Associazione Nazionale Alpini -
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Come ogni anno e’ di dovere l’assemblea di gruppo mirata ad esaminare quanto fatto durante l’annata nei pro e nei contro con uno sguardo sull’attività futura.Prima di iniziare la riunione alla presenza di Rodeghiero a rappresentare la Sezione, accompagnato dai consiglieri Pivae Piccioni avvenne il saluto alla bandiera seguito da un attimo di raccoglimento in ricordo dei nostri “andati avanti” assieme ai caduti in servizio nelle Forze Armate, dopo il quale si affrontarono gli argomenti in scaletta. Prese la parola il capogruppo Morlacchi Angelo. La sua relazione annuale fu stringata, essenziale su quanto il gruppo abbia operato nelle varie occasioni dell’anno trascorso e con la partecipazione alla vita sociale della sezione avvenuta in modo soddisfacentea cominciare con il prima, il durante e dopo l’Adunata Nazionaleo del centenario a Milano e alle manifestazioni dei vari gruppi sezionali. Il capogruppo si premurò di ringraziare quanti avevano collaborato al buon andamento del gruppo riconfermando la sua decisione di lasciare l’incarico per motivi personali e comunque noti a tutti i soci. Va rimarcato come la relazioneannuale assiemealla successiva, economica, siano sempre a disposizione dei soci il cui numero, durante la serata, è stato notevole considerando il fatto che molti erano impossibilitati a presenziare giustificati dalla lontananzao per impegni improrogabili. Al capogruppo seguì la lettura sulla situazione economica dove si sonoevidenziatele spese che quest’anno si sono dovute affrontare: acquisto della nuova cucina, della caldaia per il riscaldamentoper finire con il nuovo frigo-bar: tutti elettrodomestici ”giunti quasi in contemporaneaa fine corsa … un’autentica congiura“. A questo vanno aggiunti i normali pagamenti di bollette e varie per la manutenzione della baita stessa, delle attrezzature, (rasaerba, trattorino, ecc.). Ambedue le relazioni sono state approvate per alzata di mano.
Inizio questa relazione chiedendo un momento di silenzio per ricordare i componenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita nell’espletamento del loro dovere, ma anche familiari e amici del Gruppo che non ci sono più; ed anche due grandi Alpini che hanno fatto la storia della sezione di Milano Cesare Lavizzari e Antonio Fenini ed il capigruppo di Abbiategrasso Alfonso Latino che sono “andati avanti” nel corso del 2019. Nei primi sei mesi di quest’anno gli sforzi di tutti gli alpini della sezione di Milano sono stati rivolti alla grande Adunata del Centenario. Alcuni erano dubbiosi circa la buona riuscita di questa grande manifestazione. Per chi ha partecipato è stata una grande esperienza e un privilegio in quanto protagonista di questa grande avventura. L’impegno e il sacrificio di molti Alpini e Amici degli Alpini milanesi merita un grande grazie da parte dell’intera Associazione. Non nego che ci sono stati mugugni e qualche discussione, come per ogni attività e a qualunque livello, ma alla fine tutto si è risolto per il meglio. E’ stato difficile far capire che quella di Milano sarebbe stata un’ Adunata diversa dalle altre per vari motivi, non ultimo la grandezza della città che la faceva sembrare non pienissima ed anche la mancanza delle bandiere nella periferia. Siamo comunque arrivati bene alla fine dell’Adunata avendo affrontato e portato a termine un intenso programma. La sezione di Milano coi suoi Alpini e Amici è uscita a testa alta e con onore da questa grande prova. La celebrazione del Centenario si è conclusa lunedì 8 luglio con la cerimonia ufficiale culminata conlo scoprimento di una targa in Galleria Vittorio Emanuele dove si è ufficializzata e ha avuto la sua prima sede la nostra associazione che era nata dall’incontro e dalla volontà di poche decine di reduci della Prima Guerra Mondiale.
Conclusione di una bella esperienza (Gennaio 2020)
CONCLUSIONE DI UNA BELLA ESPERIENZA
Venerdì 22 novembre, ospiti degli amici alpini del Gruppo di Melzo, abbiamo partecipato alla chiusura ufficiale della bella esperienza intrapresalo scorso settembre quando abbiamo avuto la fortuna di accompagnare 17 studenti della 5° classe del Liceo Scientificodell’Istituto Macchiavelli di Pioltello nella visita delle gallerie del Pasubio e dei luoghi che hanno vissuto una delle pagine più cruente della Grande Guerra. Come ci eravamo ripromessi quando ci siamo salutati al rientro da questa bella avventura, ci siamo ritrovati per passare una serata conviviale nel classico spirito alpino, attorno ad un tavolo, alla buona, ma in altrettanto buona compagnia. Tutto è naturalmente filato liscio come l’olio (ed altri liquidi presenti) ed al termine della cena conviviale abbiamo potuto rivedere le immagini della due giorni e ripercorrere i momenti belli passati in compagnia, ma la sorpresa più coinvolgente ce l’hanno regalata i ragazzi che si sono cimentati nella realizzazione di un bellissimo filmato da loro stessiinterpretato nel quale hanno raccontato questaesperienza dal loro punto di vista e le emozioni che hanno riportato in questi due giorni passati con gli alpini in montagna. Ringraziamo quindi di cuore gli amici del Gruppo di Melzo per la calorosa ed ospitale accoglienza e le ragazze e i ragazzi della Scuola per il loro impegno e alle insegnanti per il costante e prezioso lavoro svolto.
