Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
tel: 3333450040
- sanvittoreolona.milano@ana.it
Buon giorno a tutti, non me ne vogliano gli amici della Sezione se prendo in prestito, parafrasandola, la testata di informazione sezionale che puntualmente arriva nelle nostre case, malgrado i difficili e surreali tempi che stiamo vivendo e che mantiene vivo il filo che unisce gli alpini ai propri Gruppi e Sezioni. E’ veramente una situazione di estrema difficoltà per tutti noi quella che stiamo vivendo e che non trova riscontro in nessun periodo della nostra storia e che segnerà per tanto tempo il nostro modo di vivere e di convivere con gli altri, a cominciare dai nostri famigliari, per arrivare a chi non fa parte della nostra ristretta cerchia di conoscenze tra i quali si collocano gli appartenenti alla nostra famiglia verde. Si perché uno dei pericoli in ambito associativo che correremo dopo la cosiddetta riapertura, o fase due che dir si voglia, riguarderà proprio il riprendere a ritrovarci e ad essere alpini, riprendendo le nostre abituali iniziative, senza strafare certo, ma con l’intento di tornare a una, seppur forzata, normalità. E a questo punto entra in gioco ognuno di noi, alpini, amici, aggregati ognuno con l’impegno morale di dare il proprio contributo a iniziare magari proprio da chi non ha mai frequentato o da molto tempo ha tralasciato la vita associativa perché, parliamoci chiaro, vista l’età non sempre verde di chi sinora si è impegnato mantenendo vivo il nostro Gruppo, è presumibile che, seppur con un allentamento delle limitazioni, si corre il rischio che venga meno la presenza di alcune figure “storiche” ed è appunto in questo momento che sarà richiesta la presenza di nuova linfa vitale per poter proseguire la nostra vita associativa.
Questo è il problema e se scrivo, con la BURIANA di questi tempi che c….o scrivo? Sarei ben felice se qualcuno mi desse una risposta, una qualsiasi,non importa. Ormai sono quindici giorni che sono letteralmente chiuso in casa: una volta che hai esaudito qualche … sognata pigrizia, ti domandi e mo? Frastornato da quanto si sente alla tv o si dice fra noi al telefono o tramite internet ormai ti rendi conto che siamoaggrappati solo ad una speranza per chi non crede e ad una fede per altri; ambedue cose non facili: non facili perché la realtà che ci circonda è costituita in granparte da fatti concreti listati a lutto.Stiamo assistendo ad un crollo di un imperativo imposto da un maniacale arrivismo, da unachimera di potenza infinita, costi quel che costi, fossero pure i morti: adesso ci siamo. Sono bastati solo due mesi per metterci in ginocchio ecostringerci a chiedere aiuto al mondointero: chi l’avrebbe mai detto eppure. Ce la faremo a risalire la china?Siamo nel mezzo di un disastro che mi ricorda la costante domanda che Giuanin faceva al suo sergente, Mario Rigoni Stern autore del famoso “Il sergente nella neve“ Sergentmagiù ghe rivarem a baita? Erano in Russia: nelle postazioni sul Don e durante la tragica ritirata che immortalò l’epopea alpina Giuaninera certo solo della catastrofe che lo circondava e non gli offrivanulla se non una disperata speranza. Erano in guerra, anche noi oggi lo siamo: una guerra diversa nella quale nessuno di noi ha certezze e non puòfare scommesse, masolo resistere e sperare … che finisca presto in modo tale da poter gustare ancora la bellezza della normalità; non sono parole mie ma sentite alla radio, RTL per l’esattezza.
E ci ritornano in grande stile con una intera settimana di “lezioni” che ci hanno visti impegnati su due fronti distanti fra loro una cinquantina di Km. e rispettivamente a San Vittore Olona e a Melzo. Tre di questi incontri si sono tenuti nelle giornate del 3 - 4 e 7 febbraio alle Scuole Medie di San Vittore Olona dove, grazie all’interessamento e al lavoro preparatorio delle Prof.sse Ori, Colucci e Aura abbiamo incontrato gli studenti delle terze medie ai quali abbiamo proposto una riflessione sulle condizioni di vita (e purtroppo anche di morte) dei soldati impegnati nel primo conflitto mondiale e della loro permanenza durata a volte diversi mesi nell’inferno delle trincee sottoposti al tiro e agli attacchi degli avversari, che comunque erano ragazzi come loro che si sono trovati a subire una guerra ingiusta dove ogni “parte” ha pagato un prezzo altissimo. Naturalmente la lezione verteva anche sulla permanenza in postazioni di alta quota in quella poi chiamata “Guerra Bianca” dove i soldati, soprattutto gli alpini, hanno dovuto affrontare condizioni veramente disumane.
11 settembre 1942 i Russi avevano passato il fiume Don attacando i nostri in prima linea poi la mia compagnia va all’asalto i russi si sono ritirati nelle loro posisioni ma fanno un sbarramento con i mortai, un fuoco terribile su di noi.
