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Associazione Nazionale Alpini - Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI) tel: 3333450040 - sanvittoreolona.milano@ana.it
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La Video Lezione (Marzo 2021)
Gruppo

LA VIDEO LEZIONE

Mercoledì 3 febbraio, su invito della Prof.ssa Baroni del Liceo Linguistico Statale di Arconate e d’Europa, ho avuto il piacere di partecipare ad un incontro con gli studenti di quarta che stanno lavorando su un progetto storico – naturalistico riguardante la zona del Monte Orsa nel varesotto, sovrastante la Val Ceresio. Il mio ruolo sarebbe stato quello di illustrare la parte storica in particolar modo quella riguardante la linea Cadorna che, nelle postazioni collocate sulla cresta che univa il Monte Orsa al Monte Pravello, costituiva uno dei punti più impostanti e fortificati di tutto il sistema difensivo che costituiva la Frontiera Nord comunemente chiamata appunto Linea Cadorna. Confesso che, pur essendo oramai abituato ad intervenire  nelle scuole, nutrivo una certa preoccupazione sul coretto svolgimento dell’incontro in quanto, a causa della situazione pandemica che vieta la presenza fisica di chi non è studente o docente, il tutto si sarebbe svolto in video conferenza, cosa che a uno come me mette già l’agitazione addosso, ma devo dire che alla fine con l’aiuto paziente delle insegnanti tutto è andato bene. Anzi, se possibile oserei dire che il risultato è andato oltre le aspettative, infatti l’incontro che era previsto durasse circa 45 minuti, alla fine si è protratto per quasi due ore con i ragazzi che non finivano più di fare domande che, se all’inizio vertevano sul tema della Linea Cadorna, dopo un po’ si sono spostate in massa  sul volontariato, la Protezione Civile, e particolarmente sugli alpini, la loro storia, l’organizzazione e le finalità associative, insomma alla fine della fiera siamo finiti a fare una lezione…su di noi.

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Uscita SIA (Marzo 2021)
Squadra Intervento Alpino

 

USCITA S.I.A.

E finalmente domenica 14 febbraio, dopo un anno di forzata inattività, abbiamo ripreso, seppure in forma ridotta le uscite della S.I.A. cercando di rispettare le rigide norme che comunque persistono a limitare i nostri spostamenti e anche in un ambiente come quello montano, costringono a rispettare norme di comportamento che di solito diamo per scontato ad iniziare dal contatto fisico e dalla gioia di poterci vedere in faccia, salutandoci quando ci si incontra o scambiandoci un “bicchierino” dopo il panino in vetta. E’ proprio vero che questa pandemia ha stravolto la nostra vita anche nelle piccole cose che davamo per “normali” e alle quali non abbiamo mai fatto caso ma che ora rimpiangiamo ed andiamo a ripescare nella nostra memoria dove le custodiamo come tesori, augurandoci di potere tornare a goderne, questa volta assaporandone la bellezza pur nella loro semplicità. Ma passiamo alla cronaca, l’idea era quella di raggiungere la località dei Piani di Artavaggio, visto fra l’altro il divieto di uscire dalla propria Regione, partendo da due punti diversi e cioè dal Culmine di San Pietro sopra l’abitato di Moggio in Valsassina da parte del sottoscritto e dell’amico Giuseppe del Gruppo di Ceriano Laghetto, e da Vedeseta sul versante bergamasco ad opera degli amici del gruppo di Melzo.

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Incontro capigruppo (Febbraio 2021)
Sezione ANA Milano

INCONTRO CAPIGRUPPO


Lunedì 18 gennaio si è tenuta la consueta riunione mensile dei Capigruppo della nostra Sezione purtroppo in modalità di videoconferenza, cosa questa che, seppur nella sua oramai collaudata formula, inizia ad essere veramente opprimente perché l’impossibilità di vederci, stare insieme e condividere personalmente quello che più ci sta a cuore mina alla base quello che da sempre ci ha contraddistinto e che è la nostra forza, appunto l’unione e la fisicità dei nostri rapporti. Dopo il doveroso e tradizionale saluto alla Bandiera, seppur virtuale, il Presidente Boffi ha aperto la riunione ricordando l’amico Cesare Lavizzari che giusto due anni fa nella stessa data ci lasciava prematuramente privandoci di una presenza che avrebbe sicuramente potuto dare molto alla nostra Associazione  alla quale aveva dedicato tutta la sua vita. La situazione dettata dalla pandemia sta avendo forti ripercussioni sulla nostra vita associativa impedendo di fatto a Gruppi e Sezioni di svolgere le attività che da sempre sono il fulcro del sodalizio e il fatto che tutte le assemblee sono state posticipate al 15 giugno e che pure la nostra Adunata Nazionale per ora spostata ulteriormente a settembre salvo potere partecipare tutte le persone realmente vaccinate diventa una chimera.

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Gennaio 2021 (Febbraio 2021)
Gruppo

 

GENNAIO 2021

Pensare ad un articolo in questi tempi per il nostro Penna Nera è un’impresa a dir poco  acrobatica. Come tutti sappiamo la  realtà associativa è al limite dell’esistenza. Tutti in casa bloccati da questa pandemia che sta mettendo in ginocchio  anche l’ipotesi di una qualsiasi fattibilità  e   il tempo trascorre in maniera monotona con la fantasia di ognuno che tenta di inventare  costantemente    quanto si   possa fare per evitare di cadere nell’abulia più penosa. Detto ciò  spulciamo fra le piccole cose e/o avvenimenti  che sono successi. Abbiamo avuto  in sede un’incontro serale, breve a  causa del successivo coprifuoco,   un mini incontro durante il quale fra le altre cose si è approfittato al  rinnovo del bollino per i presenti  con l’invito,  passa parola e successivo inserto sul nostro giornalino, per  quanti non erano intervenuti . Giorni fa parlando con un alpino di un altro gruppo gli raccontavo dei nostri tentativi per tenere uniti i soci   accennando  alla modalità della video-conferenza. La sensazione è stata di meraviglia nonché di approvazione  forse con  una  segreta speranza  d’imitazione.  Tornando a noi, dopo i vari tentativi per migliorare  questa modalità  relazionale  intrapresa dal nostro capogruppo in sinergia con il segretario ai quali ad onor del vero vanno riconosciuti un costante impegno nell’attività nascosta di segreteria, amministrazione e relazione con la nostra Sezione di Milano senza dimenticare il  notiziario Penna Nera, dicevamo, finalmente   è stato raggiunto  un buon risultato . Sembra poca cosa ma io credo  d’estrema importanza.  Non va dimenticato  che a partire dal sottoscritto le capacità d’ interagire con app., Pc  e telefonini, più volte siano naufragate  in  cordiali risate …. ma ora ci stiamo riuscendo: proprio venerdì 18 u.s. ci siamo ritrovati in un numero considerevole  di   ” informatici “ e con un ottimo esito. Ormai chi ci ferma? Sicuramente  positivissimo il poterci vedere e relazionare seppur  attraverso un monitor con quanti sono impossibilitati per svariati motivi  a frequentare  la sede; forse varrebbe la pena di mettere a calendario  qualche  riunione-video a beneficio di queste persone. Una serata ogni tanto  non guasterebbe o sbaglio?