di questo mese … siamo arrivati al giro di boa che ci ha visto veramente impegnati già dai primi giorni: occorre una sosta per rinfrancarci un po’ e a tal proposito arriva giusta e ad hoc la cassoeola autunnale in programma per il 15 novembre. Si tratta di un piattomolto atteso dai tanti che da tempo si sono prenotati. Il numero è decisamente alto, ci vorrebbe un piano mansardato nella nostra baita. Detto ciò riandiamo, per dovere di cronaca a quanto fatto, specialmenteper chi a causa d’impossibilità e/o svariati motivi non ha potuto presenziare.E’ stata partecipe la visita ai cimiteri, a trovare i nostri soci “andati avanti “ come recita illessico alpino; eravamo una decinaarmati di piantina deivari cimiteri,sono più di unoe ogni volta ci si trova incerti sull’ubicazione di qualchetomba. Tranquilli, non abbiamo dimenticato nessuno concludendo sempre al sacrario dei caduti di tutte le guerre: in contemporanea si rinnovano quasi da cronometro gli incontri seppur casuali con gli alpini dei gruppi vicini impegnati nello stesso dovere morale; credo che tutto questo faccia veramente onore alla nostra Associazione e ce lo confermano le tante persone che incrociamo nei vari camposanti.
Nella settimana dal 5 al 10 novembre si è tenuta l’ESERCITAZIONE di ProtezioneCivile denominata VARDIREX 2019, giunta quest’anno alla sua seconda edizione e dislocata in tre basi di lavoro (2 in Liguria e 1 in Lombardia). Questa esercitazione, unica nel suo genere perché coinvolge circa 850 operatori tra volontari dell’Associazione Nazionale Alpini e militari dell’Esercito che operano, seppur nelle rispettive specialità, in sintonia al fine di testare le capacità operative dei partecipanti simulando l’intervento in caso di calamità causata da terremoto o grandi alluvioni predisponendo un vero campo di accoglienza provvisto di ogni necessità, dalle tende pneumatiche, al posto medico, alla cucina, alla mensa, ai servizi igienici e docce, sala radio operativa e centro logistico/informatico.
19-20 OTTOBRE 2019 A PIACENZA RADUNO DEL 2°RAGGRUPPAMENTO
All’appuntamentonon poteva mancare il nostro gruppo che si presentò con un discreto numero: 6 soci al mattino di domenica 20 u.s. si trovarono puntuali alla fermata del pullman ( il ns. capogruppo era già a bordo mentrel’ottavo, da noi sopranominato l’uomo delle stelle, ci attendevaa Piacenza, giusto per l’esattezza ) il tutto organizzato in collaborazione con il capogruppo di Castano Primo( graziee alla prossima ). Mi piaceva esserci quel giorno perchéavevo già mancato ad alcune date precedenti e per rivivere in quella città, Piacenza, un po’ dell’Adunata del 2013. E’ ovvio, partecipare quest’anno, non è paragonabile all’ evento di allora certamente dipiù ampio respiro .. alpini che arrivano da tutto il mondo … fantastico … che si ritrovano perché sentono di doveresserci, quasi un obbligosequenzialecon l’iscrizione all’A.N.A.Così a Piacenza in quest’ultimo incontro abbiamo potuto rivivere seppur in forma ridotta la stessa atmosfera dell’adunata-madre. Già lungo l’autostrada i pullman carichi di alpini si fiancheggiavano, si superavano,ognuno dei passeggeri si sentiva accomunato dal medesimo scopo, dallo stesso traguardo.
Nell’ambito del Progetto dei CPPC (Centri per la Promozione della Protezione Civile) giunto al terzo anno di svolgimento, in considerazione anche della SETTIMANA NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE, gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale Renato Cartesio di Cinisello Balsamo e l’Istituto di Istruzione Superiore Niccolò Macchiavelli di Pioltello, hanno partecipato ad una attività didattica comune che si è svolta nelle giornate da martedì 14 a giovedì 16 ottobre nell’arco della mattinata scolastica nelle relative scuole. Noi della Sezione di Milano siamo stati assegnati a Cinisello presso l’ITI LSA Cartesio un mega Istituto che ospita oltre 4.000 studenti suddivisi in diversi rami di future specializzazioni delle quali sei classi a rotazione si sono alternate nelle attività proposte dai diversi specialisti di P.C. suddivisi in sei “isole” ognuna con una sua particolare specialità. In un gazebo veniva illustrata l’organizzazione della PC e i comportamenti di prevenzione ed auto protezione, una postazione mostrava l’utilizzo delle radio per sperimentare come funziona la comunicazione in emergenza con tale strumentazione, una unità della Croce Rossa tendeva a far capire come chiamare correttamente i soccorsi e sperimentare alcune semplici, ma importanti, manovre salvavita, un mezzo A.I.B. (Antincendio boschivo) illustrava l’attività dell’antincendio e sperimentava l’attacco al fuoco con l’utilizzo anche da parte dei ragazzi delle manichette a secco.
