13 dicembre 2020
Domenica 13 dicembre: quest’anno per noi alpini ha significato la Messa nel duomo di Milano in occasione del Natale e per continuare quanto si era proposto l’Alpino Prisco ossia ricordare i compagni d’arme che ha lasciato nelle steppe della Russia, in quella disgraziata campagna durante la seconda guerra mondiale. Da allora gli anni sono passati, anche Prisco ha raggiunto i suoi Alpini però ha lasciato un impegno all’Associazione, continuare a ricordare. Così ogni anno l’ANA puntualmente si ritrova in dicembre sia per continuare l’impegno iniziato da Prisco unendo nella memoria i caduti di tutte le guerre e sia per augurarci un Natale che ci aiuti a sperare in un futuro sempre più migliore. Forse mai come in quest’anno la speranza cozza contro una realtà che ci sta opprimendo e spaventando, sì spaventando, come non succedeva da anni. Dal dopoguerra, la seconda, si sono succeduti periodi veramente brutti, dalla difficoltà del ricupero economico ai famosi anni di piombo, dalle lotte sindacali a quelle politiche; roba che tiene banco anche nei nostri giorni, seppur in modo alquanto diverso e delle quali è meglio non parlarne, almeno in queste righe. Ora questa realtà, questa BESTIA chiamata Covid-19 ci sta perseguitando, colpendo in tutto il mondo, costringendo l’umanità ad una corsa-difesa che non trova paragoni e questo vale anche per quanti non vogliono arrendersi all’evidenza dei fatti chiamati morti. Non era scontato che quest’anno si potesse “festeggiare” il Natale, anche il Vescovo lo ha fatto notare in duomo durante l’omelia, ma gli Alpini seppur ridotti di numero per imposizioni sanitarie ci sono riusciti e si sono ritrovati attorno ai propri vessilli schierati prima in Duomo e successivamente nella piazza antistante.
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Eravamo in due a rappresentare il nostro gruppo, il San Vittore Olona. Al rientro dopo la cerimonia commentavo con Marco come sia stato melanconico, quasi triste, vivere una partecipazione in Duomo e all’esterno numericamente così scarsa, senza la presenza dei tanti Alpini che ogni anno accorrono da ogni parte d’Italia. Soltanto al centro della navata centrale i gagliardetti dei vari gruppi limitati nel numero dalle disposizioni imposte, davanti e ai lati dell’altare le autorità politiche e militari. Non chiedetemi come abbia fatto ad entrare e poter cosi assistere alla S.ta Messa: per un puro caso. Eravamo presenti veramente in pochi, un numero sparuto; che tristezza quel Duomo così spoglio e vuoto. I discorsi di rito tenuti successivamente dalle autorità davanti ai gagliardetti dei gruppi presenti, ai vari gonfaloni convenuti per la cerimonia hanno preceduto la conclusione tenuta dal nostro presidente sezionale Boffi il quale con l’emotività che lo contraddistingue e come evidenziato dallo striscione in bella vista sul piazzale rivolse a chi di dovere perorando la necessità di un ritorno alla leva, al servizio militare seppur espletato nei modi più idonei ai tempi attuali e a quelli futuri. Al mattino andando verso Milano ci accoglieva un discreto nebbione che sembrava presagire una giornata uggiosa tipicamente invernale ma non è stato cosi. Speriamo sia di buon auspicio per i mesi che ci attendono il bel sole che sul mezzogiorno ci accompagnò verso casa.
PIO