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13 Dicembre 2020 (Gennaio 2021)
Gruppo

 

13  dicembre 2020


Domenica 13 dicembre: quest’anno per noi alpini   ha significato la Messa nel duomo di Milano in occasione del Natale e per continuare quanto si era proposto  l’Alpino Prisco  ossia ricordare  i compagni d’arme che ha lasciato nelle steppe della Russia, in  quella disgraziata campagna durante la seconda guerra mondiale. Da allora gli anni sono passati, anche Prisco ha raggiunto i suoi Alpini però ha lasciato un impegno all’Associazione, continuare  a ricordare. Così ogni anno l’ANA puntualmente  si ritrova in dicembre sia per continuare l’impegno iniziato da Prisco  unendo nella  memoria  i caduti di tutte le guerre  e sia per augurarci un  Natale  che ci aiuti a sperare in un futuro sempre più migliore. Forse mai come in quest’anno la speranza cozza contro una realtà che ci sta opprimendo e spaventando, sì spaventando,  come non succedeva da anni.  Dal dopoguerra, la seconda, si sono succeduti  periodi veramente brutti, dalla difficoltà del ricupero economico  ai famosi anni di piombo, dalle lotte  sindacali a quelle politiche; roba che tiene banco anche  nei nostri giorni, seppur in modo alquanto diverso  e delle quali è meglio non parlarne, almeno in queste righe. Ora questa realtà, questa BESTIA chiamata Covid-19 ci sta perseguitando, colpendo in tutto il mondo, costringendo l’umanità ad una corsa-difesa che non trova paragoni e questo vale  anche per quanti non vogliono arrendersi all’evidenza dei fatti chiamati morti. Non era scontato che quest’anno si potesse  “festeggiare” il Natale,  anche il Vescovo lo ha fatto notare in duomo durante l’omelia, ma gli Alpini seppur ridotti di numero per imposizioni sanitarie ci sono riusciti e si sono  ritrovati attorno ai propri vessilli schierati prima in Duomo e successivamente nella piazza antistante.

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Alluvione in Emilia (Gennaio 2021)
Protezione Civile

ALLUVIONE IN EMILIA

 

Giovedì  10 dicembre, mentre con altri volontari alpini, stavamo facendo ritorno al 3P dopo essere stati per un servizio a Varese dove, presso la Casa Circondariale, avevamo sostituito una tenda adibita al controllo tampone COVID riservato ai reclusi che era letteralmente crollata a causa della nevicata dei giorni precedenti, arrivava la richiesta di intervento a Nonantola, paese di 16.000 abitanti ad una decina di Km. da Modena dove l’esondazione del fiume Panaro e di alcuni torrenti suoi affluenti aveva provocato una devastante alluvione. Il tempo di rientrare a casa, preparare la borsa e subito ritorno a Cesano Maderno dove era fissato il punto di ritrovo per i volontari della Lombardia facenti parte del 2° raggruppamento che, inquadrati in colonna, verso le 19 partivano alla volta dell’Emilia dove si arrivava  verso le 22,30 nella zona di Formigine dove era stato predisposto il pernottamento. Dopo la cena, un briefing fissava la sveglia alle 6 del mattino successivo per la colazione e partenza per le zone alluvionate che raggiungevamo l’indomani nel piazzale antistante l’Istituto Comprensivo che anche dall’esterno recava i segni della devastante ondata che aveva raggiunto il metro e mezzo di altezza all’interno delle aule e che, ritiratasi l’acqua, lasciava a terra una patina di una ventina di cm. di fango che aveva impregnato tutto quello che era posato a terra, dai computer, alle cassettiere, agli armadi, alle attrezzature da cucina, oltre a banchi, cattedre, giochi fino alle trombe degli ascensori letteralmente sommerse e successivamente svuotate, per non contare tutte le prese elettriche che per 24 ore erano rimaste sommerse.

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Il viaggio di un simbolo (Gennaio 2021)
Sezione ANA Milano

IL VIAGGIO DI UN SIMBOLO


Nella sua storica sede di Milano, situata in Galleria Vittorio Emanuele, la locale Sezione del CAI aveva posizionato un bassorilievo e una lapide commemorativa che riportava i nomi di 71 Soci, molti dei quali militanti nelle Truppe Alpine, caduti in guerra. Negli ultimi tempi, a seguito dell’uscita dalla sua storica sede, per il Consiglio Direttivo del CAI, è nata la necessità di togliere questo cimelio dalla sua originaria sede e la volontà di ricollocarlo in un ambiente più consono e rappresentativo per ciò che l’opera rappresenta e la scelta è caduta sulla sua collocazione presso la sala intitolata a Carletto Negri, uno dei fondatori della scuola di alta montagna del CAI, presso il Rifugio Carlo Porta posto a 1.426 mt.  ai Piani dei Resinelli, da sempre considerato la sede in ambiente montano del sodalizio milanese. Nasceva a questo punto il problema di asportare l’opera senza rovinarla, portarla dal salone principale al piano terra, trasferirla e ricollocarla all’interno del Rifugio Porta tenendo presente che la stessa, seppur suddivisa in 4 pezzi, pesava circa una tonnellata. Ed è qui che entrano in scena gli alpini della Protezione Civile di Milano che sotto la direzione del Vicepresidente Carlo Tagliabue portano a termine l’impresa sino ad arrivare al fatidico giorno di sabato 26 settembre quando nel corso di una cerimonia, purtroppo in forma raccolta a causa delle limitazioni legate al Coronavirus, è stata inaugurata la (si spera definitiva) collocazione di questo documento marmoreo destinato a ricordare alcuni dei tanti non tornati dalle brutture della guerra.