L’allarme generale è suonato alle ore 3 della notte di sabato 28 settembre, l’esplosione in una azienda chimica a Nerviano ha provocato dei crolli di strutture sotto le quali sono rimasti imprigionate delle persone. Viene subito allestito un centro di coordinamento perle operazioni presso la sede del Gruppo Cinofili di Nerviano, già operativo dalle ore 4, ed allertati i volontari coinvolti nelle operazioni di soccorso.Fortunatamente questa è una esercitazione, denominata MAST 2019, organizzata dalla Città Metropolitana di Milano con il supporto operativo delCCV – MI e che, da venerdì 27 a domenica 29 settembre ha visto coinvolti oltre 850 volontari di 92 organizzazioni appartenentialle specialità idrologico, taglio, misto idrogeologico, logistica, ricerca persone disperse, AIB (anti incendio boschivo) sommozzatori, ricerca cinofila, supporto psicologico, valutazione strutturale dei fabbricati che fanno capo al campo base posto ad Abbiategrasso e che per tutta la durate dell’esercitazione è rimasto in costante contatto radio con tutti i campi operativi nelle varie località dove erano allestite le rispettive zone di intervento.
Nel 1916, dopo l’entrata in guerra dell’Italia contro l’esercito Austro-Ungarico, il Comando Supremo Italiano dislocò truppe sul confine italo - svizzero dal Monte Bianco al Pizzo Scalino in alta Valmalenco. Nel settore Mera-Adda (Valchiavenna-Valtellina) furono dislocati numerosi reparti tra i quali spiccavano 7 drappelli di Alpini sciatori dislocati nelle varie vallate di cui 2 in Valmalenco dove, presso il Rifugio Marinelli siteneva un corso Sciatori agli ordini del Capitano Davide Valsecchi.In quei mesi si alternarono circa 300 alpini dei quali 200 alla Marinelli, 28 all’Alpe Musella e 80 a valle presso la frazione di Tornadri alternando la preparazione sciistica alla manutenzione ed ampliamento del Rifugio e alla miglioria delle mulattiere. Trascorso l’inverno del 1916, la primavera del 1917 si rivelò particolarmente insidiosa a causa delle abbondanti nevicate e quelle condizioni critiche causarono il 1° di aprile una grossa valanga che, staccatasi dal Sasso Moro si abbatté sul Rifugio Musella dove si trovavano i 28 alpini alcuni dei quali si salvarono uscendo dalla cappa fumaria.Purtroppo per 8 di loro non ci fu nulla da fare ed altri 14 furono seriamente feriti, mentre il Caporale paolini riuscì a scendere a Tornadri a dare l’allarme ed immediatamente scattarono i soccorsi. Il giorno seguente dalla Marinelli il Capitano Valsecchi, ignaro dell’accaduto, inviò a valle un drappello dei 42 tra i suoi migliori Alpini sciatori per approvvigionare viveri e legna.
… come già noto dalla foto che il capogruppo Angelo ha messo in rete, sabato mattina alcuni dei soci si sono recati a far visita agli ospiti della casa riposo S. Remigio di Busto Garolfo. Abbiamo accolto l’invito che ci è stato fatto da Simona, l’animatrice, ovviamente in accordo con la direzione. La motivazione base di questo invito è facilmente intuitivae …pecchiamo di presunzione, ci sta … gli alpini sono ben voluti da tutti,in concorrenza con i bersaglieri accattivanti con il loro passo di corsa e le piume al vento, ma quando si parla di alpiniè spontanea e immediata l’immagine di gente buona, che suscita da subito simpatia, simbolo di lavoro e di onestàpronti all’immediato aiuto nelle calamità, tenaci in montagna nonché ligi al dovere anche quello che ti fa sputare l’animaecc… ecc… Certamente tutto questo può sembrare retorica, siamo d’accordo; diversamente vallo a spiegare ilsorriso apparso sul volto degli ospiti al nostro ingresso. Eravamo un piccolo drappello non tanto lontani dalla loro età, purtroppo tranne due gli altri erano vicini a quel limite in cui diventa impossibile sostenere di essere ancora “erba verde”. Allora siccome il discorso rischia di prendere una brutta piega veniamo all’incontro che come scaletta del giorno prevedeva una lezione “richiesta e concordata” sul tema: storia della nostra bandiera italiana.
e 17 splendidi ragazzi e ragazze della 5° classe Liceo Scientifico dell’Istituto Machiavelli di Pioltello che per due giorni, venerdì 20 e sabato 21 settembre, hanno condiviso con noi l’esperienza didattica percorrendo la strada delle 52 Gallerie del Pasubio e visitando i luoghi che hanno visto l’epopea degli Alpini e dei Fanti contrapposti alle armate Austro-Ungariche nel corso della Grande Guerra. L’esperienza è stata resa possibile dalla collaborazione tra gli alpini del Gruppo di Melzo e della S.I.A. e le insegnanti dell’Istituto, le Professoresse Paola Guidotti e Morena Cicolin, vere macchine da guerra che hanno saputo instaurare con gli studenti un rapporto speciale ben rappresentato dall’affetto che i ragazzi hanno dimostrato nei loro confronti. E così, come da programma, puntualmente alle ore 6 di venerdì la partenza da Pioltello e, dopo una breve sosta per colazione in autostrada, eccoci arrivare a Passo Xomo dove, scesi dal pullman troppo grande per salire la tortuosa strada, ci trasferiamo su due pulmini pressi a noleggio che in breve ci portano a Bocchetta di Campiglia da dove inizia l’escursione dopo averci divisi in due gruppi per meglio seguire le spiegazioni storiche che gli alpini incaricati dovevano fornire.
