VITA DI GRUPPO
Queste quattro righe traggono lo spunto da un momento di convivialità. Eravamo in sede: in uno dei vari capannelli ascoltavo quanto un socio ci raccontava ossia come avesse dovuto spiegare ad un suo, presumo, conoscente, che l’attività degli Alpini non fosse quella ed esclusivamente unica di essere simpatizzanti delle tavolate e dei vari prodotti etilici ma che gli iscritti dell’ANA si occupassero anche di ben altro. Ho avuto la sensazione che avesse dovuto faticare non poco per contestare le osservazioni che gli venivano fatte concludendo finalmente, dopo svariate argomentazioni, che noi in sede, oltre a ritrovarci armati di forchette e coltelli, organizziamo anche serate a tema culturale, musicale o di interesse collettivo. Il suo interlocutore alla fine tirò i remi in barca con la classica affermazione: ah però, non lo sapevo. Questo, presumo sia il frutto, grazie ai mass-media immediatamente pronti a cavalcare notizie pruriginose, vedi l’esperienza dell’Adunata di Rimini o il comportamento di qualche deficiente, peggio se tesserato “alpino” che, per forza di cose, non manca mai ed ignorare se gli Alpini siano presenti in Emilia Romagna nei terreni alluvionati. Sarei contento se qualcuno mi smentisse. Personalmente nei vari telegiornali non ho visto finora uno straccio di qualche servizio sulla nostra Protezione Civile Alpina attualmente presente ed impegnata assieme ai tanti ”angeli del fango” a farsi un mazzo così, forse per non far torto a nessuno o, diversamente, sarò io che sono poco attento. Riandando alle prime righe a proposito del solito personaggio che ignora: mi sono riguardato il programma del mese di maggio esposto nel nostro mensile “Penna Nera”: riunione mensile di consiglio con valutazioni di eventuale partecipazione all’Adunata alpina in quel di Udine, a seguire, disnarello in sede, una volta al mese e ci sta, a seguire un’ altro impegno in quel di Canegrate sulle rive del fiume Olona: recita del S.to Rosario in ricordo dei soci Alpini andati avanti, presso la nostra Cappelleta (nostra perché edificata da noi).
Eccoci disponibili a collaborare con la parrocchia, assieme agli amici del corpo bandistico ai festeggiamenti programmati in occasione del centenario di fondazione della nostra Chiesa che si sono conclusi a sera, dopo il rito religioso ufficiato dall’Arcivescovo di Milano, Mons. Delpini, con il taglio della classica torta e con foto attorniato dai soci del gruppo impegnati nella gestione del rinfresco, ma l’elenco degli impegni di questo mese continua; Ci aggiungiamo una serata musicale grazie al maestro/amico Stefano Quaglia, cultore da una vita della cornamusa e musica scozzese accompagnato da un percussionista di lungo corso nella persona di Fabio Terragnoli, insomma fra sacro e profano di carne al fuoco ce ne stata parecchia. Va da sé che per onorare tutte le date, l’impegno richiesto non sia stato roba da poco anche se mugugnando, con un po’ di irritazione per il come non tutti i soci si interessino della vita del gruppo e automaticamente l’attività ricada sulle spalle dei pochi. Finché ce la faranno. Non è una lamentela riguardo alle assenze che ci saranno sempre, è fisiologico, ma un voler ammettere purtroppo, che anche noi non siamo perfetti. A questo punto mi pare giusto chiudere, finalmente, con l’ultimo appuntamento di maggio: la processione mariana di fine mese, come per tanti anni, tranne la pausa imposta dalla pandemia, anche quest’anno eccoci quali portatori della statua, non so se dico un’eresia, è un rischio, ma credo che la Madonna con noi si sia sentita, come sempre, in buone mani.
PIO