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RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO (Dicembre 2020)
Gruppo

RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO

Pensavamo di avere raggiunto il punto più basso nelle nostre relazioni effettuando le ultime 3 riunioni dei Capigruppo presso il grande spazio del 3P a Cesano Maderno in modo di rispettare le norme di distanziamento, ma siamo ricaduti nel baratro e l’ultima riunione dello scorso 9 novembre è tornata a svolgersi in video conferenza ed il fatto che fossimo collegati in 45 non ha mitigato l’amarezza di non poter essere presenti fisicamente, che è poi quello che principalmente costituisce la nostra forza, lo stare insieme. Comunque l’ordine del giorno è stato rispettato e così, dopo il saluto alla Bandiera, il Presidente Boffi è passato ad illustrare i punti in programma iniziando dalla Legge Regionale approvata dall’intero Consiglio Regionale Lombardo che ha istituito, con cadenza il giorno 2 aprile di ogni anno, la Giornata della Riconoscenza Alpina quale riconoscimento per l’impegno che Veci e Bocia hanno fatto e continuano a fare per il bene della collettività, al di sopra di ogni ideologia partitica e per l’esempio che da sempre l’A.N.A. porta alle nuove generazioni con l’impegno nel volontariato, nel tramandare i valori che da sempre sono alla base dell’Associazione. Saranno anche messe a disposizione delle risorse al fine di incrementare e sostenere le nostre iniziative ad iniziare dai Campi Scuole e dagli incontri con gli studenti. Fortunatamente alla fine di ottobre è stato possibile celebrare una S. Messa in ricordo degli alpini andati avanti e, seppur forzatamente, non potendo contare su una grande partecipazione, l’importante è stato mantenere viva anche questa fiammella che si unisce alle tradizioni per noi importanti.


 

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Natale in Russia 1942 (Dicembre 2020)
Gruppo

 Natale in Russia 1942                                     

Mancavano tredici giorni al Santo Natale il fronte era calmo si pensava di festeggiarlo in buona armonia  avevamo il presepe fatto da un soldato di Guastalla con dei blocchi come il gesso che prendeva nel scavare i camminamenti, li scolpiva con un temperino la prima che aveva fatto la  Madonna  me la fa vedere a me, li dico che sei  bravo poi il S. Giuseppe  e il bambino li dico sei un artista fanne ancora che a Natale li faremo festa, difatti fa tutto, tante statuine i pastori ,i ramponari la stella, un angelo.  Li metto nel forno della casa che eravamo, l’angelo di fuori in alto  dal forno con la stella, il bambino al centro del forno, in fondo del forno la mangiatoia con il bue e l’asinello ,era un presepio meraviglioso, non pensavo più che un soldato della mia squadra era capace di fare quel lavoro, lo guardano tutti i soldati del plotone, che erano in quella casa. L’altro plotone era in un altra casa sono stati informati  e  venivano a vederlo. Ma a Natale avevamo già fatto 400 chilometri di ritirata mi veniva in mente da quel bel  presepio che abbiamo lasciato che non abbiamo potuto festeggiarlo. Ma ero tanto contento di essere salvato da quel fronte terribile quel presepio è rimasto in quella casa dei Russi che anno dovuto sfollare per entrare noi per ripararsi dal freddo, ma quando sono tornati chissà cosa hanno detto di quel presepe meraviglioso, hanno un ricordo degli Italiani che erano nella loro casa. L’ avranno fatto vedere a quelle case che stavano vicino, quel presepio l’avrà visto anche lo starosta del paese che magari l’avrà posto per farlo vedere a tutti quelli del paese e altri ancora che quel presepio era davvero bello, le bambine di quel paese mi chiedevano delle immagini erano tanto devote ai santi e alla madonna. Ci scrivevo a casa di mandarmi delle immagini per darle alle bambine  mi davano un pezzo di pane erano tutti contenti e anche noi con un pezzo di pane non si soffriva per il mangiare. Ma quando hanno visto quel bel presepio chissà quando lo pagavano per averlo. Quel soldato di Guastalla  era del 1921 un mio coscritto del suo nome non sono capace di andare a saperlo ma perché son passati 40 anni ma nella ritirata non mi ricordavo più; venne un suo paesano che faceva l’autista a trovarlo lo chiamava per nome e poi era della mia squadra so tutti i nomi dei altri ma il suo non sono capace  di ricordarlo mi pare  che incominciava con la V. In ritirata non l’ho visto, di caduti sono stati tanti e tanti prigionieri e feriti speriamo che è tornato anche lui sano e salvo da quel fronte tanto pericoloso.  Che ha un ricordo in Russia del presepe che tanti non li credeva ma io sono testimone del suo bel presepe che a fatto ai primi giorni di Dicembre 1942 in Russia.

                                                                                         

 Croci Luigi

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GIORNATA DELLA RICORRENZA ALPINA (Dicembre 2020)
ANA

GIORNATA della RICORRENZA ALPINA


Come spiegato quindi nell’articolo sulla riunione dei Capigruppo, su proposta del Consiglio Regionale Lombardo, dal prossimo anno quindi, il giorno 2 aprile, verrà celebrata questa Giornata della Ricorrenza Alpina e se questo non può che farci piacere, come ha ricordato il Presidente Boffi anche nel corso della tavola rotonda tenutasi lo scorso 10 ottobre a Milano, è preciso dovere di ogni Socio e, aggiungo anche, di tutti quelli che ci vogliono bene a noi e alla nostra Patria, fare capire ad ogni livello, a tutti gli amministratori, da quelli locali, alle Province, Regioni sino ai massimi gradi istituzionali, che se è vero che gli alpini ci sono sempre quando servono dalla manifestazione in paese, alla costruzione di un ospedale COVID, alle emergenze in caso di calamità nazionale ed estera, è pur vero che gli alpini non sono immortali e che 15 anni di vuoto dovuto alla sciagurata legge che ha “momentaneamente sospeso” il Servizio di Leva ha creato una falla nel serbatoio umano che da 100 anni costituiva il naturale ricambio generazionale dell’Associazione con il risultato che andando avanti ci saranno sempre meno alpini disponibili a fare quello che oramai si dà per scontato e cioè che basta chiamare e si è pronti ad aiutare.  Noi continuiamo e continueremo a fare come sempre il nostro dovere, dovere di chi ci amministra e governa invece è fare in modo che noi lo si possa continuare a fare, aiutandoci nelle nostre iniziative, appoggiandoci nelle proposte e nel trasmettere ai giovani quello che i nostri Veci  ci hanno insegnato, perché  quando non saremo più in grado, per evidenti ragioni anagrafiche, di poter operare allora sarà troppo tardi perché ci ritroveremo con attrezzature, macchinari e risorse che nessuno saprà o vorrà usare vanificando un operazione sociale durata un secolo.