L’8 luglio 1919 a Milano veniva ufficialmente fondata l’Associazione Nazionale Alpini ad opera di un pugno di Reduci che hanno gettato le basi di quella che sarebbe diventata la più grande associazione d’arma del mondo, ma il racconto della storia lo lascio a persone più competenti del sottoscritto, quello che voglio invece raccontare sono le emozioni provate lunedì 8 luglio partecipando alla ricorrenza ufficiale organizzata dalla Sede Nazionale. Personalmente, sarà forse perché dell’Adunata Nazionale ho visto ben poco in quanto impegnato per tutta la settimana nell’organizzazione, ma ho veramente apprezzato questa giornata potendola vivere appieno questa volta da “spettatore” seppur protagonista insieme alle migliaia di alpini che hanno voluto essere presenti a questo evento unico (anche perché anagraficamente un altro centenario sarà per noi impossibile vedere). La cerimonia iniziale ha visto confluire al Sacrario di S. Ambrogio tutte le delegazioni provenienti da ogni parte di Italia per rendere omaggio ai nostri Caduti alla presenza del Labaro Nazionale scortato dal Presidente Favero, del Ministro dell’Interno Salvini, dal Vicesindaco di Milano Scavuzzo, dal Sottosegretario alla Difesa Volpi e dal Comandante delle Truppe Alpine Gen. Berto.
Quando nel 2017 è partito il progetto del Campo Scuola Sezionale, prevedeva un impegno della durata di 3 anni in modo da arrivare al fatidico 2019 in concomitanza dell’Adunata del Centenario che si sarebbe tenuta a Milano, ed in effetti quanto proposto ed accettato da molti si è realizzato anche se, ad onor del vero, strada facendo alcuni hanno deciso di tirare i remi in barca, malgrado ciò l’intero programma può considerarsi portato a termine. Lo scorso anno alla fine dell’esperienza del campo tenutosi a Cesano Maderno era stata aggiunta una appendice in collaborazione con gli alpini della Sezione di Lecco dei quali eravamo stati ospiti per due giorni al Pian delle Betulle ed in quella occasione era nata l’idea di unire le forze ed organizzare l’edizione del 2019 insieme individuando quale scenario la bellissima Villa Grugana a Calco, immersa nel verde e sede del P.I.M.E. gentilmente messa a disposizione per l’occasione. Quella che segue è la cronaca della settimana che ci ha visti impegnati affinché tutto potesse andare alla perfezione e che ha visto i volontari della nostra P.C. Sezionale operare ininterrottamente collaborando con gli alpini di Lecco per fare in modo che i ragazzi si trovassero a proprio agio. Dalla domenica precedente il lavoro si è svolto nel campo alzando le tende della Colonna Mobile, montare le brandine, tirare le linee elettriche e predisporre i servizi fino al mercoledì pomeriggio quando hanno iniziato ad arrivare le ragazze e i ragazzi che avrebbero passato i successivi 5 giorni in comunità.
… non per curiosità ma con l’intento di ritrovare un alpinoche avevo conosciuto a L’Aquila durante il mio impiego di protezione civile a seguito del terremoto del 2009 … avevo sì un numero di telefono ma ormai erano passati 10 anni … una parola … , d’altra parte la coincidenza di unviaggio da quelle parti mi offriva la possibilità di un tentativo che non mi sono lascito sfuggire … ho fatto non bene ma benissimo. Commentavo con un amico alpino del Veneto quanto sia stata ricca di soddisfazioni quell’esperienza … da invidia.Tutto iniziò con l’adunata di Milano, esattamente nella sede del gruppo di Legnano dove un alpino del coro di Ronciglione( Vt), loro ospite,si rese disponibile relativamente alla possibilità di mettermi in contatto con il capogruppo di Accumoli. Fu cosi che dopo l’incontro nella sua città eccolo immediato nella disponibilità, da subito col farmi sentire suo amico e nel presentarci ad ognuno, sottoscritto e moglie, con … il mio amico alpino venuto da Milano …. roba da essere in costante imbarazzo. A seguire è stato un autentico tam-tam “verde”, un passa parola che mi ha permesso, a cascata: uno chiama l’altro, di venire a contatto con gli alpini di Fossa, Accumoli, Arquata del Tronto non tralasciando Amatrice. Non riesco a trasmettervi quanto ecome questi nostri socisiano entrati nel mio mondo dei ricordi … è difficile perchéognuno di noi ha una propria sensibilità che lo guida nel valutare quanto lo circonda e lo coinvolga.