A militare a Ventimiglia
Quando sono partito per il militare dovevo andare a Ventimiglia non sapevo dovera poi ho saputo che era in Liguria e c’è il mare erocontento cosi potevo vedere il mare che non lavevo mai visto arrivatia Ventimiglia la stazione era stata bombardata entriamo in una baracca aspettare che veniva la musica accompagnarmi sapevano che quel giorno venivano le reclute. Il mio Reggimento aveva combattuto in Francia erano verso il ….e il monte grosso. Erano diciotto mesi che ero a militare c’è ordini che dovevamo andare in Russia eravamo in pensiero andare a fare la guerra ci pensavamo tutti anche quelli che avevano fatto già due guerre. Arriva il Re passiamo in rassegna i ultimi quindici giorni a Ventimiglia cera tanta gente che venivano trovare i suoi figli o fratelliper vederli e salutarli forse per l’ultima volta, quando facevamo le marce vedevo per tre o quattro chilometri soldati una lunga colonna pareva che tutti i soldati D’Italia erano a Ventimiglia ma cera soloun reggimento in giro per Ventimiglia si vedeva solo che soldati.
Permettetemi una riflessione su questo particolare momento che la nostra Nazione sta vivendo a causa dell’epidemia che ha costretto ognuno di noi se non a stravolgere, sicuramente a cambiare le abitudini che rendevano la nostra vita “normale”. Non entro nel merito della validità e del tipo di misure adottate, ci si augura che gli Enti preposti abbiano valutato attentamente il tutto, quello che mi ha colpito è stata la reazione della gente ad una situazione che, certamente unica dalla fine del secondo conflitto mondiale, ha generato una sorta di si salvi chi può con supermercati presi d’assalto e scorte impressionanti di viveri che hanno avuto il solo risultato di svuotare gli scaffali con buona pace e insperati guadagni per le grandi catene di distribuzione che comunque, dopo nemmeno 48 ore, avevano già ripristinato le scorte e la conseguente minore affluenza di clienti impegnati a stivare nelle dispense quanto acquistato e a consumare a ritmo serrato i generi magari deperibili ( ho visto carrelli strapieni di frutta e verdura che nel giro di qualche giorno sarebbe finita, mi auguro, nelle mense dei poveri piuttosto che gettata nella spazzatura). Non ho potuto fare a meno di tornare ai vecchi tempi quando in momenti difficili i vicini di casa si davano una mano nelle situazioni di “emergenza” magari scambiandosi il poco cibo che avevano vivendo comunque un clima di solidarietà. Facciamo dunque tesoro di questa, seppur negativa, esperienza che dovrebbe insegnarci nel futuro a godere di quella “normalità” che diamo per scontata e per quanto riguarda noi alpini un invito, quando questa emergenza sarà finalmente rientrata a ritornare o, per alcuni, ad iniziare a frequentare la nostra sede, la nostra casa anche per ridare fiducia a quanti non hanno mai voluto rinunciare a quelle ore passate tra le immagini dei nostri Veci, quei Veci che stremati, affamati e congelati hanno attraversato mezza Europa a piedi per tornare a baita, che ci guardano e ci ricordano che seppur tra le più difficili prove, la vita DEVE continuare.
DopoNatale ovviamente l’anno nuovo ha bussato alle porte, anzi siamo già a metà gennaio 2020 non ce ne siamo accorti ma i nuovi impegni sono a ricordarci che la vita associativa continua. Dopo l’assemblea di fine novembre che sancì Maggioni a nuovo capogruppo, nuovo si fa per dire, che riprese in spalla questo zaino e non si tratta di bruscolini se uno lo vuol farecome Dio comanda, eccoci a dicembre con la domenica conviviale per gli auguri natalizi. Purtroppo, secondo il mio punto di vista, discutibilissimo, la frequenza dei soci/famiglie non ha premiato di certo la buonavolontà di quanti si sono impegnati al buon esito della giornata dove anche il vecchio ma sempre giovane gioco della tombola poteva costituire un motivo in più per favorire lo stare insieme, almeno una volta all’anno: azzardo a sospettare che il motivo stia nei premi di scarsissima portata, mancavano crociere, minivacanzeo soggiorni elio-fisio-fitoterapici e via di questo passo. Obiettivamente ci siè posti il problema in sede durante l’ultima serata di consiglio ossia se valesse la pena del tanto darsi da fare; lo so che mi attirerò qualche “scarpata“ da qualcuno ma il fatto che se ne sia discusso fratutta la “solita manovalanza” significherà pur qualcosa.Cambiando argomento: eccoci alla Messa in Duomo a Milano, 15.12 2019.
Vorrei aggiungere solo qualche riga all’articolo “si riparte“ in riferimento a Sant’Antonio chiamato in causa affinché ci desse una mano. Veramente merita un applauso perche le mani sono state più di DUE sia per il bel tempo esia per il fatto che il risultato della serata del falò in programma abbia superato di gran lunga le più ovvie speranze: notevole l’affluenza da parte del pubblico, Sindaco compreso, tempo ottimo, freddo compatibile con la stagione e l’assenza di un qualsiasiproblema veramente serio, quindi tutto ok. Mi premeva allegare questa puntualizzazione dopo la serata di ieri sull’onda dell’emotività suscitata dallamanifestazione nel suo insieme, dalla nostra magnifica banda che ci onora sempre della sua presenzaealla quale va sempre un GRAZIE grande cosi, e dal FALO’ che si è rivelato all’altezza delle aspettative. In realtà ha nicchiato un po’ a brillare facendosi attenderefinché la caparbietà dei ”fuochisti” ebbe il sopravento premiando cosi l’attesa dei presenti all’avvenimento con isogni e leovvie fantasie che automaticamente vengono suscitate nei partecipanti a simili manifestazioni … le stesse che sorgono quando ognuno di noi contemplain silenzio le fiamme di un qualsiasi focolare o caminetto. Come da accordi, chiudolasciando il compito di un resoconto circostanziato e meglio dettagliatodell’evento ad una firma di maggior prestigio rispetto a quella del solito.
