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Da Eroe a Eroe (Ottobre 2008)
Postato il di morang

ANA

Da Eroe a Eroe

 
“A QUESTI PRODI VIGILI SUI MONTI NON PARVE SORTE DURA PRECIPITARE A VALLE SOTTO LA VALANGA IMMANE SE IL VERDE DELLE FIAMME E IL ROSSO DEL SANGUE LORO SULLA NEVE SIMBOLEGGIARONO AL TERMINE ESTREMO DEL FRONTE DI GUERRA LA GLORIA DEL TRICOLORE”
Queste le parole impresse sul cippo che, al cimitero degli Alpini posto a 2.380 mt. nel vallone dello Scerscen, gli alpini del Gruppo di Lanzada in Val Malenco hanno voluto dedicare a 24 nostri fratelli lassù periti.




 
La cronaca: nei giorni 1 e 2 aprile 1917 due valanghe si abbatterono nella zona su alpini che stavano partecipando al corso “skiatori” in alta valle.
La prima si abbattè il giorno 1 sul Rifugio Musella e causò la morte di 8 alpini, mentre un ottavo perì all’ospedale di Sondrio il giorno seguente, mentre la seconda a distanza di 24 ore staccandosi dal Rifugio Marinelli scaricò sulla Bocchetta delle Forbici travolgendo altri 15 militari i cui corpi non vennero più ritrovati.
Successivamente i Resti mortali degli alpini ritrovati furono tumulati presso la Cappella Ossario del Parco delle Rimembranze di Sondrio.Da anni quindi gli alpini locali ricordano i tragici eventi con una cerimonia che si tiene all’inizio di agosto e questa estate, grazie al fatto di essere in vacanza proprio in quella zona, ho potuto partecipare.
Quest’anno poi la ricorrenza, senza nulla togliere alle altre edizioni, rivestiva un carattere particolare in quanto erano presenti, oltre alle rappresentanze di varie Sezioni, i famigliari di quell’Angelo Greppi da poco scomparso e che per 25 anni è stato il motore trainante della Protezione Civile Nazionale quale segretario addetto ad ogni emergenza che ha visto le Penne Nere presenti nelle emergenze nazionali ed internazionali ivi presenti per eseguire la sua volontà di disperderne le ceneri sul ghiacciaio dello Scerscen.
Oltre alla sua figura è stato ricordato anche l’impegno di Luciano Gandini all’interno dell’Associazione. Quando alle 7,30 sono giunto al posteggio in località Foppa dopo la diga di Campo Moro, ho incontrato infatti suo figlio Stefano col quale ho raggiunto il punto di raccolta al Rifugio Musella.
Sul sentiero che poi portava nel vallone dello Scerscen, numerosi altri alpini e simpatizzanti si sono uniti al serpentone che risaliva la vallata e che si è radunato presso il cippo, mentre chi aveva problemi ad affrontare la risalita ha potuto usufruire di un servizio elicottero che faceva la spola da fondovalle.Sul posto ho avuto il piacere di incontrare gli amici del Gruppo di Cinisello, di cui Greppi e Gandini facevano parte, guidati dall’amico Giuliano Perini ed alcuni altri della nostra Sezione partiti di notte da Milano per essere presenti.
E’ stata certamente una cerimonia toccante, sia per le parole dei sacerdoti officianti che, stando ogni giorno in mezzo agli alpini ne conoscono ed apprezzano le caratteristiche, per l’ambiente che ci ospitava e dove tutto parlava della grandezza dell’architetto autore di tale meraviglia.
Anche le parole di ringraziamento della figlia di Angelo Greppi hanno provocato un groppo alla gola di molti, acuito dal “Signore delle Cime” cantato sull’attenti da tutti i presenti.In quel momento ho pensato a come, pur con le naturali differenze del caso, le vite di quei ragazzi di 90 anni fa e quella di Angelo (e di chi come lui vive per l’Associazione) si accomunano: dovere, obbedienza e rinunce a una tranquilla vita famigliare per il bene altrui e mi sono sentito orgoglioso.
Dopo la cerimonia religiosa, le immancabili foto di rito, mentre gli amici del Gruppo di Lanzada offrivano ai presenti un rinfresco alla buona, comunque molto apprezzato. Dopo il classico pranzo al sacco e i saluti a chi ritornava via cielo e chi riprendeva la via scarpona,, ci siamo riavviati a valle, mentre il rumore dell’elicottero ci ricordava che in quel momento il nostro Angelo stava tornando per l’ultima e definitiva volta alle sue montagne.

 


Franco Maggioni


 
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