IL VIAGGIO DI UN SIMBOLO
Nella sua storica sede di Milano, situata in Galleria Vittorio Emanuele, la locale Sezione del CAI aveva posizionato un bassorilievo e una lapide commemorativa che riportava i nomi di 71 Soci, molti dei quali militanti nelle Truppe Alpine, caduti in guerra. Negli ultimi tempi, a seguito dell’uscita dalla sua storica sede, per il Consiglio Direttivo del CAI, è nata la necessità di togliere questo cimelio dalla sua originaria sede e la volontà di ricollocarlo in un ambiente più consono e rappresentativo per ciò che l’opera rappresenta e la scelta è caduta sulla sua collocazione presso la sala intitolata a Carletto Negri, uno dei fondatori della scuola di alta montagna del CAI, presso il Rifugio Carlo Porta posto a 1.426 mt. ai Piani dei Resinelli, da sempre considerato la sede in ambiente montano del sodalizio milanese. Nasceva a questo punto il problema di asportare l’opera senza rovinarla, portarla dal salone principale al piano terra, trasferirla e ricollocarla all’interno del Rifugio Porta tenendo presente che la stessa, seppur suddivisa in 4 pezzi, pesava circa una tonnellata. Ed è qui che entrano in scena gli alpini della Protezione Civile di Milano che sotto la direzione del Vicepresidente Carlo Tagliabue portano a termine l’impresa sino ad arrivare al fatidico giorno di sabato 26 settembre quando nel corso di una cerimonia, purtroppo in forma raccolta a causa delle limitazioni legate al Coronavirus, è stata inaugurata la (si spera definitiva) collocazione di questo documento marmoreo destinato a ricordare alcuni dei tanti non tornati dalle brutture della guerra.
Alla cerimonia dell’inaugurazione erano presenti una rappresentanza dei soci CAI con il loro Presidente Massimo Minotti, e degli alpini di Milano con il Presidente Luigi Boffi che, dopo la cerimonia dell’Alzabandiera hanno reciprocamente salutato i presenti ed illustrato lo scopo della manifestazione. E’ seguita la parte più significativa della cerimonia con lo scoprimento del bassorilievo all’interno del Rifugio, che ho avuto l’onore di eseguire personalmente, sulle note del silenzio e successivamente abbiamo assistito (naturalmente distanziati e fermi sui propri segnaposto) agli interventi di Dino Marcandalli figlio di un Reduce che ha raccontato la storia del padre che si fece 3 anni nel corso della 1° guerra mondiale più uno di prigionia e della Sig.ra Luisa Ruberl, storica del CAI di Milano che ha illustrato la collaborazione tra CAI di Milano e Alpini nel corso del conflitto ricordando l’impegno delle donne del sodalizio che aiutavano i soldati italiani al fronte confezionando e spedendo indumenti, calze e vestiario ai soci impegnati sui vari fronti, mentre i soci anziani si prodigavano per istruire gli alpini provenienti dalle zone del meridione d’Italia sul comportamento da tenere in ambiente montano. E’ stato ricordato altresì l’aiuto dato dalle Sezioni del CAI situate in zone di guerra, specialmente in Veneto, Lombardia e Friuli, ai reparti alpini lassù dislocati. E’ stata veramente una bella manifestazione conclusasi, e non poteva essere altrimenti, a tavola coccolati e rifocillati dal magnifico staff del Rifugio capitanato dal gestore Marta Rivetti coadiuvata da Davide e Luca che ci hanno deliziato con piatti della tradizione locale cucinati con maestria sino ai saluti finali, naturalmente con un arrivederci alla prossima occasione (che sarà certamente fra poco).
Franco Maggioni