Sabato 13 e domenica 14 luglio la squadra SIA della nostra P.C. Sezionale ha effettuato l’uscita mensile con destinazione Adamello in sostituzione della prevista nella zona del Tonale in quanto doveva essere testata sul campo la possibilità di accompagnare in quota una classe di studenti del Liceo N. Macchiavelli di Pioltello nel prossimo settembre. Effettivamente al termine della due giorni, e tenendo buon conto dei suggerimenti del gestore del Rifugio, si è giunti alla conclusione di modificare la prevista esperienza con una soluzione altrettanto soddisfacente ma che richiede un minore impegno sia fisico che psicologico. Comunque alla partenza del posteggio di Pian della Sega in Val di Borzago in Trentino (per intenderci sulla direttiva per Madonna di Campiglio) ci siamo ritrovati con gli amici del Gruppo di Melzo, in tutto una decina di alpini accompagnati dalla Prof.ssa Guidotti che doveva appunto valutare la fattibilità del progetto e, caricati gli zaini, ci siamo messi in cammino con destinazione il Rifugio Carè Alto, posto a quota 2.459 mt. e sede, nel corso del primo conflitto mondiale, di una base logistica austriaca che costituita da una trentina di costruzioni tra cui una centrale elettrica e una telefonica.Attualmente il Rifugio è dedicato a Dante Ongari, studioso e frequentatore di queste montagne.
Confesso che a volte faccio molta fatica a capire il mondo in cui viviamo e capisco sempre più il detto che recita: “Non c’è limite al peggio”. Mi riferisco alla notizia diventata di pubblico dominio all’inizio di luglio e che riguarda l’odissea dell’Appuntato in congedo dei Carabinieri Pietro Sini di 55 anni, uno dei superstiti dell’orrendo attentato di Nassiriya che il 12 novembre del 2003 costò la vita a 19 italiani, la maggior parte dei quali appunto Carabinieri. Ebbene, Sini che nell’attentato si prodigò per portare soccorso ai commilitoni feriti e riportò a sua volta gravi lesioni, fu insignito dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano della Medaglia d’Oro al Valor Militare per il coraggio dimostrato, non si è mai visto riconoscere l’aggravamento della sua invalidità e ha deciso di protestare in maniera più che civile, partendo da Porto Torres dove vive e recandosi a Roma per riconsegnare la Medaglia d’Oro giudicata quasi una presa in giro, perché con una medaglia non ci mangi. Ora lo Stato, offeso da tutto ciò, gli presenta il conto e pretende da Pietro (mi permetta la confidenza perché in questo caso rappresenta tutti noi) il pagamento del conio della Medaglia pari a Euro 1.450 evidenziando la magnanimità di abbonargli l’importo dell’ I.V.A. (bontà loro !!!).
E dopo l’Adunata del Centenario, la Sezione di Milano ha festeggiato il 54° Raduno Sezionale a Ponte Selva tenutosi domenica 9 giugno presso la struttura della Casa dell’Orfano, voluta da Mons. Antonietti per accogliere gli orfani di guerra. Il copione è stato rispettato nel segno della tradizione con il ritrovo dei Gruppi partecipanti che di buon mattino si sono subito preoccupati di “prenotare” i posti tavola sotto il grande tendone adibito a mensa ed incontrando, alcuni dopo tanto tempo, vecchi amici con la penna. L’inizio della manifestazione ha avuto luogo con lo schieramento dei presenti per la cerimonia dell’Alzabandiera e dell’Onore ai Caduti con la deposizione di una corona di alloro, seguita dalla formazione del corteo che si è recato presso la Chiesetta della casa all’interno della quale riposano le spoglie di Mons. Antonietti. Sia il corteo che la successiva S. Messa sono stati accompagnati dalle note della fanfara Sezionale che ha visto la luce proprio in occasione del Raduno dello scorso anno e che quindi ha festeggiato il suo primo compleanno, a tutti i componenti un ringraziamento per il loro impegno e la costanza nel prepararsi a questi eventi.
L’articolo vuole essere un contributo al nostro giornalino mensile per quel grande evento che è stato la 92° adunata nazionale alpini a testimonianza del centenario di fondazione dell’ANA. L’impegno della Sezione di Milano è stato notevole ma il risultato, soprattutto come partecipazione di penne nere, è stato eccezionale. Una adesione cospicua con grande soddisfazione per gli organizzatori e per tutti noi alpini. Tutto è andato bene ( qualche tricolore in più non guastava… ). Diverse le iniziative in programma da venerdì 3 Maggio a domenica 12 Maggio. Venerdìla prima emozione: il Coro ANA di Milano diretto dal bravissimo Massimo Marchesottisi è esibito al Teatro della Scala con la partecipazione della bravissima attrice Pamela Villoresi. Diciotto brani più due bis più l’Inno di Mameli cantati davanti a un teatro esaurito ( 2030 posti ) presenti autorità, veci in tutti i sensi ( un alpino di 106 anni, uno di 97 anni e poi tanti a scalare ). Nomi alpini noti ( Luca Barisonzi il più applaudito ). Insomma due ore di canti di montagna ben eseguiti e calorosamente applauditi. Saltiamo a venerdì 10 maggio dove alle ore 10 in una Piazza del Duomo affollata si è concretizzato con l’alzabandiera, l’avvio delle più importanti iniziative dell’adunata; presenti, tra gli altri il nostro Sindaco Marilena Vercesi con fascia tricolore.
