscenza si tratta di una manifestazione seconda solo all’Adunata Nazionale e vedrà riunirsi nella nostra zona tutti gli alpini appartenenti alle Sezioni della Lombardia e dell’Emilia Romagna e si parla di migliaia e migliaia di persone. Naturalmente sarà DOVERE di ogni iscritto all’Associazione essere presente a tale manifestazione anche perché non ci sono scuse che tengano, ne’ di lontananza, di viaggio o di giornate perse, con una domenica mattina si può adempiere l’obbligo morale di esserci, e se poi ci aggiungiamo il sabato pomeriggio precedente, allora il risultato sarà ancora più appagante. E’ questa anche un’occasione unica, senza dovere aspettare il 2019 per l’Adunata Nazionale a Milano, per poter far vedere alle nostre mogli, figli e famiglie, seppur in formato ridotto, cosa è un raduno alpino e penso che una simile eventualità per viverlo da vicino (in tutti i sensi) non si ripeterà facilmente. Quando si legge sulla stampa, anche nazionale, che la gente che ha avuto la fortuna di avere una Adunata o un Raduno nella propria città si augura che la si possa ripetere al più presto, non si può che auspicare che chi ha la possibilità di viverla vicino a casa non si lasci scappare l’occasione.
E QUESTO AVVISO E’ DESTINATO SOPRATTUTTO AI FAMIGLIARI DEGLI ALPINI: FATEVI ACCOMPAGNARE IL 17 E 18 OTTOBRE A BUSTO ARSIZIO PER VEDERE E CONOSCERE GLI ALPINI DA VICINO.
Era l’aprile del 1917, mancava poco più di un anno alla fine della 1° Guerra Mondiale ed in alta Val Malenco nel giro di pochi giorniben 24 giovani Alpini del 5° persero tragicamente la vita. Il 1° aprile, dopo le abbondanti precipitazioni nevose dei giorni precedenti, una grossa valanga staccatasi dalle pendici del Sasso Nero, scese a valle e si abbatté sul Rifugio Musella dove erano distaccati 28 Alpini e 9 di loro perirono subito sotto le macerie, vanamente soccorsi dai loro commilitoni che erano scampati alla furia della montagna. Il giorno successivo, il 2 aprile, una colonna di 42 Alpini proveniente dal Rifugio Marinelli e diretta a sua volta al Musella, nel risalire il versante verso la Bocchetta delle Forbici, veniva anch’essa investita da una nuova valanga staccatasi dalla cima occidentale della cima Musella. 15 di loro furono sommersi dall’enorme massa di neve, trascinati a valle e non furono trovati in tempo, malgrado i soccorritori avessero lavorato tanto alacremente quanto inutilmente per salvare le loro vite per tutto il corso della giornata e della notte. Tutto ciò ebbe grande rilievo non solo nella valle, ma in tutta Italia ed è con spirito di riconoscenza e rispetto che nel corso della mia vacanza di alcuni giorni a fine agosto in Val Malenco che ho voluto andare presso il Cimitero dedicato a questi giovani mai diventati vecchi, che sorge nel vallone dello Scerscenai piedi del Bernina e dei ghiacciai che ancora fanno corona al monumento. Ho voluto lasciare un ricordo del Gruppo alla memoria di questi Bocia perché fin quando ci sarà un Alpino il loro ricordo non svanirà.