La ritirata di Russia
Bella serata quella organizzata per “La Campagna di Russia, ieri ed oggi: storia e testimonianze di un sofferto sacrificio a 80 anni dalla tragica conclusione.” A dire il vero l’aspettativa era per un maggior numero di presenti tenendo conto dell’argomento trattato e dell’impegno che comporta l’organizzazione di serate come queste. Peccato, perché rispetto al “solito”, per quanto interessante, racconto della ritirata di Russia, la presentazione fatta nella serata da parte di Danilo Dolcini, uno dei massimi esperti delle vicende relative alla campagna di Russia e membro dell’Associazione culturale sulle orme della storia, è risultata originale coinvolgendo i presenti nei tre momenti in cui si è articolata: la ricostruzione dettagliata delle forze italiane e della loro dislocazione sul territorio durante le diverse fasi della ritirata, la testimonianza attraverso aneddoti e informazioni (gli scarponi, i rifornimenti, il vestiario, eccetera) delle condizioni di vita dei soldati, il racconto fatto dal diretto interessato del percorso effettuato in più occasioni esattamente sul tracciato della ritirata delle nostre truppe. Il tutto supportato da una presentazione multimediale. Molto interessante la rappresentazione supportata da cartine dettagliate degli schieramenti delle truppe e in particolare delle divisioni alpine, le battaglie principali, i movimenti per contrastare le forze avversarie e per sfuggire agli accerchiamenti. Non sono mancati momenti significativi di battaglie come quella nella “valle della morte”, sicuramente il più importante fatto d’arme in Russia almeno per le perdite dalle nostre truppe: dei 25mila soldati circa ”insaccati” in questa località dal 21 al 24 dicembre 1942, solo circa 5mila ne uscirono vivi; tutti gli altri uccisi o presi prigionieri. Si è passati poi a parlare delle condizioni dei nostri soldati, dei supporti tecnici del vestiario, delle scarpe, ecc. ed è stato interessante scoprire attraverso documentazioni e testimonianze che in realtà non eravamo mal messi come in generale si ritiene. Le dotazioni e la qualità delle stesse, pur non essendo perfettamente funzionali alle condizioni ambientali, potevano se opportunamente distribuite e gestite, contenere i disagi e le sofferenze patite dai soldati. Quello che è emerso quindi è stata una scarsa organizzazione e gestione di tutto il materiale di supporto a di assistenza alle truppe che ha contribuito non poco alla perdita di uomini e mezzi durante tutta la campagna e in particolare durante la ritirata. Infine la parte sicuramente più originale attraverso il racconto delle visite effettuate in Russia e del percorso a piedi lungo l’itinerario della ritirata dei soldati. E qui ha destato emozione vedere tramite le ricostruzioni fotografiche le trincee, gli avamposti e i campi di battaglia. Esistono ancora, anche se in parte diroccate, le isbe dove i soldati sostavano per ripararsi dal gelo. Toccante è stato il racconto del ritrovamento di alcune piastrine di nostri soldati che sono state successivamente riconsegnate ai parenti in Italia. Per ultimo alcune fotografie hanno mostrato come per intere lunghe giornate di marcia si confondessero il manto nevoso con l’ambiente circostante e l’orizzonte plumbeo, tutto uguale senza punti di riferimento in una situazione ovattata e con temperature polari che da sole rendevano tragica la ritirata.
Enrico Girotti