Dopo cosa?l’Adunata .. è ovvio. Cosa dire al di là che è passata, che poteva andar peggio o meglio, se siamo stati fortunati o no? Forse la domenica del 12.5.2019 Giove Pluvio era impegnato su altri fronti anche se al sabato pomeriggio con una tempestata dalla T maiuscola ci aveva fatto capire che poteva venirci a trovare anche il giorno successivo.Cosi non è stato e da questo punto di vistanon si poteva avere di meglio: bel tempo quindi specialmente senza la “cottura” dall’asfalto bollente nell’attesa dello sfilamento. Peril resto tutto bene? Che sia andato nel migliore dei modi? Per quanto mi riguarda, questa adunata è statavissuta in modo diverso dalle altre quando ero soltanto “l’alpino-turista“ di turno felice di poter partecipare dopo l’affanno di mesi prima nella ricerca di un posto dove campeggiare, tempo fa con la tenda e, successivamente data l’età dei più di noi, del nostro gruppo, con i camper. Credo di poter affermare senza tema di smentita che quel periodo, per intenderciquello della tenda, pur fornitadi ogni comodità assieme a qualche disagio, appartenga ormai da qualche anno al capitolo dei ricordi; comunque sempre bei ricordi. Inconsciamente un sorriso riaffiora da subito con il riandare all’ansia-meteodall’arrivo nella città sede dell’Adunata di quell’anno e al continuo guardare verso l’alto sperando almeno nel tempo necessarioper accamparsi. Ricordo comespesse voltedi notte, fra una russata, unasbrandata o peggiouna foratura del materassino gonfiabile si ascoltava il tuono prima lontano poi sempre più vicino fino alle prime gocce di pioggia che si trasformavano in autentici scrosci.
Sabato 16 marzo il nostro Gruppo in collaborazione con il Complesso Bandistico Sanvittorese e l’Amministrazione Comunale ha presentato, presso la sala polivalente di San Vittore Olona una serata interamente dedicata alla storia degli Inni Italiani. E’ stata una serata molto interessante intervallata da brani inediti (almeno per la maggior parte di noi) suonati come sempre magistralmente dagli amici del Complesso Bandistico che hanno dimostrato la loro bravura eseguendo delle arie nuove anche per loro e che non avevano avuto il tempo necessario per essere sicuri del risultato che comunque è stato pienamente raggiunto, e la narrazione del nostro sempre coinvolgente socio Luciano che ha presentato il risultato di una ricerca che spaziava in uno spazio di tempo per noi lontano, quando la nostra Patria non era ancora tale. Abbiamo potuto seguire l’evoluzione che ha portato all’unità della nostra Nazione attraverso la storia e l’esecuzione di marce e inni che hanno accompagnato la creazione di Stati e Staterelli frutto di accordi, alleanze e a volte battaglie sempre comunque accompagnate da motivi musicali che avevano lo scopo di rafforzare il legame della popolazione e dei soldati.
Arriva un messaggio dalla redazionee l’articolo quando ce lo mandi? ce la fai entro ieri? allora, messo alle strette, ci provovisto che siamo a livello di tabula rasa. Passano i giorni e pian piano i ricordi si compattano sempre più nel dimenticatoio. Comunque partiamo da una considerazione a dire che ogni festa annuale del gruppo assomiglia a quella dell’anno precedente perché la scaletta è sempre la stessa con i soliti punti chiave: alzabandiera alla presenza delle autorità cittadine e militari con i discorsi di circostanza, sfilata con tanto di Banda cittadina che ci accompagna al Santuario per laS. ta Messa a cui segue rientro in sede con aperitivo rallegrato dalle note musicali d’ispirazione alpina; corre l’obbligo ancora una volta a dire GRAZIE! alla nostra magnifica e amica Banda. Per finire: lo chef a suon di “E’ PRONTO … IN TAVOLA” ricorda a tutti che inizia la parte gastro-ludica … con il giudizio dei partecipanti pronti a decretare, alla fine, se il Nucleo cucine sia sempre all’altezza del si dice “dagli Alpini si mangia bene”. Beh: anche quest’anno il tutto è finito con un totale applauso e con la richiesta del quando sarà il prossimo disnarello e questo la dice lunga.
Ogni anno questa ricorrenza è per noi alpini un impegno che cerchiamo di onorare con la nostra presenza. Anche questa volta abbiamo partecipato abbastanza numerosi ( 12 le penne nere ) assieme al Sindaco, rappresentanti della giunta, carabinieri, forze dell’ordine, Preside e vice Preside scuola elementare statale e Corpo Bandistico. Mancavano i bambini e i ragazzi e la popolazione era praticamente assente.Peccato ma il significato è chiaro: la data non fa più parte della memoria!!! Colpa di tutti e di nessuno ma forse anche il raccontare la storia di quei momenti non è più previsto in ambito scolastico e familiare. Il senso però di quelle giornate ci è stato ricordato dagli interventidel Sindaco e del rappresentante dell’ANPI al cimitero davanti alle lapidi dei caduti. Alla fine la benedizione di Don Alain. Da parte nostra abbiamo eseguito l’alzabandiera davanti al municipio e al cimitero a fianco dei caduti. Il Corpo Bandistico ha solennizzato l’evento con musiche adeguate. Prima il corteo ( non lungo per la verità ) aveva raggiunto le varie lapidi che, in punti diversi del paese, ricordano i sacrifici dei partigiani uccisi in quelle tragiche giornate. La mattinata si è conclusa alla Casa Famiglia dove noi alpini ed il Corpo Bandistico abbiamo fraternizzato con gli ospiti che come sempre hanno gradito la nostra presenza.
