25 APRILE
FRA MEMORIA ED EDUCAZIONE
Come di consueto martedì 25 aprile il nostro Gruppo ha partecipato compatto ed in buon numero alla cerimonia in occasione della ricorrenza dell’anniversario della liberazione e, complice anche la bella giornata, ha testimoniato con la sfilata attraverso le vie del paese l’importanza dell’evento. Il fatto poi di essere accompagnati da una numerosa delegazione di sanvittoresi che malgrado il lungo “ponte” festivo hanno voluto essere presenti ed il fatto che, forse perché siamo un paese, una comunità dove si guarda più alla sostanza che alle ideologie che alla fine dividono, hanno fatto si che alla fine tutto sia andato per il meglio con finale come sempre molto sentito con la visita insieme agli amici del Complesso Bandistico Sanvittorese alla Casa Famiglia (RSA) dove gli ospiti hanno partecipato con gioia all’esibizione del “banditi”. Ma se a livello istituzionale ed organizzativo tutto è filato per il meglio, mi vorrei riallacciare all’intervento finale del Sindaco Daniela Rossi al termine della cerimonia al Cimitero quando si è tolta il classico “sassolino dalla scarpa” sottolineando la delusione riguardo l’assenza dei bambini delle scuole alla manifestazione, tutti forse coinvolti nel ponte festivo. Eppure scusate ma, personalmente e col senno di poi, a me non è spiaciuta questa assenza e vi spiego il perché. Da circa 30 anni noi alpini andiamo nelle scuole sanvittoresi (e anche fuori paese) nella ricorrenza del 4 novembre, Festa della fine della 1° Guerra mondiale, delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia e queste occasioni di incontro con i futuri cittadini iniziano sempre con la cerimonia dell’Alzabandiera durante la quale spieghiamo ai bambini l’importanza di quanto stiamo facendo, del significato di rendere onore a quel Drappo che ci rappresenta in quanto Popolo, una Bandiera nel nome della quale molti giovani hanno dato la vita e che molti prigionieri di guerra hanno diviso in pezzi e si sono cucita addosso per poterla ricomporre una volta tornati a baita perché Essa rappresentava un sacro legame con la propria Patria (terra degli Avi). Ebbene anche in questa occasione di festa, dove tutto è andato bene, l’unica nota stonata, veramente stonata, riguarda il fatto che mentre davanti al Comune veniva issata la Bandiera e successivamente venivano tributati gli Onori ai Caduti al relativo monumento, tutti gli avventori del bar a due metri di distanza se ne stavano spaparanzati sulle sedie bevendo caffè e aperitivi, ciarlando come niente fosse e non mostrando il minimo interesse ne’ rispetto per quanto stava accadendo davanti a loro…e non è la prima volta. Se quel giorno fossero stati presenti i bambini, il prossimo 4 novembre mi sentirei molto ipocrita a spiegare loro come ci si deve comportare durante queste cerimonie dove l’educazione ed il rispetto giocano un ruolo fondamentale e che è importante per costruire le fondamenta della coscienza del futuro cittadino….a meno di non sfruttare questo comportamento per far capire come NON ci si deve comportare e magari suggerendo loro di farsi portavoce verso i cosiddetti “più grandi” dimostrando con l’esempio di avere recepito l’importanza del contegno da tenere in tali circostanze. Beh, può essere un’idea.
Franco Maggioni