Domenica 12 gennaio, come stabilito a dicembre, si è svolta la prima uscita addestrativa della S.I.A. del 2020 nello stupendo scenario dell’Alpe Devero in alta Val Formazza nel cuore delle Alpi Lepontine. Il ritrovo era fissato all’uscita autostradale di Legnano dove ci siamo uniti alla squadra dei melzesi coi quali, percorrendo la statale del Sempione abbiamo imboccato la strada per la Val Formazza e sorpassato Crodo abbiamo raggiunto Baceno da dove abbiamo imboccato la diramazione per Goglio, dove una stradina più ripida conduce infine all’Alpe Devero che abbiamo trovato straordinariamente affollata di gente venuta a godersi la bellissima giornata, alcuni utilizzando gli impianti di risalita ma la maggior parte (per fortuna) godendosi la fatica della salita con ciaspole e pelli di foca. Dopo un paio di ore di risalita ci si accampava al dosso sottostante la vetta del Monte Cazzola a causa della stanchezza accumulata e dal fatto che proseguendo non si aveva più la protezione del bosco e il vento gelido la faceva da padrone. Il sottoscritto e un altro paio di temerari abbiamo comunque raggiunto la cima posta a 2.330 mt. anche se purtroppo abbiamo potuto godere per brevissimo tempo dello stupendo panorama che si apriva ai nostri occhi dalla vetta circondati dalle cime innevate e vedendo in lontananza la catena Helsenhorn – Cervandone.
Nell’ultimo mese e mezzo i componenti della S.I.A. hanno effettuato due uscite, la prima per definire il programma per il 2020 e la seconda come esercitazione in ambiente innevato. Come da tradizione, il 22 dicembre ci siamo ritrovati in frazione Rancio di Lecco da dove parte il sentiero che, lungo le pareti del Monte S. Martino, conduce al Rifugio Piazza gestito dagli amici alpini del Gruppo di Rancio Laorca per quello che è l’appuntamento finale dell’anno nel corso del quale vengono ricordati nella cappelletta adiacente il Rifugio, i componenti della Squadra che sono “andati avanti”. Al termine del momento di raccoglimento prendiamo possesso della saletta, ultimamente restaurata, dove inizia la riunione volta alla stesura del programma addestrativo dell’anno entrante stabilendo le località e soprattutto le date dove svolgere le future esercitazioni. Naturalmente essendo in periodo natalizio e sentendo l’aria di festa, terminato l’impegno “ufficiale” ci si concede di festeggiare in buona compagnia la gioia di ritrovarci insieme scherzando e godendo di quella bella giornata deliziata dal buon cibo preparato dagli amici alpini. Nel pomeriggio si riprende la strada del ritorno e, raggiunte le auto ci si scambia gli ultimi auguri rientrando a baita.
Come ogni anno e’ di dovere l’assemblea di gruppo mirata ad esaminare quanto fatto durante l’annata nei pro e nei contro con uno sguardo sull’attività futura.Prima di iniziare la riunione alla presenza di Rodeghiero a rappresentare la Sezione, accompagnato dai consiglieri Pivae Piccioni avvenne il saluto alla bandiera seguito da un attimo di raccoglimento in ricordo dei nostri “andati avanti” assieme ai caduti in servizio nelle Forze Armate, dopo il quale si affrontarono gli argomenti in scaletta. Prese la parola il capogruppo Morlacchi Angelo. La sua relazione annuale fu stringata, essenziale su quanto il gruppo abbia operato nelle varie occasioni dell’anno trascorso e con la partecipazione alla vita sociale della sezione avvenuta in modo soddisfacentea cominciare con il prima, il durante e dopo l’Adunata Nazionaleo del centenario a Milano e alle manifestazioni dei vari gruppi sezionali. Il capogruppo si premurò di ringraziare quanti avevano collaborato al buon andamento del gruppo riconfermando la sua decisione di lasciare l’incarico per motivi personali e comunque noti a tutti i soci. Va rimarcato come la relazioneannuale assiemealla successiva, economica, siano sempre a disposizione dei soci il cui numero, durante la serata, è stato notevole considerando il fatto che molti erano impossibilitati a presenziare giustificati dalla lontananzao per impegni improrogabili. Al capogruppo seguì la lettura sulla situazione economica dove si sonoevidenziatele spese che quest’anno si sono dovute affrontare: acquisto della nuova cucina, della caldaia per il riscaldamentoper finire con il nuovo frigo-bar: tutti elettrodomestici ”giunti quasi in contemporaneaa fine corsa … un’autentica congiura“. A questo vanno aggiunti i normali pagamenti di bollette e varie per la manutenzione della baita stessa, delle attrezzature, (rasaerba, trattorino, ecc.). Ambedue le relazioni sono state approvate per alzata di mano.