Franco

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QUALCHE GIORNO FA... (Dicembre 2020)
Gruppo

QUALCHE GIORNO FA’…


Devo smentire qualche mia riga  (il termine ”articolo” è troppo impegnativo) sul numero precedente del nostro notiziario. Vengo  al punto. Mi ero illuso: volevo solo far presente che l’attività associativa pian piano si poteva riprendere. Era passata la prima ondata pagata a caro prezzo e la prospettiva di un’ allentamento  delle misure imposte ci aveva confortato: era quasi finita,  massì, con un po’ di attenzione era  fatta … si potrà ripartire. Lo credevamo un po’ tutti, alcuni forse troppo, dimenticando quanto ci era stato raccomandato: attenzione,  prudenza  ma forse ci sembravano  un po’ tutti degli esagerati … ma i cosiddetti esagerati, purtroppo, avevano ragione. Adesso eccoci alla seconda ondata di questa pandemia, di questa BESTIA come l’avevo definita e che bestia. l’Italia pressoché alle corde e  da subito, tre regioni no tre paesi,  zona ROSSA”, ospedali allo stremo, personale sanitario ormai al limite  ridiventato eroico dopo la dimenticanza estiva;  ora siamo  bloccati in casa costretti da leggi ancora più stringenti  rispetto agli inizi dell’anno e la prospettiva di una soluzione definitiva che si perde nella nebbia della speranza.  Uno spiraglio di vita associativa però c’è  stato:  la prima domenica di novembre, ligi alle disposizioni  vigenti, quattro soci  su due macchine si sono recati per un momento di raccoglimento nei vari cimiteri, sulle tombe dei nostri “andati avanti“ e   che non possono essere dimenticati: glielo dobbiamo.

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Notizie dalla SIA (Novembre 2020)
Squadra Intervento Alpino

NOTIZIE DALLA S.I.A.


Lunedì 21 settembre un gruppetto della SIA ha raggiunto il Rifugio Porta al Pian dei Resinelli per recuperare una attrezzatura utilizzata in occasione del ricollocamento del bassorilievo del CAI che sarebbe stato inaugurato qualche giorno dopo e terminata l’operazione di recupero ed essendo già in Grigna a quota 1.200 mt., seppur con un meteo abbastanza sfavorevole, abbiamo deciso di sfruttare la giornata per assolvere a un compito che ci stava particolarmente a cuore: salire alla targa Mazzucchi per rendere omaggio a chi, seppur inconsciamente, è stato motivo di creazione della Squadra. Breve riassunto per ricordare i fatti: il 23 aprile del 1982 Giorgio Mazzucchi alpino di Milano, allora ventiseienne, nel corso di una scalata in Grigna, perdeva la vita precipitando in un canalone ed il corpo veniva recuperato solo dopo alcuni mesi a causa della neve. Il padre Franco, indimenticato Vicepresidente sezionale, fu l’ideatore e fondatore della SIA (Squadra di Intervento Alpino) finalizzata nella ricerca e recupero dei dispersi in montagna alla quale hanno aderito nel corso di questi 35 anni anche molti soci del nostro Gruppo, e due anni dopo la scomparsa di Giorgio ha voluto realizzare un sentiero (il numero 8A che risale dal Caminetto Pagani sulla Direttissima) nonché posizionare sul luogo dell’incidente una targa commemorativa presso la quale da sempre qualcuno di noi si reca a deporre un mazzo di stelle alpine (naturalmente coltivate).


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Giornata del ringraziamento (Novembre 2020)
Protezione Civile

GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Mercoledì 23 settembre, su invito del Sindaco di Milano, i rappresentanti delle associazioni di volontariato facenti capo alla Protezione Civile, sono stati invitati ad una cerimonia di ringraziamento per l’opera prestata in occasione dell’emergenza COVID-19 che come si sa riguardava la distribuzione di farmaci, pasti, mascherine ecc. alla popolazione. Alla cerimonia, che si è tenuta sul piazzale del Duomo, sono intervenuti il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, il Prefetto di Milano Renato Saccone, l’Assessore alla P.C. della Regione Lombardia Pietro Fioroni e per il Comune di Milano l’Assessore Anna Scavuzzo, in rappresentanza del Sindaco Sala assente. Tutti gli intervenuti hanno avuto parole di elogio per l’opera prestata durante l’emergenza e sottolineato l’importanza della collaborazione e sinergia fra le varie componenti della P.C. e lo spirito di abnegazione dimostrato dai volontari, e terminata la parte istituzionale, tutti i partecipanti sono entrati nella Cattedrale per assistere alla S. Messa. Unica nota stonata, se permettete, riguarda il fatto che l’UNICA Associazione che si è attenuta alla richiesta di far presenziare UN rappresentante, tanto da richiedere nome, cognome e codice fiscale quale autocertificazione per le attuali norme di anti assembramento, è stata l’A.N.A. rappresentata dal solo sottoscritto, mentre tutte le altre erano numericamente ben rappresentate ed è un peccato visto quanto hanno fatto gli alpini anche solo con l’ospedale di Bergamo e il fatto che l’unico cappello alpino presente faceva da sfondo a molte foto, ma tant’è fare senza dire e senza far vedere…

Franco

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Addio ad un amico (Novembre 2020)
Squadra Intervento Alpino

ADDIO A UN AMICO


All’età di 81 anni l’alpino Giancarlo Cantoni è “andato avanti” in quel di Groppello D’Adda dove si era trasferito proveniente da Melzo del quale Gruppo Alpino faceva parte. Giancarlo è stato nel novero dei fondatori della S.I.A. dai tempi dell’indimenticato Franco Mazzucchi ed è sempre stato attivo partecipante sia nelle esercitazioni che negli interventi di Protezione Civile quando, per dirla con parole non mie, non esistevano divise e mezzi, ma solo una tuta e tanta buona volontà, questo sino a quando la salute glielo ha consentito. Sicuramente anche quei tanti giovani che negli anni scorsi hanno fatto parte della Squadra o semplicemente venivano con noi in montagna lo ricordano per il suo carattere sempre gioviale e a proposito a loro dico: perché non valutate l’idea di ritornare in montagna con gli alpini?  Grazie Giancarlo per la tua amicizia e l’esempio che ci hai dato.

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Dopo le ferie ... (Novembre 2020)
Gruppo