Siamo oramai entrati nel pieno degli impegni in preparazione dell’Adunata del centenario a Milano e i Soci sono chiamati a dare il proprio contributo per la buona riuscita della manifestazione e visto che a tutt’oggi (antivigilia di Pasqua) siamo a due settimane dall’evento, il ritmo si fa più serrato. E’ finalmente iniziata l’opera di imbandieramento delle strade cittadine non senza difficoltà data la conformazione del centro città, una città che non si ferma ne’ dorme mai e che rende più difficoltoso il lavoro che si deve necessariamente svolgere sulle strade e quando leggerete questo articolo molto probabilmente molto lavoro sarà stato svolto grazie all’abnegazione di chi si è reso disponibile a dare una mano. Ieri (mercoledì 17 aprile) con i volontari della Protezione Civile anche delle Sezioni di Varese e di Bergamo siamo stati impegnati nell’allestimento del posto che ospiterà i volontari del nostro Ospedale da Campo e delle unità cinofile che saranno ospitati in una ala oramai dismessa della caserma XXIV Maggio in via Monti a Milano, per intenderci l’ex Distretto Militare dove tanti di noi hanno fatto i famosi “tre giorni” trasformato oggi nel Centro Documentale dell’Esercito.
Domenica 7 aprile i componenti della SIA hanno effettuato l’esercitazione mensile con mèta la vetta del Monte Bregagno, una montagna delle Prealpi Luganesi alta 2.107 mt. s.l.m. che si trova sulla sponda occidentale del lago di Como e, benché di modesta altezza, con la sua imponenza domina tutto l'alto Lario o perlomeno questa era la destinazione finale. Infatti già alla partenza dalla sede del 3P a Cesano Maderno una fastidiosa pioggia non lasciava presagire nulla di buono anche perché tutta la settimana era stata preda di un maltempo diffuso che ha caratterizzato tutto l’inizio di questa bislacca primavera, ma tant’è che fedeli all’impegno preso ci siamo messi comunque in movimento con tappa in autostrada dove ci siamo riuniti agli amici del Gruppo di Melzo coi quali avevamo appuntamento. Raggiunto il lago di Como ne abbiamo costeggiato la sponda occidentale sino a Menaggio da dove abbiamo imboccato la salita che ci ha portato in località Monti di Breglia da dove, posteggiato il mezzo, ci siamo incamminati sul sentiero per la vetta, potendo solo immaginare quale sarebbe stato il bellissimo panorama offertoci se il tempo fosse stato clemente anche se eravamo ancora all’asciutto.
si fa per dire ma una relazione e che relazione con questi animali ci sta a perfezione!Sabato 23 febbraio u.s. nella sezione ANA di Milano è avvenuto un’importante evento: finalmente, ma non è un fatto dovuto oscontato, la nostra sezione, la nostra Protezione Civile si è arricchita di un nuovo punto di forza ossia il gruppo cinofilo di stanza a Nerviano, qui vicino a casa nostra. Il tutto è stato ufficializzatocon tutti i carismi legalidovuti per cui il gruppo cinofilo ormai è parte integrante della protezione civile nazionale. Per i non addetti all’opera è giusto spiegareil come sia avvenutoossia mediante l’iscrizione al nostro gruppo di San Vittore Olona e perciò all’A.N.A. quali amici degli alpini, questa società di volontari ne beneficia dell’ inserimento legale nella protezione civile nazionale: ne consegue che in caso di calamità questa fantastica modalità d’intervento può essere precettata, utilizzata dallo Stato.
…. ma non lo dico io bensì il gran numero dei presenti la sera del 1 marzo u.s. nella nostra sede, dei tuoi “universitari” della terza età tutti buoni, buoni, seduti eattenti alla lezione. Ancora una volta ti sei reso disponibile con un tema che non ha niente a vedere con alpini, vita militare, naja ecc … ecc … a dimostrare come la nostra baita non sia soltanto il luogo dove settimanalmente ci si incontra, dove i convenuti se la raccontano tranquillamente magari davanti a un “rosso” riandando ai tempi che furono … ai … ti ricordi e chi più ne ha più ne metta ??? Fortunatamentesi esce dalloscontato: la diversità degli temi proposti in questi particolari incontri favorisce l’opportunità di avvicinarsi a svariati argomenticosicché la sede si trasforma e diventa una vera aula scolastica. Il nostro “docente”,Luciano, quella sera ci propose con un gran titolone “L’importanza di chiamarsi Lucio”una piccola analisi su parole e musica di quei due pezzi da novanta della nostra musica leggeraquali Battisti e Dalla. E’ molto facile dire mi piace uno anziché l’altro ma se qualcuno mi fornisce quattro idee in più oltre alla personale ed istintiva preferenza è ovvio come poisi possaapprezzare maggiormente i singoli artisti.