Inizio questa relazione chiedendo un momento di silenzio per ricordare i componenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita nell’espletamento del loro dovere, ma anche familiari e amici del Gruppo che non ci sono più; ed anche due grandi Alpini che hanno fatto la storia della sezione di Milano Cesare Lavizzari e Antonio Fenini ed il capigruppo di Abbiategrasso Alfonso Latino che sono “andati avanti” nel corso del 2019. Nei primi sei mesi di quest’anno gli sforzi di tutti gli alpini della sezione di Milano sono stati rivolti alla grande Adunata del Centenario. Alcuni erano dubbiosi circa la buona riuscita di questa grande manifestazione. Per chi ha partecipato è stata una grande esperienza e un privilegio in quanto protagonista di questa grande avventura. L’impegno e il sacrificio di molti Alpini e Amici degli Alpini milanesi merita un grande grazie da parte dell’intera Associazione. Non nego che ci sono stati mugugni e qualche discussione, come per ogni attività e a qualunque livello, ma alla fine tutto si è risolto per il meglio. E’ stato difficile far capire che quella di Milano sarebbe stata un’ Adunata diversa dalle altre per vari motivi, non ultimo la grandezza della città che la faceva sembrare non pienissima ed anche la mancanza delle bandiere nella periferia. Siamo comunque arrivati bene alla fine dell’Adunata avendo affrontato e portato a termine un intenso programma. La sezione di Milano coi suoi Alpini e Amici è uscita a testa alta e con onore da questa grande prova. La celebrazione del Centenario si è conclusa lunedì 8 luglio con la cerimonia ufficiale culminata conlo scoprimento di una targa in Galleria Vittorio Emanuele dove si è ufficializzata e ha avuto la sua prima sede la nostra associazione che era nata dall’incontro e dalla volontà di poche decine di reduci della Prima Guerra Mondiale.
Conclusione di una bella esperienza (Gennaio 2020)
CONCLUSIONE DI UNA BELLA ESPERIENZA
Venerdì 22 novembre, ospiti degli amici alpini del Gruppo di Melzo, abbiamo partecipato alla chiusura ufficiale della bella esperienza intrapresalo scorso settembre quando abbiamo avuto la fortuna di accompagnare 17 studenti della 5° classe del Liceo Scientificodell’Istituto Macchiavelli di Pioltello nella visita delle gallerie del Pasubio e dei luoghi che hanno vissuto una delle pagine più cruente della Grande Guerra. Come ci eravamo ripromessi quando ci siamo salutati al rientro da questa bella avventura, ci siamo ritrovati per passare una serata conviviale nel classico spirito alpino, attorno ad un tavolo, alla buona, ma in altrettanto buona compagnia. Tutto è naturalmente filato liscio come l’olio (ed altri liquidi presenti) ed al termine della cena conviviale abbiamo potuto rivedere le immagini della due giorni e ripercorrere i momenti belli passati in compagnia, ma la sorpresa più coinvolgente ce l’hanno regalata i ragazzi che si sono cimentati nella realizzazione di un bellissimo filmato da loro stessiinterpretato nel quale hanno raccontato questaesperienza dal loro punto di vista e le emozioni che hanno riportato in questi due giorni passati con gli alpini in montagna. Ringraziamo quindi di cuore gli amici del Gruppo di Melzo per la calorosa ed ospitale accoglienza e le ragazze e i ragazzi della Scuola per il loro impegno e alle insegnanti per il costante e prezioso lavoro svolto.
di questo mese … siamo arrivati al giro di boa che ci ha visto veramente impegnati già dai primi giorni: occorre una sosta per rinfrancarci un po’ e a tal proposito arriva giusta e ad hoc la cassoeola autunnale in programma per il 15 novembre. Si tratta di un piattomolto atteso dai tanti che da tempo si sono prenotati. Il numero è decisamente alto, ci vorrebbe un piano mansardato nella nostra baita. Detto ciò riandiamo, per dovere di cronaca a quanto fatto, specialmenteper chi a causa d’impossibilità e/o svariati motivi non ha potuto presenziare.E’ stata partecipe la visita ai cimiteri, a trovare i nostri soci “andati avanti “ come recita illessico alpino; eravamo una decinaarmati di piantina deivari cimiteri,sono più di unoe ogni volta ci si trova incerti sull’ubicazione di qualchetomba. Tranquilli, non abbiamo dimenticato nessuno concludendo sempre al sacrario dei caduti di tutte le guerre: in contemporanea si rinnovano quasi da cronometro gli incontri seppur casuali con gli alpini dei gruppi vicini impegnati nello stesso dovere morale; credo che tutto questo faccia veramente onore alla nostra Associazione e ce lo confermano le tante persone che incrociamo nei vari camposanti.
Nella settimana dal 5 al 10 novembre si è tenuta l’ESERCITAZIONE di ProtezioneCivile denominata VARDIREX 2019, giunta quest’anno alla sua seconda edizione e dislocata in tre basi di lavoro (2 in Liguria e 1 in Lombardia). Questa esercitazione, unica nel suo genere perché coinvolge circa 850 operatori tra volontari dell’Associazione Nazionale Alpini e militari dell’Esercito che operano, seppur nelle rispettive specialità, in sintonia al fine di testare le capacità operative dei partecipanti simulando l’intervento in caso di calamità causata da terremoto o grandi alluvioni predisponendo un vero campo di accoglienza provvisto di ogni necessità, dalle tende pneumatiche, al posto medico, alla cucina, alla mensa, ai servizi igienici e docce, sala radio operativa e centro logistico/informatico.