 Dopo le ferie …


… almeno per chi le ha fatte! Dunque:  la vita sociale del Gruppo dovrebbe ripartire. A sto punto io la immagino come un carro con le ruote quadrate: a furia di spingere, tirare o trascinare, queste ruote dovranno prima o poi smussarsi, levigarsi e girare come Dio comanda. E’ la speranza di tutti noi. In effetti fa strano pensare all’attività  esercitata  fino a sei mesi  or sono  e adesso avere tutto vietato da decreti, seppur salutari  e necessari a causa di questa ” BESTIA” che non faceva sconti prima e che ancor oggi colpisce centinaia, migliaia di vite; ma  fino a quando?  Ora ci stiamo provando  dopo il rientro  nella vita di tutti i giorni. Durante  tutti quei mesi di incognite e di paura … diciamolo pure “PAURA” … siamo rimasti  in contatto aiutandoci anche con qualche video-conferenza ma  ora, piano  piano, ci stiamo ritrovando, quasi un risveglio da un letargo imposto ma   sempre ligi nell’osservanza delle leggi. Come tutti sanno tutte le attività sociali   sono rimaste in parcheggio e mi riferisco a rievocazioni o festeggiamenti di   Gruppo o di Sezione  e a    manifestazioni storiche / sportive indette o patrocinate dall’Associazione: tutto è stato rimandato in attesa di  tempi migliori. Detto ciò, purtroppo, al di là della volontà di rimettersi in marcia bisogna far presente come  alcuni soci, a volte dimentichino l’esistenza della nostra sede. Farebbe   piacere la loro presenza,  meglio se frequenza, oltre ai soliti tre o quattro  perché, come già ricordato, la vita del gruppo sta riprendendo a piccoli passi  anche se non in modo plateale  vivendo i  momenti  dello stare insieme  che non sono sempre piacevoli  ma  purtroppo anche tristi, come la morte di Ignazio Torno Capogruppo di Arconate, uno di casa nella nostra sede:  una persona che sarà ricordata specialmente  per la volontà e  tenacia con la quale ha combattuto  ANNI per realizzare, ricostruire la nuova Sede del suo Gruppo dopo il doloso e vigliacco incendio di quella precedente,  fino a raggiungere  la vigilia della completa  realizzazione del suo sogno, a  pochi passi dall’inaugurazione;  la voleva a tutti  i costi  ma la vita lo ha tradito impedendogli di coronare il frutto di tanta battaglia perché tale è stata.

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La casa degli alpini (Ottobre 2020)
Gruppo

LA CASA DEGLI ALPINI


Questa estate, dopo tanti anni, ho trascorso le mie vacanze sulle Dolomiti avendo come base la località di Malga Ciapela ai piedi della Marmolada sul versante veneto, ed ho avuto l’occasione di conoscere alcune persone con le quali ho passato del tempo dopo cena. Con una di queste, un emiliano, una sera ho intavolato una discussione sull’importanza per un alpino riguardo la propria sede, sia di Gruppo che di Sezione, considerazioni nate dal fatto di frequentare da una quarantina d’anni,  con una certa assiduità, un posto che agli occhi dei più, è un semplice “luogo” ma che per l’alpino rappresenta qualcosa di speciale. Questo nuovo amico insisteva nel dire che una sede associativa, di qualunque associazione, altro non è che un locale piuttosto che una struttura che può essere tranquillamente sostituita da un’altra al bisogno senza che venga sminuita la sua importanza, mentre il sottoscritto era di tutt’altro parere e si lanciava nella “sua” spiegazione. La sede di un Gruppo alpino, dicevo al mio interlocutore,  non è solo una sede, ma fa parte della vita dell’alpino stesso, non per nulla la maggior parte di noi quando ci si da appuntamento lo fa dicendo: “ci vediamo in baita”, si baita, non sede, baita come quella che nella domanda del capolavoro “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern, il fido Giuanin rivolgeva continuamente: “Sergentmagiu, ghe rivarem a baita?” dove baita, appunto, stava per Nazione, paese, casa e affetti che racchiudevano il mondo sicuro dove poter fare  ritorno e stare finalmente in pace.

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Alpino chiama, alpino risponde (Ottobre 2020)
Protezione Civile

ALPINO CHIAMA, ALPINO RISPONDE


Posto a 2.395 mt. in Val di Zocca, una laterale settentrionale della Val di Mello nel Comune di Val Masino all’imbocco della Valtellina, e dominato dalle stupende vette delle Punte Allievi e Zocca, Cima Castello e Pizzo del Ferro, il Rifugio Allievi Bonacossa di proprietà del CAI di Milano è da sempre una tappa obbligata, nonché un sicuro punto di riferimento per quanti si trovano ad intraprendere il Sentiero Roma, un’alta via lunga 54 Km. che si snoda sul versante italiano nelle Alpi Retiche. Antenata dei rifugi fu la capanna Zocca (capàna da zòca), costruita nel 1897, a cura della sezione milanese del C.A.I. Rifatta nel 1905, venne successivamente distrutta da una valanga. Durante la prima guerra mondiale venne riedificata per ospitare un distaccamento di alpini per presidiare il passo di Zocca, che guarda alla Val Albigna, perché il generale Cadorna era convinto che lo stato maggiore svizzero avrebbe potuto concedere il permesso di passaggio alle truppe austro-ungariche, che avrebbero potuto quindi invadere la Valtellina dalla Valle di Poschiavo, dall'Engadina e dalla Val Bregaglia. Assunse, allora, la denominazione che onora Francesco Allievi, alpinista appassionato della Valle di Zocca. Durante la seconda guerra mondiale venne usata come punto di appoggio dalle formazioni partigiane e quindi danneggiata durante il rastrellamento nazifascista del 1944.

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Se son Rose... (Settembre 2020)
Protezione Civile

SE SON ROSE…

… speriamo fioriscano e si sicuro, se il seme gettato nel mucchio, dovesse dare anche un solo frutto, vorrà dire che ne è valsa la pena. E’ con questo spirito che nelle due giornate di lunedì 20 e 27 luglio abbiamo avuto il piacere di ospitare al 3P di Cesano Maderno, sede della Protezione Civile Sezionale e della Colonna Mobile della Regione Lombardia due gruppi di una cinquantina di ragazze e ragazzi dell’Oratorio di Solaro – Brollo che hanno integrato la loro sessione feriale con una esperienza sul campo per sapere qualcosa di più sulla Protezione Civile. In entrambe le occasioni il programma prevedeva l’accoglienza con un ristoro per integrare la pedalata pomeridiana, e successivamente la discesa in quella che il buon Daniele Radaelli, regista della giornata,  ha definito “la fornace” vista l’elevata temperatura, dove abbiamo mostrato i mezzi a disposizione, le strutture necessarie all’allestimento di un campo di accoglienza, ed il materiale in attesa di essere prossimamente utilizzato nell’ambito dell’emergenza COVID.

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Riunione dei Capigruppo (Luglio 2020)
Sezione ANA Milano

RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO


Nella serata di lunedì 15 giugno, presso la sede della Protezione Civile sezionale di Cesano Maderno, dopo 4 mesi di interruzione a causa della pandemia, si è svolta la prima riunione dei capigruppo e pure la sede inusuale è stata scelta al fine di rispettare il distanziamento sociale imposto dalle vigenti normative. E’ stata comunque una bella sensazione ed un piccolo segno di rinascita il potersi ritrovare dopo tanto tempo concedendoci la speranza di un nuovo inizio seppur con tutte le enormi difficoltà che incontreremo nel futuro associativo, è infatti indubbio che venendo a mancare uno dei pilastri fondamentali del nostro sodalizio quale il poterci liberamente incontrare, la strada sarà tutta in salita, ma come ai tempi della naia e dell’andare in montagna, le difficoltà aiuteranno ad apprezzare l’arrivo in vetta. Dopo il classico appello ed il doveroso saluto alla Bandiera, il Presidente Boffi consegnato il Gagliardetto al nuovo Gruppo della Sezione, quello di Cassina de’ Pecchi, cerimonia questa che si sarebbe dovuta svolgere mesi fa ma bloccata dall’emergenza e si è osservato un attimo di raccoglimento in memoria di quanti sono morti in questo periodo ed in particolare per i tanti, troppi alpini che non ce l’hanno fatta. E’ stato comunque ricordato l’impegni dei moltissimi soci che nell’emergenza si sono resi disponibili in molteplici modi per aiutare la comunità arrivando agli ultimi giorni con l’intervento nelle zone alluvionate del varesotto e del milanese.

