…. e brava Martina ...
Diventa un po’ difficile scrivere quattro righe su quanto sia stato fatto recentemente dal gruppo dato il periodo. Infatti nel giro di pochi giorni, ha coinvolto i soci con la partecipazione ai vari impegni di vita associativa e sociale, soliti avvenimenti questi ultimi che si ripetono ogni anno seguendo una sequenza sempre uguale. Avere per l’occasione del 4 novembre il sorvolo delle “Frecce Tricolori” sul cielo del nostro comune sarebbe solamente pura fantasia. Già dal primo novembre, come tutti sanno, ci siamo ritrovati ad onorare i nostri soci “andati avanti” sepolti nel nostro cimitero e in quelli dei dintorni (con ben otto tappe) per poi partecipare nei giorni a seguire alle cerimonie commemorative del 4 novembre: quella “ufficiale” con onore al monumento dei Caduti, deposizione delle varie corone … Fratelli d’Italia, il Piave, ecc … ecc … Cose che tutti sanno ma che, PURTROPPO, anno per anno vengono sempre più disattese dalla popolazione. I pochi e sparuti partecipanti, visti dall’esterno, sembrano essere quasi delle “mosche bianche” incolonnate dietro ad una banda musicale assieme alle rappresentanze comunali in un corteo che non dice niente a nessuno, condannate fra qualche o pochi anni alla completa estinzione. Ma cosa centra Martina in tutto questo? C’entra, c’entra. In realtà si tratta di una piccolissima cosa che però apre alla speranza: sempre di quella si parla, ma veniamo al dunque. Come già detto, fra le varie scadenze annuali il Gruppo, in questo periodo, rispettando una tradizione quasi trentennale, ha in calendario anche l’incontro con le scuole del nostro paese: elementari e medie. Scolari e alpini, con lo scopo di farci conoscere come una associazione fatta di date, di esempi e di valori sempre attuali e, in questa maniera, mettere in pratica quanto ci hanno esortato a fare i nostri veci: ”Per non dimenticare”, comandamento alpino scolpito sulla colonna mozza lassù in Ortigara. Ad onor del vero dobbiamo sottolineare la buona volontà e la disponibilità delle insegnanti che cercano di preparare gli alunni all’incontro sia nelle aule sia accompagnando gli alunni al cimitero presso la tomba dei Caduti sanvittoresi. Al momento d’incontro in classe è ovvio che dai ragazzi ti puoi aspettare di tutto, dalle domande più inattese a quelle chiaramente suggerite. Fu così che Martina, da subito, si presentò con un foglietto in mano, sì quello della fotocopia che ho dovuto ricalcare solamente per esigenze di fotocopia e di stampa. Ha voluto leggerlo davanti a tutti, precisando d’averlo scritto da sola la mattina prima di uscire per la scuola. Ora, almeno per quanto mi riguarda, non siamo qui per giudicare se quanto ha scritto sia avvenuto sotto “dettatura”: ma come fai a chiederglielo quando lei da subito ti evidenzia che quelle parole sono “farina del suo sacco?“ Personalmente mi ha colpito e quando, quasi con timore, ho chiesto a Martina se me lo regalava si è preoccupata di assicurarmi che “non c’erano errori di ortografia” solo questo, rimarcandomi ancora una volta di esserne l’unica autrice. Alla fine di tutto se questa ragazzina delle Scuole Medie è arrivata a scrivere queste poche righe, a leggerle bene, un po’ di speranza ti viene assieme alla fiducia che qualcosa rimanga in lei anche nel suo futuro, sarebbe già un gran bel risultato.
Pio