19-20 OTTOBRE 2019 A PIACENZA RADUNO DEL 2°RAGGRUPPAMENTO
All’appuntamentonon poteva mancare il nostro gruppo che si presentò con un discreto numero: 6 soci al mattino di domenica 20 u.s. si trovarono puntuali alla fermata del pullman ( il ns. capogruppo era già a bordo mentrel’ottavo, da noi sopranominato l’uomo delle stelle, ci attendevaa Piacenza, giusto per l’esattezza ) il tutto organizzato in collaborazione con il capogruppo di Castano Primo( graziee alla prossima ). Mi piaceva esserci quel giorno perchéavevo già mancato ad alcune date precedenti e per rivivere in quella città, Piacenza, un po’ dell’Adunata del 2013. E’ ovvio, partecipare quest’anno, non è paragonabile all’ evento di allora certamente dipiù ampio respiro .. alpini che arrivano da tutto il mondo … fantastico … che si ritrovano perché sentono di doveresserci, quasi un obbligosequenzialecon l’iscrizione all’A.N.A.Così a Piacenza in quest’ultimo incontro abbiamo potuto rivivere seppur in forma ridotta la stessa atmosfera dell’adunata-madre. Già lungo l’autostrada i pullman carichi di alpini si fiancheggiavano, si superavano,ognuno dei passeggeri si sentiva accomunato dal medesimo scopo, dallo stesso traguardo.
Nell’ambito del Progetto dei CPPC (Centri per la Promozione della Protezione Civile) giunto al terzo anno di svolgimento, in considerazione anche della SETTIMANA NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE, gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale Renato Cartesio di Cinisello Balsamo e l’Istituto di Istruzione Superiore Niccolò Macchiavelli di Pioltello, hanno partecipato ad una attività didattica comune che si è svolta nelle giornate da martedì 14 a giovedì 16 ottobre nell’arco della mattinata scolastica nelle relative scuole. Noi della Sezione di Milano siamo stati assegnati a Cinisello presso l’ITI LSA Cartesio un mega Istituto che ospita oltre 4.000 studenti suddivisi in diversi rami di future specializzazioni delle quali sei classi a rotazione si sono alternate nelle attività proposte dai diversi specialisti di P.C. suddivisi in sei “isole” ognuna con una sua particolare specialità. In un gazebo veniva illustrata l’organizzazione della PC e i comportamenti di prevenzione ed auto protezione, una postazione mostrava l’utilizzo delle radio per sperimentare come funziona la comunicazione in emergenza con tale strumentazione, una unità della Croce Rossa tendeva a far capire come chiamare correttamente i soccorsi e sperimentare alcune semplici, ma importanti, manovre salvavita, un mezzo A.I.B. (Antincendio boschivo) illustrava l’attività dell’antincendio e sperimentava l’attacco al fuoco con l’utilizzo anche da parte dei ragazzi delle manichette a secco.
L’allarme generale è suonato alle ore 3 della notte di sabato 28 settembre, l’esplosione in una azienda chimica a Nerviano ha provocato dei crolli di strutture sotto le quali sono rimasti imprigionate delle persone. Viene subito allestito un centro di coordinamento perle operazioni presso la sede del Gruppo Cinofili di Nerviano, già operativo dalle ore 4, ed allertati i volontari coinvolti nelle operazioni di soccorso.Fortunatamente questa è una esercitazione, denominata MAST 2019, organizzata dalla Città Metropolitana di Milano con il supporto operativo delCCV – MI e che, da venerdì 27 a domenica 29 settembre ha visto coinvolti oltre 850 volontari di 92 organizzazioni appartenentialle specialità idrologico, taglio, misto idrogeologico, logistica, ricerca persone disperse, AIB (anti incendio boschivo) sommozzatori, ricerca cinofila, supporto psicologico, valutazione strutturale dei fabbricati che fanno capo al campo base posto ad Abbiategrasso e che per tutta la durate dell’esercitazione è rimasto in costante contatto radio con tutti i campi operativi nelle varie località dove erano allestite le rispettive zone di intervento.
Nel 1916, dopo l’entrata in guerra dell’Italia contro l’esercito Austro-Ungarico, il Comando Supremo Italiano dislocò truppe sul confine italo - svizzero dal Monte Bianco al Pizzo Scalino in alta Valmalenco. Nel settore Mera-Adda (Valchiavenna-Valtellina) furono dislocati numerosi reparti tra i quali spiccavano 7 drappelli di Alpini sciatori dislocati nelle varie vallate di cui 2 in Valmalenco dove, presso il Rifugio Marinelli siteneva un corso Sciatori agli ordini del Capitano Davide Valsecchi.In quei mesi si alternarono circa 300 alpini dei quali 200 alla Marinelli, 28 all’Alpe Musella e 80 a valle presso la frazione di Tornadri alternando la preparazione sciistica alla manutenzione ed ampliamento del Rifugio e alla miglioria delle mulattiere. Trascorso l’inverno del 1916, la primavera del 1917 si rivelò particolarmente insidiosa a causa delle abbondanti nevicate e quelle condizioni critiche causarono il 1° di aprile una grossa valanga che, staccatasi dal Sasso Moro si abbatté sul Rifugio Musella dove si trovavano i 28 alpini alcuni dei quali si salvarono uscendo dalla cappa fumaria.Purtroppo per 8 di loro non ci fu nulla da fare ed altri 14 furono seriamente feriti, mentre il Caporale paolini riuscì a scendere a Tornadri a dare l’allarme ed immediatamente scattarono i soccorsi. Il giorno seguente dalla Marinelli il Capitano Valsecchi, ignaro dell’accaduto, inviò a valle un drappello dei 42 tra i suoi migliori Alpini sciatori per approvvigionare viveri e legna.