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Sacro e profano (Luglio 2020)
Gruppo

 

SACRO E PROFANO

Due termini di senso opposto  ma necessari per inquadrare  due momenti della nostra vita di gruppo. Purtroppo la chiusura  delle nostre ”baite”, speriamo ancora per poco,  crea un notevole ostacolo alla  vita di gruppo. Infatti gli incontri settimanali erano il momento nei quale ci si trovava per vivere  la familiarità e  nella quale, di volta in volta,  fare il punto della situazione. Ora l’impossibilità di tutto ciò  evidenzia l’importanza del nostro notiziario per cui è giusto, suo tramite, portare a conoscenza dei soci  quanto  fatto o ipoteticamente fattibile. Detto ciò veniamo al SACRO: niente di superlativo ma sicuramente di una valenza non trascurabile: mi riferisco  all’invito espresso dal Parroco  su proposta del Comune ossia riunire le varie Associazioni in un momento di  raccoglimento in memoria dei nostri morti e nello specifico delle  vittime di questo virus che ci sta distruggendo. Fu cosi che  ci siamo  riuniti un giovedì sera durante la Santa Messa Vespertina assieme al Consiglio Comunale, all’Arma dei Carabinieri nella persona del comandante di Stazione, alla  Polizia Locale, con i rappresentanti delle varie associazioni, Banda, Croce Azzurra, Alpini, Scout. L’omelia del Parroco e le parole  del Sig. Sindaco diedero risalto al  nostro essere presenti: mi ritrovai   da subito  con la fantasia lassù in Ortigara  presso la Colonna Mozza, il nostro monumento Alpino immortalato dal motto “per non dimenticare”:  ora siamo oppressi da una guerra seppur d’origine diversa  ma  sempre di  guerra si tratta: allora nel ’15 - ‘18 ha causato una  strage  per motivi  politici, patriottici; ora  questa pandemia  sta  mettendo  a dura prova il mondo intero. Mi permetto di suggerire: forse la Natura sta tentando di dirci qualcosa? 

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Emergenza alluvione (Luglio 2020)
Protezione Civile

EMERGENZA ALLUVIONE


Nella serata di domenica 7 giugno, a seguito delle improvvise e fortissime precipitazioni (si pensi che in un’ora è caduto l’equivalente di sei mesi di pioggia) nell’abitato di Lavena Ponte Tresa, località di confine in provincia di Varese, a causa dell’esondazione del rio Tarca, del fiume Dovrana e dei torrenti Nolina, Raima, Nariano, Pianazzo, Viro e Nordent, l’intera zona collinare è stata devastata da un mare di acqua e fango che, dalla montagna, ha travolto abitazioni, cantine, garage ed attività commerciali che hanno visto anni di vita e sacrifici spazzati via e sommersi dalla grigia fanghiglia nel giro di 25 interminabili minuti, tanto è durata la furia della natura scatenatasi in loco e che, per pura fortuna, non ha provocato vittime. All’alba di martedì 9, dopo i sopraluoghi sul posto e radunati i volontari, dalla sede della nostra Protezione Civile di Cesano Maderno, partiva la colonna mobile diretta a Lavena per collaborare alle operazioni di soccorso alla popolazione ed arrivati sul posto, indirizzati dal personale del Comune, si iniziava immediatamente le attività consistenti nello sgombero delle cantine, piani interrati, recupero automezzi e di quanto poteva essere “recuperato” una volta ripulito, mentre per tutto il resto (purtroppo la maggior parte delle cose) si procedeva all’accatastamento a bordo strada dove veniva successivamente avviato alla discarica.

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VITA ASSOCIATIVA (Giugno 2020)
Gruppo

VITA ASSOCIATIVA


La pandemia che ha colpito in tutto il mondo ogni aspetto della vita considerata “normale”  sino all’inizio di marzo, ha inevitabilmente avuto ripercussioni anche su ogni tipo di vita associativa, compresa quella degli alpini. A parte le situazioni tragiche che hanno visto coinvolti i fratelli delle Sezioni Bergamasche e Bresciane che hanno purtroppo annoverato fra le loro file la scomparsa di molti Soci che erano stati colonne portanti dell’Associazione, fondatori di Gruppi e Sezioni e portatori di saggezza ed esperienza che hanno lasciato un vuoto incolmabile tra gli alpini, anche noi, nel nostro piccolo abbiamo visto stravolgere le nostre abitudini, i nostri appuntamenti e le visite che facevamo regolarmente (chi più, chi meno) nelle nostre sedi. E’ pur vero comunque che se da tre mesi a questa parte infatti la nostra vita associativa sembra quasi essere stata ibernata con la cancellazione di manifestazioni, eventi, incontri conviviali e quant’altro costituiva il tran tran associativo che ora tutti rimpiangiamo, sino ad arrivare all’impensabile cioè la sospensione dell’Adunata Nazionale (solo speriamo) rimandata, è pur vero che in questo tempo gli alpini non si sono mai fermati e non sono rimasti con le mani in mano, ma si sono dati da fare per far girare la grande ruota della solidarietà che tanto è stata preziosa in questa emergenza. Accanto alla magnifica realizzazione dell’Ospedale di Bergamo, diventato esempio di efficienza a livello mondiale e che ha costituito il clou dell’impegno associativo, in tutta Italia i Gruppi si sono messi a disposizione per aiutare laddove era richiesto un aiuto ed abbiamo visto volontari impegnati nella distribuzione di medicinali, pasti, spese, mascherine e presidi medici senza porsi limiti di orario o presenza. Con l’avvento della cosiddetta Fase 2 molti di questi impegni sono stati ridimensionati, anche se c’è ancora richiesta di presenza per alcune “nuove” attività, cosicché anche nel nostro Gruppo alcuni volontari hanno risposto alla richiesta della Parrocchia per regolare l’afflusso dei fedeli partecipanti alle Cerimonie Religiose.