Se la cartolina “ verde” d’ invito per il 3 marzo avesse avuto la potenza di quella “rosa”,ricordate… Il servizio di leva… certamente quella mattina saremo stati molti, ma molti di più … Il numero dichiarato all’inizio della seduta si aggirava attorno alle 250presenze che assommatealle deleghe portava il totale a circa 600:se pensiamo alla totalità degli iscritti sezionali misembra che il risultato sia un po’ risicato… ma lasciamo perdere! Il nostro plotoncino del San Vittore Olona si presentò puntuale al Palazzo della Regione a Milano doveespletate le formalità d’ingresso fra le quali il passaggio al “ metal detector “ fu ospitato in una grande e luminosa sala e accolto, assieme agli altri convenuti, dal sottosegretario ai grandi eventi sportivi, in qualità di padrone di casa, nella persona dell’ex olimpionico epluridecorato atleta - canoista Antonio Rossi . Ovviamente l’ordine del giorno fu il filo conduttore della mattinata che comprese la relazione del presidente Boffie poi un veloce ragguaglio sulla situazione economica della Sezione.Anticipò il tutto il ricordo dei “nostri andati avanti “ sempre meritevolidi memoriacon a seguire i diplomiagli ottantenni iscritti e il conferimento delle medaglie agli alpini con cinquant’anni di vita sezionale. Quest’ultimo attestato coinvolse in prima persona anche un socio del nostro gruppo, Vegezzi Cinzio, fotografato nell’attimo saliente della consegna dal figlio Roberto già sottotenente alpino: non c’è che dire … un bel traguardo che di riflesso onora la vita del Gruppo di San Vittore O. E ora “avanti!“ i prossimi.
… un titolo per un programma che aveva come obiettivo un ricordo, un non voler accantonare nell’oblio più totale un periodo della nostra storia, periodo nel quale sono stati coinvolti centinaia, migliaia di Italiani residenti allora nella penisolaistriana, da Trieste a Fiume, Pola ecc. ecc … Parliamo dell’immediato dopo guerra ’39 - ’45 quando ormai sembrava arrivata la fine di quegli anni disastrosiche sconvolsero tutta l’Europa: per loro non fu così. Non entro nel merito delle motivazioni che hanno giustificato, si fa per dire, le stragi volute e perpetrate dal nuovo governo di Tito, non ne sarei all’altezza dal lato storico: quello che mi preme in queste quattro righe è solo evidenziare quanto la sensibilità di ognuno di noi a volte sia soffocata da interessipiù immediati, a volte venali, a discapito di un ricordo che dovrebbe essere più presente nel nostro quotidiano. Chi ignora o vuol dimenticare la storia finirà col ripeterne gli errori … è matematico! Vengo al punto. Con un po’ di “lavativismo“ vi rimando alla sottostante spiegazionestoricastampata nel retro della locandina esposta in vari punti del paese che invitava la popolazioneper il giovedì7febbraio ad una serata voluta dall’Autorità Comunale… per non dimenticare …
Sabato 16 febbraio una quindicina di volontari della nostra Sezione hanno collaborato con gli amici della Sezione di Monza ad una esercitazione congiunta nel territorio del comune di Aicurzio che aveva richiesto la presenza di volontari per una esercitazione inserita nel programma volto al mantenimento dei requisiti per poter continuare a far parte delle associazioni di volontariato. Come sempre le nostre esercitazioni, a differenza delle mere dimostrazioni di esibizione di uomini e mezzi, sono finalizzate alla prevenzione di possibili situazioni che possono essere causa di reali emergenze, nonché alla realizzazione di eventuali opere che ad esercitazione terminata, resteranno sul territorio quale contributo alla comunità. E bene ha fatto il primo cittadino di Aicurzio, Gianmarino Maurilio Colnago, a richiedere un intervento sul suo territorio certo del risultato che, a fine giornata, si è dimostrato ben superiore alle aspettative. Ritrovatici all’alba nella zona designata per l’esercitazione, siamo stai suddivisi in squadre ognuna con il compito di lavorare in una determinata zona di un parco (ora degno di questo nome) da molto tempo aggredito dalla vegetazione e in evidente stato di degrado e che presentava anche delle situazioni di potenziale pericolo dovuto alla presenza di alberi in precario equilibrio e alla presenza di radici affioranti che compromettevano la sicurezza di un percorso dedicato agli amanti dell’escursionismo.
Domenica 10 marzo i componenti della Sia hanno svolto la consueta esercitazione mensile nel bellissimo scenario della Val Tartano, una valle posta all’imbocco della Valtellina da cui si accede dopo l’abitato di Talamona. Partenza dal 3P e ritrovo a Lecco Bione con gli amici provenienti da Melzo e, stipato il pulmino, ci siamo diretti verso la nostra mèta imboccando la valle in compagnia di molti altri escursionisti invogliati dalla splendida giornata che si annunciava e che si è poi rivelata una delle più belle dell’intera stagione anche grazie all’abbondante nevicata che a metà settimana ha regalato alla montagna quella neve che aveva lesinato nel corso dell’inverno. Posteggiato il mezzo ci siamo subito attrezzati e messi in movimento tra una vera folla di sci alpinisti che pregustavano l’emozione di una giornata sulla neve e questa volta bisogna dire che, a differenza dell’ultima uscita, le ciaspole si sono rivelate indispensabili per raggiungere il posto prefissato. Dopo oltre due ore di salita ci siamo “accampati” e si è svolta l’esercitazione di ricerca sotto valanga dove si è cimentato chi non era presente all’ultima uscita e che consisteva nel ritrovare un apparato ARTVA nascosto sotto la neve utilizzando altri apparati sia analogici che digitali.