… come già noto dalla foto che il capogruppo Angelo ha messo in rete, sabato mattina alcuni dei soci si sono recati a far visita agli ospiti della casa riposo S. Remigio di Busto Garolfo. Abbiamo accolto l’invito che ci è stato fatto da Simona, l’animatrice, ovviamente in accordo con la direzione. La motivazione base di questo invito è facilmente intuitivae …pecchiamo di presunzione, ci sta … gli alpini sono ben voluti da tutti,in concorrenza con i bersaglieri accattivanti con il loro passo di corsa e le piume al vento, ma quando si parla di alpiniè spontanea e immediata l’immagine di gente buona, che suscita da subito simpatia, simbolo di lavoro e di onestàpronti all’immediato aiuto nelle calamità, tenaci in montagna nonché ligi al dovere anche quello che ti fa sputare l’animaecc… ecc… Certamente tutto questo può sembrare retorica, siamo d’accordo; diversamente vallo a spiegare ilsorriso apparso sul volto degli ospiti al nostro ingresso. Eravamo un piccolo drappello non tanto lontani dalla loro età, purtroppo tranne due gli altri erano vicini a quel limite in cui diventa impossibile sostenere di essere ancora “erba verde”. Allora siccome il discorso rischia di prendere una brutta piega veniamo all’incontro che come scaletta del giorno prevedeva una lezione “richiesta e concordata” sul tema: storia della nostra bandiera italiana.
e 17 splendidi ragazzi e ragazze della 5° classe Liceo Scientifico dell’Istituto Machiavelli di Pioltello che per due giorni, venerdì 20 e sabato 21 settembre, hanno condiviso con noi l’esperienza didattica percorrendo la strada delle 52 Gallerie del Pasubio e visitando i luoghi che hanno visto l’epopea degli Alpini e dei Fanti contrapposti alle armate Austro-Ungariche nel corso della Grande Guerra. L’esperienza è stata resa possibile dalla collaborazione tra gli alpini del Gruppo di Melzo e della S.I.A. e le insegnanti dell’Istituto, le Professoresse Paola Guidotti e Morena Cicolin, vere macchine da guerra che hanno saputo instaurare con gli studenti un rapporto speciale ben rappresentato dall’affetto che i ragazzi hanno dimostrato nei loro confronti. E così, come da programma, puntualmente alle ore 6 di venerdì la partenza da Pioltello e, dopo una breve sosta per colazione in autostrada, eccoci arrivare a Passo Xomo dove, scesi dal pullman troppo grande per salire la tortuosa strada, ci trasferiamo su due pulmini pressi a noleggio che in breve ci portano a Bocchetta di Campiglia da dove inizia l’escursione dopo averci divisi in due gruppi per meglio seguire le spiegazioni storiche che gli alpini incaricati dovevano fornire.
L’8 luglio 1919 a Milano veniva ufficialmente fondata l’Associazione Nazionale Alpini ad opera di un pugno di Reduci che hanno gettato le basi di quella che sarebbe diventata la più grande associazione d’arma del mondo, ma il racconto della storia lo lascio a persone più competenti del sottoscritto, quello che voglio invece raccontare sono le emozioni provate lunedì 8 luglio partecipando alla ricorrenza ufficiale organizzata dalla Sede Nazionale. Personalmente, sarà forse perché dell’Adunata Nazionale ho visto ben poco in quanto impegnato per tutta la settimana nell’organizzazione, ma ho veramente apprezzato questa giornata potendola vivere appieno questa volta da “spettatore” seppur protagonista insieme alle migliaia di alpini che hanno voluto essere presenti a questo evento unico (anche perché anagraficamente un altro centenario sarà per noi impossibile vedere). La cerimonia iniziale ha visto confluire al Sacrario di S. Ambrogio tutte le delegazioni provenienti da ogni parte di Italia per rendere omaggio ai nostri Caduti alla presenza del Labaro Nazionale scortato dal Presidente Favero, del Ministro dell’Interno Salvini, dal Vicesindaco di Milano Scavuzzo, dal Sottosegretario alla Difesa Volpi e dal Comandante delle Truppe Alpine Gen. Berto.
Quando nel 2017 è partito il progetto del Campo Scuola Sezionale, prevedeva un impegno della durata di 3 anni in modo da arrivare al fatidico 2019 in concomitanza dell’Adunata del Centenario che si sarebbe tenuta a Milano, ed in effetti quanto proposto ed accettato da molti si è realizzato anche se, ad onor del vero, strada facendo alcuni hanno deciso di tirare i remi in barca, malgrado ciò l’intero programma può considerarsi portato a termine. Lo scorso anno alla fine dell’esperienza del campo tenutosi a Cesano Maderno era stata aggiunta una appendice in collaborazione con gli alpini della Sezione di Lecco dei quali eravamo stati ospiti per due giorni al Pian delle Betulle ed in quella occasione era nata l’idea di unire le forze ed organizzare l’edizione del 2019 insieme individuando quale scenario la bellissima Villa Grugana a Calco, immersa nel verde e sede del P.I.M.E. gentilmente messa a disposizione per l’occasione. Quella che segue è la cronaca della settimana che ci ha visti impegnati affinché tutto potesse andare alla perfezione e che ha visto i volontari della nostra P.C. Sezionale operare ininterrottamente collaborando con gli alpini di Lecco per fare in modo che i ragazzi si trovassero a proprio agio. Dalla domenica precedente il lavoro si è svolto nel campo alzando le tende della Colonna Mobile, montare le brandine, tirare le linee elettriche e predisporre i servizi fino al mercoledì pomeriggio quando hanno iniziato ad arrivare le ragazze e i ragazzi che avrebbero passato i successivi 5 giorni in comunità.