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Sperare (Giugno 2020)
Gruppo

 

SPERARE

 Non so come ma questa parola mi suona tanto da lotta contro i mulini a vento; parliamo di sanità. Mi piange l’anima  nel vedere come siamo ridotti e credo che la stessa convinzione alberghi in tutti noi. La nostra ormai non è più una speranza  ma piuttosto una certezza. La sanità nazionale da anni orgoglio italiano è diventata  merce di scambio fra le varie correnti politiche. Riusciamo a salvarci, è assurdo scriverlo, con le convenzioni fino a quando anche in quel settore si tirerà del tutto la cintura e allora saremo alla fine. Le vecchie mutue, ricordate quelle di una volta, avevano solo bisogno di un costante aggiornamento sia nel personale che nelle attrezzature; erano i primi parafulmini dell’assistenza assieme ai plurifacenti medici di famiglia attivi a 360 gradi, dalle suture  ai parti,  si andava in P.S.  e  in Ospedale per il ricovero come modalità veramente indispensabile. Ora in virtù di una decantata miglioria della gestione economica e funzionale i tagli alla spesa pubblica sono  giornalieri camuffati da acrobazie burocratiche: ogni giorno ci sono novità per cui dalla sera al mattino ti rendi conto che le difficoltà per accedere all’assistenza  diventano sempre più una certezza nella più rosea delle ipotesi dovrai sbrogliartela, come in un dedalo fra le  difficoltà burocratico-sanitarie svicolando con tanta e tanta fortuna fra extramoenia, intramoenia, extramuraria  ( sembra si parli di edilizia sanitaria ). La  politica sanitaria di questi ultimi anni si è dimostrata soltanto una rapina  governo dopo governo praticata dai partiti di ogni colore con il risultato che abbiamo sotto gli occhi, gli esami, anche i  più banali, hanno tempi biblici. Ricordo  quando allo sportello fiorivano le imprecazioni allorché gli appuntamenti per gli esami più tecnici e sofisticati erano a 15/20 giorni;”fò tempo a morir “ erano quelle più pulite.

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Notizie dalla trincea (Maggio 2020)
Gruppo

NOTIZIE DALLA TRINCEA

Buon giorno a tutti, non me ne vogliano gli amici della Sezione se prendo in prestito, parafrasandola, la testata di informazione sezionale che puntualmente arriva nelle nostre case, malgrado i difficili e surreali tempi che stiamo vivendo e che mantiene vivo il filo che unisce gli alpini ai propri Gruppi e Sezioni. E’ veramente una situazione di estrema difficoltà per tutti noi quella che stiamo vivendo e che non trova riscontro in nessun periodo della nostra storia e che segnerà per tanto tempo il nostro modo di vivere e di convivere con gli altri, a cominciare dai nostri famigliari, per arrivare a chi non fa parte della nostra ristretta cerchia di conoscenze tra i quali si collocano gli appartenenti alla nostra famiglia verde. Si perché uno dei pericoli in ambito associativo che correremo dopo la cosiddetta riapertura, o fase due che dir si voglia, riguarderà proprio il riprendere a ritrovarci e ad essere alpini, riprendendo le nostre abituali iniziative, senza strafare certo, ma con l’intento di tornare a una, seppur forzata, normalità. E a questo punto entra in gioco ognuno di noi, alpini, amici, aggregati ognuno con l’impegno morale di dare il proprio contributo a iniziare magari proprio da chi non ha mai frequentato o da molto tempo ha tralasciato la vita associativa perché, parliamoci chiaro, vista l’età non sempre verde di chi sinora si è impegnato mantenendo vivo il nostro Gruppo, è presumibile che, seppur con un allentamento delle limitazioni, si corre il rischio che venga meno la presenza di alcune figure “storiche” ed è appunto in questo momento che sarà richiesta la presenza di nuova linfa vitale per poter proseguire la nostra vita associativa.

 

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Scrivo o non scrivo? (Maggio 2020)
Gruppo

Scrivo o non scrivo?


 Questo è il problema e se scrivo, con la BURIANA di questi tempi che c….o scrivo? Sarei ben felice se qualcuno mi desse una risposta,  una qualsiasi,  non importa. Ormai sono quindici giorni che sono letteralmente chiuso in casa:  una volta che hai esaudito qualche … sognata pigrizia, ti domandi e mo? Frastornato da quanto si sente alla tv o  si dice fra noi al telefono  o tramite internet ormai ti rendi conto  che siamo  aggrappati solo ad una speranza per chi non crede e ad una fede per altri; ambedue cose non facili: non facili perché la realtà che ci  circonda è costituita in gran  parte da fatti concreti  listati a lutto.  Stiamo assistendo ad un crollo di un imperativo imposto da un maniacale arrivismo, da una  chimera di potenza infinita, costi quel che costi, fossero pure i morti: adesso ci siamo. Sono bastati solo due mesi per metterci in ginocchio e   costringerci a chiedere aiuto al mondo  intero: chi l’avrebbe mai detto eppure. Ce la faremo a risalire la china?  Siamo nel mezzo di un disastro che mi ricorda la costante domanda che Giuanin faceva al suo sergente, Mario Rigoni Stern autore del famoso “Il sergente nella neve“ Sergentmagiù ghe rivarem a baita?  Erano in Russia: nelle postazioni sul Don e durante la tragica ritirata che immortalò l’epopea alpina  Giuanin  era certo solo della catastrofe che lo circondava e non gli offriva   nulla se non una disperata  speranza. Erano in guerra, anche noi oggi lo siamo: una guerra diversa  nella quale nessuno di noi ha certezze e non può  fare scommesse, ma  solo resistere e  sperare … che finisca presto in modo tale da poter gustare ancora la bellezza della normalità; non sono parole mie ma sentite alla radio, RTL per l’esattezza.

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E gli alpini ritornano a scuola (Marzo 2020)
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E GLI ALPINI RITORNANO A SCUOLA


E ci ritornano in grande stile con una intera settimana di “lezioni” che ci hanno visti impegnati su due fronti distanti fra loro una cinquantina di Km. e rispettivamente a San Vittore Olona e a Melzo. Tre di questi incontri si sono tenuti nelle giornate del 3 - 4 e 7 febbraio alle Scuole Medie di San Vittore Olona dove, grazie all’interessamento e al lavoro preparatorio delle Prof.sse Ori, Colucci e Aura abbiamo incontrato gli studenti delle terze medie ai quali abbiamo proposto una riflessione sulle condizioni di vita (e purtroppo anche di morte) dei soldati impegnati nel primo conflitto mondiale e della loro permanenza durata a volte diversi mesi nell’inferno delle trincee sottoposti al tiro e agli attacchi degli avversari, che comunque erano ragazzi come loro che si sono trovati a subire una guerra ingiusta dove ogni “parte” ha pagato un prezzo altissimo. Naturalmente la lezione verteva anche sulla permanenza in postazioni di alta quota in quella poi chiamata “Guerra Bianca” dove i soldati, soprattutto gli alpini, hanno dovuto affrontare condizioni veramente disumane.