… non per curiosità ma con l’intento di ritrovare un alpinoche avevo conosciuto a L’Aquila durante il mio impiego di protezione civile a seguito del terremoto del 2009 … avevo sì un numero di telefono ma ormai erano passati 10 anni … una parola … , d’altra parte la coincidenza di unviaggio da quelle parti mi offriva la possibilità di un tentativo che non mi sono lascito sfuggire … ho fatto non bene ma benissimo. Commentavo con un amico alpino del Veneto quanto sia stata ricca di soddisfazioni quell’esperienza … da invidia.Tutto iniziò con l’adunata di Milano, esattamente nella sede del gruppo di Legnano dove un alpino del coro di Ronciglione( Vt), loro ospite,si rese disponibile relativamente alla possibilità di mettermi in contatto con il capogruppo di Accumoli. Fu cosi che dopo l’incontro nella sua città eccolo immediato nella disponibilità, da subito col farmi sentire suo amico e nel presentarci ad ognuno, sottoscritto e moglie, con … il mio amico alpino venuto da Milano …. roba da essere in costante imbarazzo. A seguire è stato un autentico tam-tam “verde”, un passa parola che mi ha permesso, a cascata: uno chiama l’altro, di venire a contatto con gli alpini di Fossa, Accumoli, Arquata del Tronto non tralasciando Amatrice. Non riesco a trasmettervi quanto ecome questi nostri socisiano entrati nel mio mondo dei ricordi … è difficile perchéognuno di noi ha una propria sensibilità che lo guida nel valutare quanto lo circonda e lo coinvolga.
Sabato 13 e domenica 14 luglio la squadra SIA della nostra P.C. Sezionale ha effettuato l’uscita mensile con destinazione Adamello in sostituzione della prevista nella zona del Tonale in quanto doveva essere testata sul campo la possibilità di accompagnare in quota una classe di studenti del Liceo N. Macchiavelli di Pioltello nel prossimo settembre. Effettivamente al termine della due giorni, e tenendo buon conto dei suggerimenti del gestore del Rifugio, si è giunti alla conclusione di modificare la prevista esperienza con una soluzione altrettanto soddisfacente ma che richiede un minore impegno sia fisico che psicologico. Comunque alla partenza del posteggio di Pian della Sega in Val di Borzago in Trentino (per intenderci sulla direttiva per Madonna di Campiglio) ci siamo ritrovati con gli amici del Gruppo di Melzo, in tutto una decina di alpini accompagnati dalla Prof.ssa Guidotti che doveva appunto valutare la fattibilità del progetto e, caricati gli zaini, ci siamo messi in cammino con destinazione il Rifugio Carè Alto, posto a quota 2.459 mt. e sede, nel corso del primo conflitto mondiale, di una base logistica austriaca che costituita da una trentina di costruzioni tra cui una centrale elettrica e una telefonica.Attualmente il Rifugio è dedicato a Dante Ongari, studioso e frequentatore di queste montagne.
Confesso che a volte faccio molta fatica a capire il mondo in cui viviamo e capisco sempre più il detto che recita: “Non c’è limite al peggio”. Mi riferisco alla notizia diventata di pubblico dominio all’inizio di luglio e che riguarda l’odissea dell’Appuntato in congedo dei Carabinieri Pietro Sini di 55 anni, uno dei superstiti dell’orrendo attentato di Nassiriya che il 12 novembre del 2003 costò la vita a 19 italiani, la maggior parte dei quali appunto Carabinieri. Ebbene, Sini che nell’attentato si prodigò per portare soccorso ai commilitoni feriti e riportò a sua volta gravi lesioni, fu insignito dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano della Medaglia d’Oro al Valor Militare per il coraggio dimostrato, non si è mai visto riconoscere l’aggravamento della sua invalidità e ha deciso di protestare in maniera più che civile, partendo da Porto Torres dove vive e recandosi a Roma per riconsegnare la Medaglia d’Oro giudicata quasi una presa in giro, perché con una medaglia non ci mangi. Ora lo Stato, offeso da tutto ciò, gli presenta il conto e pretende da Pietro (mi permetta la confidenza perché in questo caso rappresenta tutti noi) il pagamento del conio della Medaglia pari a Euro 1.450 evidenziando la magnanimità di abbonargli l’importo dell’ I.V.A. (bontà loro !!!).
E dopo l’Adunata del Centenario, la Sezione di Milano ha festeggiato il 54° Raduno Sezionale a Ponte Selva tenutosi domenica 9 giugno presso la struttura della Casa dell’Orfano, voluta da Mons. Antonietti per accogliere gli orfani di guerra. Il copione è stato rispettato nel segno della tradizione con il ritrovo dei Gruppi partecipanti che di buon mattino si sono subito preoccupati di “prenotare” i posti tavola sotto il grande tendone adibito a mensa ed incontrando, alcuni dopo tanto tempo, vecchi amici con la penna. L’inizio della manifestazione ha avuto luogo con lo schieramento dei presenti per la cerimonia dell’Alzabandiera e dell’Onore ai Caduti con la deposizione di una corona di alloro, seguita dalla formazione del corteo che si è recato presso la Chiesetta della casa all’interno della quale riposano le spoglie di Mons. Antonietti. Sia il corteo che la successiva S. Messa sono stati accompagnati dalle note della fanfara Sezionale che ha visto la luce proprio in occasione del Raduno dello scorso anno e che quindi ha festeggiato il suo primo compleanno, a tutti i componenti un ringraziamento per il loro impegno e la costanza nel prepararsi a questi eventi.
L’articolo vuole essere un contributo al nostro giornalino mensile per quel grande evento che è stato la 92° adunata nazionale alpini a testimonianza del centenario di fondazione dell’ANA. L’impegno della Sezione di Milano è stato notevole ma il risultato, soprattutto come partecipazione di penne nere, è stato eccezionale. Una adesione cospicua con grande soddisfazione per gli organizzatori e per tutti noi alpini. Tutto è andato bene ( qualche tricolore in più non guastava… ). Diverse le iniziative in programma da venerdì 3 Maggio a domenica 12 Maggio. Venerdìla prima emozione: il Coro ANA di Milano diretto dal bravissimo Massimo Marchesottisi è esibito al Teatro della Scala con la partecipazione della bravissima attrice Pamela Villoresi. Diciotto brani più due bis più l’Inno di Mameli cantati davanti a un teatro esaurito ( 2030 posti ) presenti autorità, veci in tutti i sensi ( un alpino di 106 anni, uno di 97 anni e poi tanti a scalare ). Nomi alpini noti ( Luca Barisonzi il più applaudito ). Insomma due ore di canti di montagna ben eseguiti e calorosamente applauditi. Saltiamo a venerdì 10 maggio dove alle ore 10 in una Piazza del Duomo affollata si è concretizzato con l’alzabandiera, l’avvio delle più importanti iniziative dell’adunata; presenti, tra gli altri il nostro Sindaco Marilena Vercesi con fascia tricolore.
Dopo cosa?l’Adunata .. è ovvio. Cosa dire al di là che è passata, che poteva andar peggio o meglio, se siamo stati fortunati o no? Forse la domenica del 12.5.2019 Giove Pluvio era impegnato su altri fronti anche se al sabato pomeriggio con una tempestata dalla T maiuscola ci aveva fatto capire che poteva venirci a trovare anche il giorno successivo.Cosi non è stato e da questo punto di vistanon si poteva avere di meglio: bel tempo quindi specialmente senza la “cottura” dall’asfalto bollente nell’attesa dello sfilamento. Peril resto tutto bene? Che sia andato nel migliore dei modi? Per quanto mi riguarda, questa adunata è statavissuta in modo diverso dalle altre quando ero soltanto “l’alpino-turista“ di turno felice di poter partecipare dopo l’affanno di mesi prima nella ricerca di un posto dove campeggiare, tempo fa con la tenda e, successivamente data l’età dei più di noi, del nostro gruppo, con i camper. Credo di poter affermare senza tema di smentita che quel periodo, per intenderciquello della tenda, pur fornitadi ogni comodità assieme a qualche disagio, appartenga ormai da qualche anno al capitolo dei ricordi; comunque sempre bei ricordi. Inconsciamente un sorriso riaffiora da subito con il riandare all’ansia-meteodall’arrivo nella città sede dell’Adunata di quell’anno e al continuo guardare verso l’alto sperando almeno nel tempo necessarioper accamparsi. Ricordo comespesse voltedi notte, fra una russata, unasbrandata o peggiouna foratura del materassino gonfiabile si ascoltava il tuono prima lontano poi sempre più vicino fino alle prime gocce di pioggia che si trasformavano in autentici scrosci.
Sabato 16 marzo il nostro Gruppo in collaborazione con il Complesso Bandistico Sanvittorese e l’Amministrazione Comunale ha presentato, presso la sala polivalente di San Vittore Olona una serata interamente dedicata alla storia degli Inni Italiani. E’ stata una serata molto interessante intervallata da brani inediti (almeno per la maggior parte di noi) suonati come sempre magistralmente dagli amici del Complesso Bandistico che hanno dimostrato la loro bravura eseguendo delle arie nuove anche per loro e che non avevano avuto il tempo necessario per essere sicuri del risultato che comunque è stato pienamente raggiunto, e la narrazione del nostro sempre coinvolgente socio Luciano che ha presentato il risultato di una ricerca che spaziava in uno spazio di tempo per noi lontano, quando la nostra Patria non era ancora tale. Abbiamo potuto seguire l’evoluzione che ha portato all’unità della nostra Nazione attraverso la storia e l’esecuzione di marce e inni che hanno accompagnato la creazione di Stati e Staterelli frutto di accordi, alleanze e a volte battaglie sempre comunque accompagnate da motivi musicali che avevano lo scopo di rafforzare il legame della popolazione e dei soldati.