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La guerra in Russia (Marzo 2020)
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La guerra in Russia con gli occhi di Croci Luigi


11 settembre 1942 i Russi avevano passato il fiume Don attacando i nostri in prima linea poi la mia compagnia va all’asalto i russi si sono ritirati nelle loro posisioni ma fanno un sbarramento con i mortai, un fuoco terribile su di noi.

 

A militare a Ventimiglia

Quando sono partito per il militare dovevo andare a Ventimiglia non sapevo dovera poi ho saputo che era in Liguria e c’è il mare ero  contento cosi potevo vedere il mare che non lavevo mai visto arrivati  a Ventimiglia la stazione era stata bombardata entriamo in una baracca aspettare che veniva la musica accompagnarmi sapevano che quel giorno venivano le reclute. Il mio Reggimento aveva combattuto in Francia erano verso il ….    e il monte grosso. Erano diciotto mesi che ero a militare c’è ordini che dovevamo andare in Russia eravamo in pensiero andare a fare la guerra ci pensavamo tutti anche quelli che avevano fatto già due guerre. Arriva il Re passiamo in rassegna i ultimi quindici giorni a Ventimiglia cera tanta gente che venivano trovare i suoi figli o fratelli  per vederli e salutarli forse per l’ultima volta, quando facevamo le marce vedevo per tre o quattro chilometri soldati una lunga colonna pareva che tutti i soldati D’Italia erano a Ventimiglia ma cera solo  un reggimento in giro per Ventimiglia si vedeva solo che soldati.

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Riflessione (Marzo 2020)
Gruppo

RIFLESSIONE

Permettetemi una riflessione su questo particolare momento che la nostra Nazione sta vivendo a causa dell’epidemia che ha costretto ognuno di noi se non a stravolgere, sicuramente a cambiare le abitudini che rendevano la nostra vita “normale”. Non entro nel merito della validità e del tipo di misure adottate, ci si augura che gli Enti preposti abbiano valutato attentamente il tutto, quello che mi ha colpito è stata la reazione della gente ad una situazione che, certamente unica dalla fine del secondo conflitto mondiale, ha generato una sorta di si salvi chi può con supermercati presi d’assalto e scorte impressionanti di viveri che hanno avuto il solo risultato di svuotare gli scaffali con buona pace e insperati guadagni per le grandi catene di distribuzione che comunque, dopo nemmeno 48 ore, avevano già ripristinato le scorte e la conseguente minore affluenza di clienti impegnati a stivare nelle dispense quanto acquistato e a consumare a ritmo serrato i generi magari deperibili ( ho visto carrelli strapieni di frutta e verdura che nel giro di qualche giorno sarebbe finita, mi auguro, nelle mense dei poveri piuttosto che gettata nella spazzatura). Non ho potuto fare a meno di tornare ai vecchi tempi quando in momenti difficili i vicini di casa si davano una mano nelle situazioni di “emergenza” magari scambiandosi il poco cibo che avevano vivendo comunque un clima di solidarietà. Facciamo dunque tesoro di questa, seppur negativa, esperienza che dovrebbe insegnarci nel futuro a godere di quella “normalità” che diamo per scontata e per quanto riguarda noi alpini un invito, quando questa emergenza sarà finalmente rientrata a ritornare o, per alcuni, ad iniziare a frequentare la nostra sede, la nostra casa anche per ridare fiducia a quanti non hanno mai voluto rinunciare a quelle ore passate tra le immagini dei nostri Veci, quei Veci che stremati, affamati e congelati hanno attraversato mezza Europa a piedi per tornare a baita, che ci guardano e ci ricordano che seppur tra le più difficili prove, la vita DEVE continuare.

Franco

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Si riparte (Febbraio 2020)
Gruppo

 

SI RIPARTE ….


 
Dopo  Natale ovviamente l’anno nuovo ha bussato alle porte, anzi siamo già a metà  gennaio 2020 non ce ne siamo accorti ma i nuovi impegni sono a ricordarci che la vita associativa continua. Dopo l’assemblea di fine novembre che sancì Maggioni a  nuovo  capogruppo, nuovo si fa per dire,  che riprese in spalla questo zaino e non si tratta di bruscolini se uno lo vuol fare  come Dio comanda, eccoci a dicembre con la domenica conviviale per gli auguri natalizi. Purtroppo, secondo il mio punto di vista, discutibilissimo, la frequenza dei soci/famiglie non ha premiato di certo la buona  volontà di quanti si sono impegnati al buon esito della giornata dove anche il vecchio ma sempre giovane gioco della tombola poteva costituire un motivo in più per favorire lo stare insieme, almeno una volta all’anno: azzardo a sospettare che il motivo stia nei premi di scarsissima portata, mancavano crociere, minivacanze  o soggiorni  elio-fisio-fitoterapici e via di questo passo. Obiettivamente ci si  è posti il problema in sede durante l’ultima serata di consiglio ossia  se  valesse la pena del tanto darsi da fare; lo so che mi attirerò qualche “scarpata“ da qualcuno ma il fatto che se ne sia discusso fra  tutta la “solita manovalanza” significherà pur qualcosa.  Cambiando argomento: eccoci alla Messa in Duomo a Milano, 15.12 2019.

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Il giorno dopo... (Febbraio 2020)
Gruppo

IL GIORNO DOPO ...

Vorrei aggiungere solo qualche riga all’articolo “si riparte“ in riferimento a Sant’Antonio chiamato in causa affinché ci desse una mano. Veramente merita un applauso perche le mani sono state più di DUE sia per il bel tempo   e  sia per il fatto che il risultato della serata del falò in programma abbia superato di gran lunga le  più ovvie speranze: notevole l’affluenza da parte del pubblico, Sindaco compreso, tempo ottimo, freddo compatibile con la stagione e l’assenza di un  qualsiasi  problema veramente serio, quindi tutto ok. Mi premeva allegare questa puntualizzazione dopo la serata di ieri  sull’onda dell’emotività suscitata dalla  manifestazione nel suo insieme, dalla nostra magnifica  banda che ci onora sempre della sua presenza  e  alla quale va sempre un GRAZIE grande cosi, e dal FALO’ che si è rivelato all’altezza delle aspettative. In realtà ha nicchiato un po’ a brillare  facendosi attendere  finché la caparbietà dei ”fuochisti” ebbe il sopravento premiando cosi l’attesa dei  presenti all’avvenimento con i  sogni e le   ovvie fantasie  che   automaticamente vengono suscitate nei partecipanti a simili manifestazioni … le stesse che sorgono quando ognuno di noi contempla   in silenzio le fiamme di un qualsiasi focolare o caminetto. Come da accordi, chiudo  lasciando il compito di un resoconto circostanziato e meglio dettagliato   dell’evento ad una firma di maggior prestigio  rispetto a quella del solito.

                                                                                         Pio 

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